lunedì 30 aprile 2012

Aperitivo Time e Notizie dal mondo

Oggi in sede di aperitivo pre-pranzo di questa giornata pre-festiva s'é parlato di stampa internazionale (cosa che avviene spessissimo nei salotti buoni morsanesi o a bordo delle piscine private paesane).

Per loro fortuna é 6 giorni non 6.000 anni
La prima é stato sollevato il caso della legge in discussione al parlamento egiziano. Questo é un parlamento che é si é rinnovato sotto il vento della primavera araba che ha spedito in prigione l'ex presidente despota Mubarak. Secondo organi di stampa internazionali poi ripresi dalla stampa nostrana ("Sex after death law for Egypt"), i parlamentari egiziani stanno discutendo se rendere legale il rapporto sessuale del marito con la moglie defunta entro 6 ore dalla sua morte. Dopo il dovuto clamore, un parlamentare egiziano ha negato che esistesse un progetto di legge del genere ("Egypt’s MPs deny existence of sex-after-death law, confirm early marriage draft"). Boh!

Altro giro altra corsa, l'inserto del Financial Times "Superior Designs" offre uno spaccato sulla regione Friuli Venezia Giulia con un'intervista alla creative director Patrizia Moroso che fa bella mostra di se in una foto a piena pagina davanti al porticciolo del castello di Miramare. nell'intervista si parla di Grado, dell'hotel Riviera e della trattorie Da Giovanni e Da Pepi di Trieste, di James Joyce che qui inizió l'Ulisse (che nessuno di noi morsanesi ha mai letto né si sognerebbe di leggerlo ma si fa bella figura a citarlo), di Zindarich di Prepotto e quindi di Udine. L'intervista si chiude con un "only the locals seem to know this place, which is the case for the whole of the Friuli Venezia Giulia region; we're at the end of Italy and few people come here - but to me it's paradise". "Ditto" aggiungiamo noi.

L'ultimo spunto sulla stampa internazionale lo offre l'intramontabile Simon Kuper che nella sua column domenicale una settimana fa aveva scritto sul perché gli amministratori delegati, i CEO, e gli imprenditori non possono essere dei buoni governanti. Al massimo possono essere degli ottimi funzionari ministeriali che dirigono con puntiglio ma dare le direzioni ad una nazione ed avere visione per il futuro collettivo é ben altra cosa che far quadrate i conti di un'azienda o fare utili. Il tema é delicatissimo nella stra-divisa opinione delle osterie italiane. Per approfondire vedete qui: "Why CEO should't run the world".

domenica 29 aprile 2012

Festa della Liberazione 2012: il cimitero Britannico di Udine

In occasione della Festa della Liberazione si rende omaggio anche all' "Udine War Cemetery", il Cimitero di Guerra del Commonwealth Britannico di Udine dove giacciono 415 militari (inglesi, astraliani, sudafricani e 1 ignoto) caduti per la libertà in Italia.



Un caduto neozelandese la cui tomba ha ricevuto una visita recente dalla madrepatria

Un ufficiale della RAF

La tradizionale corona di "poppies" usati nelle cerimonie di ricordo delle forze britanniche
che ricordano i campi di papaveri rossi che nascevano sui campi di battaglia della Grande Guerra sul Western Front

Soldati ebrei






25 Aprile 2012 - La ghirlanda dell'ANPI, quella del PDL di Udine e di altre organizzazioni

sabato 28 aprile 2012

Spritz Debate: Da che pulpito urge un'etica pubblica condivisa?

L'altra giorno s'e' discusso dell'articolo del Corriere della Sera del 28 Aprile 2012 che titolava La Cei : «Urge etica pubblica condivisa».

Il dibattito che ne é scaturito ha spaccato in due il bar tra chi da una parte applaudiva la presa di posizione dei vescovi italiani mentre dall'altra parte c'era chi sosteneva che prima di dare lezioni di morale si deve essere i primi a dare l'esempio.

C'e' pure un libro
Per questi ultimi infatti, ronzano ancora nelle orecchie alcuni episodi tra i quali  "Le intercettazioni dell’Aquila: i soldi “cash” di Giovanardi, la curia e gli amici massoni" da "Il Fatto Quotidiano del 30 Settembre 2011" e messe su youtube da Repubblica.

Inoltre le manovre dello IOR, la banca vaticana, tanto che sul Vaticano, si indaga per riciclaggio: “spariti” 140 milioni dello Ior e Riciclaggio, indagato presidente Ior.

C'é poi chi ricorda che suona strana la spiegazione data per giustificare la sepoltura di un appartenente alla banda della Magliana all'interno di una chiesa di Roma tanto che secondo il ministro degli interni Cancellieri: “Il permesso di seppellire De Pedis in S. Apollinare Arrivò dalla Cei”. E poi si dice che «PER LA SEPOLTURA DI DE PEDIS LA VEDOVA PAGÒ UN MILIARDO DI LIRE».

C'é poi tutto il filone del San Raffaele, della regione Lombardia e di Comunione e Liberazione che finisce in un grande calderone che favorisce le conclusioni piú svariate e qualunquiste in ogni osteria d'Italia, incluse quelle di Morsano, dove si sentono sempre piú frasi come qulle apparse sul Corriere della Sera di ieri ("Il potere impermeabile come vetro colorato") "... ormai in Italia la religione è diventata, per molti, una tessera, una clava e una chiave: utile per riconoscere gli amici, tener lontani i nemici ed entrare dove serve. E poi qualcuno si stupisce delle chiese vuote? "

E i giudizi sui pulpiti continuano...

venerdì 27 aprile 2012

Numeri Utili: la Spesa Pubblica sul PIL (2012)


La spesa pubblica é una delle voci che compongono il prodotto interno lordo (PIL). Ogni nazione ha diversi livelli di spesa pubblica che vanno dal 40% sul PIL degli Stati Uniti al 56% della Francia.

La differenza la fanno le privatizzazioni ossia i servizi gestiti dai privati.

Della spesa pubblica fanno parte voci quali: sanità, istruzione, trasporti, giustizia; pubblica amministrazione (es. ministeri, tribunali, regioni, province, comuni, Aziende sanitarie,governo, parlamento); previdenza e pensioni (INAIL, INPS, INPDAP), interessi sul debito pubblico; difesa militare; Università e enti di ricerca come CNR, ENEA, INFN, INAF, INGV ecc., disastri, calamità naturali e ambientali, manutenzione e finanziamento di beni artistici e culturali. Inoltre ci sono spese per servizi parzialmente o totalmente privatizzati come il servizio pubblico radiotelevisivo; fornitura di acqua, energia elettrica, gas, telefonia, smaltimento rifiuti ecc.


L'Italia ha il 52% del PIL in mano allo Stato. 


In pratica oltre la meta' dei 1.500 miliardi di euro di PIL, sono spesa pubblica. 

giovedì 26 aprile 2012

Qual'é il lavoro migliore? E quello peggiore?

I lavori migliori
Un lettore ci ha segnalato la classifica stilata da CareerCast, un sito dedicato alla ricerca di lavoro. Si tratta della classifica dei lavori ritenuti migliori e peggiori dai sottoscrittori del servizio.

E' un tributo alle professioni piú ambite ed una messa in guardia da quelle meno desiderate.

Importante sottolineare che la scelta non riflette un solo parametro, come ad esempio il salario, ma una serie di considerazioni cui i lettori erano chiamati a esprimersi, considerazioni legate al tempo libero che una professione dá, al bilancio vita familiare-vita professionale, alle possibilitá di viaggiare, agli ambienti di lavoro salubri ecc.

Ebbene, le tendenze moderne si fanno vedere nel fatto che il miglior lavoro é lo sviluppatore software, l'esperto di statistica attuariale (calcolo del rischio nelle compagnie di assicurazione) e l'addetto all'ufficio del personale. Tutte cose che hanno a che vedere con il miglioramento della vita.

Segue quindi l'igenista dentale che anche quando non fa il consigliere regionale riesce ad avere un buon lavoro e poi via via un mix di professioni mediche o para-mediche ad alta specializzazione (terapista, oculista, il logopedista, il farmacista) e legate al mondo dell'informatica (pubblicitario online, analista di sistemi, web developer).

I lavori peggiori
I peggiori lavori - i meno ambiti, sono per lo piú legati allo sforzo fisico ed alle condizioni dure dell'ambiente di lavoro.

In alcuni casi gli stipendi sono alti ma la sociologia spicciola ci insegna che l'uomo occidentale preferisce il tempo libero e un buon bilanciamento vita-lavoro piuttosto che la mera soddisfazione finanziaria.

Cosí va male per i montatori di auto, i taxisti, il calzolaio, il macellaio, il lavapiatti e il cameriere.

Ma il fondo lo toccano i reporter (giornalisti di cronaca spicciola), i lavoratori nei pozzi petroliferi, i soldati e gli allevatori di mucche da latte.

Se questa classifica rifletta la realtá o sia frutto di seghe mentali lo lasciamo dire ai lettori e a quelli che fanno il lavoro meno desiderato al mondo... i boscaioli.

Dal canto suo Morsano sta nel mezzo e ha veramente pochissimi impiegati sia tra i settori ritenuti migliori che tra quelli peggiori.

Chi dice che é un paese di estremisti, questa volta ha proprio torto.

mercoledì 25 aprile 2012

Lezioni Morsaniche: quale pane prendere a tavola?

La lezione di oggi offre al lettore un'importante suggerimento che aiuterá senz'altro a superare una difficoltá cruciale che la vita mette di fronte ai morsanici mondani.

Qual'e' il mio pane?

Quando ci si siede a tavola in pausa pranzo prima di tornare in cantiere o nelle cene con Luca Cordero, il pane te lo mettono in un piattino. La prima domanda che uno cresciuto alla mensa del Malignani si pone é quale sia il proprio pane: quello del piattino di destra o quello del piattino di sinistra.

Ma questo non é il punto della lezione perché basta cercare su google e la risposta la si trova. Volendo, si puó aspettare che un commensale inizi a mangiare il suo di pane e scrutando se ha preso quello di destra o quello di sinistra, si agisce di conseguenza.

La risposta esatta é: il pane del piattino a sinistra.

Il problema vero peró si ha quando la tavola é rotonda e altri fanno errori di etichetta. Ovvero, mentre correttamente il commensale alla vostra destra prende il pane alla sua sinistra, cioé il pane che sta alla vostra destra, il commensale che sta alla vostra sinistra sbaglia e inizia a consumare il pane che sta alla sua destra, ovvero, il vostro pezzo di pane.

Ecco quindi il dramma tipicamente italiano: sia da destra che da sinistra vi hanno tolto il pane di bocca.

La lezione morsanica di oggi insegna che, quando il tavolo é rotondo, la primissima cosa da fare é sedersi e spezzare una piccola parte del pane che sta sul piattino alla vostra sinistra. A quel punto avrete stabilito il jus primae noctis sulla pagnotta e tutto il tavolo vi rispetterá seguendo la vostra scelta.

Dopo di ché, potrete comodamente urlare al cameriere: "ou, ie dime aghe ta che taule chi, atu voe di ineanus! Parte el merlot!"

Destra o sinistra? Niente carboidrati sarebbe una scelta qualunquista

Idee Morsaniche: il dosso ecologico anche a Morsano?




Il problema della velocità c'e' (vedi "Morsano Criminal: Eccesso di Velocitá" e "Come mettere fine alla velocitá sconsiderata di certi motociclisti in via Venezia?"), magari si riesce a far installare un dosso ecologico a Morsano su Via Venezia. Il comune ci guadagnerebbe in sicurezza e in energia generata e l'azienda avrebbe un testimonial per future installazioni...

martedì 24 aprile 2012

Comunicazione e Irritazione

Spritz Economics: Come Sará la Situazione Economica dell'Europa nel 2012?

S'é spedito un nostro inviato ad una conferenza di economisti a Londra e s'é chiesto un riassunto delle varie metriche sul bilancio fiscale, volatilitá dei prezzi delle materie prime, andamento del prezzo del petrolio, tassi d'interesse, influenza delle elezioni politiche di nazioni chiave, livelli di produttivitá, bilancia commerciale, inflazione, tassi di cambio, disavanzi di conto corrente nazionale e produttivitá. 

A conclusione del riassunto, abbiamo espresso un giudizio pacato e ponderato su tutto l'ambaradan. Ci scusiamo se il linguaggio é tecnico ma certe tematiche vanno trattate con il dovuto rispetto e competenza...


LEGENDA

Chiunque a Morsano deve fare investimenti all'estero adesso sa dove, come e perché. Con buona pace di chi dice che l'economia é un rutto.   

Spritz Economics: Serie Storica del PIL e Inflazione (1999-2011)


In media, dal 1999 al 2011 il tasso di crescita del prodotto interno lordo (PIL) reale tra le maggiori economie europee é oscillato tra il 2.6% della Svezia e lo 0.8% dell'Italia, mentre il tasso medio di inflazione si é attestato tra l'1.5% della Svezia e il 2.8% della Spagna.

Purtroppo, nei passati 10 anni, l'Italia ha avuto il secondo tasso piú basso di crescita al mondo. Solo il Giappone é riuscito a fare peggio. Dall'altro lato, il costo della vita é cresciuto a livelli tra i piú alti dei paesi occidentali.

Bassa crescita economica ma prezzi in aumento.

Ognuno in bar ha la sua spiegazione ma si é tutti oncordi he cosí non si puó andare avanti.

lunedì 23 aprile 2012

Numeri Utili: Composizione del Debito Totale di Alcune Nazioni (Aprile 2012)


Secondo il "McKinsey Global Institute" e  "Consensus Economics", i debiti totali delle nazioni occidentali vanno ben oltre il 200% del PIL.

Sui giornali si legge spesso del debito pubblico italiano ormai attorno al 120% del PIL però poche volte si menzionano gli altri elementi del debito nazionale cioè i debiti delle famiglie e delle imprese (finanziarie e non).

Includendo anche questi altri elementi, si ottiene un quadro più completo che fa capire come le famiglie italiane siamo le più risparmiose (o le meno indebitate) mentre il governo sia tra i più indebitati. Questo mix ha delle implicazioni sulla politica fiscale del governo (vedi anche  Numeri Utili: Ricchezza degli Italiani (2011). Ognuno tragga le sue conclusioni.

Spritz University: l'Istruzione Tradizionale non é piú Abbastanza?

Quale dei due aiuta a progettare un Titanic piú solido?
IQ = intelligence quotient - quoziente d'intelligenza

EQ = emotional quotient - quozioente emotivo
"Traditional MBA skills are no longer enough" titola un articolo di Bettin von Stamm e parla degli MBA, i Master in Business Administration. MBA che necessitano di aggiornarsi uscendo dagli schemi tradizionali.

Da quanto discusso al chiosco venerd sera in occasione dell'ultima partita di campionato dell'ASD Morsan, il concetto si puó applicare anche all'istruzione superiore e universitaria.

I futuri dirigenti e professionisti sono troppo analitici e distaccati dalla realtá e non si adattano facilmente al mutato mondo del lavoro.

Un tempo le carriere erano "lineari" (come é rimasta, ad esempio, la carriera militare): i nostri padri studiavano, trovavano un lavoro che si tenevano per tutta la vita e la progressione di carriera si basava sulle sempre piú approfondite conoscenze tecniche nel settore specifico. La comunicazione era unidirezionale dall'alto verso il basso e c'era un profondo senso del "giusto" e "sbagliato" in relazione agli scatti di carriera: questo ti fará avanzare e questo invece no.

Questo mondo non esiste piú!

Entro i 40 anni, un dirigente oggi puó aver cambiato fino a  dieci tipologie di lavoro e spesso anche altrettante aziende. Molti lavorano fuori dall'ufficio e spesso lasciano l'azienda per mettere su una loro attivitá oppure per seguire un corso e ri-qualificarsi. Non si parla piú di "quello che conosci" ma di come e dove puoi applicare il tuo sapere in situazioni diverse. Cambiare carriere e settori lungo l'arco di una vita lavorativa diventa sempre piú usuale. La comunicazione é multidirezionale e tutti comunicano: dai dirigenti ai dipendenti, dai proprietari ai clienti che attraverso i social media influenzano l'attivitá dell'impresa.

Insomma, oggi il mondo del lavoro é profondamente diverso ma i metodi di studio e le materie studiate sono sempre quelle dei nostri padri.

In un mondo dominato da incertezza e maggiore complessita nella progressione professionale, il succo del discorso non é piú l'analisi dei dati ma capire quali siano i dati piú importanti e cercare di trovare le sfumature di grigio piuttosto che risposte alla "bianco o nero".

In questo mondo difficile servono anche qualitá "soft", leggere, come ad esempio, lo spirito di leadership e la capacitá di supportare i processi decisionali con qualitá come "l'intelligenza emotiva". Inoltre é sempre piú necessaria una profonda dedizione ai temi etici per capire l'influenza delle decisioni al di lá della mera applicazione tecnologica. Cosí l'abilitá comunicativa e le capacitá di relazione interpersonale sono diventate piú importanti.

Dal punto di vista della scuola, c'é una linea di pensiero che ritiene che oltre alle abilitá tecniche e commerciali, si devono stimolare negli studenti anche le abilitá emotive (emotional skills).

Se scuola/universitá/business school non aiutano, una volta in azienda potrebbe essere troppo tardi per capire che qualcosa manca alla propria preparazione per poter essere un moderno professionista completo.

Cosí s'é dibattuto se gli studenti debbano sviluppare queste abilitá a scuola o meno e quindi se sia anche compito del mondo dell'istruzione modernizzarsi includendo le "soft skills" nel proprio piano di insegnamento.

...e il dibattito continua

What's up Morsan? Slacktivist

Vi é mai capitato di dire "mi piace" su Facebook alla pagina di una causa benefica? Vi é mai capitato di re-twittare un tweet di un appello per cambiare il mondo? Vi é mai capitato di far circolare ai vostri amici e contatti una mail con un appello umanitario?

Si chiama "slacktivism", attivismo pigro, ossia il semplice approvare attivitá idealmente solidaristiche ma senza muovere un dito per raggiungere lo scopo solidaristico.

Chi pratica quest'attivitá del tutto passiva, viene definito uno "slacktivist".

Per paradosso guardiamo all'interessante l'analisi che gli economisti Scott Cunningham, Ben Engerstatter e Michael Ward fanno dei videogiochi violenti: questi giochi effettivamente aumentano l'aggressivitá di chi gioca che poi si sente piú violento. Peró l'effetto netto dei giochi violenti é di ridurre la violenza perché... tengono a casa incollate davanti al video le persone potenzialmente piú violente.

Usando lo stesso ragionamento, il dramma delle attivitá di solidarietá a portata di click é che tengono potenzialmente a casa chi invece potrebbe fare qualcosa di utile.

Slacktivist: paradossi dell'economia spicciola, anche in English.

Un bon kony di len http://www.kony2012.com/   

domenica 22 aprile 2012

Numeri Utili: Prestazioni all'Ospedale di Udine (2011)

La prestazione piú comune in ospedale é l'ecografia che a Udine tocca quasi 81 mila sedute all'anno, a seguire l'ecodoppler, risonanze e visite cardiologiche. Magari un giorno metteremo in relazione questi interventi con le patologie le cause di mortalitá piú frequenti tra la popolazione locale. Abbastanza probabile trovare delle relazioni dirette (o forse no, se gli interventi sono di prevenzione piuttosto che cura).   



 Per quanto riguarda i tempi di attesa, la cataratta é quella piú problematica seguita dalla visita cardiologica. Interessante notare come le visite cardiologiche figurino sopra come le prestazioni tra le piú in domanda e come i tempi di attesa siano oltre i tre mesi.

Gli studenti di medicina prendano nota.



Sondaggi Morsanici: Quanti contadini c'erano tra i Mille di Garibaldi?


OK, il punto é stato dimostrato: la realtá storica é fortemente mistificata. Solo il 23% ha dato la risposta giusta alla domanda: Quanti contadini c'erano tra i Mille di Garibaldi?

Zero, nessuno di nessuno, é la risposta esatta (fonte: "Il Risorgimento italiano. Una storia ancora controversa" di Martin Clark.

Non c'erano contadini nella spedizione dei mille (gran parte dei quali erano Bergamaschi) bensí professionisti, artigiani, commercianti, piccoli borghesi per lo piú cittadini, appartenenti alla piccola nobiltá, studenti ma di contadini, che all'epoca erano la stragrande maggioranza del popolo, spesso in condizioni di servitu' nei confronti dei proprietari terrieri, neanche l'ombra.

Nel 1861 in base al censo aveva diritto al voto solo il 2% della popolazione del neonato Regno d'Italia che, senza Roma e Triveneto, contava circa 22 milioni di abitanti. Di quei 400 mila elettori, la metá alla fine non votava per obbedire al non expedit (del 1868) del papa che aveva vietato l'impegno politico ai cattolici.

La questione sarebbe lunga, anche perché alla fine pure Garibaldi finí a fare il deputato e da subito si arrabbió con Cavour (mai perdonato per la cessione della natia Nizza). Peró si puó riassumere dicendo che mentre il 1848 e le rivolte successive videro l'impegno diretto anche del popolo che salí sulle barricate, le guerre che seguirono gli accordi di Plombieres del 21 luglio 1858, furono calate dall'alto e decise dalle elites della societá. 

Per quanto riguarda la spedizione di Garibaldi fu decisa... da Garibaldi. A Cavour non interessava perché doveva tenere buoni i francesi (che presidiavano la Roma papalina) e forní volentieri le camicie rosse con fucili scadenti e al di sotto del numero che serviva a Garibaldi.

Le rivolte contadine scoppiate contestualmente al sud (es. Palermo) erano tumulti contro i governanti "napoletani", cioé i Borboni, e come molte di queste rivolte, ambivano all'indipendenza e non all'unificazione. 

Il discorso potrebbe farsi lungo. Lasciamo ai lettori le proprie conclusioni su quanto si sappia oggi del nostro Risorgimento sulla base del sondaggio di cui sopra... 

sabato 21 aprile 2012

What's up Morsan? Hands on



L'ASABE, American Society of Agricultural and Biological Engineers, l'associazione degli ingegneri "agrari", offre dei corsi pratici agli studenti di ingegneria. Ovvero, a quelli che in Italia sarebbero degli ingegneri meccanici specializzandi nella progettazione di machine agricole, fanno progettare dei trattori, glieli fanno testare in situazioni pratiche.

All'inizio del video, uno dei professori spiega come l'approccio sia quello di andare oltre lo studio sui libri e di far stringere dei bulloni, letteralmente, ai futuri ingegneri in modo che possano apprendere le difficoltá della vita reale rispetto alla teoria. 

Quando in inglese si parla di imparare qualcosa facendo pratica si parla di "hands on training" che letteralmente significa "imparare con le mani sopra".

Quindi si dirá hands-on training in the design of tractors. ciety of Agricultural and Biological Engineers

American Society of Agricultural and Biological Engineers cdd

American Society of Agricultural and Biological Engineers

American Society of Agricultural and Biological Engineers

American Society of Agricultural and Biological Engineers

venerdì 20 aprile 2012

Spritz Keep Calm and Carry On: Crisi tra Teorici del Complotto e Ottosettembrini

Alla fine vinsero loro! 
 "Keep Calm and Carry On" (State Calmi e Continuate ad Andare Avanti) era la scritta di un poster prodotto durante la Seconda Guerra mondiale nella Londra sottoposta ai bombardamenti. Esortava i civili alla calma e a non lasciarsi prendere dal panico e dall'isteria demoralizzante per le lunghe notti di paura sotto le bombe della Luftwaffe.

La versione moderna, nell'Italia in difficoltá finanziaria, é rappresentata... dal silenzio stampa.

Nei bar paesani hanno fatto molta presa due episodi: il primo é la constatazione che le banche italiane sono quelle che hanno preso di piú a prestito dalla Banca centrale Europea eppure nessuno dice niente sullo stato delle banche italiane. Ma se tutto va bene, perché stanno prendendo prestiti a man bassa e non fanno credito alle imprese? Il caso curioso é che alcune banche hanno anche chiesto un prestito a qualche impresa sana che ha riserve di cash (si, avete letto bene, una banca che chiede prestiti ad aziende). Il secondo episodio é una frase apparentemente tratta dalle intercettazioni dell'ex tesoriere di un partito il quale direbbe che anche un ex ministro avrebbe ritenuto che  investire all'estero era saggio perché "l'Euro era in pericolo" (ma il condizionale é d'obbligo visto che l'ex ministro annuncia querele verosimilmente contro chi ha pubblicato le intercettazioni).

Constatare queste coincidenze fa reagire d'assalto gli sprizzettari (tanto che le patatine che stavano mangiando sono volate fuori bocca per stamparsi sugli occhiali e sulla camicia degli astanti).

Se tutto sta andando bene, perché le agenzie di analisi se ne escono con studi tipo
"Spanish and Italian borrowing costs already at unsustainable levels, warns Moody's Analytics" (Il costo dell'indebitamento Spagnolo e Italiano é giá insostenibile)? Le agenzie di rating prendono degli abbagli, sono eterodirette da speculatori internazionali come fosse antani ecc. ma una volta finita la tiritera delle possibili motivazioni occulte, la domanda che resta sul nostro bancone é sempre la stessa: dobbiamo portare i soldi fuori dal sistema bancario e statale italiano o no?

Il dibatitto in bar s'e' poi articolato tra i teorici del complotto globale e gli ottosettembrini

I teorici del complotto sposano l'idea che le agenzie di studio, al soldo di qualche avido gruppo di masson-speculatori internazionali, stiano mettendo paura alle opinioni pubbliche con dati economico-finanziari esageratamente allarmanti, oltre a delegittimare i partiti tradizionali grazie ai servigi dei servizi segreti deviati che prodocucono dossier a richiesta facendo cosí fuori dirigenti politici senza neppure l'intervento della magistratura nazionale. In questo clima le opinioni pubbliche sarebbero piu' inclini ad accettare governanti non eletti e magari pure per lunghi periodi di tempo.

Alla fine vinsero loro?
(The Telegraph, 20 Aprile 2012: Il costo dell'indebitamento 
Spagnolo e Italiano é giá insostenibile)
Gli ottosettembrini invece sposano l'idea che la situazione é grave ma non perché lo dicono le agenzie esterne bensí perché la gente in giro perde il lavoro e non ne trova un altro, le banche non danno credito, le imprese che riciclano denaro sporco vincono sempre piú appalti con ribassi scandalosi che nessuno contesta, gli ottuagenari non eletti continuano a ricoprire posti chiave nelle imprese a partecipazione pubblica, alcune grosse imprese nazionali imbarcano debiti strabilianti mentre gli amministratori se ne vanno con buonuscite milionarie nel silenzio degli organi di controllo e via dicendo. Memore dell'8 settembre 1943, italianamente ognuno fa per se in silenzio: fuori i soldi dai conti correnti in favore di lingottini d'oro e assegni circolari in cassette di sicurezza, conti all'estero e via dicendo.

Esistono anche altre posizioni riscontrate tra la gente comune del bar come ad esempio i sognatori nullatenenti, i possibilisti poveri, gli indifferenti con rendite statali e i negazionisti nominalmente basso-salariati. Questi ultimi sono da guardare con sospetto perhé chi nega la gravitá della situazione potrebbe sempre essere un ottosettembrino mascherato.

Ad ogni modo, nel silenzio, il dibattito continua...


giovedì 19 aprile 2012

Numeri Utili: Laureati a Morsano di Strada (2011)

Tra i nati a Morsano ci sono 39 laureati (considerando le lauree triennali) e diversi studenti universitari.

La classe con più laureati nativi è il 1975 a parimerito con il 1980 mentre il 1986 è la classe con il maggior numero di studenti universitari di sempre.

Le facoltà scelte riflettono il pragmatismo del Nordest privilegiando corsi "tradizionali" come ingegneria e giurisprudenza. Per il resto è un mix.


mercoledì 18 aprile 2012

Se il Valore delle Lauree è solo questione di "Rating"

Alcune sono più uguali delle altre: la laurea è una medaglia
che può essere d'oro, d'argento, di bronzo o una patacca
A seguito del post di ieri la discussione in bar è continuata con ulteriori ragionamenti che qui riportiamo.

Oggi il valore legale delle lauree esiste solo per i concorsi pubblici e per alcuni impieghi organizzati in ordini professionali. Per la maggiorparte dell'economia privata, o sai o non sai, indipendentemente dal titolo di studio.

Il problema essenziale è come dimostrare di "sapere" (o non sapere), in altre parole, come superare la barriera all'entrata del mondo del lavoro. Il primissimo scoglio è il reale valore del pezzo di carta che si ha in mano. Quello è il foglio magico che crea la prima impressione. Poi ci sarà il colloquio ed il periodo di prova ma senza la prima impressione, non ci si muove.

Ed è qui che c'è il grande malinteso.

Per prima cosa, i titoli di studio si valutano con i coetanei e mai con generazioni diverse. La 5a elementare dei nati nel 1910 era già un ottimo titolo di studio considerando che i più si fermavano alla 3a elementare. Chi poi aveva la 6a elementare (che esisteva all'epoca), in mano si ritrovava un buonissimo titolo di studio. Oggi che tutti hanno un diploma e le università sono istituti di massa, la differenza la fanno non i titoli ma i "ratings" di questi titoli.

Esattamente come le agenzie di "rating" che danno i voti ai debiti sovrani.

Se ci mettiamo nella testa di un direttore dell'ufficio personale di un'azienda medio grande, cosa valuta nei giovani laureati?

1 - L'Università di provenienza - Le Università si dividono in unversità prestigiose e si meritano una "A", unversità di massa dietro casa cui si dà una "B" e poi via via a scalare fino ad arrivare alle università nate ieri e la cui ricerca scientifica è inesistente. Quindi il primo voto sarà all'università di provenienza.

2 - La Facoltà - Alcune sono fornamentali ed esistono da decenni e saranno valutate con une "A" o "B" o "C" altre sono nuove e non si capisce bene il loro valore sul mercato del lavoro e si valuterà da "D" in giù.

3 - Il Corso di Laurea - Studiare Economia ad indirizzo marketing non è la stessa cosa che studiare Economia con indirizzo Economia Aziendale. Il primo si becca una "C" il secondo una "A". I corsi di laurea più richiesti dal mondo del lavoro avranno un rating più alto.
Laurea, laurea, laurea

Esempi:
  • Laurea ad Harvard, Normale, Bocconi, LSE, Oxford, ENA ecc. ecc. in Economia, corso di laurea in Economia Aziendale. Rating: AAA.
  • Laurea a XYZ in Ingegneria, corso di laurea in Ingegneria Elettronica. Rating BAA
  • Laurea a XYZ in Scienze della Formazione corso di Scienze del Cavolo. Rating BDD    
Alla fin della fiera queste sono le valutazioni che il mercato del lavoro fa e  si possono esprimere con i ratings. Questo non vuol dire che un laureato BCD non troverà mai lavoro ma è giusto farsi un onesto rating prima di iscriversi  ad un corso di laurea e non aspettarsi di essere valutati allo stesso livello di un AAA o di un BBA.

Va poi ricordato che i lavori di serie "A" (funzionario delle Nazioni Unite, alto dirigente di multinazionali e banche internazionali) nella stragrange maggioranza dei casi finiscono a chi ha preso una laurea in una università di serie "A". In quei casi, anche una laurea ABD funziona perchè l'università di provenienza è il rating più importante.

Per contro, le università di tipo "A" non sono apprezzate dalle economie di provincia dove un buon tecnico è preferito ad un eccellente accademico (quindi un BAA naviga senza problemi). Qui si che i ratings più importanti sono il secondo e il terzo (facoltà e corso di laurea).

Chiaro se ci si ritrova con una laurea EEE è meglio non avercela proprio.

Sappiamo che nella stantia Italia il valore legale della laurea non verrà mai tolto, le classifiche ufficiali delle università italiane non verranno mai formalizzate ed ovviamente i professori avranno tutti lo stesso stipendio  indipendentemente da dove insegnano e da quanto sono bravi (ovviamente niente ratings sui professori, quelli li lasciamo fare a Oxford e Cambridge). Inoltre, chi ha la laurea triennale continuerà ad avere il titolo di "dottore" (quando da nessun'altra parte al mondo è così visto che i dottori o doctors sono solo quelli che hanno un dottorato di ricerca).

Non cambierà nulla però il mondo del lavoro c'ha già i suoi ratings. La matricole sono avvertite: non dimenticatevi l'ABC dello studio universitario...

martedì 17 aprile 2012

De l'Ossessione Sociale dei Titoli di Studio: ovvero, delle Lauree de li Sigg.ri Generali e delle Trote

E con questa mi laureo campione
Non sfugge in paese l'attenzione che in questi giorni è stata dedicata al tema dei Titoli di Studio. 

Il discorso che viene articolato in osteria è lungo e complesso e qui cercheremo di sintetizzarlo.

Lo scandalo dei fondi pubblici assegnati alla Lega per fare politica e poi, presumibilmente (in attesa di verifiche della magistratura) usati per pagare tutor e corsi di laurea all'estero per alcuni dirigenti del partito, ha alzato i riflettori sull'uso dei Titoli di Studio per fini sociali o più specificatamente per darsi uno Status Sociale.

Essere "dottori" nell'Italietta degli impenetrabili ordini professionali e dei politici con i più bassi titoli di studio della storia repubblicana evidentemente continua a contare. Ovviamente stiamo parlando di "titoli di studio" e non di "conoscenza" o" del "sapere". Anche se non sai un cazzo basta essere "dottore" e di fronte al popolo ci si sente nobilitati.

Perchè ricercare a tutti i costi una laurea anche se farlocca?

Dottore in Scienze dell'Unificazione
con Master in Project Management
e Gestione Risorse Umane 
all'università di Quarto (GE)
La cosa curiosa di cui si discuteva in bar, è che il fenomeno non interessa solo le Trote qualsiasi (magari tristemente condannate dalla fisiognomica alla poca credibilità accademica) ma pure gli insospettabili (più o meno). Spesso sul Messaggero Veneto o sul Gazzettino illustrano le brillanti carriere di generali nostrani di varie Armi e dopo aver elencato dei curricula di tutto rispetto con missioni all'estero, arresti di pericolosi latitanti, piroette nei cieli di mezzo mondo, ti propongono il curriculum studiorum. Uno dirà: ci sarà l'Accademia, una laurea disegnata su misura per chi fa l'Accademia e vari corsi di specializzazione in Italia e all'estero. Basterebbe ed avanzerebbe per qualsiasi mortale. E invece no! Nella patria che ha più generali degli USA, non può mancare la seconda laurea in Scienze di qualcosa di più o meno farlocco e poi, perla delle perle, qualche laurea che ha a che fare con lo strategico, l'internazionale ed il diplomatico. Il punto è che per prendere lauree strategiche e diplomatiche uno dovrebbe studiare come un matto a tempo pieno per 4-5 anni ed invece qui ci sono fenomeni della natura (militare) che comodamente se la prendono come seconda o terza laurea.


Visto che di militi si tratta abbiamo chiesto ai servizi secreti (deviati) di investigare ed abbiamo raccolto la drammatica testimonianza di un professore inserito nell'ambiente. "In realtà sono lauree onorifiche che le università danno per spingere il loro prestigio con le istituzioni e tra le più alte cariche dello Stato. Alla fine questi vengono qua, pieni di boria perchè credono veramente di meritare la laurea, gli vengono riconosciuti i crediti per ogni corso fatto nelle loro istituzioni e alla fine devono solo fare la tesi. Solo che i generali la fanno scrivere ai colonnelli, i colonnelli la demandano ai maggiori, i maggiori ai capitani ed i capitani ai tenentini freschi di Accademia. Devo dire che per le lauree di qualche generale ho apprezzato molto... la preparazione del tenente di riferimento".

Perchè desiderare tre lauree di cui due prese ad cazzum?

Ci sono poi le lauree di improbabili università, elargite a certe categorie di dipendenti pubblici, sulla base dei "crediti" riconosciuti al lavoro svolto nella pubblica amministrazione. Il che va bene se poi però non comporta scatti di carriera per il solo fatto di avere quella laurea. Se uno ci tiene a sentirsi titolato è giusto che si titoli (a spese sue) ma poi, a me e a te, non deve assolutamente costare di più perchè essenzialmente avrebbe le stesse abilità sul lavoro che aveva prima di "laurearsi".

Tornando ai politici, mai come ora abbiamo una classe politica con i titoli di studio formali più bassi (ci sono studi in merito). I padri della Costituzione e i padri delle prime assemblee regionali, con pregi e difetti, erano comunque dei VERI titolati accademicamente. Oggi si diventa dirigenti di partito e si siede ai vertici di istituzioni anche senza laurea. Se è un bene o un male non è oggetto di discussione ma è ovvio che un titolo non dà la competenza se si è fatta la giusta gavetta e se si è bravi. Eppure, chi non c'ha il titolo comunque lo cerca e anche con scorciatoie.

Perchè dunque l'ossessione per avere un titolo di studio a tutti i costi?

Quello che conta è la "laurea sostanziale", quella dovuta all'esperienza, al lavoro, al talento e alla genialità, che non ha bisogno di essere certificata con un "pezzo di carta". La quinta elementare del settantenne Giovanni Rana (1.200 dipendenti e centinaia di milioni di fatturato ogni anno), conta infinitamente di più di un PhD in Management alla Bocconi preso dai ragazzi d’oggi. I periti del Malignani degli anni Cinquanta-Sessanta vantano un titolo che vale nella sostanza molto più di un'odierna laurea formale in ingegneria.

Gli imprenditori nostrani, che con pochi studi hanno creato aziende che impiegano decine di dipendenti tra i quali anche laureati - e che mandano avanti l’Italia, che titoli di studio devono invidiare ai sigg.ri generali e alle Trote?

Come dicevamo, a tutti i partiti ha fatto comodo allargare il Bingo e il gioco d'azzardo diffuso

lunedì 16 aprile 2012

Spritz Debate: L'Italia ha ancora bisogno di un'industria manufatturiera?

Automatizziamo il futuro italiano?
Oggi il Corriere della Sera dedica un articolo ("Salone del Mobile: Cuneo, Brianza, Udine l'Italia del mobile resiste") ad alcune aziende manifatturiere italiane tra le quali anche la friulana Fantoni. Aziende che si distinguono per aver saputo vincere la crisi e continuare a crescere senza negare una decisa distanza dal mondo della Finanza di Wall Street & C. Tanto che il giornale cita Fantoni «La Borsa non è consona al nostro tipo di capitalismo, troppi meccanismi distorsivi e spinte speculative, troppe logiche esasperate di breve respiro».

Cosí durante la pausa caffé (corretto) é nato il dibattito sul futuro della manifattura italiana ed in particolare, un paio di pensionati, due artigiani, un operaio e un fancazzista morsanese si sono chiesti se l'Italia ha ancora bisogno di un'industria manifatturiera.

Secondo gli intervenuti l’Italia del futuro non puó fare a meno di avere un settore di industrie manifatturiere ampio e competitivo. Questa tesi discende innanzitutto dall’ovvia necessità di salvaguardare e, se possibile, aumentare i milioni di posti di lavoro che il settore manifatturiero assicura a tutt’oggi, ma anche dalla considerazione che il manufatturiero è fondamentale per assicurare il mantenimento della capacità innovativa di prodotto. Infatti, il rischio di delegare all’esterno l’innovazione prima di processo e poi di prodotto, è uno dei punti critici delle scelte di delocalizzazione. In fondo, le sedie fatte in Cina se sono per il mercato di massa sono competitive ma sull'alta qualitá il Made in Italy vince.  

Se il Bel Paese non può fare a meno delle industrie manifatturiere, è però vero che è in atto un significativo declino del settore in Italia e tra le molte cause della perdita di competitività delle unità produttive manifatturiere c'é in particolare la rigidità delle relazioni industriali (art. 18 e affini) di cui si accenna una modifica a partire dal 2013. 

Secondo gli amici dello Spritz, la riforma della legislazione sul lavoro non risolverebbe da sola tutti i problemi che hanno portato alla riduzione delle unità produttive in Italia: resterebbero sul tappeto tutti gli altri problemi relativi alla competitività, con la consapevolezza peraltro, che i problemi non riguardano solo le Aziende e le unità produttive italiane ma quelle dell'intero Occidente sempre piú schiacciato dai paesi emergenti (nel manifatturiero, in particolare, da Cina, Brasile, Turchia e paesi dell'Est Europeo). 

Come si manifattura la scritta
"fioi semo gagai" in cinese?
Ci sono segnali che sottolineano come non poche imprese italiane siano consapevoli delle sfide che devono affrontare e abbiano individuato un insieme di ‘contromosse’ per reagire. Tuttavia, la gran parte delle imprese italiane sta ancora barcamenandosi contro la pressione della globalizzazione delle manifatture senza un preciso piano di lungo termine.

Ovvio l'immancabile paragone con l'Inghilterra, giá patria delle due rivoluzioni industriali del '700 e metá '800 e giá fucina manifatturiera del Mondo, ora tutta protesa verso i servizi, inclusi gli invisi servizi dell'Alta Finanza dei derivati e dei CDS e che ha ormai quasi completamente perso la capacitá produttiva delle sue manifatture. Se poi anche la Finanza entra in crisi, che fare?

Cosí il dibattito sul futuro delle manifatture italiane interessa anche Morsano dove chi ha fiducia nell'industria  sovrasta di gran lunga chi invece vede nei servizi il futuro paesano.

Peró tutti riconoscono che cosí come siamo messi oggi le cose non vanno e il futuro manufatturiero va riscritto prima che sia riscritto per noi a suon di ideogrammi.

...e il dibattito continua

domenica 15 aprile 2012

La Gamificazione delle nostre vite sta arrivando?

Gamification é un neologismo anglosassone per indicare il trasferimento delle meccaniche tipiche dei giochi elettronici nella vita reale. In parole povere, i giochi hanno come scopo il darti un premio per ogni mostro che distruggi o ogni obiettivo che raggiungi giostrando con la console. Con la "gamification" ti viene dato un premio per ogni fine raggiunto.

Il principio é vecchio come il cucco, ogni venditore é premiato se vende piú merce e i premi variano a seconda di quanto ha venduto. Peró ora, le tecnologie permettono di "premiare" i dipendenti se hanno seguito un corso di e-learning o meno, o se hanno completato un sondaggio interno o, se seguono una certa dieta piú sana o vanno in palestra facendo cosí diminuire il premio dell'assicurazione sanitaria privata che magari l'azienda paga.

La cosa si é spinta cosí tanto che c'e' pure un servizio che si chiama Greengoose, che offre la possibilita' di "gamificare" tutte le attivitá della vita di ogni giorno come camminare, sollevare la tazza del water, lavarsi i denti, fare sport, guidare ecc. Un paio di sensori possono monitorare le attivita' e trasmettere i movimenti ad una centralina che poi vi dira' se avete preso le pastiglie che il medico vi ha prescritto, se vi siete ricordati di portare fuori il cane a passeggiare e via dicendo.

Alla fine raggiungerete degli obiettivi che vi prefissate e la vita vi sembrera' un video game.

La solita sottile linea rossa é stata stesa.

sabato 14 aprile 2012

Che reliquia ci sará a Barbana?

Una tipica reliquia della tradizione
Cattolica 
Molti morsanesi sono affezionati al Santuario di Barbana dove ogni anno si svolge il pellegrinaggio paesano nato nel 1855 come ringraziamento alla Madonna per la fine della peste bovina in paese. Di questi giorni é la notizia che il Santuario ospiterá una reliquia del defunto papa Giovanni Paolo II (Le reliquie di Papa Wojtila a Barbana dal 14 aprile).

Oggi in bottega, il popolo parlava proprio di questo straordinario evento e la domanda che alcuni si sono posti é di che tipo di reliquia si tratti.

Puó essere un vestito appartenuto al Sommo Pontefice tra i piú amati di sempre o un po' di sangue, o parti del corpo, come le reliquie da tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

Nessun giornale lo specifica infatti, a parte menzionare la partecipazione dei piú importanti politici regionali alla presentazione dell'esposizione della reliquia, non si hanno maggiori dettagli su che tipo di reliquia sara' esposta.

giovedì 12 aprile 2012

Spritz Social History: Cambia l'epoca ma i fastidi rimangono gli stessi?

In coda a Sacile...
"[...] l'assistenza medica per i poveri era gratuita, fornita da medici e chirurghi qualificati, pagati dalle amministrazioni comunali. [...] circa la meta' dei medici appartenevano a questa mutualita'. Per la verita' i medici freschi di laurea non avevano altra scelta che quella di un posto comunale, con l'obbligo contrattuale di tenere per un periodo di tre anni una condotta nei villaggi piu' sperduti".

"[...] le professioni non erano certo fiorenti, c'erano troppi avvocati e troppi medici rispetto alla clientela disponibile e ogni anno le universitá ne sfornavano altri. A Padova il numero di studenti di giurisprudenza quadruplicó [in 25 anni...] I laureati diventavano dei "paraprofessionisti" trovando un impiego qualsiasi come precettori, insegnanti o giornalisti avventizi mentre cercavano una nicchia in cui collocarsi in un mondo troppo affollato. Gli impieghi nella pubblica amministrazione o nel settore giudiziario erano rari e mal remunerati [...]"

Le vere classi pericolose non erano formate dai poveri delle cittá e nemmeno dagli indocili artigiani ma dai professionisti disoccupati la cui unica speranza di promozione sociale stava nel mutamento politico radicale. Questi elementi pericolosi appartenevano si alla borghesia, ma non avevano ambizioni commerciali, né tanto meno industriali: quello che volevano era un impiego statale, burocratico, ma di solito lo cercavano invano.

Domanda: a che anni si riferisce questa disamina dell'Italia?

Sembra l'Italia di oggi ma... siamo a pagg. 55 e 56 di "Il Risorgimento Italiano" di Martin Clark e si parla degli anni 1815-1848.

Cosí, s'e' discusso e la platea dei barbagianni (cioe' i frequentatori del bar) si é divisa tra chi ritiene che non e' cambiato niente e chi invece vede dei cambiamenti.

PS in bocca al lupo ai 211 candidati a 2 posti di vigile urbano a Sacile. Quella si, é l'italia del 2012...

mercoledì 11 aprile 2012

Il video appello del Mexico

Spritz Escape: La Grande Fuga di Cervelli, Capitali e Lavoro

Cozis in fuga
Un noto osservatore paesano ha recentemente sottolineato il dramma della fuga dei cervelli (in friulano "fughe da cozis") da Morsano verso altri lidi.

Raro che un laureato rimanga in paese se trova lavoro al di fuori dell'azienda di famiglia. Raro anche che chi ha soldi li lasci qui e spesso chi fa impresa va fuori porta. Non a caso, diversi morsanesi lavorano per aziende che stanno decentralizzando, cioé spostando stabilimenti all'estero e stanno temendo per il loro futuro lavorativo.

Nel caso dei laureati il problema non e' che siamo dei geni che il paese perde (se una rondella non fa primavera e' anche vero che una laurea non fa materia grigia), peró il problema é che a far laureare qualcuno, al contribuente, costa almeno 10 mila euro all'anno in costi di strutture universitarie spesso duplicate ed inefficienti, docenti, bidelli ecc. (5 anni di laurea = 50 mila euro a studente) e quindi pesa che poi questo investimento in capitale umano non renda sul suolo patrio ma vada a beneficio di chi i soldi per la formazione non ce li ha messi.

Cosí il paese discute sulla fuga delle zucche, la fuga dei capitali e la fuga del lavoro.

Tra molto pessimismo e poco ottimismo, il dibattito é in fuga...

Ci sono migliaia di Portoghesi che emigrano nell'ex colonia Mozambico
perché a Lisbona non c'é piú lavoro 

Post più popolari di sempre

Post Più Popolari negli Ultimi 30 giorni

Post più popolari questa settimana

Prezzo dell'Oro

Statistiche del Comune