Sport classici o classisti? |
Fa specie che una nobile gareggi per la sua nazione perché se l'importante é partecipare, viene il sospetto che certi sport, in questo caso il concorso di equitazione a squadre, siano cosí costosi che solo chi ha soldi puó praticarli.
Il dibattito s'é svluppato proprio sul concetto di sport Popolari e sport d'Élite.
In sé, anche l'atletica é uno sport d'elite perché non girano i soldi del calcio, tanto per citare uno sport di massa che ha soldi, e quindi solo chi ha possibilitá sue puó praticarlo. In alcuni casi é lo Stato che interviene e sussidia alcuni sport: non a caso la scherma, notoriamente uno sport di nicchia, ha portato ai vertici olimpici atleti dei gruppi sportivi di Carabinieri, Polizia, GdF, Aeronautica militare. Stipendiati per allenarsi.
Ma per molti sport olimpici o c'hai i soldi o non li puoi praticare tanto che ben metá delle medaglie britanniche nella passata olimpiade a Pechino, sono state vinte da cittadini di Sua Maestá che hanno frequentato scuole private esclusive (dove le rette sono attorno ai 20-30mila euro annui).
Scuole frequentate da un mero 7% della popolazione, che oltre al latino e la grammatica ha la possibilitá di praticare un'intensa attivitá sportiva in sport come equitazione, scherma, cannottaggio, atletica senza mancanza di centri sportivi adeguati e allenatori.
Se si guarda agli atleti di varie nazioni si intuisce che le medaglie vanno dove ci sono i fondi per sostenere gli atleti e i loro allenamenti.
La cosa interessante é che quel 7% che vince il 50% delle medaglie poi si prende il 50% dei posti dirigenziali in ogni ordine e grado della societá britannica. E' una meritocrazia strana quella britannica, sia sul campo di gioco che in ufficio.
...e il dibattito olimpico continua
4 commenti:
"E' una meritocrazia strana quella britannica, sia sul campo di gioco che in ufficio."
Già... l'Inghilterra è uno di quei Paesi dove le origini sono il merito più importante, malgrado i troppi luoghi comuni che nutriamo nei suoi confronti.
Ciao
Paolo
400.000 italiani vivono in Gran Bretagna e ogni anno migliaia di laureati italiani vanno a cercare lavoro a Londra. Dovrebbero dirottare verso la democratica Bologna dove qualche cooperativa meritocratica di certo potrebbe offrire un futuro migliore.
@ anonimo:
Esatto! nel mio commento sostengo esattamente questo! Il fatto che nemmeno in Inghilterra per i ruoli delle più elevate dirigenze non vi sia una reale meritocrazia significa che in Italia vi è una meritocrazia perfetta! complimenti per la lungimiranza!
Ciao
Paolo
Sono davvero solo 400 mila gli Italiani in Gran Bretagna?
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