Fonte ISTAT
Secondo l'ISTAT i dati sarebbero quelli qui sopra sulla base dei criteri utilizzati nel definire la condizione di analfabetismo. L'Istituto Nazionale di Statistica precisa che, in base ai dati del censimento della popolazione riferiti al 2001, il numero di analfabeti è pari a 782.342 unità.
Si sa che all'unificazione, nel 1861, l'Italia contava una media del 77% di analfabeti con punte massime del 91% in Sardegna e del 90 % in Calabria e Sicilia, bilanciata dai valori minimi del 57% in Piemonte e del 60% in Lombardia. Nello stesso periodo - 1850 - le percentuali di analfabeti in Europa erano del 10% in Svezia, del 20% in Prussia e Scozia, del 75% in Spagna e del 90% in Russia.
Per il censimento generale del secondo dopoguerra, nel 1951, la "qualifica" di analfabeta venne collegata non più a coloro che non sapevano scrivere il proprio nome, ma a coloro che non sapevano leggere e scrivere. Gli analfabeti risultarono così suddivisi per regione: Piemonte 3%, Valle d'Aosta 3%, Liguria 4%, Lombardia 2%, Veneto 7%, Trentino Alto Adige 1%, Friuli Venezia Giulia 4%, Emilia Romagna 8%, Toscana 11%, Marche 13%, Umbria 14%, Lazio 10%, Abruzzo e Molise 19%, Campania 23%, Puglia 24%, Basilicata 29%, Calabria 32%, Sicilia 24% e Sardegna 22%.
Tuttavia, i dati sarebbero diversi se analizzati con i criteri di una specifica ricerca dell'Università di Castel Sant'Angelo dell'UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo), pubblicata nel 2005, secondo la quale quasi sei milioni di italiani sono totalmente analfabet ossia il 12% della popolazione (ricordando che il 7,5% sono laureati).
La ricerca "La Croce del Sud - arretratezza e squilibri educativi nell'Italia di oggi", sempre pubblicata dallo stesso istituto, sottolinea come dopo Portogallo e Messico, sia l'Italia ad essere l'ultima tra i 30 Paesi più istruiti al mondo. Nella ricerca si sottolinea come la sola licenza elementare (o nessun titolo di studio) caratterizzi il 36,52% della popolazione (circa 20 milioni sui 53 censiti nel 2001) e questo viene definitio "ana-alfabeta ossia del tutto analfabeta o appena alfabeta. La situazione è stazionaria da una decade.
Sul piano della distribuzione regionale dell'ana-alfabetismo, ben nove regioni sono al di sopra dell'8%, limite considerato di allarme:
- Basilicata 13.8%
- Calabria 13,2%
- Molise 12,2%
- Sicilia 11,3%
- Puglia 10,8%
- Abruzzo 9,8%
- Sardegna 9,1%
- Umbria 8,4%.
Tra le grandi cittá (con piú di 250 mila abitanti) la cittá con la più alta percentuale di analfabeti é Catania seguita da Palermo e Bari. Di interesse é l'osservazione che in Calabria i titoli di studio detenuto dai consiglieri regionali é mediamente sceso negli anni peggiorando anche rispetto agli anni Settanta quando in Calabria neppure c'era l'universitá.
4 commenti:
E allora?
Sto aspettando un post nuovo...
calma, calma. La calma e' la virtu' dei castelli.
non voglio fare facili polemiche regionali o separatiste, ma credo che i dati parlino chiaro sulla differenza tra nord e sud a più di 150 anni di unità d'italia e a quasi 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale!
Mi chiedo se l'alto tasso di laureati in Calabria possa dipendere dalla facilità con cui si rilasciano le lauree in certi atenei, e della laurea conseguita con soli tre esami da parte delle forze dell'ordine, gratificati da un alto numero di crediti guadagnati per merito di servizio.
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