Fvg, ecco quanto lavorano i consiglieri regionali https://t.co/K2uFvbJTOU via @messveneto— News Morsaniche (@Marqualdo) December 31, 2015
giovedì 31 dicembre 2015
Numeri Utili: ecco quanto lavorano i consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia (2015)
mercoledì 30 dicembre 2015
Numeri Utili: Aumento stimato delle tasse nei prossimi anni (2015)
Nonostante i proclami del governo e gli annunci trionfanti dell'informazione compiacente (a partire dalla Rai, che la...
Posted by Istituto Bruno Leoni on Wednesday, 30 December 2015
martedì 29 dicembre 2015
sabato 26 dicembre 2015
mercoledì 23 dicembre 2015
lunedì 21 dicembre 2015
Spritz Banking: c'è solo il declino nel futuro dell'occupazione nelle banche locali?
A Morsano se n'era parlato il 25 gennaio 2015 in "Lavori che cambiano: i cassieri in banca scompariranno" e approfondito il tema del futuro delle banche della nostra zona con post dedicati (clicca qui).
Le notizie che passano dalle discussioni al bar paesano nell'ambito del CAFON, però arrivano sempre al grande pubblico quando finiscono in politica e con l'accenno del premier Renzi alle "troppe banche" le acque si son mosse. In realtà ci sono indicatori da "morsanomentro" che fanno pensare.
Questi indicatori sono in primis i costi delle operazioni bancarie che in diversi casi si riscontrano come assurdamente alti anche per operazioni intrinsecamente banali (es prelevare soldi dal bancomat di una banca diversa che per inciso, in diversi paesi europei è gratis). Poi la mancanza di varietà del servizio che spesso non esiste tra un istituto di credito e l'altro. Insomma, la percezione di poca concorrenza (o di concorrenza solo di facciata) sui servizi offerti e i costi esageratamente alti che non rendono appetibili certe banche rispetto all'ampliata offerta di oggi, fan percepire un futuro gramo per molti istituti di credito che operano nella zona.
- e chi ritiene che gli scandali che han avvolto banche locali in altre regioni e parzialmente anche la nostra (inclusa la presidente di regione) siano un indicatore che ormai il capitalismo relazionale non sia più una botte di ferro ma anzi, sia un male nascosto e che sia sempre meno nascosto...
...e il dibattito continua
Le notizie che passano dalle discussioni al bar paesano nell'ambito del CAFON, però arrivano sempre al grande pubblico quando finiscono in politica e con l'accenno del premier Renzi alle "troppe banche" le acque si son mosse. In realtà ci sono indicatori da "morsanomentro" che fanno pensare.
Questi indicatori sono in primis i costi delle operazioni bancarie che in diversi casi si riscontrano come assurdamente alti anche per operazioni intrinsecamente banali (es prelevare soldi dal bancomat di una banca diversa che per inciso, in diversi paesi europei è gratis). Poi la mancanza di varietà del servizio che spesso non esiste tra un istituto di credito e l'altro. Insomma, la percezione di poca concorrenza (o di concorrenza solo di facciata) sui servizi offerti e i costi esageratamente alti che non rendono appetibili certe banche rispetto all'ampliata offerta di oggi, fan percepire un futuro gramo per molti istituti di credito che operano nella zona.
E non apriamo neppure il dibattito sul "de-branching" cioè sulla chiusura delle filiali in favore di strumenti online o di promuovere solo banche con coefficienti di tenuta patrimoniale di un certo livello.
Così la platea s'è divisa tra:
- chi ritiene che il vero valore della banca locale sia il "bancario di fiducia" cioè una persona, parente, amico, amico di amici, che resta sempre a portata di mano per qualsiasi evenienza e che in pratica rappresenta la giustificazione per i costi maggiori. Pago per avere la persona di fiducia in banca piuttosto che pagare poco ma non avere un riferimento di fiducia. Con questa ottica il capitalismo relazionale italiano può continuare e i clienti locali delle banche locali staranno felici per sempre
Così la platea s'è divisa tra:
- chi ritiene che il vero valore della banca locale sia il "bancario di fiducia" cioè una persona, parente, amico, amico di amici, che resta sempre a portata di mano per qualsiasi evenienza e che in pratica rappresenta la giustificazione per i costi maggiori. Pago per avere la persona di fiducia in banca piuttosto che pagare poco ma non avere un riferimento di fiducia. Con questa ottica il capitalismo relazionale italiano può continuare e i clienti locali delle banche locali staranno felici per sempre
- e chi ritiene che gli scandali che han avvolto banche locali in altre regioni e parzialmente anche la nostra (inclusa la presidente di regione) siano un indicatore che ormai il capitalismo relazionale non sia più una botte di ferro ma anzi, sia un male nascosto e che sia sempre meno nascosto...
...e il dibattito continua
Su repubblica del 20 dicembre 2015 |
Come mai a Londra i conti correnti bancari sono gratuiti (da sempre) e per attirare clienti le banche fanno sempre offerte competitive ed hanno una decisa differenziazione tra banche diverse? |
sabato 19 dicembre 2015
Anche quest'anno è NATALE
Anche quest'anno è NATALE
Il cenone coi parenti: presente.La poesia della bambina: imparata a memoriaLo zio che al primo numero della tombola grida "ambo!": purtroppo c'è.Insomma, anche quest'anno è NATALE!
Posted by the JackaL on Friday, 18 December 2015
mercoledì 16 dicembre 2015
Spunto di riflessione al bar: Banche fallite, bomba da 2 miliardi
Banche fallite, bomba da 2 miliardi: 130 mila risparmiatori sul lastrico. Banca Etruria, 35 mila toscani hanno perso...
Posted by Carlo Martelli on Sunday, 13 December 2015
martedì 15 dicembre 2015
Un riassunto di quanto accade in Siria per stimolare le discussioni morsaniche
Un consiglio da amico, dedicate 10 minuti di tempo per capire.Prima di pensare al futuro chiediamoci: e il passato?#WhySyria
Posted by Jacopo Berti on Monday, 16 November 2015
giovedì 10 dicembre 2015
Spritz Speeches: se non si riesce neppure a fondere le associazioni imprenditoriali come si può far ingrandire le aziende?
La nenia che si sente a tutti i convegni accademici sull'economia italia, a tutte le conferenze delle varie associazioni imprenditoriali, a tutti i discorsi di circostanza nelle cene di categoria è che in Italia le imprese sono troppo piccole.
Troppo piccole per essere concorrenziali a livello mondiale, troppo piccole per ottenere economie di scala rilevanti nella produzione, troppo piccole per attrarre talenti, troppo piccole per pagare decentemente laureati di qualità che quindi devono emigrare, troppo piccole anche per contenere l'evasione fiscale, troppo piccole per garantire una continuità ai clienti finali, troppo piccole per offrire gli stessi servizi che grandi aziende invece possono offrire spesso anche a costi più contenuti.
Oltre il 95% delle imprese italiane non solo è piccolo ma è microscopico con meno di 10 dipendenti. Sono piccole le banche, sono piccole le imprese di commercio al dettaglio, sono piccole le imprese della rete di subfornitura e via dicendo. Sono piccole le imprese italiane anche rispetto all'adozione di nuove tecnologie tipicamente adottate prima da grandi imprese che han bisogno di automatizzare i propri processi. Sono piccole anche per quanto riguarda la collaborazione con istituti d'istruzione superiore e centri di ricerca avanzati che tipicamente beneficiano della capacità di spesa in ricerca e sviluppo delle imprese più grandi.
A questo punto uno si aspetterebbe che le associazioni imprenditoriali che da ANNI predicano ai loro associati che è fondamentale per l'economia italiana del futuro avere sempre più medie e grandi imprese, si muovessero di conseguenza. Ovvero, fossero le prime a fondersi e dare dimostrazione che "grande è bello". Invece no!
Si leggono ancora titoli come questo tratto dal Messaggero Veneto di oggi 10 dicembre 2015:
Troppo piccole per essere concorrenziali a livello mondiale, troppo piccole per ottenere economie di scala rilevanti nella produzione, troppo piccole per attrarre talenti, troppo piccole per pagare decentemente laureati di qualità che quindi devono emigrare, troppo piccole anche per contenere l'evasione fiscale, troppo piccole per garantire una continuità ai clienti finali, troppo piccole per offrire gli stessi servizi che grandi aziende invece possono offrire spesso anche a costi più contenuti.
Oltre il 95% delle imprese italiane non solo è piccolo ma è microscopico con meno di 10 dipendenti. Sono piccole le banche, sono piccole le imprese di commercio al dettaglio, sono piccole le imprese della rete di subfornitura e via dicendo. Sono piccole le imprese italiane anche rispetto all'adozione di nuove tecnologie tipicamente adottate prima da grandi imprese che han bisogno di automatizzare i propri processi. Sono piccole anche per quanto riguarda la collaborazione con istituti d'istruzione superiore e centri di ricerca avanzati che tipicamente beneficiano della capacità di spesa in ricerca e sviluppo delle imprese più grandi.
A questo punto uno si aspetterebbe che le associazioni imprenditoriali che da ANNI predicano ai loro associati che è fondamentale per l'economia italiana del futuro avere sempre più medie e grandi imprese, si muovessero di conseguenza. Ovvero, fossero le prime a fondersi e dare dimostrazione che "grande è bello". Invece no!
Si leggono ancora titoli come questo tratto dal Messaggero Veneto di oggi 10 dicembre 2015:
Convention Top 500, Agrusti-Tonon: "Sì a una Confidustria unica"
Le "condizioni" del presidente degli industriali di Pordenone: "A patto che la soluzione venga dal basso, non sia decisa nei “caminetti” di pochi". Le videointerviste a Matteo Tonon e Michelangelo Agrusti. Il Friuli riaccende i motori di Maurizio Cescon
Al che la platea del nostro bancone del bar paesano s'è divisa tra:
Al che la platea del nostro bancone del bar paesano s'è divisa tra:
- chi ritiene che prima o poi l'unione tra le varie associazioni di categoria si farà perchè si tratta di dettagli da superare ma il concetto che più grandi si è e più si è efficaci è assodato
- e chi ritiene che chi è a capo di associazioni imprenditoriali riflette la mentalità diffusa tra la base associativa che, evidentemente, dati alla mano, preferisce le vittorie parrocchiali alle economie di scala
...e il dibattito, nel nostro piccolo, continua
Localizzatore GPS per animali che si aggancia al collare
Per i morsanesi che amano gli animali da compagnia e che spesso devono affrontare gli allontanamenti dei loro amati amici a quattro zampe, ora c'è un sistema per rintracciare facilmente l'animale domestico. Si tratta di un localizzatore GPS contenuto all'interno di un trasmettitore che si aggancia al collare dell'animale e viene associato ad una app per la visualizzazione di dove si trova l'animale. Vedi il sito.
mercoledì 9 dicembre 2015
martedì 8 dicembre 2015
I migliori posti dove andare nel 2016...
...Morsano?Where are the best places in the world to go in 2016? Find out at @lonelyplanet #BestinTravel https://t.co/CIMeQRF1o3 #fvg @FVGlive— contributi FVG (@contributifvg) December 7, 2015
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Tratto da wikipedia Senato , Camera dei Deputati