Il sondaggio é collegato ai post : "
Spritz SMBs: Perché in Italia le imprese sono piccole?" e "
Spritz SMBs: perché in Italia le imprese sono piccole? (Atto Secondo)".
Hanno risposto in 35 lettori con la possibilitá di dare risposte multiple. Queste le domande:
- C'e' l'ossessione del controllo familire sull'azienda e si ha paura di perderlo
- Fare impresa é una scelta di lifestyle per gestire il proprio lavoro e non necessariamente per diventare una SPA
- Gli imprenditori italiani sono incapaci di crescere per limiti loro (scolarizzazione, apertura mentale, poca visione, poca propensione al rischio ecc.)
- I settori in cui si fa impresa in Italia non necessitano grandi organizzazioni ma una filiera flessibile di piccolissime unitá produttive
- Il familismo diffuso impone scelte familiari che mal si conciliano con scelte manageriali tipiche delle imprese piú grandi
- Il modello della piccola impresa diffusa funziona non serve cambiarlo
- In Italia c'é troppa avversione ideologica contro le imprese
- Intromissioni della politica con richieste di posti di lavoro o tangenti per ampliare il business
- Lo Stato é iniquo: esige subito I suoi crediti fiscali ma non paga I suoi debiti alle imprese. Piú l'azienda é grande piú rischia di esporsi con crediti verso lo Stato.
- Maggiori rischi di aver a che fare con le tangenti dei funzionari pubblici
- Si teme la sindacalizzazione (RSU) oltre I 15 dipendenti
- Si teme un maggiore controllo finanziario esterno (societá di revisione)
- Tassazione troppo alta non incentiva ad espandere il business
- Timore di finire sotto il mirino delle richieste della Mafia e Criminalitá Organizzata in genere
- Troppa burocrazia con oneri e costi che aumentano all'aumentare delle dimensioni aziendali
- Altro ...
Lo scopo era capire se le ipotesi formulate nel post "
Spritz SMBs: perché in Italia le imprese sono piccole? (Atto Secondo)" avevano senso. Infatti, qualora l'opzione "altro" fosse stata elevata si sarebbe concluso che la lista delle ipotesi era incompleta. Cosí non é stato e salvo restando i limiti di scientificitá di questo sondaggio, i risultati in generale non sembrano discostarsi troppo dall'ipotesi iniziale sebbene ci siano state alcune variazioni in particolare sul peso che viene attribuito al "familismo":
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Perché le imprese italiane non si ingrandiscono? |
Se si riuscisse a fare un'analisi tra gli imprenditori, probabilmente si otterrebbero dei dati decisamente piú significativi. Il fatto che si sia chiesto ad un campione statistico con provenienze da una varietá di profili economici e professionali, lascia aperti spiragli a ulteriori analisi. Ad ogni modo, i lettori ci dicono che le imprese in Italia non si ingrandiscono per la generale iniquitá dello Stato che si esprime con una burocrazia soffocante, tassazione troppo alta, corruzione e sbilanciamento a suo favore nei rapporti con il cittadino-imprenditore. Senza poi contare le intromissioni della politica nella vita aziendale.
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R. De Benedetti e l'ossessione del controllo:
Sua Maestá da 60 anni scruta dall'alto |
Ha una buona porzione di risposte anche il tema del "familismo", unica causa "interna" all'impresa a essere tra le piú gettonate nel sondaggio morsanico.
Nella zona di mezzo ci sono: il timore delle intromisioni della mafia, la sindacalizzazione e la staticitá del modello di sviluppo italiano.
Le altre ragioni, "interne all'impresa" e quindi legate all'incapacitá o mancanze degli imprenditori, sono in fondo alla classifica (escluso peró il discorso del familismo).
Interessante che "l'ossessione del controllo" sia in fondo alla classifica quando in realtá é di per se un aspetto del familismo (ovvero il "controllo" familiare) nonostante anche un imprenditore noto come Rodolfo De Benedetti, lo avesse indicato come uno dei difetti del capitaliasmo italiano durante un incontro a Londra poco tempo fa.
Alcuni imprenditori morsanesi si meravigliano che l'ipotesi che "Gli imprenditori italiani sono incapaci di crescere per limiti loro" abbia cosí pochi consensi, quando, secondo loro, l'impreparazione della classe imprenditoriale e la poca propensione al rischio, all'innovazione e all'investimento di lungo periodo (ricerca e sviluppo, informatica, training delle maestranze ecc), sono delle rogne pesanti della classe nostra imprenditoriale. Di fatto, una classe imprenditoriale formatasi grazie al boom economico e spessissimo con bassa scolarizzazione e con specializzazioni in settori relativamente bassi in contenuto tecnologico e scientifico.
In attesa che qualche accademico o qualche centro studi faccia delle analisi approfondite, noi qui ci fermiamo e riflettiamo sul nostro sondaggetto.