Com'era e come dovrebbe essere ed invece così com'è... Piramidi delle età negli anni 1861, 1911, 1961 e 2010. Dati in migliaia (fonte: ISTAT). |
Lo dice la statistica economica che negli ultimi anni il tasso di povertà (con i parametri rigorosi dell'ISTAT) è cresciuto SOLO tra le classi d'età più giovani mentre è di fatto rimasto piatto tra le classi più anziane ed in particolare tra gli ultra 60enni. (vedi Numeri Utili: quota di povertà in Italia per fasce d'età (2008-2018)
Invece, quello che sta succedendo è il seguente:
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Vedi anche:
- dati INPS https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=52542 e https://www.inps.it/docallegatiNP/mig/Doc/Bilanci/repository/information/RendicontiGenerali2018/Sintesi_Rendiconto_2018.pdf
- dall'Istituto Bruno Leoni - Pensioni: NON sono in equilibrio, è un welfare NON per giovani, famiglie e poveri
Elaborazione su dati ISTAT |
Le ultime due decadi (2000-2020) avrebbero dovuto essere decadi di transizione e riassestamento affinchè gli italiani facessero uno più uno e guardando semplicemente i dati dei due grafici di cui sopra, si mettessero il cuore in pace ed adottassero, se pur di malavoglia, delle politiche di riequilibrio necessarie per la sostenibilità di lungo termine dell'equilibrio socio-economico nazionale.
In parole povere: che si togliesse quanto non dovuto alle generazioni over 60, ad esempio riducendo le pensioni ed aumentando i costi della sanità (di cui quella fascia d'età è la principale beneficiaria). "Quanto non dovuto" si riferisce alla stima che si può fare a tavolino con una calcolatrice, di quando un pensionato ha versato nella sua vita lavorativa nei 40 anni (e spesso meno) di lavoro e lo si parametrizza poi alla speranza di vita ISTAT. Si vede quanti euro riceve di pensione e mettendo tutto assieme si calcola quanto sia lecito e dovuto e quanto sia invece un FURTO alle generazioni future che invece si dovranno pagare tutto e dovranno andare in pensione ben oltre i 70 anni col 30% dell'ultimo stipendio. Indipendentemente dal tipo di lavoro, usurante o meno.
A testimonianza del fatto che questo sarà il futuro, arrivano titoli sul giornale di oggi come questo: Pensioni 2020, inizia il regno del contributivo. Così i giovani lavoreranno fino a 71 anni nel quale si legge "[...] pur avendo un’età legale per l’accesso alla pensione di vecchiaia pari a 67 anni, la nostra età effettiva di uscita dal mondo del lavoro si ferma a 63,3 anni per gli uomini e a 61,5 per le donne. Troppo pochi, secondo l’OCSE per garantire la sostenibilità del nostro sistema pensionistico. Sulla base di questi dati, il suggerimento è quello di «aumentare l’età effettiva di pensionamento», limitando le forme di prepensionamento e applicando l’adeguamento alla speranza di vita anche all’anzianità contributiva (meccanismo previsto dalla riforma Fornero e poi bloccato fino al 2026 a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne)."
- A Morsano di Strada i partiti che han sostenuto "quota 100" ovvero una forma di prepensionamento indipendentemente dalla stima di speranza di vita del pensionato, han sfondato con oltre l'80 a tutte le recenti elezioni;
- Gli under 35 sono silenti, sia in paese che a livello nazionale. Silenti anche quando son costretti a salire su un aereo e volare a lavorare all'estero con la laurea appena presa.
- Gli ultra 60enni sono intoccabili anche nei discorsi al bar: criticare quella classe d'età per le scelte fatte in passato sia a livello di spesa pubblica sia a livello di mancanza di sacrifici per salvaguardare la sostenibilità economica (non certo l'agiatezza) delle generazioni successive, pare avere lo stesso effetto di orrore et abominio del prendere a calci e spingere una vecchietta giù dalle scale del Polifunzionale;
- Chi osteggia ogni riforma pensionistica in senso più equo, se volete usiamo la parola "Fornero" per semplificare, confonde il dito (gli esodati, ovviamente una stortura della legge creata in un periodo emergenziale) con la luna (il problema della sostenibilità pensionistica). Lo fa scientemente se ha un doppio fine o lo fa da pirla se non sa di che si parla.
- Nel 2040 non ci saranno molti dei troppi pensionati "col retributivo" che abbiamo ora, però avremo tanti ultra-settantenni con pensioni misere e probabilmente classi lavoratrici con una scolarizzazione più frammentata visto che le risorse per la scuola non ci sono e non si son trovate per molti anni mentre eran scientemente dirottate verso le pensioni (dei 300 miliardi in pensioni, l'INPS ne mette 200, mentre 100 sono le nostre tasse - che non s'è capito bene perchè dovremmo dirottarle verso pensioni e non verso investimenti per i più giovani).
- Gli ultra 60enni sono un bacino elettorale che sovrasta numericamente gli under 35.
- La spesa pensionistica in Italia rappresenta il 16% del PIL (la più altra tra i paesi occidentali) ma pure come spesa pensionistica su totale spesa pubblica, le pensioni drenano la quota maggiore (vedi Italia prima tra i Paesi OCSE per quota di spesa pubblica destinata alle pensioni. In percentuale al Pil spende più di noi solamente la Grecia.).
- La spesa per le pensioni, secondo le previsioni dell'INPS in 20 anni raddoppierà
Così la platea del bar s'è divisa tra:
- chi sostiene che andare in pensione con 40 anni di contributi sia giusto indipendentemente da altre considerazioni perchè è una misura di giustizia sociale per chi ha lavorato e ha già dato alla società anche attraverso le tasse sul lavoro;
- e chi dice che, quando la coperta è corta, si devono fare i conti con i piedi che restano scoperti e si deve ricalibrare sia l'età pensionabile, sia l'assegno, sia la redistribuzione delle risorse pubbliche per dare alle generazioni più giovani quanto sia necessario per un futuro economicamente sostenibile. Non si può dare alle generazioni più anziane senza tener conto della già menzionata coperta corta.
...e nell'assenza di un qualsivoglia dibattito pubblico sulla questione, nella connivenza delle classi governanti pro-tempore che guardano solo al brevissimo periodo e generalmente al loro tornaconto elettorale e basta, il dibattino pare non esserci proprio...
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Vedi anche:
- dati INPS https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=52542 e https://www.inps.it/docallegatiNP/mig/Doc/Bilanci/repository/information/RendicontiGenerali2018/Sintesi_Rendiconto_2018.pdf
- dall'Istituto Bruno Leoni - Pensioni: NON sono in equilibrio, è un welfare NON per giovani, famiglie e poveri
Demografia in Giappone! 8 m di alloggi vuoti, 1 su 7. Cadono a pezzi, invasi da erbacce e topi e pongono rischi. Quando si è costretti ad entrare si trovano sacchi di banconote nascosti, i risparmi degli occupanti senza figli o ignorati dagli stessi 🤨🥴https://t.co/X8jgINLBta— Alberto Forchielli (@Forchielli) April 30, 2019
4 commenti:
Su Re4pubblica di oggi 2 gennaio 2020:
ApprofondimentoPrevidenza
Pensioni, quota 100 addio; ecco come potrebbe cambiare
01 GENNAIO 2020
In Italia la possibilità di uscire prima scadrà nel 2021 ma c'è un consenso bipartisan per riformare il sistema su 64 anni d'età e 38 di contributi
https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/01/01/news/pensioni_quota_100_addio-244789198/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S1.8-T2
E quelli che hanno usufruito delle pensioni baby, che ne facciamo?
Almeno gli over 60 hanno lavorato 40 anni, quelli ne hanno lavorato 15 e sono in pensione da 30 anni.
Qui altre riflessioni sui dati della Ragioneria generale dello Stato https://www.youtube.com/watch?v=IRaDalOeROE
Repetita iuvant. In Ita in 20 anni per gli over 64enni reddito +15% e patrimonio +60%, per under 34enni reddito -10% e patrimonio -60%. Partiti chedopo Quota100 preparano Quote100 travestite per “smontare la Fornero” sono ladri di futuro dei +giovani pic.twitter.com/kRG36hJQ3A
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