La parola "MANAGER" a noi morsanesi evoca scene estive da Porto Cervo, Capri, Forte dei Marmi con personaggi belli, distinti, abbronzati con l'accento giusto e la barca lunga modello Cristian De Sica nei film cult dei fratelli Vanzina. Tronchetti al cellulare che esordisce con un "ciao Silvio, ci si vede al Billio' che stasera c'è l'Umbertone [Smaila] in tastiera" oppure scene da "Milano da bere" con il giovane figlio di papà che nel suo gessato "tailored" di Zegna proferisce: "uè, barbone, c'hai un Caravaggio da Bancomat. Sabato sera col Peri ci siamo fatti una gara di bonifico che l'era la fin del mondo. Che scialo, sto troppo flashato!!!" Insomma, gente viulentemente putente, gente che il soldo "è un accessorio", gente trendy, gente che muove montagne con una telefonata alle persone giuste. Gente che insomma fa il MANAGER.
Ora, tu arrivi al fast food e ti accorgi subito che i "manager" hanno diciannove anni, i brufoli e ogni tanto prendono la scopa e puliscono i bagni. C'è lo store manager (il capo del ristorante) e poi vari shift manager che decisono i turni di chi frigge le patate, gli hamburger, chi pulisce i tavoli etc. Il segreto sta nel fatto che MANAGER deriva da "to manage" ovvero gestire, organizzare (dico bene Rossella?) non esattamente da "to drive a Ferrari". Da qui il grande malinteso.
Per la cronaca, nelle aziende anglosassoni, dove fare il manager significa gestire 10-20 persone a mo' di supervisore, i veri fighi sono gli EXECUTIVES (in america) o i DIRECTORS (in Gran Bretagna) che sono le persone che siedono a "board level" ovvero in consiglio di amministrazione (spesso definiti CXOs perchè sono CEO, CIO, CMO, CPO etc.).
Qui si inserisce tutto il discorso delle "promozioni a titolo" cioè, pur di far contenti i dipendenti si inventano titoli roboanti senza per altro accompagnarli a remunerazioni particolari o a potere effettivo. Fatto sta che nelle multinazionali fioriscono come funghi i titoli di "vice president" anche quando i "vice president" non gestiscono un fico secco, guadagnano come un comune mortale e nell'ufficio c'hanno una scrivania ed ficus come tutti.
Perchè questa lunga premessa? Perchè recentemente ci è capitato di festeggiare ad una grigliata in paese e tra i motli partecipanti c'erano persone che non conoscevamo. Ebbene molti di loro si presentavano con frasi tipo: "lavoro nel settore della ristorazione" (cameriere), "ho interessi nel settore del legno" (operaio su macchine per fare il compensato), "sono responsabile della logistica" (magazziniere), "seguo l'amministrazione" (impiegata), "coordino gli impegni del capo" (segretaria), "lavoro nel settore immobiliare" (muratore), "mi occupo di macchinari gestiti per via informatica" (tornitore), "lavoro nel capo automobilistico e dell'elettronica" (elettrauto) e via dicendo.
Ci siamo subito chiesti perchè i titoli siano così importanti per noi esseri umani. Siamo quel che siamo o siamo quel che facciamo? I titoli davvero fanno la felicità dell'uomo? Siamo veramente tutti degli illusi vice presidenti che battagliano con i mulini a vento delle apparenze?
L'era del "esse quam videri" è tramontata?
Parafrasando Amarcord... i titoli sono tutti una lusinga!
6 commenti:
Un po' come a Palmanova che si atteggiano a cittadini quando sono in 3000 "dentro le mura". Sono grandi come Gonars ma hanno un ego come fosse Milano!
"esse quam videri"? Tabae come ca tu mangjs! Vonde frasis par todescj! :-)
a morsano abbiamo anche la via dei vice sindaco.ce bulos.!
Dopo Miami Vice.........Morsan Vice!
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Gara di bonifico! Ma da leiso a pensalis!?!. Ze tipos!
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