Il Regno d'Italia nel 1861 |
"L'inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola in Italia" è passata alla storia come "Inchiesta Jacini" ed in Veneto/Friuli vide la collaborazione del senatore padovano Emilio Morpurgo.
Il sen. conte Stefano Jacini |
Ebbene, nel 1861:
- Il consumo medio procapite era 251 lire piemontesi all'anno ovvero 1.123 euro attuali all'anno. L'Italiano medio doveva vivere con 3 euro (in valori attuali) al giorno, cioè 93 euro al mese. Per capirci, è come se oggi, ci toccasse vivere con soli 3 euro al giorno con il costo della vita attuale: una condizione di povertà assoluta.
- Nel Meridione la cifra scende ad addirittura meno di 2 euro (odierni) a testa
- Due terzi della spesa va negli alimentari. Una sola volta alla settimana si mangia carne ed i legumi e frutta due volte a settimana.
- I soldi che restano vanno in affitto, carbone, olio per le lampade e nulla rimane per gli imprevisti
- Il reddito medio valeva il 50% del reddito Britannico ed il 75% di quello Francese
- La produzione di acciaio era circa lo 0.4% di quella della Gran Bretagna
- La produttività del lavoro era circa un terzo di quella Britannica
- La speranza di vita era circa 30 anni
- Mortalità infantile nel primo anno di vita del 290 per mille (oggi è una media da paesi africani degradati)
- Circa del 30% degli italiani aveva a disposizione meno di 2.000 calorie al giorno (in pratica abbondantemente sottonutriti considerato che facevano lavori manuali)
- Nel 1877 il 70% delle persone che si sposavano non sapevano scrivere (nel Novecento scende al 40%, nel 1940 al 5%)
- Nel 1861 il divario tra Nord e Sud esiste ma è contenuto (al Sud il PIL procapite è del 10% più basso che al Nord)
- A Napoli una famiglia di 4 persone viveva con 240 euro mensili in media (in valori di oggi). 140 euro se ne andavano nel cibo.
- Le tasse al Sud erano più basse, 16 lire a testa di tasse contro le 24 lire del Regno Sabaudo
- La spesa per l'istruzione era 4 volte maggiore nel Regno Sabaudo che nel Regno delle Due Sicilie
- L'Italia unendosi diventò una delle maggiori nazioni economiche al mondo (nonostante tutto). Solo i paesi piccoli che avevano degli export (Olanda, Belgio) riuscirono a sopravvivere altrimenti sarebbero rimasti bloccati in un'agricoltura di sussistenza com'era quella di molte zone d'Italia. Lo Stato nazionale creò un grande mercato interno.
Secondo Mark Thompson ("The White War"):
- Nel 1910: , l'Italia aveva 35 milioni di abitanti (Russia 170, Germania 68, Austria-Ungheria 52, Gran Bretagna 46 e Francia 40)
- Sempre in epoca Giolittiana, il ceto medio era molto piccolo a circa il 5% della popolazione. Il 40% della popolazione lavorava la terra dove 9 milioni erano meri contadini dipendenti di proprietari terrieri. Il 18% lavorava nell'industria
- Nel 1866 per la campagna in Trentino, Garibaldi aveva 20.000 volontari (anche se gli storici sembrano concordare che in realtà fossero 10.000) male armati e mal equipaggiati che secondo i servizi segreti austro-ungarici erano per lo più adolescenti senza esperienza militare. Di fronte a se, aveva 16.000 austriaci.
- Per la Terza Guerra d'Indipendenza del 1866, il Regno Sabaudo aveva 200.000 uomini, 370 cannoni contro il fronte Austro-Ungarico di 75.000 uomini e 137 cannoni (le truppe austriache erano anche impegnate nella guerra contro la Prussia)
- Nella battaglia (persa dall'Italia) a Custoza, le perdite italiane furono di "solo" 726 uomini. Molti meno dei caduti dell'Austria
In definitiva, solo dopo la Seconda Guerra Mondiale l'Italia esce dalla condizione di arretratezza cronica: dagli anni Sessanta si inizia a vedere crescite di reddito procapite che l'affrancano dalla condizione di atavica povertà.
Famiglia di contadini friulani nel 1915 (si notano i soldati nel retro). Che differenze ci saranno state con i contadini del 1866 (dopo 49 anni di annessione al Regno d'Italia)? |
2 commenti:
Una cosa è interessante: interpolando i dati si capisce che la maggiorparte dei volontari di Garibaldi erano presumibilmente adolescenti e che la speranza di vita era solo di 30 anni. Non è che la maggiorparte dei volontari di Garibaldi fossero degli orfani? Se i padri e madri morivano a 30 anni, a 10-12 anni c'era il rischio di essere già orfani. Fare le rivoluzioni con soldati che non hanno nulla da perdere forse è più facile e per questo Garibaldi vinceva le battaglie?
sull'Economist c'e' un video graphics sull'unitá d'Italia. Si consiglia la visione.
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