Si parla ormai da anni di calo demografico dell'Italia (e dell'Europa) e quindi della necessità di pareggiare la perdita di popolazione con gli immigrati. Tra le righe, l'equazione considera sempre immigrati dall'Africa o dall'Asia con nessun legame presistente con l'Italia.
Di fatto, nel panorama politico nazionale, sembra si stia ignorando completamente il fatto che ci son 60 milioni di italiani all'estero discendenti diretti della diaspora di due secoli che ha portato i nostri connazionali con la "valigia di cartone" in giro per il mondo. In molti paesi le cose sono andate benissimo per loro come ad esempio in Canada, Australia, Stati Uniti, Europa occidentale, mentre in altre geografie la situazione geopolitica è diventata pesante con ricadute economiche e di prospettive di vita molto negative. Una di queste geografie problematiche è ora il Venezuela.
In Venezuela c'è una fiorente comunità italiana di seconda, terza e quarta generazione che ha cognomi italiani, parla ancora la lingua di Dante ed ha un legame di "ius sanguinis" con l'Italia. Molti anche votano da "italiani all'estero". Inutile sottolineare che pure il Friuli e la stessa Morsano han un legame con il Venezuela. Anche altri paesi del Sud America, come Argentina, Uruguay, Brasile sono tradizionali destinazioni della migrazione friulana d'un tempo, operai ed agricoltori e dell'emigrazione di oggi fatta da imprenditori e dipendenti di grosse imprese italiane. Tuttavia il Venezuela, in questo momento, è una terra martoriata da un regime autoritario che ha messo l'economia del paese (esportatore di petrolio!), in ginocchio. Oltre al disastro economico, c'è la tragedia sociale di una nazione che sta cadendo a pezzi.
Quello che in bottega a Morsano di Strada ci si chiede è come mai il panorama politico italiano (con l'eccezione dell'on. Meloni a dire la verità) sia silente sulla questione degli italiani in Venezuela. In particolare, qui in Friuli ci si chiede perchè la classe dirigente regionale non stia dicendo nulla sui nostri corregionali e sui loro discendenti, bloccati nella disperazione del Venezuela.
Perchè non si dà la possibilità ai friulani di accogliere i nostri fratelli del Venezuela? Sono corregionali in difficoltà e in molti sentono un forte legame con i nostri migrants. Parlandone in paese si capisce come molti sarebbero anche disposti ad aprire le loro case per i "rifugiati friulan-venezuelani".
Perchè questo silenzio sugli italiani in difficoltà in Venezuela?
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Dal Messaggero Veneto:
16 settembre 2017 Lascia il Venezuela per Pozzuolo e fa a ritroso il viaggio del padre
Federico Gasparini è figlio di Ilario, emigrato da Sammardenchia nel Paese sudamericano nel 1948. È stato accolto dagli zii Adriano e Miranda. «Scappano in tanti: il regime non aiuta i poveri»
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15 maggio 2017 L'appello: "Aiutiamo i friulani bloccati in Venezuela"
Udine, il giornalista Avallone a Vicino/lontano. Il racconto: in 400 vorrebbero rientrare ma non possono
«Chiedo alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, e al sindaco di Udine, Furio Honsell, di darci una mano – ha detto ieri Avallone –. In Venezuela ci sono molti corregionali che sono bloccati, che vorrebbero rientrare ma non ce la fanno. Sono circa 400 i friulani che si trovano in queste condizioni – ha aggiunto –, che devono fare i conti con la mancanza di medicine, di cibo. Aiutiamoli».
1 commento:
Forse perchè SEL è un partito che vede bene il regime venezuelano?
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