Soliz Sotans: del drammatico rapporto dei friulani con le fotografie

D'accordo, abbiamo avuto una fotografa ante litteram come Tina Modotti ma non é bastato. Il friulano é timido davanti alla macchina fotografica e questo non gioca a suo favore; anzi, e’ una tragedia.

Se ne discuteva in bar l'altro giorno: anche durante il recente torneo dei borghi c'erano alcuni morsanici che di fronte alla macchina fotografica si coprivano, scappavano, s’intimidivano... rovinando per altro le foto che risultavano poi mosse e perdendo l'occasione della vita di farsi immortalare in un momento di festa con gli amici paesani. Come sempre, se ne pentiranno tra dieci, venti, trent'anni quando qualcuno sfogliera' l'album dei ricordi e si noteranno le assenze.

La riflessione si é poi allargata ad altri ambiti locali. Ci sono state delle polemiche sul libro degli alpini del paese pubblicato dieci anni fa, sul quale, alcuni alpini (un paio) venivano ritratti in diverse pose in piu’ fotografie, mentre altri avevano a malappena una foto. La ragione e’ semplicissima: se uno (per motivi suoi) si fa ritrarre in diverse pose (sulle rocce, con i cannoni, con il paracadute, con la tuta da karate, con gli sci) e le foto sono tutte belle, perche’ scartarle? Vince sempre in ritorno d’immagine, notorieta’ o semplicemente immortalita’, chi ha una buona presenza fotografica.

Ma continuiamo il ragionamento. Se vi capita di andare nella sede di un’associazione sportiva, vedrete appese al muro le foto delle varie squadre che nei decenni si sono succedute. Sfidiamo chiunque a dire che queste foto non sono dei bei ricordi. Peccato che novantanove volte su cento si tratti delle foto della “squadra grande” e non delle giovanili. Quanti di voi hanno le foto della propria squadra dei pulcini? Degli esordienti? Degli allievi? Degli juniores? Etc. Etc. Scomettiamo nessuno. I dirigenti, bravissimi nella parte organizzativa, da bravi friulani, dimenticavano sistematicamente di dedicare 1 minuto al marketing dell’immortalita’: la foto di gruppo.

Altro giro, altra corsa. Oggi il Santo Padre ospita nella piazza San Pietro 50.000 chierichetti da tutto il mondo in occasione del raduno quinquennale dei ministranti. Domanda per il friulano medio: avete fatto il chierichetto da bambino per molti anni...una foto di voi mentre fate il chierichetto l’avete? Scommettiamo di no. L’abilita’ locale di perdere momenti particolari dell’esistenza e’ indubbiamente fenomenale.

Dulcis in fundo. Uno dei paletti fondamentali del Trofeo dei Borghi di Morsano e’ la foto incorniciata ed appesa in bar dopo ogni edizione della festa. Quest’anno ci sara’ una foto di certo pero’ non s’e’ riusciti a fare la foto di gruppo, ne’ la foto del borgo vincitore perche’ il direttore artistico dell’evento era infermo e non e’ riuscito a raggruppare tutti per la foto ricordo. Pazienza, pero’ ci dicono, che ogni volta per fare la foto ricordo e’ una lotta impari perche’ sembra sempre non interessi a nessuno. Salvo poi, avere gente che, tuttora, va alla ricerca delle pochissime foto dei mitici tornei originali degli anni Ottanta.

In fin della fiera. Il friulano quando c’e’ da ammazzarsi di lavoro per cucinare una buona grigliata per 300 persone o spalare 1000 quintali di neve, o lavorare di pala e piccone e’ sempre pronto e disponibile. Quando invece c’e’ da lavorare d’immagine, mostrare, mostrarsi, proporsi, farsi avanti, mercanteggiare, piazzare ...si perde per strada. E di tutto questo, una fotografia, ovvero il ricordo di un attimo particolare della propria vita, e’ un tassello importante.

Ma siamo fatti cosi: da bravi sotans... una vita in negativo ma senza il negativo!