Di chi sono quei fori? Austroungarici, tedeschi o chi? |
L'Angelo é un simbolo per una cittá e pure per una provincia, tanto che tutti i friulani lo riconoscono immediatamente da qualsiasi foto; il galletto di cui parliamo oggi non c'é piú e mai avrebbe aspirato a diventare il simbolo neppure di un piccolo paese della Bassa. Tuttavia, c'é un piccolo aspetto della storia locale che accomuna una nostra banderuola paesana al nobile Angelo. Anzi, verosimilmente accomuna tutte le banderuole storiche del Friuli all'Angelo di Udine.
Non é la loro durata, ovviamente l'Angelo ha oltre duecento anni di vita mentre la ruggine sulle banderuole ne decreta una fine molto piú precoce, non é la nobiltá e lo status e neppure l'arte che le ha forgiate perché, ovviamente, l'uno é opera di artisti a tempo pieno mentre le altre sono opera di fabbri paesani. Bensí, i galletti metallici paesani e la statua che si muove con il girar del vento sono accomunati dalle ferite delle guerre.
Il Friuli fu teatro di diverse guerre ed in modo particolare delle due guerre mondiali. Udine e la provincia subirono un anno di durissima occupazione austroungarica tra il novembre 1917 ed il novembre 1918. Poi, furono teatro di scontri a macchia di leopardo tra partigiani e occupanti nazisti dall'8 settembre 1943 al maggio 1945.
In questi periodi, era comune vedere soldati girare armati per Udine e per i paesi della provincia e... se hai un fucile in mano e i danni non li devi pagare tu, quale miglior modo per affilare la mira che ...tirare alle banderuole!?!
Cosí, i restauratori dell'Angelo di Udine informano il Messaggero Veneto (vedi "La vita rischiosa dell’Angelo fra fulmini e proiettili") che «I danni provocati dalla pioggia sono stati favoriti anche dai numerosi fori sul metallo: oltre ai buchi eseguiti in varie epoche per fissare i rattoppi con i rivetti, c’erano quelli dovuti a spari nei tempi di guerra, perché è visibile la traiettoria in entrata e uscita dei proiettili. È probabile che qualche cecchino l’abbia usato come bersaglio per perfezionare la mira».
La nota é interessante perché qualche anno fa in Bar central a Morsano, in una discussione sulla storia locale, il compianto Bruno Dose riportó alla memoria quello che vide da bambino durante la guerra, ed in particolare un'episodio del 1945, nei convulsi giorni dell'evacuazione dei tedeschi con l'arrivo in paese dei partigiani e quindi degli Inglesi.
C'era una banderuola a forma di galletto sopra la canonica e dalla piazzetta antistante quello che poi divenne il Bar Central, c'era chi puntava col fucile all'animale di latta e sparava facendo roteare il bersaglio colpito.
C'era una banderuola a forma di galletto sopra la canonica e dalla piazzetta antistante quello che poi divenne il Bar Central, c'era chi puntava col fucile all'animale di latta e sparava facendo roteare il bersaglio colpito.
Del racconto si sono perse le sfumature e non si sa se a colpire il pennuto metallico fossero i tedeschi, i partigiani o gli Inglesi o ... un po' tutti in periodi diversi; fatto sta che il galletto di Morsano se l'é giocata ad "armi pari" con l'Angelo di Udine.
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Per conoscere la storia dell'Angelo del Castello di Udine vedi "L’angelo d'oro scende in città" e "L’angelo del Castello tornerà dorato com’era inizialmente nel Settecento"
Per rinfrescare le vicende della Morsano occupata vedi "La storia di Morsano"
1 commento:
Aneddoto interessante.
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