Più sviluppata e raffinata è un’economia, meglio riuscirà ad attrarre gli stranieri più capaci e portatori di ricchezza: qualunque sia il colore della loro pelle, il passaporto o lo status giuridico. Questo principio è già pienamente evidenziato da molti anni dalle assunzioni fatte nelle officine meccaniche della zona dove i tornitori, i saldatori, i fresatori su macchine a controllo numerico sono degli operai specializzati generalmente di provenienza balcanica.
Interessante lo studio di Nikola Sander, dell’Istituto demografico di Vienna, il quale ha usato i dati di Eurostat (censimento del 2011) per mostrare un’evidenza: in ogni Paese, regione e città d’Europa, la proporzione di stranieri laureati (sul totale degli stranieri) è allineata alla proporzione dei «nativi» laureati (sul totale dei nativi).
- A Berlino il rapporto è 35% dei «nativi» contro 33,8% degli stranieri.
- A Parigi il 27,6% contro il 28,6%.
- In Lombardia il 15,9% contro il 13,2%.
- L’Italia ha il 12% di laureati nel Paese e il 14% di laureati fra gli stranieri.
- In Sicilia l’11% dei locali ha una laurea e la popolazione di stranieri con una laurea è all’11,7%.
- Germania e Francia hanno rispettivamente il 26% e il 22% per entrambe le categorie.
Non basta mostrarsi spietati o umani con gli altri, per gestire al meglio i flussi dall’estero di questo secolo. Bisogna anche migliorare se stessi.
Fonte: "Dove vanno gli stranieri più colti?" "I Paesi europei sono in concorrenza anche per quale fra le economie dell’Unione sarà in grado di attrarre i rifugiati e i migranti che le servono di più". di Federico Fubini
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Vedi anche
- IL SOCIALE "Gli immigrati? Gli italiani dicono “sì”, purché colti" 16 novembre 2010
- WIRED: "Perché i laureati non vengono in Italia" In Gran Bretagna, Canada e Israele un immigrato su due è laureato, ma solo uno su dieci tra i nuovi arrivarti nella penisola ha una titolo di studio universitario
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