sabato 31 dicembre 2011

What's up Morsan? Pescetarian

Chiudiamo l'anno con la rubrica per il morsanese internazionale che ne sa sempre una in piú.

La cosa in piú da sapere oggi é come definire chi non mangia carne ma non puó essere definito semplicemente "vegetariano" perché comunque mangia pesce.

In inglese si parla di "Pescetarian" (si pronuncia ˌpɛskɨˈtɛəriən o peskiterian per capirci)

La cosa simpatica é che il nome deriva dalla parola italiana "pesce" associata all'inglese "vegetarian".

venerdì 30 dicembre 2011

Soliz Sotans: Filettino si, Morsano no

Una vista del Principato di Morsano con un particolare
della ristrutturazione (in economia) del Ricreatorio
In bar non si parla d'altro: Filettino, un ridente paesello di 550 abitanti in provincia di Frosinone, vuole proclamarsi principato indipendente. Fin qui nulla di che, sia Seborga che Cussignacco si sono dichiarati rispettivamente un principato e contea.

Tuttavia, quello che rende la questione di Filettino più pepata è il testimonial dell'indipendentismo filettiano: il Principe Reggente è il notissimo avvocato Carlo Taormina.

La questione è finita su tutti i giornali nazionali e i piani per la secessione sono in corso.

Solo noi a Morsano, nonostante ci dia immensamente fastidio che Napoleone ci abbia apparentati amministrativamente al paese vicino e che qui ci si senta più che une ponte di citat, une ponte di principat, non riusciamo ad avere un testimonial d'eccezione che rappresenti le istanze indipendentiste.

Se avessimo grattacieli che ospitano banche offshore, un casinò, una concessionaria Ferrari, sedi legali di multinazionali, una famiglia reale che attira i turisti, distributori con benzina a prezzi bassi, ristoranti da stelle Michelin (anche se le grigliate di Michelino già le abbiamo), una squadra di hockey sul ghiaccio sponsorizzata dal principe di Dubai e il gattacielo più grande al mondo... di certo vivremmo tutti da nababbi.

E invece no! Che dire, Filettino si, Morsano no... i soliz sotans.

mercoledì 28 dicembre 2011

Spritz Governments: Della “sindrome notarile”, del rischio estremismo politico e dei tumulti di piazza

La “sindrome notarile” e’ quella patologia sociale, da noi identificata 5 minuti fa, che generalmente affligge i clienti dei notai: praticamente tutti li detestano perché percepiti, a torto o a ragione, come delle sanguisughe inutili e ne dicono peste e corna al bar ma quando sono di fronte a loro abbassano lo sguardo in silenzio come se avessero di fronte il santo padre. Una sorta di atavico timore reverenziale nei confronti del “principe”.

La “sindrome notarile” si nota pure nei confronti dei governi tecnici di Grecia e Italia. Il problema questa volta sono i sintomi. Vero che da un lato l’atavico timore reverenziale nei confronti del “principe” spinge il suddito – che giá fu cittadino - ad accettare senza proteste, dei governi non eletti perché qualcuno gli ha spiegato che altrimenti il mondo sarebbe crollato (qui il timore reverenziale è al quadrato perché c’e’ pure quello nei confronti di chi ti ha detto che se non si faceva cosi’, i mercati avrebbero fatto crollare tutto). Tuttavia, il problema è il sintomo nascosto che, se nel caso dell’amato professionista che ti fa pagare 500 euro per un documento che in comune potrebbero farti gratis, si risolve con un paio di bestemmie al bar, nel caso dei governi si manifesta con proteste di piazza ed estremismo politico.

Di questo s’e’ discusso ieri sera in bar.

Secondo la vulgata al bancone, i governi di Mario Monti e Lucas Papademos di questo devono essere preoccupati. Se aggiungiamo Mario Draghi tra i tecnocrati, troviamo delle comunanze: tutti sono economisti con studi fatti anche negli USA, tutti hanno ricoperto posti chiave nelle istituzioni europee e i due Mario hanno pure lavorato per Goldman Sachs. Ovvio che i loro CV piacciano ai mercati ma facciano rabbrividire i no-global (Look behind you, Lucas and Mario).

Ad ogni modo, sul piatto della bilancia tra la riuscita dei tecnici e il loro fallimento c’e’ il rischio che la politica si radicalizzi verso l’estrema destra e l’estrema sinistra.

Gia’ in Grecia un quarto dell’elettorato dichiara di favorire partiti dell’estrema sinistra e quasi il 10% i partiti di estrema destra. Da noi per ora non si sa pero’ l’estremismo politico degli Anni Settanta non s’e’ ancora dimenticato.

Anche chi di Spritz ne beve pochi sa che in Francia Le Pen sará piu’ decisivo del solito nelle presidenziali del 2012, che in Olanda il governo e’ sostenuto dalla destra di Geert Wilders, in Austria il partito di estrema destra ha quote di favori quasi pari al primo partito, in Finalndia il partito dei “veri finlandesi” e’ gia’ oltre il 20% e in Ungheria il partito Jobbik è in forte ascesa.

La linea comune è una paventata lotta alle èlites (o al “Grande Notaio” come avrebbe detto Leibniz se avesse letto questo post). Lotta che si manifesta come ostilità alla globalizzazione, all’immigrazione (in particolare dal mondo musulmano) e in alcuni casi pure antisemitismo anche se, come nel caso di Wilders in Olanda, è pro-Israele forse perche’ visto come un alleato nello scontro con la civiltá musulmana (un po’ come alcune parti della politica italiana si sono fittiziamente dichiarate strenue sostenitrici della civiltá cattolica).  

Ovviamente gli estremisti vedono l’Unione Europea come promotrice di multiculturalismo e capitalismo internazionale, causa di erosione dei confini nazionali e demolitrice delle monete nazionali. Figurarsi se ora al governo ti ritrovi pure degli ex eurocrati!

In diverse forme tutti gli estremisti chiedono una ridefinizione di Schengen, il ritiro dall’Euro e magari dall’UE. Ovvio che i partiti moderati devono tenere conto di queste spinte estremiste e cercare di arginarle ma nel far questo sono costretti gioco forza a concedere qualche punto al populismo antieuropeista.

Questa e’ la situazione in un’Europa in recessione che pero’  non è in crisi irreversibile. Pensiamo un po’ cosa potrebbe succedere se le banche iniziassero a fallire e la gente perdesse i propri salari e risparmi…

La speranza di chi si destreggia con gli Spritz è che i tecnocrati-non-eletti riescano nella missione di calmare i mercati e prevenire una disfatta disordinata dell’Euro perché le conseguenze sul piano politico andrebbero ben oltre quanto scritto fino ad oggi nelle cronache da bar. Altro che “sindrome notarile”...

…e il dibattito estremo (ed estremista) continua
   

martedì 27 dicembre 2011

Numeri utili: Giovani e Lavoro (2011)

Giovani under 30 assunti nel 2011: 208.000 su un totale di 595.160 assunzioni (se includiamo gli stagionali le assunzioni sono state 846.100)

Titologia di titoli di studio richiesti per la prima assunzione:
  • Nessun titolo                 23.8%
  • Qualifica professionale    17.0%
  • Diploma                        48.4%
  • Laurea                          14.8%
Richieste di primo impiego rimaste insoddisfatte: 45.000 pari al 21.7% delle domande

Percentuale dei giovani con contratti a tempo determinato: 62.6%

Assunzioni di under 30 fatte da aziende con meno di 10 dipendenti: 44%

Geografia: 30% di giovani assunti ha trovato lavoro nel Nord Ovest

Tasso di disoccupazione giovanile:
  • 15-24 anni: 27.8%
  • 25-29 anni: 14.7%
  • Neet (not in education, employment or training): 2 milioni di under 30 italiani che non studiano e non lavorano. Bamboccioni sui divani o che lavorano a nero?

Categorie di assunti:
  1. Operai specializzati*: 39.000
  2. Commessi e assimilai: 31.740
  3. Operai semiqualificati addetti ai macchinari*: 18.730

(*il totale degli operai in italia sono 8 milioni)

Altre categorie:
  • 9.540 contabili e assimilati
  • 7.320 camerieri e assimilati
  • 6.820 segretari/e
  • 6.210 magazzinieri
  • 4.900 parrucchieri ed estetisti
  • 4.680 baristi e assimilati

In fondo alla classifica:
  • 970 Ingegneri meccanici
  • 550 Ingegneri elettronici
  • 540 chimici

Professioni dirigenziali, intellettuali e scientifiche: 11.580 giovani su 32.000 posti

Lavori piu’ “giovani”
  1. Informatici: su 7.040 posti ben il 53.6% e’ andato a under 30
  2. Specialisti di contabilitá e gestione finanziaria 56.8% sui posti totali nel settore
  3. Tecnici della gestione finanziaria 65.4% sui posti totali nel settore

Posti di lavoro rimasti aperti per mancanza di personale qualificato:
  • Informatici e Telematici 1.660
  • Vendite e distribuzione 4.600

Lavori rifiutati dai giovani
  1. Addetti all’assistenza personale (10.7% del totale ma ci pensano le badanti ucraine, che ringraziamo)
  2. Infermieri e paramedici (17.1% del totale. Dovremmo pagare di piu’ chi abbiamo e aprire le porte a infermieri stranieri)
  3. Professioni non qualificate (18% del totale. Qualche finto forestale in Calabria mandiamolo a raccogliere pomodori)
  4. Addetti ai macchinari
  5. Camerieri, Baristi, Cuochi (ne mancano 3.800 su 15.100 posti offerti)
  6. Meccanici (ne mancano 1.800 su 3.100 posti offerti)

Giovani imprenditori
  • 617.200 imprese guidate da under 35 (11% del totale)
  • Promettente il settore della Green Economy con 37mila assunzioni programmate di cui il 16% di giovani

Secondo uno studio Unioncamere-Excelsior, compiuto su 100mila imprese, nel 2011 208.000 giovani (under 30) sono entrati nel mondo del lavoro in Italia ma nel 22% dei casi (1 su 5) non hanno trovato il lavoro aderente con il loro profilo e un altro 21.7% dei posti sono rimasti vacanti perche’ non s’e’ trovato il candidato aderente alle caratteristiche professionali richieste dall’azienda.

Il diploma continua ad essere il titolo di studio piu’ richiesto mentre la laurea e’ richiesta solo nel 14.8% dei casi. Il che fa immediatamente capire il disallineamento che esiste tra domanda e offerta nel mondo del lavoro visto che la percentuale di laureati tra i giovani e’ già oltre il 14.8%: bisognerebbe chiedere a chi continua a sostenere che in Italia ci si laurea troppo poco rispetto la media OCSE perche’ un “echissenefrega” non sia da considerarsi una risposta valida all’OCSE.

Lavoro c’e’ ma per qualifiche basse. Gli operai sono i piu’ richiesti facendo capire che la famosa “terziarizzazione” dell’economia italiana non s’e’ vista e mai si vedra’ considerato che dopo la Germania l’Italia ha la piu’ grande industria manifatturiera d’Europa e che chiudere fabbriche per trasformarle in lussureggianti uffici di alta finanza non sembra un’opzione.
Al che bisognerebbe chiedere a chi ha voluto puntare sui licei, trasformando anche il Malignani in liceo, a che cosa è servito se le esigenze dell’economia chiedono altro. 


Il costo del vendere illusioni ai giovani chi lo paga?

lunedì 26 dicembre 2011

Morsano Tic-Toc: Morsano e le nuove tendenze, quanto indietro siamo sull'eBook?

Stivaletto o scarpetta? Arancione o violetto? Giubbotto lucido o cappottino? Le mode iniziano a Milano/New York/Parigi/Londra poi arrivano nelle cittá medie come Bologna, Torino, filtrano nelle capitali di provincia da Padova a Chieti e a sgoccioli arrivano a Codroipo per poi fare capolinea a Morsano.

Alle volte, quando arrivano a Morsano, da New York é giá in pieno boom un'altra moda e il ciclo continua.

Un'analisi spannometrica (cioé fatta a spanne) puó facilmente far capire quanto in ritardo sia Morsano rispetto a New York osservando la differenza di tempo tra la nascita di una moda nella megalopoli americana e il suo arrivo qui da noi.

Il principio si puó applicare anche ad ambiti al i fuori del mondo del vestiario. La tecnologia é un settore che si presta allo stesso principio. La tendenza del momento riguarda gli eBook, ovvero i libri digitali che si leggono su supporti come il Kindle di Amazon o l'iPad o altri lettori che si sostituiscono al libro cartaceo.

Da diversi mesi, Amazon.com riporta piú libri venduti come eBook che in forma cartacea. Il che mette subito in allarme i librai e le relative librerie ma dovrebbe anche far pensare a quale sara' il futuro delle biblioteche comunali se non si adeguano con i tempi (anche se in Italia si tende ad aspettare lo stato di emergenza prima di fare qualcosa).

Ad esempio, su Amazon dall'aprile 2011 ben 242 Kindle books sono stati venduti per ogni 100 libri cartacei (Success Story: Phenomenal Rise Of eBooks) e la crescita delle vendite di eBooks dal 2010 é stata del 600%.

Nelle metropolitane delle megalopoli del mondo occidentale si vedono dozzine di passeggeri leggere sui  KindleNookSony ReaderBeBook NeoKoboPandigital Novel e ECTACO. Senza contare che pure sui tablet puoi metterti a leggere i tuoi libri preferiti.

Ma a Morsano (anche fuori dalla metro) di eBook Reader non se ne vede uno.

Ora si tratta di azzerare il cronometro e vedere quanto tempo ci vorrá perché i morsanesi inizino a comprare piú eBook che libri di carta. Magari alleggerendo le cartelle degli scolaretti sempre gobbi sotto il peso dei sussidiari cartacei.

...tic toc, tic toc

sabato 24 dicembre 2011

Auguri di Un Buon Natale come si deve


Che a Natale
ci sia una forte nevicata
e che con i tanti fiocchi di neve
si realizzino infiniti desideri...

Lo staff (mai stuf) di Dibattito Morsanese augura a tutti i lettori che Natale sia una giornata di pace, riflessione, serenitá, equitá, sobrietá ...

... e che poi, al festoso pranzo, si scatenino corpose discussioni di politica nazionale, regionale, provinciale e comunale, di calcio a tutti i livelli (sotto l'albero quest'anno ci sono dei bei Doni), di beghe e litigi paesani e pettegolezzi frivoli senza fine. 

Due bicchieri di piú e alzare la voce per avere ragione sono quanto di meglio il Natale possa offrire.

Godetevelo!

Pace e ...

venerdì 23 dicembre 2011

Un gesto di civiltá che Morsano apprezza


E' usanza nella marina statunitense di festeggiare il ritorno in porto di una nava con un bacio tra un membro dell'equipaggio e il partner.

Recentemente l'onore di questa cerimonia informale é toccato a una sottufficiale e la sua ragazza che hanno cosí sancito il primo bacio gay nella marina Usa.



Da un sondaggio fatto in osteria questo pomeriggio, tutti, ma proprio tutti, concordano nel fatto che gesti di civiltá come questi dovrebbero essere la norma soprattutto a Morsano.

Per una volta il paese si dimostra meno bigotto, conservatore e sciovinista del solito. 

giovedì 22 dicembre 2011

Morsanese dell'Anno: Sono aperte le nominations

Il 2011 é stato un anno tremendo a causa della crisi economica e finanziaria, in particolare in Italia e quindi in Friuli e a Morsano. La voglia di festeggiare é ai minimi termini come testimoniato visivamente dalle poche luci natalizie in giro al paese, dai pochi alberi di natale illuminati nei giardini e dal generale senso di rassegnazione che regna sovrano.

L'ambíto premio "Morsanese dell'Anno" risentirá di questo clima?

La polemica scatenata l'anno scorso ha portato ad un muro contro muro tra chi sosteneva che il premio dovesse essere un riconoscimento per quello che una persona o associazione avesse raggiunto durante una vita di impegno per il paese (come fa il premio "Armeria" a livello comunale) e chi invece era del parere che si dovesse premiare chi si fosse distinto in quell'anno  in particolare (Morsanese dell'Anno: le nominations... un premio per chi si distingue o chi ha avuto un impatto più forte?).

Il che genera polemica, per cui il blog ci sguazza a piene bracciate e non intendiamo dare una risposta definitiva.

Ricordiamo che nel 2009 il vincitore é stato lo Zar delle elezioni comunali, Ivan (Morsanese dell'Anno 2009: and the Winner is...) e nel 2010 l'uomo della rotonda, il sindaco di Gonars (Morsanese dell'anno (edizione 2010): and the winner is...).

Quest'anno chi vincerá?

I lettori possono mandare le loro nominations o come commento al post o via email (marqualdo@gmail.com).

Sará pure un anno triste ma come sempre, le Stelle di Morsano brillano in cielo tra le piú alte. 

mercoledì 21 dicembre 2011

Spritz Rotten Apple: Corruzione e Intercettazioni Pubblicate sulla Stampa

Da sempre, a ridosso del bancone del bar si parla di quello che avviene nel mondo  assecondando la mania italiana di comparare quello che succede all'estero con quello che succede in Italia. O meglio, con quello che si dice non succeda anche in Italia.

In altre nazioni (es. USA, Gran Bretagna), quest'ansia di compararsi, in peggio, con quanto avviene da altre parti é pressoché inesistente. Anzi, di solito é una comparazione in meglio del tipo "mica siamo come l'Italia!"

Detto questo, essendo il nostro un blog populista ci adeguiamo e riportiamo la discussione di oggi.

In Gran Bretagna, da alcune settimane é in corso l'operazione di polizia "Operation Elveden" che assieme all'operazione "Operation Weeting" mira a scovare i poliziotti che sono stati corrotti da giornalisti, in particolare del defunto giornale scandalistico "News International", nel cosiddetto "phone hacking scandal". Uno scandalo che ha messo alla berlina pure l'editore del giornale, il noto Murdoch, a causa delle telefonate illegalmente intercettate dai giornalisti per carpire facili scoop. I telefoni messi sotto controllo erano quelli di vittime di crimini di grande clamore e quindi un modo di fare scoop particolarmente odioso e deprecabile.

Il tutto é avvenuto grazie a informazioni riservate passate da agenti della polizia corrotti dai giornalisti.

La discussione in bar é presto dirottata sulle intercettazioni in Italia spiatellate sui maggiori giornali italiani senza che un singolo responsabile del passaggio ai giornali di documenti riservati sia stato punito. Responsabili che fanno parte dell'apparato giudiziario e di pubblica sicurezza che ruota attorno alle procure. 

Cosí l'osteria si chiede com'e' che in Gran Bretagna i corrotti per questo tipo di crimine finiscono in galera mentre in Italia, quando escono informazioni riservate, non si parla mai di "corruzione" di servitori dello Stato infedeli? 

Come al solito le posizioni si divaricano tra chi pensa che in Italia le informazioni escono gratuitamente dalle Procure anche per ragioni politiche e chi pensa che ci sia corruzione e che non venga denunciata perché il sistema é marcio da piú parti.  

...e il dibattito continua   

martedì 20 dicembre 2011

Numeri Utili: Aziende Europee con i Debiti Maggiori (2011)


Chi ha detto che l'Italia non é mai tra i primi in classifica?

Con 75 miliardi di dollari di debiti, l'ENEL é l'azienda europea piú indebitata e pure Telecom Italia figura bene in questa classifica stilata dal Financial Times (European companies with largest net debt).

lunedì 19 dicembre 2011

Spritz Benefits: Diritti Acquisiti e Privilegi Rubati, qual'è la differenza?

Da mesi in bar si parla di privilegi di questa o quella casta e come bisognerebbe demolirli per ridare credibilità all'Italia e per risanare i conti pubblici.

Sull'altro versante si parla di diritti acquisiti e di come questi siano intoccabili.

Diritti Acquisiti e Privilegi Rubati, qual'è la differenza?

Dove iniziano gli uni e dove finiscono gli altri?

Una pensione a poco più di 50 anni da ex funzionario della Banca d'Italia a 14.000 euro netti al mese è un diritto acquisito o un privilegio rubato? La legge ti permette certe cifre a età oggi considerata giovane per cui è un "diritto". Ma nella sostanza, di fronte alle correnti dinamiche sociali e di mercato, alcuni argomentano sia un "privilegio". De jure versus de facto.

Perchè al bancone del bar ci si accapiglia così tanto sulla differenza tra questi due concetti? La differenza sta nelle conseguenze: se è un privilegio si può legittimamente estinguere con valore retroattivo mentre se è un diritto acquisito non si può colpire retroattivamente.

Il problema è che la differenza tra i due termini è molto labile. Molto più di quanto si pensi e quindi la gente si imbestialisce.

Iniziare a lavorare a 15 anni, facendo un lavoro pesante, e andare in pensione a 55 anni con 40 anni di contributi è diritto acquisito o un privilegio rubato? Nessuno si chiede se con una speranza di vita di 80 anni cioè una vita da pensionato di 30 anni, sia in effetti coperta dai contributi versati dai 15 ai 55 anni. Se lo è, è un diritto acquisito. Se non lo è, è un privilegio rubato. Calcolatrice alla mano dunque. 

Allo stesso modo, fare una riforma liberale in base al principio "quello che paghi poi te lo ritrovi", altrimenti detto "sistema contributivo" collide con la costrizione illiberale del farti andare in pensione quando vuole il governo (65 anni e oltre) e non quando va a me se il mio fondo pensione mi dice che quello che ho messo da parte mi basta.

Di certo questi problemi non passano per la testa ai soliti protagonisti dei titoli dei giornali tipo "Il fronte comune Pdl-Pd: salveremo i vecchi vitalizi" dove si racconta che i due partiti maggiori in Consiglio Regionale del FVG si trovano d'accordo sul "non s’ha da toccare i vitalizi già maturati, perché si tratta di diritti acquisiti da non discutere". Ma se i fondi destinati ai vitalizi non sono coperti dai contributi versati in passato dagli ex consiglieri, è un "diritto acquisito" o un "privilegio rubato"? Se poi ti dicono che si spendono OLTRE SEI MILIONI ANNUI DI PENSIONI AGLI EX CONSIGLIERI REGIONALI. Che fai? Ti fai la tessera di uno dei partiti? (notasi che fa rima con "diritti acquisiti")

Resta da capire perchè alla classe politica si debbano imporre modifiche "dalla prossima legislatura" mentre ai comuni mortali si impongano a partire da ieri. Ma questa è una domanda banale che in bar si fa urlando e che ci si potrebbe risparmiare perchè fila dritta dritta nelle solite frasi "i politici sono le specchio degli italiani" e "il pesce puzza dalla testa".

A proposito, ha chiesto qualcuno, perchè i "diritti acquisiti" non si possono toccare. Su questo punto la dottrina giuridica dello spritz è ambigua. Anche i crediti che molti imprenditori vantano nei confronti dello Stato sono un diritto acquisito ma di soldi non se ne vedono tanto che lo Stato è debitore di ben 90 miliardi di Euro verso imprese private. Ora suggeriscono di pagarli con dei BTP. Allora i "diritti acquisiti" si possono toccare dopotutto...

PS per avere lezioni su come vedano all'estero i nostri "diritti acquisiti" vedi Italietten: Cosa scrivono di noi i Giornali Tedeschi 

domenica 18 dicembre 2011

Bar Blog e il nostro Blog da Osteria

Da 2000 anni l'osteria é sempre quella
Interessnate il post questa mattina sul blog piú famoso d'Italia, il blog di Beppe Grillo che titola "Bar Blog".

"Questo blog è come un bar. Ci sono clienti affezionati e di passaggio. Persone che entrano, insultano e guardano l'effetto che fa. Altre che hanno molto studiato (elencano i loro titoli di studio..., di solito sono economisti) che criticano e gridano (in maiuscolo) "LA SOLUZIONE E'UN'ALTRA", ma non la spiegano mai. Ci sono i dietrologi che pretendono chiarimenti sulla massoneria, i poteri forti e i salotti buoni, [...]. Non mancano i buoni di cuore, i samaritani, che segnalano un refuso, un link inesistente, un errore di ortografia, una cazzata qualunque."

Interessante perché proprio il nostro blog da sempre funziona sulle modalitá dell'incontro al bar, anzi, in osteria. I post nascono da discussioni che si tengono in bottega tra morsanesi oppure che vengono segnalati ai blogger dopo che in paese s'era discusso. Per questa ragione si riesce di solito a sottolineare quali siano le posizioni che si confrontano: si discute al bar e poi si riporta la discussione nel blog paesano.

Tutto il mondo é paese, tutti i blog una grande osteria.

sabato 17 dicembre 2011

Numeri Utili: le proprietá della Chiesa in Italia (1DC - 2011 DC)


La Chiesa Cattolica é il primo proprietario di immobili al mondo con circa 100.000 edifici pari a 1 miliardo di metri quadri per un valore stimato di 1.200 miliardi di Euro (dati forniti da Radio 24 nella puntata di "Focus Economia" del 30 Novembre 2011).

Tecnicamente non c'e' mai stato un censimento degli immobili del Vaticano (che fanno capo all'APSA -Amministrazione Patrimonio della Sede Apostolica che é un po' la ragioneria del Vaticano) ma alcune fonti sostengono che la Chiesa possiede il 20% del patrimonio immobiliare italiano.

Di questi giorni la polemica sul pagamento dell'ICI da parte della Chiesa (Bagnasco: «La Chiesa paga l'Ici, pronti a chiarire sulle esenzioni») che di solito si fonda sul dibattito tra finti sordi nei quali i simpatizzanti del Vaticano ti raccontano che senza la Chiesa lo Stato Italiano sarebbe in ginocchio perché non potrebbe far fronte ai costi degli interventi sociali cui sopperiscono gli enti eclesiastici ed il volontariato che a questi fanno capo. Dall'altro chi si focalizza sulle attivitá degli organi collegati alla Chiesa che generano reddito, come gli ex conventi trasformati in veri e propri alberghi che, sebbene siano in concorrenza con strutture alberghiere private, non pagano l'ICI.

Da un lato gli amici del Vaticano rinfacciano ai sindacati e "case del popolo" di godere delle stesse esenzioni date a tutte le attivitá non-profit mentre dall'altro si ribadisce che il non-profit non va tassato ma il profit (cioé le attivitá di albergo e ristorazione) si. Cosí, gli amici del Vaticano non prendono una posizione chiara sull'ICI non pagata dalle attivitá puramente commerciali come, appunto, l'ospitalitá a pagamento quando non sia per pellegrini poveri mentre dall'altra, i Tea Party radical chic se la prendono con la Chiesa senza quantificare in termini monetari l'apporto alla societá delle attivitá benefiche della medesima. Il che non ci fa capire se il mancato introito dell'ICI é comunque compensato dalle ore spese a titolo gratuito da migliaia di volontari amici del Vaticano, nelle varie opere non commerciali ma assistenziali che si svolgono negli edifici di proprietá delle curie.

Insomma, dialogo tra sordi che fingono di non intendersi.

Da un punto di vista tecnico, e' in corso una procedura di infrazione contro l'Italia da parte della Commissione Europea (Esenzione Ici chiesa cattolica: L'Europa procede contro l'Italia) per gli effetti della legge dell'allora governo Prodi sull'esenzione ICI per gli edifici eclesiastici che non svolgano "esclusivamente" attivitá commerciale. Quell'esclusivamente, dicono i maligni, sia la molla per le aree di elusione che aiutano chi in effetti fa attivitá commerciale. Per capirci, se un ex convento ora é un ostello in centro a Roma e se ha una cappella al suo interno, teoricamente puó essere ancora categorizzato come non esclusivamente un ostello ma un luogo di culto con anche un ostello. E le conseguenze fiscali le lasciamo immaginare al lettore.

L'ANCI dice che a seguito di questa legge, 400 milioni di Euro sono il mancato introito dall'ICI e che solo il 10% degli immobili della chiesa pagano l'ICI. A Roma, ad esempio, dove 1 immobile su 5 é riconducibile alla Chiesa, (nella capitale ci sono circa 200 case per l'ospitalitá) dopo che é entrata in vigore la legge l'ICI in meno é risultata pari a 25 milioni di euro.

La polemica sulle case di Propaganda Fide (che a Roma si stima abbiano un valore pari a 9 miliardi di euro) oltre alla questione ICI riguarda il discorso IRES. L'IRES si paga anche sui redditi da fabbricati cioé i redditi che si generano con l'uso dei propri immobili. Ma se non esiste un censimento degli edifici eclesiastici, non si puó capire quanto sarebbe dovuto all'Erario. Secondo stime pare che la riduzione del 50% dell'IRES, di cui godono gli immobili in questione, risulta in un risparmio di 400-500 milioni l'anno per le casse vaticane.

A coronare questi risparmi, il fatto che se nel 1990 l'8per mille raccoglieva l'equivalente di €200 milioni, nel 2010 ha raccolto oltre €1 miliardo.

E gli enti locali fanno a gara a chi sostiene la causa con, ad esempio, la Regione Lombardia che recentemente ha finanziato con 100.000 euro il meeting di Rimini di Comunione e Liberazione (100.000€ curiosamente corrisposti anche dalla regione Friuli Venezia Giulia) e il consiglio comunale di Roma, con sostegno bipartisan, da sempre accetta lo status delle proprietá dell'APSA che a Roma risulta proprietaria di beni per pochi milioni, perché iscritti a bilancio al costo storico, e accatastati sempre come popolari o ultrapopolari, pur situandosi in pieno centro. Senza contare che sempre nella capitale, ci sono ogni anno circa 8.000 lasciti testamentari a favore della Chiesa.

A proposito, non c'e' mai stato un papa che si sia chiamato Francesco.

venerdì 16 dicembre 2011

Morsano Numero Uno: Se Caprarica legge di Morsano

A settembre a Morsano s’è svolta la serata dedicata alla missione militare in Afghanistan con ospiti alcuni ufficiali alpini della Julia e un generale di Stato Maggiore. L’evento, organizzato in collaborazione con la Sezione ANA della Gran Bretagna, è finito sul giornalino degli Alpini della Sezione d'oltremanica.

Caso volle che lunedi scorso, durante una cena a Londra, ad Antonio Caprarica sia stata regalata una copia.

Così, aprendo il giornalino, capiterá che il noto inviato RAI dalla capitale inglese, leggerá un articolo che menziona il nostro paesello.

Come sempre, Morsano numero uno!









giovedì 15 dicembre 2011

Numeri utili: la Guerra in Iraq (2003-2011)

Il presidente USA ha annunciato in questi giorni che entro fine anno usciranno dall’Iraq le ultime truppe USA. La guerra contro Saddam Hussein iniziò nel marzo 2003.

Costo totale: 3.000.000.000.000 $ (3 trillions $) ovvero 3.000 miliardi
Costo per la Gran Bretagna: 9.4 miliardi di sterline (circa 12 miliardi €)
Rifugiati: 4.7 milioni
Morti Iracheni: 113mila
Morti civili in media per ogni attacco suicida: 6.5 al giorno
Caduti Americani: 4.500
Caduti Britannici: 179
Caduti Italiani: Nella strage di Nassirya il 12 Novembre 2003, cadono in un attentato suicida eseguito con un camion bomba che provoca 28 morti, 19 italiani di cui 2 civili, e 9 iracheni. 
Feriti Americani: 31.921
Feriti Gravi Britannici: 222
Sortite dei bombardieri USA e alleati: 1700
Manifestanti contro la guerra in Iraq: 3 milioni a Roma nel 2003. Secondo il guiness dei primati è un record assoluto per questo tipo di proteste
Americani che hanno servito in Iraq dal 2003 al 2011: 1 milione
Quantitá di materiale militare rubato dagli iracheni dopo la guerra: 230.000 tonnellate finite nelle mani degli insorti
Accuse dirette e specifiche di omicidio per Saddam Hussein: 148
Carri armati Abrams comprati dall’Iraq: 140
Soldi spesi dal nuovo Iraq in armamenti: 13 miliardi $
Elicotteri USA abbattuti: 75 di cui 36 da fuoco nemico
Percentuale di americani che nel 2003 pensavano che i terroristi del 9/11 fossero iracheni: 44%
Percentuale di reduci americani che hanno sviluppato forme serie di disturbi mentali al ritorno dall’Iraq: 30%
Stipendio medio di un quarto di iracheni: 2.2$ al giorno
  

mercoledì 14 dicembre 2011

Spritz Forex: il gioco del cambio valute (Euro vs Sterlina)

Ieri il giornale inglese The Guardian (Britain enjoys 'second-highest standard of living in EU') ha presentato i dati Eurostat secondo i quali, dopo il Lussemburgo, la Gran Bretagna gode del piú alto standard di vita in Europa.

Al che il C.A.F.O.N. (Comitato di Analisi Finanziaria e Obligazionaria Narcisista) che si riunisce in osteria a Morsano ha subito aperto un dibattito. Fonti sicure raccontano che da mesi capitali morsanesi sono migrati verso i caveau delle banche britanniche sfruttando canali preferenziali aperti dai soliti amici di amici. Molto prima che scoppiasse la crisi del debito sovrano e dello spread, c'é chi aveva gia' fatto scorrere gli assi sotto la Manica. 

Ora il nodo della questione, per i morsanesi di cui sopra, é quale futuro aspetta la Sterlina.

Di certo, si sta assistendo ad una rivalutazione delle posizioni britanniche dopo che il quarantaseienne Cameron s'é defilato dall'Europa dei settantenni. Il Sole 24 Ore dice cosí: "Un anno fa il Bund tedesco era il rifugio assoluto [...] Adesso, qualcosa è cambiato. I bond governativi inglesi, hanno praticamente eguagliato nel rapporto rischio/rendimento la roccaforte tedesca azzerando in 12 mesi quel gap di oltre mezzo punto percentuale che li rendeva più rischiosi. Anzi, a dirla tutta, il 29 novembre, c'è stato anche un sorpasso". Il tutto si riassume con "La crisi dell'euro colpisce la Germania. Adesso i bond rifugio sono quelli di Usa e Inghilterra".

In parole morsanesi: l'economia britannica fa schifo quanto quella dell'Italia, i fondamentali sono a patrasso peggio di quelli dell'Italia...ma sai che c'é? I mercati non attaccano la Gran Bretagna ma l'Italia si. Tié!

Al che peró, c'é chi paventa una possibile svalutazione della Sterlina per favorire la ripresa economica Britannica. 

Rispondono i falchi del pound che semmai é l’eurozona che svaluterà per risolvere la crisi... il pound é in costante crescita da sei mesi a questa parte e continuerà nei prossimi sei mesi. Si parla di target price 0,77 ovvero 1,30 euro per un pound...

Il contro argomento é che i grafici di Euro/Sterlina e Euro/Dollaro da mesi sono praticamente uguali e si sta assistendo ad una pausa nella spinta al rialzo per cui il target é 1,12  Euro/Pound e 1,82 per Euro/Dollaro.



La Merkel ascolterá? Alcuni dicono che se avesse voluto spingere l'Euro verso il basso l’avrebbe giá fatto. Invece la sua indecisione sta distruggendo tutto: Churchill, Roosevelt e Stalin per vincere la guerra si incontrarono una sola volta... i leader europei si incontrano ogni due giorni e non decidono un fico secco (e i mercati li prendono a ceffoni in faccia).

Cosí, nell'attesa che i conti correnti bancari siano tartassati in Italia, sono aperte le scommesse sul cambio Sterlina - Euro nel prossimo futuro.

E con il fiato sospeso, la trepidante attesa continua... 

martedì 13 dicembre 2011

Spritz Light: Luci Natalizie e Austeritá (con Equitá)




Ci giunge una drammatica segnalazione fotografica sulla situazione in centro paese: da quando c'é l'austeritá (con equitá) le luci natalizie sono scomparse, o meglio, c'é stata una polarizzazione tra le luci sfolgoranti esposte dai commercianti sopra le loro vetrine e le austere luci dispiegate (con equitá) attorno alla statua di San Pellegrino.

Cosí il popolo tartassato del bar s'é diviso tra chi apprezza l'equitá della scelta di sobrietá luminaria in linea con i tempi di montismo e chi invece ritiene che senza luci il Natale non é piú lo stesso; soprattutto se é cosí evidente la differenza tra le faville dei privati e il buio dei provati.

E il dibattito continua (con equitá e un loden verde)...

venerdì 9 dicembre 2011

Lettera aperta a due giovani... cara Bea e cara Sara

Cara Bea e cara Sara,

premettiamo che non vi conosciamo.

Siamo felici di sapere che vi vogliate bene che siate così anglosassoni nei modi che vi dite "grazie" anche per una piccola cosa.

Dalla scrittura e dai cuoricini si intuisce che siete adolescenti o pre-adolescenti. Delle bambine insomma.

Il che significa che potete essere raddrizzate prima di diventare anglosassoni ma nel senso deteriore del termine, cioè delle moderne hooligan.

Si inizia con il piccolo danneggiamento di beni pubblici e si finisce chissà dove, magari a sfasciare i vetri degli spogliatoi del tennis.

Avete imbrattato la cornice di una porta del Polifunzionale di Morsano di Strada.

Porta che era pulita e ricordiamo che il muro circostante, a suo tempo pieno di graffiti e sfregi, è stato recentemente ridipinto a spese di privati che volontariamente hanno ritenuto di rimettere in sesto un angolo di beni pubblici, beni di tutti e pagati da tutti, per dare un freno al degrado. Degrado cui più o meno tutti, cittadini e autorità, sembrano accettare con rassegnazione se non anche con indifferenza.

Per questo atto vandalico, non vedrete vigili urbani bussare alla porta dei vostri genitori per accompagnarvi a pulire le scritte. Non verrete contattate dall'amministrazione locale per una ramanzina. Non verrete neppure redarguite dai cittadini comuni e visti i tempi che corrono, può anche essere che i genitori vi giustificheranno.

Il sentimento politico prevalente ci metterà del suo dicendo che è colpa della società oppure che tutto si deve perdonare (meglio se fai una donazione alla fondazione giusta) e se sarete disposte a raccontare la vostra traumatica esperienza in tivvù, con qualche lacrimuccia, magari ci farete pure un bel gruzzoletto.

Uno scapaccione non ve lo può dare nessuno perchè in Svezia sono illegali.

Però, se avete un po' di amor proprio, prendete uno straccetto e andate a pulire quelle scritte.

Grazie

mercoledì 7 dicembre 2011

Se tu sâs il furlan tu imparis l’inglês... Se sai il friulano impari meglio l’inglese!

Di recente si é dibattuto su questo blog sullo scrivere in friulano (Il paradosso linguistico di Internet: il boom dello scrivere in FRIULANO (ma solo se hai cultura) e i commenti sono subito finiti sull'opportunità di imparare a scrivere il friulano a scuola.

Ci giunge un'interessante testimonianza da Dree il quale s'é preso la briga di tradurre un articolo apparso su "La Patrie dal Friûl" nel Novembre 2009 e che va dritto dritto al nocciolo della questione. Ringraziamo per il contributo e buona lettura.
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Se sai il friulano impari l’inglese!

Uno dei tanti pregiudizi a proposito del friulano è quello di essere messo in contrapposizione all’inglese, in una falsa visione utilitaristica. A questo riguardo mi piace ricordare quello che ci mostra la ricerca glottologica, soprattutto la linguistica contrastiva. Se si confrontano il friulano e l’inglese – due lingue diverse per origine e storia – si notano molte similitudini nel loro funzionamento. Hanno pronunce e parole differenti (es. dog/cjan), ma molte volte il friulano presenta le stesse strutture grammaticali e testuali dell’inglese, molto più che l’italiano. Quindi chi parla il friulano è avvantaggiato nell’apprendimento dell’inglese. Infatti si verifica quello che la glottodidattica chiama un transfer positivo: più corrispondenze ci sono tra una lingua madre e una lingua straniera e più facile è imparare quest’ultima.


LE PRIME SIMILITUDINI
Una grande similitudine strutturale la troviamo nella fonologia: inglese e friulano non hanno consonanti lunghe ma possiedono vocali lunghe (tutto il contrario dell’italiano), e il significato di una parola può cambiare solo per il fatto di avere all’interno una vocale corta o lunga: il pas ≠ la pâs, brut ≠ brût; così anche in inglese: full [ful] «pieno» ≠ fool [fuul] «stupido», cot [kot] «lettino» ≠ caught [koot] «preso», etc.
Se esaminiamo poi la fonotassi (come si possono combinare o meno vocali e consonanti) troviamo altre similitudini molto importanti. La struttura della sillaba friulana è esattamente uguale a quella dell’inglese, infatti ci possono essere fino a tre consonanti dopo una vocale (es. in friul. francs, colps, sporcs, cjamps, frescs / ingl. tanks, helps, forks, lamps, flasks), dove invece l’italiano, lo spagnolo e il francese possono averne solo una (solo nei prestiti da lingue straniere si arriva a due: sport, test, sprint). Le parole del friulano hanno la stessa struttura sillabica di quelle dell’inglese e questo aiuta molto nell’apprendimento di questa lingua.


L’ESEMPIO MORFOLOGICO
Un altro esempio ce lo mostra la morfologia, ad es. nella formazione del plurale dei nomi (sostantivi e aggettivi): friulano e inglese usano la stessa strategia perché nella maggioranza delle parole entrambe le lingue aggiungono la desinenza -s (con piccoli adattamenti ai suoni che le precedono). Parole come ad esempio stamps e salts possono essere tanto friulane che inglesi, e di fatto è così. L’Italiano ha invece tutt’altra strategia per formare il plurale, con l’alternanza della vocale finale.
Per quello che riguarda la organizzazione lessicale, i verbi frasali (formati da un verbo e un avverbio) sono molto più usati nel friulano e nell’inglese che non nell’italiano: cjapâ sot / run down (investire), parâ fûr / turn out (espellere), tirâ sù / bring up (allevare), etc.

SINTASSI MOLTO SIMILE
Ma è a un livello più profondo – nella sintassi – che si scoprono ancora più somiglianze. Per fare una domanda il friulano sposta il pronome dopo il verbo: “tu âs un pietin” diventa “âstu un pietin?”. Il “tu” si è spostato dopo il verbo e l’affermazione è diventata una domanda, nello stesso modo in cui in inglese “you have a comb” diventa “have you a comb?” (il “you” si sposta dopo il verbo). L’italiano invece non usa la sintassi ma solo un’intonazione diversa: “tu hai un pettine / tu hai un pettine?”.
Il friulano e l’inglese devono avere sempre un pronome davanti al verbo coniugato, anche con i verbi impersonali: al plûf, al à neveât / it’s raining, it snowed e non si può omettere il pronome, ma in italiano non si può dire *esso piove o *egli ha nevicato! Questo perché friulano e inglese sono lingua a soggetto obbligatorio, l’italiano è invece una lingua a soggetto nullo – il meccanismo di base è completamente diverso. Si potrebbe discutere anche delle grandi similitudini a proposito degli aspetti pragmatici e testuali, ma credo di aver dimostrato abbastanza che conoscere il friulano è un sicuro vantaggio nell’apprendimento dell’inglese.
Chiudo questo intervento citando le parole di Mister Mestri, il simpatico dj giamaicano che alla radio ci insegna l’inglese usando il friulano: «Se tu sâs il furlan tu imparis l’inglês!»
Ha proprio ragione.

Franco Finco*

*Il dottor Franco Finco, studioso di glottologia, lavora nell’università di Udine/universitât dal Friûl e con la ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane), da tanti anni studia il friulano sotto l’aspetto linguistico e storico ed è autore di molti saggi e di articoli scientifici sull’argomento.

Articolo originale in friulano pubblicato su La Patrie dal Friûl (on line http://www.lapatriedalfriul.org/?p=2394), traduzione in italiano di Andrea Venier



L'Italiano Medio e l'Ossessione per lo Spread (e per lo Spritz)

martedì 6 dicembre 2011

Morsano Numero Uno: Quella volta che Monti usò i dati Morsanesi

Se Berlusconi avesse
fatto così...
Tra le lacrime (della Fornero e nostre) e il sangue (nostro) la manovra del governo Monti va avanti.

Mario Monti è l'uomo del momento.

Prima che i maggiori partiti sconfessino quello che il professore farà (perchè è ovvio che prima o poi cercheranno di distanziarsi dal suo operato), ricordiamo quella volta che il prof. Monti, da Commissario Europeo per la Concorrenza, analizzò la situazione di mercato di una nota azienda americana che con i suoi prodotti verosimilmente ti sta permettendo di visualizzare questo messaggio.

Tra le tante cose, servivano dei dati sul mercato da poter vagliare. E chi vuoi che te li fornisca questi dati?

Ovviamente un morsanese!

E fu così che nel 2004 si ebbero titoli di giornale come questi: The Economist "Monti v Microsoft", ZDNet "Monti to Microsoft: Guilty as charged", Sole24Ore "Microsoft: Monti, multa pari a 1,62% fatturato in Europa".

Quando si fa la storia, Morsano c'è sempre!

Visioni sull'Economia e sul Mondo (di oggi e quello che verrà)


lunedì 5 dicembre 2011

Te la do io la Cina: rischio tensioni sociali

Ormai ci stiamo prendendo l'abitudine: nel post "Gruppo Morsanderberg: ma 'sta Cina scoppierá?" abbiamo sottolineato alcune contraddizioni della Cina da tenere sott'occhio. 

In particolare che se la Cina cresce meno del 7% e' un problema per le autorità riuscire a mantenere la coesione sociale (secondo la vulgata comune basata sui dati del comitato centrale del partito comunista cinese) in considerazione che ogni anno ben 15 milioni di cinesi si sposta dalle campagne alle citta' ed ha bisogno di lavoro.

Oggi viene diffusa la notizia che "Corriere della Sera: Pechino teme le tensioni sociali". Il vicepremier Qishan lancia l'allarme e promette sostegno fiscale alle aziende. Preoccupazione per il moltiplicarsi degli scioperi".

Torneremo presto sul discorso Cina visto che diversi imprenditori morsanesi guardano a quel paese come sbocco per la loro produzione e diversi paesani lavorano per ditte che con la Cina fanno affari quotidianamente.

Interessante che il nostro blog abbia anticipato la dichiarazione del vicepremier cinese. Adesso sappiamo che anche nel governo cinese ci leggono.

domenica 4 dicembre 2011

La “Monozukuri” Friulana: Se lavorare è fare “cose” piuttosto che “servizi”

La cultura del Sake...
“Un Samurai non scriverebbe mai software!” disse un direttore di azienda giapponese durante un party a Tokio. Questa è una visione comunemente condivisa in Giappone dove il “fare cose”, altrimenti detto “Monozukuri è considerata una cosa da uomini veri, mentre creare “servizi” è roba da mammolette.

Così, dai tempi feudali dei Samurai quando si forgiavano le spade, il Giappone di oggi è passato attraverso la fabbricazione di macchinari fino ad arrivare ai microchips. Il tutto attraverso un’opera instancabile di lavoro manuale ed intellettuale volto sempre a “costruire” qualcosa di visibile e solido (vedi Innovation in Japan).

...incontra la cultura della grappa.  
Progettare software o offrire servizi è roba per frivoli. Per questo il sistema produttivo giapponese è sorprendentemente debole nell’offerta di software d’impresa nonostante sia fortissimo nella fabbricazione di hardware, auto e sistemi industriali in genere.

Questa visione del mondo tipica della cultura industriale giapponese. 

In  osteria quando si discute di lavoro, il friulano concepisce solo le professioni che creano “cose” e tutto il resto è fuffa.

Insomma, nelle relazioni nippo-friulane esiste un forte punto d’intesa: la “Monozukuri” furlane! 

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