Mentre in studio le risposte sono partite per la tangente sui problemi XYZ nelle correnti politichesi regionali, da casa abbiamo rivolto un pensiero alla dottrina di Adam Smith, il padre del libero mercato.
In soldoni, la mano invisibile teorizzata dal filosofo scozzese, è l'esemplificazione dell'idea che il mercato possiede forze di auto-regolazione attraverso il bilanciamento della domanda e dell'offerta che realizza, inevitabilmente, il benessere collettivo.
Sicchè, Adam Smith viene vsto come il padre della dottrina del libero mercato e contrapposto sic et simpliciter a Karl Marx.
In realtà, quello che nello studio di Telefriuli avrebbero dovuto rispondere è che la causa della crisi dei subprime (e affini) era già stata descritta e identificata come un problema da contenere, da Adam Smith stesso. Il liberismo di Adam Smith non significa autoregolazione dei mercati basata su istinti selvaggi modello mors tua vita mea; infatti, bisogna che ci sia "simpatia" degli attori economici, la necessità di autoregolamentazione (nel caso dei subprime leggi Department of Justice, Security and Exchange Commission, Federal Reserve etc. che fallirono in questo rispetto) ed un ruolo preciso attribuito allo Stato.
Secondo Smith, il libero-scambio semplicemente limita l'influenza dello Stato ma non lo elimina dall'equazione: tutela della nazione (Polizia e Difesa), amministrazione della Giustizia affinché nessun individuo possa lenire gli interessi di un altro individuo (es. con l'aggiotaggio, la corruzione, le minacce etc.), poi l'intervento per le opere pubbliche in modo da migliorare le condizioni per commercio (strade, ponti ecc. ) e l'istruzione pubblica.
Alla luce di tutto questo, il liberismo anche a livello di dottrina, funziona se ci sono dei confini ben definiti ed un ambiente del mercanteggiare dove gli attori economici sanno di avere delle certezze ma anche delle regole e dei limiti ben definiti, nel loro scambio tra domanda e offerta.
E qui capita a fagiolo la segnalazione che ci è stata fatta riguardo la cosidetta "privatizzazione dell'acqua". Secondo noi, a differenza di quanto discusso in bar a Morsano da alcuni avventori, non si tratta di una contrapposizione tra liberisti e statalisti.
Se il beneficio finale è un servizio ottimale ed un costo dell'acqua equo per l'utente, allora la contrapposizione è tra chi ritiene che lo Stato e le sue regole siano capaci di creare un ambiente per lo scambio ottimale tra domanda e offerta e chi invece ritiene che lo Stato sia incapace di offrire garanzie di contenimento degli eccessi degli egoismi personali (leggi dei faccendieri senza scrupoli che farebbero impunemente pagare l'acqua 10 volte tanto).
Da un punto di vista squisitamente dottrinale, il paradosso liberista è che quindi, il morsanese medio che crede nello Stato, nella sua forza e nella sua affidabilità è istintivamente a favore della privatizzazione dell'acqua (perchè avverrebbe in un ambiente economico di scambio efficiente e controllato, appunto, da uno Stato efficiente) mentre, chi crede che lo Stato sia inaffidabile, debole e magari pure facilmente corruttibile, è contro la privatizzazione dell'acqua perchè in fondo ritiene che nessun organo statale sarebbe capace di controllare il contesto in cui avverrebbe lo scambio tra domanda e offerta.
Così la privatizzazione dell'acqua ha fatto emergere due fronti di dottrina economica autoctoni e mai visti prima: i Morsanesi statalist-liberisti contro i morsanesi liberal-sovietici!
Come sempre, si scrive Morsano, si legge... robis di maz!
11 commenti:
ah, il biotopo economico morsanese!
...Queste 2 bellisime scuole di pensiero li avete solo a Morsano?.....
Le forze politiche locali cosa ne pensano? Hanno detto niente in merito?
allego a commento il link di uno spettacolo sul tema visto qualche anno fa in VICINO LONTANO
http://www.youtube.com/watch?v=OMxyGlPUV24
anche sul settimanale diocesano La Vita Cattolica se ne parlava da una posizione di riflessione...
SG
cara bepine, chi va a votare alle primarie del pd non lascia spazio a molte interpretazioni su come vede le dinamiche economiche del mondo. Giustizia sociale non significa tutti poveri uguali.
Anonimo, siamo tutti un po' piu' poveri grazie ai fondamenti dell'economia che ci stanno crollando da sotto i piedi (fabbriche in crisi, negozi che chiudono, pubblico impiego che non assume più etc.). Non sarà certo il PD a renderci più poveri. Come non vedo il PDL & affini renderci più ricchi. Se il ponte di Messina ti renderà più facoltoso, buon per te.
tutti abbiamo un volto, un nome (anche se ora sul web si chiama nick) e sarebbe molto democratico mostrarlo...RISPOSTA all'anonimo "scagli la prima pietra chi non ha mai giocato al lotto, al totocalcio ecc..." io credo che esprimere un parere attraverso un voto non sia null'altro che segno di partecipazione al dialogo delle parti. SG
la questione non è partecipare ma appartenere
Appartenere, schierato, schierarsi, iscriversi a, essere parte di... sono tutte espressioni che interessano a chi fa politica attiva. Chi fa politica ha delle caratteristiche comuni che esprime anche attraverso i commenti di cui sopra:
Punto 1: gli "amici" sono solo quelli iscritti alla tua stessa fazione. Se cambiano fazione, non sono più amici ma diventano bersaglio e viceversa (altrimenti chiamato "effetto mastella").
Punto 2: negare fino alla morte di essere soggetti al punto 1. Anche a se stessi.
Se avete queste caratteristiche siete dei bravi politicanti.
PS se la persona in questione firmasse una petizione al gazebo della Lega o del PDL o dell'UDC, allora l'anonimo ne tesserebbe le lodi. Che fare, i politicanti sono così.
Tassista, no ai capit nie
no, le lui che no l'à capit nie...
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