In coda a Sacile... |
"[...] le professioni non erano certo fiorenti, c'erano troppi avvocati e troppi medici rispetto alla clientela disponibile e ogni anno le universitá ne sfornavano altri. A Padova il numero di studenti di giurisprudenza quadruplicó [in 25 anni...] I laureati diventavano dei "paraprofessionisti" trovando un impiego qualsiasi come precettori, insegnanti o giornalisti avventizi mentre cercavano una nicchia in cui collocarsi in un mondo troppo affollato. Gli impieghi nella pubblica amministrazione o nel settore giudiziario erano rari e mal remunerati [...]"
Le vere classi pericolose non erano formate dai poveri delle cittá e nemmeno dagli indocili artigiani ma dai professionisti disoccupati la cui unica speranza di promozione sociale stava nel mutamento politico radicale. Questi elementi pericolosi appartenevano si alla borghesia, ma non avevano ambizioni commerciali, né tanto meno industriali: quello che volevano era un impiego statale, burocratico, ma di solito lo cercavano invano.
Domanda: a che anni si riferisce questa disamina dell'Italia?
Sembra l'Italia di oggi ma... siamo a pagg. 55 e 56 di "Il Risorgimento Italiano" di Martin Clark e si parla degli anni 1815-1848.
Cosí, s'e' discusso e la platea dei barbagianni (cioe' i frequentatori del bar) si é divisa tra chi ritiene che non e' cambiato niente e chi invece vede dei cambiamenti.
PS in bocca al lupo ai 211 candidati a 2 posti di vigile urbano a Sacile. Quella si, é l'italia del 2012...
1 commento:
vi segnalo questo libro: Il contro Risorgimento. Gli italiani al servizio imperiale. I lombardi, i veneti e i friulani nell'Imperia Regia Armata 1814-1866.
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