Quale dei due aiuta a progettare un Titanic piú solido? IQ = intelligence quotient - quoziente d'intelligenza EQ = emotional quotient - quozioente emotivo |
Da quanto discusso al chiosco venerd sera in occasione dell'ultima partita di campionato dell'ASD Morsan, il concetto si puó applicare anche all'istruzione superiore e universitaria.
I futuri dirigenti e professionisti sono troppo analitici e distaccati dalla realtá e non si adattano facilmente al mutato mondo del lavoro.
Un tempo le carriere erano "lineari" (come é rimasta, ad esempio, la carriera militare): i nostri padri studiavano, trovavano un lavoro che si tenevano per tutta la vita e la progressione di carriera si basava sulle sempre piú approfondite conoscenze tecniche nel settore specifico. La comunicazione era unidirezionale dall'alto verso il basso e c'era un profondo senso del "giusto" e "sbagliato" in relazione agli scatti di carriera: questo ti fará avanzare e questo invece no.
Questo mondo non esiste piú!
Entro i 40 anni, un dirigente oggi puó aver cambiato fino a dieci tipologie di lavoro e spesso anche altrettante aziende. Molti lavorano fuori dall'ufficio e spesso lasciano l'azienda per mettere su una loro attivitá oppure per seguire un corso e ri-qualificarsi. Non si parla piú di "quello che conosci" ma di come e dove puoi applicare il tuo sapere in situazioni diverse. Cambiare carriere e settori lungo l'arco di una vita lavorativa diventa sempre piú usuale. La comunicazione é multidirezionale e tutti comunicano: dai dirigenti ai dipendenti, dai proprietari ai clienti che attraverso i social media influenzano l'attivitá dell'impresa.
Insomma, oggi il mondo del lavoro é profondamente diverso ma i metodi di studio e le materie studiate sono sempre quelle dei nostri padri.
In un mondo dominato da incertezza e maggiore complessita nella progressione professionale, il succo del discorso non é piú l'analisi dei dati ma capire quali siano i dati piú importanti e cercare di trovare le sfumature di grigio piuttosto che risposte alla "bianco o nero".
In questo mondo difficile servono anche qualitá "soft", leggere, come ad esempio, lo spirito di leadership e la capacitá di supportare i processi decisionali con qualitá come "l'intelligenza emotiva". Inoltre é sempre piú necessaria una profonda dedizione ai temi etici per capire l'influenza delle decisioni al di lá della mera applicazione tecnologica. Cosí l'abilitá comunicativa e le capacitá di relazione interpersonale sono diventate piú importanti.
Dal punto di vista della scuola, c'é una linea di pensiero che ritiene che oltre alle abilitá tecniche e commerciali, si devono stimolare negli studenti anche le abilitá emotive (emotional skills).
Se scuola/universitá/business school non aiutano, una volta in azienda potrebbe essere troppo tardi per capire che qualcosa manca alla propria preparazione per poter essere un moderno professionista completo.
Cosí s'é dibattuto se gli studenti debbano sviluppare queste abilitá a scuola o meno e quindi se sia anche compito del mondo dell'istruzione modernizzarsi includendo le "soft skills" nel proprio piano di insegnamento.
...e il dibattito continua
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