Il Perdon dell'Addolorata da un molti anni non è più lo stesso dei tempi che furono. Fino agli anni Ottanta esisteva il connubio tra la festa religiosa e la sagra paesana per cui, tra la messa solenne e la processione pomeridiana, si inserivano le gare ciclistiche, i giochi popolari con la "cuccagna", chioschi, bancarelle, balli e via dicendo. Poi per varie ragioni, la sagra non si fece più e rimane la festa religiosa e basta.
L'evoluzione del Perdon è materia per discussioni più approfondite. Qui ci si limita ad osservare quello che è saltato fuori nelle discussioni di ieri in zona processione.
Appare evidente che la processione sia cambiata: non c'è più la grande partecipazione popolare nè tantomeno la presenza di persone da fuori paese che c'era un tempo ("son a viodi el Udin ca zue cule Juve", ha commentato un morsanese sul sagrado), l'itinerario della processione deve essere segnalato in anticipo alle autorità competenti con tanto di carte, bolli e timbri, il servizio di viabilità deve essere organizzato (con volontari in gilet catarifrangente), i lunghi pennoni che fanno bella mostra di se in chiesa ora non vengono più portati in processione e dulcis in fundo, c'è la "carretta" che trasporta la statua della Madonna anzichè le spalle dei "coscritti".
E già! La statua della Madonna Addolorata fino al 1993 veniva portata a spalle dai maschi che in quell'anno compivano 18 anni, convenzionalmente chiamati "cunscritz" (i coscritti). Era una tradizione sentita ed anche quando non c'erano abbastanza diciottenni per darsi il cambio lungo il percorso, c'era chi si faceva avanti per coprire un pezzo di strada condividendo il peso della statua.
Di diciotenni oggi, non solo non se ne vedono a portare la statua ma non se ne vedono neppure in processione. A conferma di ciò, le foto su Facebook dei neo maggiorenni includono molte gare di spritz ma nessuna immagine di processioni paesane...
I tempi cambiano. Per alcuni anni la statua fu portata a spalle da volontari, questa volta di tutte le età, fino al giorno dell'evoluzione tecnologica con l'arrivo della "carretta".
Non si sa se siano stati i volontari a rinunciare, gradualmente, all'onore/onere del portare a spalle statua e baldacchino (del peso di circa un quintale) o se abbia colpito la mannaia della Legge 626 ad opera di un ordinamento sempre prono a mettere il naso nelle quisquiglie. Fatto sta che, a spalle, nessuno porta più niente e da qualche anno si spinge una carretta con la statua sopra.
Per inciso, chi ha ideato, lavorato e finanziato la "carretta" ha fatto un'opera degna e questo gli va riconoscito. Però, la domanda spritz-filosofica del giorno è: non è che la carretta è solo una comoda scorciatoia?
Il vero problema è la partecipazione paesana alla processione che è crollata. Sarebbe stata un'opera estremamente più difficile ma maggiormente appagante, riuscire a riportare tra i "coscritti" o i giovani in genere, l'orgoglio di "portare a spalla la madonna del paese" e quindi l'orgoglio di "esserci" alla processione.
La tecnologia avrà pure vinto sulla tradizione ma a tirare la carretta sembra siano sempre gli stessi.
... e il dibattito continua.
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4 giorni fa
6 commenti:
La tradizione era molto sentita, tanto che fece scandalo in paese quando una "classe" decise che non avrebbe portato la madonna.
pure i volontari con i gillets catarifrangenti (siamo in pieno giorno e mica di notte) e i vigili che devono venire a dirigere il traffico...una volta non c'era niente di tutto ciò e si viveva pur bene lo stesso..che epoca per finocchi che stiamo vivendo! W i vecchi tempi...
parole di pace e speranza vedo! a proposito, dei coppi sul simbolo del comune non dice niente nessuno?
che coppi?
sotto quell'edificio vecchio in piazza, sono caduti dei coppi dal tetto sopra il simbolo scolpito del comune. I coppi sono ancora li da qualche settimana.
tegole? Sono li' da 15 giorni e nessuno li raccoglie. Come si dice "quando qualcosa e' di tutti, non e' di nessuno". Solo le poltrone sono sempre nominative ma il rimboccarsi le maniche e' del vento (che fa cadere le tegole)"
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