Siete dal dentista nella sala d’attesa, o nello scompartimento del treno o alla fermata dell’autobus, o attorno al bar aziendale e lì ci sono degli emeriti sconosciuti. Qualcuno è sempre tentato di scambiare due chiacchere che inevitabilmente scivolano nell’inutile discussione sul tempo metereologico, sull’assenza delle mezze stagioni, sui tempi che sono cambiati, su San Remo che è sempre San Remo, sul Grande Fratello, sulla politica internazionale vista da chi vive a Schiaforiacco e via dicendo. Stessa cosa se quando si incontra qualcuno che prima di arrivare al dunque si dilunga raccontandovi la sua vita, futura morte e assenza di miracoli.
Nell’inglese britannico questo riscaldare il fiato in chiacchericcio inutile si chiama “Small Talk”.
Ci sono persone bravissime a parlare del nulla, altre invece detestano lo Small Talk e piuttosto che parlare del nulla preferiscono tacere. O quantomeno, parlano solo se c’è qualcosa che merita essere detto o ascoltano solo se qualcosa merita essere ascoltato. In questi casi si parla di persone con una propensione No-Nonsense (o No-nonsense attitude o No-nonsense personality).
Nonsense, come intuibile, significa “senza senso” e quindi essere No-nonsense significa andare dritti al punto senza tanti salamelecchi e dvagazioni.
Un mago del No-nonsense è Lord Alan Sugar, un pluri-milionario inglese di origini popolari fattosi da solo (self made man), famoso per aver fondato la Amstrad ma soprattutto per essere l’elemento centrale del seguitissimo programma della BBC “The Apprendice”. Nel programma un gruppo di giovani ambisce a diventare l’apprendista di Lord Sugar (stipendio di partenza 100.000 sterline annue – circa 120.000 euro) e deve superare una serie di prove nel mondo degli affari (dal lanciare una marca di deodoranti al vendere con successo prodotti tramite televendite e via dicendo).
Ebbene, nella sigla di apertura scorrono le immagini di Lord Alan che dice senza mai tradire emozione: “I don’t like arse-lickers, schoozers , bullshitters” (non mi piacciono i leccaculo, gli imbonitori e i spara-cazzate).
Senza contare che ha un dichiarato sdegno per “posh tossers, estate agents, stockbrokers, bankers, lawyers and Oxbridge journalists” (ovvero detesta i “cummenda con la erre moscia, gli agenti immobiliari, i consulenti finanziari, i banchieri, gli avvocati ed giornalisti con lauree prese a Oxford o Cambridge”).
E dulcis in fundo nella sua autobiografia (What You See Is What You Get: My Autobiography) si legge che “all Americans are insincere and full of shit” (tutti gli Americani sono pallisti e pieni di cazzate).
Ecco dunque che, se siete uno di quei friulani che ritiengono che tant babaià di bant je robe di terons, adesso sapete che il vostro no-nonsense ha in Lord Alan Sugar un’icona ante litteram d’oltremanica.
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