Notizia di oggi, la pubblicazione della classifica delle prime 200 università mondiali da parte di Thompson Reuters.
La cosa triste e che tra i 200 atenei non c'è nessuna università italiana, come ampiamente riportato anche dal blog più famoso d'Italia (Beppe Grillo: Università italiane fuori concorso).
Le buone notizie di casa nostra sono che Castions può vantare un professore nella 4^ migliore università al mondo, la mitica università privata californiana di Stanford, mentre Morsano può annoverare un "doctor" - PhD nel dipartimento di ingegneria della 197^ miglior università al mondo, la University of Illinois di Chicago oltre che un masterizzato al Royal Holloway dell'università di Londra (88^ in graduatoria) e qualche Erasmus qui e là inclusa l'Università di Vienna che figura al 195° posto.
Poi buio pesto.
E' tutto sterco quello che non luccica?
In realtà no. E' vero che il rapporto numero di professori vs studenti è molto basso in Italia, è vero che le università italiane prediligono esami basati sul sapere a memoria quello che c'è scritto sul libro del professore che tiene il corso (e che ti fa comprare il suo libro ovviamente) piuttosto che favorire il ragionamento personale, è vero che lo stipendio medio di chi si laurea è basso rispetto ad altri paesi, è vero che la preparazione accademica italiana tende ad essere troppo generalista per essere subito utile in azienda, però, i nostri laureati non sono proprio da buttare e la classifica non riflette i pregi dei nostri atenei.
Appare strano che nella lista non ci sia la Scuola Normale di Pisa o la LUISS di Roma, o la Bocconi ed il Politecnico di Milano o il Politecnico di Torino. Tanto per citare quelle che a spanne sono le migliori università italiane. Poi ci sono gli atenei storici dove alcuni corsi di laurea sono veramente all'avanguardia e lasciamo al lettore farsene una classifica.
A detta dei morsanesi che viaggiano in giro per il globo, di laureati italiani di prim'ordine il mondo è pieno e se hanno raggiunto anche vertici di aziende od organizzazioni internazionali, è anche grazie alla loro preparazione universitaria italiana. Gli uffici dell'ONU e di Bruxelles sono pieni di esperti italiani, senza contare i centri internazionali di ricerca scientifica e medica.
Nell'osteria a Morsano c'è chi ha gridato al complotto anglosassone che premia i suoi ma penalizza il resto. Di certo si sa che Harvard, il MIT, Oxford e Cambridge sono delle perle indipendentemente dalla presunta o realte partigianeria di chi fa le classifiche.
Vien da chiedersi se gli studenti italiani non prediligano invece delle lauree più legate al loro territorio ed alla loro famiglia (es. corsi di laurea che aiutino poi a seguire l'azienda familiare) piuttosto che percorsi formativi che proiettano a carriere da svolgere in giro per il mondo. In questa ottica le nostre università sono più che sufficienti a servire il tessuto economico nazionale, senza grilli sulla testa.
Dunque anche se si va nell'anonima università di provincia che il New York Times ignora, sarà una scelta di vita non una scelta accademica e basta. In barba alle classifiche.
Il dibattito continua...
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5 giorni fa
3 commenti:
Segnaliamo che scienze politiche di trieste è la migliore d'italia secondo l'indagine di censis/Repubblica mentre giurisprudenza è seconda. Medicina nell'ateneo di udine è la seconda in italia.
si capisce che chi anima questo blog s'è laureato in una università di provincia evidentemente! Altrimenti capirebbe che l'Italia è in collasso totale per quanto riguarda la competitività delle sue università!
Ciao. Chi anima questo blog è più di una persona anche se poi chi fa i post materialmente si riduce ad un paio di "scrivani" per pure questioni logistiche. Le idee vengono raccolte da un pubblico ampio e mai vengono espressi giudizi personali "degli scrivani" bensì si cerca di trasportare sul blog le impressioni raccolte in paese. Questo per dire che le impressioni sono state raccolte tra gente che una laurea ce l'ha e gente che la laurea non se l'è mai presa. Da "scrivano" penso che alla gente del luogo vada bene una laurea utile subito al tessuto economico locale (ingegneria, economia, medicina e legge) o una laurea utile in prospettiva di un concorso pubblico (ovviamente in FVG). Una laurea alla Bocconi già è difficilmente spendibile nell'economia locale e rientra nel calcolo del "ecchi me lo fa fare di fare il sottocupato in Friuli dopo la laurea prestigiosa?!?" che ogni aspirante matricola fa prima di cominciare gli studi universitari. Infatti, i morsanesi che sono disposti a prendere la valigia e fare gli "emigranti intellettuali" sono molto pochi. A ragione, secondo il mio modesto parere.
PS due degli scriventi di questo blog hanno studiato anche in università che figurano nella lista di Reuters, ma erano comunque partiti da atenei di casa nostra. Che i nostri atenei servano anche a spalancare le porte delle 200 università migliori al mondo?
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