Recentemente durante un meeting "la da Gjgiote" s'e' parlato del dramma dell'occupazione in Italia espressa dal basso tasso di occupazione degli Italiani tra i 15 e 65 anni. Mentre gli altri paesi OCSE (ed Europei) hanno medie del 70% di occupazione tra chi e' in etá lavorativa, in Italia siamo ad un mero 56%.
Al che, mentre chi guarda i dati rimane impressionato e correrebbe subito a sollecitare politiche che stimolino l'occupazione, il freddo uomo di mondo morsanese ti stronca sicuro sottolineando, con certezza assoluta, che i dati non tengono conto del lavoro nero e che si considerasse il lavoro nero, allora anche l'Italia (nord e soprattutto sud) sarebbe in linea con la media OCSE.
L'osservazione non é campata in aria: si dovrebbe capire come Eurostat considera il lavoro nero in relazione al tasso di occupazione. In generale gli analisti ritengono che il lavoro nero incida tra un 2% e 4% sul tasso di occupazione italiano. Quindi considerando il lavoro nero si arriverebbe massimo ad un tasso di occupazione italiano del 60%, ben distante dalla media OCSE!
Resta il fatto che il lavoro nero non crea ricchezza di lungo termine (l'assenza di pensione per i lavoratori a nero e' ovviamente un indice di poverta').
I morsanesi la sanno sempre piú lunga (o così credono), che ci vuoi fare, sono fatti cosí.
1 commento:
...magari il "nero" ci farà un po' risalire, ma probabilmente alza, magari in misura minore, anche i dati relativi agli altri paesi...
Non so quanto dci sia da stare allegri.
Ciao
Paolo
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