mercoledì 27 settembre 2017

Morsano Tic-Toc: gruppi di gioco in Inglese in paese

Esiste un’organizzazione www.learnwithmummy.com, fondata a Verona da Letizia Quaranta che si sta spargendo a macchia d’olio in tutta Italia.

In pratica, si tratta di un gruppo di giovani che insegnano ai bambini piccoli l’inglese giocando, con metodi ovviamente adattati alla giovanissima età dei pargoli.

Non è un mestiere facile: bisogna convincere molti genitori dell’importanza della cosa. Bisogna spiegare loro che, se hanno qualche soldino in più in tasca, investirlo nell’educazione internazionale dei bimbi è molto più importante e redditizio, non solo nel lungo termine, che spenderlo in generi voluttuari più o meno inutili, abiti firmati per lo struscio o peggio, giocandoselo.

La domanda che ci si fa é: quando vedremo un gruppo cosí a Morsano?

...tic-toc, tic-toc


domenica 24 settembre 2017

Centri Commerciali: è finita la loro era?

In paese se ne parla spesso mentre si beve uno spritz e si polemizza su i vari affari del mondo: l'epoca dei centri commerciali è ormai tramontata in favore di esperienze d'acquisto diverse.

Ieri, 23 settembre 2017, il Corriere della Sera titolava: "Crisi dei grandi centri commerciali, ora il Trentino li mette al bando". Così, mentre secondo alcuni analisti circa 400 dei circa 1.100 centri commerciali in America chiuderanno nei prossimi anni, Trento ha deciso di bandire i punti vendita sopra i 10 mila metri quadrati per la salvaguardia del suo territorio.

Ogni volta che se ne discute al bar di Morsano, qui si fa un post:
Il nocciolo della discussione è sempre quello: perchè continuano ad espandersi i centri commerciali in Friuli VG quando la tendenza dell'acquisto sembra andare in direzione opposta? 

...e si continua a dibattere in attesa di decisioni dall'alto


PS epico fu quel pesce d'aprile...


sabato 23 settembre 2017

Friulani nella disperazione del Venezuela: perché nessuno propone di ospitarli in Friuli?


Si parla ormai da anni di calo demografico dell'Italia (e dell'Europa) e quindi della necessità di pareggiare la perdita di popolazione con gli immigrati. Tra le righe, l'equazione considera sempre immigrati dall'Africa o dall'Asia con nessun legame presistente con l'Italia.

Di fatto, nel panorama politico nazionale, sembra si stia ignorando completamente il fatto che ci son  60 milioni di italiani all'estero discendenti diretti della diaspora di due secoli che ha portato i nostri connazionali con la "valigia di cartone" in giro per il mondo. In molti paesi le cose sono andate benissimo per loro come ad esempio in Canada, Australia, Stati Uniti, Europa occidentale, mentre in altre geografie la situazione geopolitica è diventata pesante con ricadute economiche e di prospettive di vita molto negative. Una di queste geografie problematiche è ora il Venezuela.

In Venezuela c'è una fiorente comunità italiana di seconda, terza e quarta generazione che ha cognomi italiani, parla ancora la lingua di Dante ed ha un legame di "ius sanguinis" con l'Italia. Molti anche votano da "italiani all'estero". Inutile sottolineare che pure il Friuli e la stessa Morsano han un legame con il Venezuela. Anche altri paesi  del Sud America, come Argentina, Uruguay, Brasile sono tradizionali destinazioni della migrazione friulana d'un tempo, operai ed agricoltori e dell'emigrazione di oggi fatta da imprenditori e dipendenti di grosse imprese italiane. Tuttavia il Venezuela, in questo momento, è una terra martoriata da un regime autoritario che ha messo l'economia del paese (esportatore di petrolio!), in ginocchio. Oltre al disastro economico, c'è la tragedia sociale di una nazione che sta cadendo a pezzi.

Quello che in bottega a Morsano di Strada ci si chiede è come mai il panorama politico italiano (con l'eccezione dell'on. Meloni a dire la verità) sia silente sulla questione degli italiani in Venezuela. In particolare, qui in Friuli ci si chiede perchè la classe dirigente regionale non stia dicendo nulla sui nostri corregionali e sui loro discendenti, bloccati nella disperazione del Venezuela.

Perchè non si dà la possibilità ai friulani di accogliere i nostri fratelli del Venezuela? Sono corregionali in difficoltà e in molti sentono un forte legame con i nostri migrants. Parlandone in paese si capisce come molti sarebbero anche disposti ad aprire le loro case per i "rifugiati friulan-venezuelani".

Perchè questo silenzio sugli italiani in difficoltà in Venezuela?


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Dal Messaggero Veneto: 

16 settembre 2017 Lascia il Venezuela per Pozzuolo e fa a ritroso il viaggio del padre

Federico Gasparini è figlio di Ilario, emigrato da Sammardenchia nel Paese sudamericano nel 1948. È stato accolto dagli zii Adriano e Miranda. «Scappano in tanti: il regime non aiuta i poveri»
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15 maggio 2017 L'appello: "Aiutiamo i friulani bloccati in Venezuela" 

Udine, il giornalista Avallone a Vicino/lontano. Il racconto: in 400 vorrebbero rientrare ma non possono 
«Chiedo alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, e al sindaco di Udine, Furio Honsell, di darci una mano – ha detto ieri Avallone –. In Venezuela ci sono molti corregionali che sono bloccati, che vorrebbero rientrare ma non ce la fanno. Sono circa 400 i friulani che si trovano in queste condizioni – ha aggiunto –, che devono fare i conti con la mancanza di medicine, di cibo. Aiutiamoli».


sabato 16 settembre 2017

Finalmente sdoganato il termine "taglio"


Il giornale titola così questa mattina: Agli arresti domiciliari per stalking esce a bersi un taglio in piazza.

E' dunque successo che la parola "taglio" sia finita su un titolo di cronaca (nera, come il "vin neri"). Non poteva succedere in nessun altro paese al mondo che Gonars, dove, sebbene gli abitanti siano solo 3mila, ci son ben 17 bar e tutti che lavorano felicemente.

Il dizionario friulano ci dice che il tajùt è il termine che indica il bicchiere di vino, detto anche "taj" che letteralmente si traduce in "taglio" appunto. Non è chiaro da dove derivi il termine "taj" e il diminutivo “tajùt” sul quale si sono fatte numerose ipotesi. Alcuni sostengono che, in origine, fosse il segno sul bicchiere indicante la “giusta misura” di vino che veniva elargita dall’oste. Altri invece ritengono che il termine sia nato per indicare una particolare mescola di vino che un tempo era realizzata con vini di bassa gradazione, che venivano poi “tagliati” con vini più corposi. Oggi, più semplicemente, il temine "taj" o “tajùt” indica all’oste il desiderio di un bicchiere di vino bianco (taj di blanc) o rosso (taj di neri).

Se guardiamo il dizionario italiano/friulano alla voce "taglio" troviamo...

tagliare

IPA: [taʎˈʎare], taʎ'ʎare; Type: verb;

  • taiâ
     { verb }
e il dizionario italiano...

taglio

[tà-glio] s.m. (pl. -gli) ha 12 significati diversi secondo http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/T/taglio.shtml tuttavia nessuno di questi significati sembra indicare la parola "bicchiere di vino". la cosa che si avvicina di più è il riferimento n12. 


  • 12 vino da t., di elevata gradazione alcolica, adatto per essere mescolato a vini deboli
  • • dim. taglietto
Morale della favola, come il Corriere ha sdoganato la parola "tank" per indicare un "carroarmato", qui abbiamo "taglio" per indicare un bicchiere di vino.

A noi la "Crusca" ci fa un tramezzino! (da accompagnare con un taglio, naturalmente)

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