martedì 31 agosto 2010

What's up Morsan? Speed Bump

I "dissuasori di velocità" sono una cosa comunissima nelle strade dei Paesi anglosassoni e nordici. Esperienza insegna, che come le "rotonde sulle strade" iniziarono ad essere create in quegli stessi Paesi già negli anni Settanta/Ottanta, prima o poi l'ondata innovativa anglosassone arriva da noi.

Così è bene preparasi, almeno linguisticamente: questi piccoli dossi artificiali in inglese si chiamano "speed bump" (in americano detti anche "speed hump").

Possono essere una colata di asfalto che rialzano di 20-30 cm un piccolo tratto di strada oppure un cordone di plastica fissato all'asfalto con delle viti.

L'effetto è lo stesso: ti tocca rallentare per non prendere dei colpi indecenti alle sospensioni. L'uso degli "speed bumps" è così frequente che quantomeno nelle zone di scuole o a ridosso di aree abitate, è impossibile accelerare oltre il limite di velocità previsto.

Gli "speed bumps", se affrontati a troppa velocità, possono tranquillamente deformare gravemente i cerchioni delle ruote: come prendere un colpo facendo passare la ruota su una buca della strada per Corgnolo. Stesso effetto.

Ne sanno qualcosa quei morsanesi che in vacanza in Messico qualche anno fa, riuscirono a scassare un'auto a noleggio finendo a tutta velocità su una "topes" (così si chiamano gli "speed bumps" messicani).

Pensate che quelli di plastica costano anche relativamente poco: con 500$ vi comprate uno "speed bump" da avvitare sull'asfalto. Lo offrono anche su eBay.

PS Se volete farvi una risata guardate qui.

lunedì 30 agosto 2010

Morsano Criminal: Eccesso di Velocitá

Tra tutte le infrazioni al codice della strada, quella che probabilmente é la piú frequente tra i morsanesi motorizzati é l’eccesso di velocitá.

La cosa ha come evidenza empirica il comportamento degli automobilisti paesani tra le gicanes morsaniche, dove i fatidici 50 km orari sono decisamente massacrati dai pedali degli acceleratori.

Come si sa, per sentirci un po’ come gli abitanti di Los Angeles, a piedi in paese non ci va nessuno: anche a far la spesa si va in macchina. Vuoi per poter caricare agevolmente le casse d’acqua minerale, vuoi per pigrizia, si accende il motore e tra un giretto e l’altro, il traffico paesano é spesso maggiore di quanto sarebbe lecito fosse. Poi ci sono i visitatori del parco giochi o del polifunzionale che inevitabilmente parcheggiano in strada (d’altronde in quella zona dove altro potrebbero parcheggiare?) restringendo la careggiata.

A condire il traffico ed i restringimenti che provoca, ci sono poi i velocisti. Per lo piú si tratta di giovani patentati che trattano via Gorizia, via Trieste e via Venezia come fossero via Monza, via Indianapolis e via Le Mans. Trovare un automobilista a 50 km orari in quegli angoli di circuito cittadino é obiettivamente un’impresa anche per Felipe Massa.

Ci sono alcune zone del paese, a partire dal notorio curvone di Mariute Morete, dove la velocitá é diventata l’adrenalina dei poveri. In particolare, sono alcuni giovani motociclisti a buttarsi a manetta. Per inciso, si tratta spesso di motociclisti di fuori paese che vedono Morsano come zona di passaggio e quindi se ne infischiano delle regole e del buon vivere paesano.

La velocitá é l’oggetto del crimine sulla Napoleonica dove pochissimi rispettano i 60 km/h imposti all’altezza degli incroci e spesso anche gli 80 km/h nel resto del tracciato. La velocitá é la nostra bestia nera quando guidiamo verso Castions: mano sul cuore e dite quanti di noi la percorrono veramente a 50 km/h...

L’unica volta che il limite é rispettato in alcuni punti del paese é quando i morsanesi si fanno un giretto con l’autista. Sarebbe anche un esempio da seguire se non fosse che in quel caso l’autista é Gori!

Morsano Criminal: il sottobosco oscuro del paese

Qualche anno fa, uno della compagnia aveva una ragazza di origini baresi che vivena in regione. Quando alla ragazza le fu chiesto cosa le mancasse della sua cittá d’origine lei rispose “la delinquenza!”

S’era abituata cosi’ tanto a dover battagliare ogni giorno con scippi, venditori abusivi, contrabandieri, rapine e via dicendo, che a quello scenario c’aveva ormai fatto il callo e in fondo, le sirene, gli arresti, il trambusto delinquenziale... le mancava.

A quel punto scatto’ nei morsanici presenti uno spirito di rivalsa competitiva. Ma come?!? Tutti sanno che fino a qualche decennio fa Morsano era terra di ladri di pere e mele nei frutteti dei Mugani, tutti sanno che per anni i contadini di casa nostra si sono azzuffati per questioni di confini di campi e sappiamo che le Guardie Campestri a suo tempo erano severissime – ed una ragione ci sara’ pure stata!

Senza contare che quando si deve costruire una tettoia, subito il geometra ha a che fare con la D.I.A. e se a Morsano deve intervenire la Direzione Investigativa Antimafia (D.I.A. appunto), una ragione ci sará. O no?

Senza aggiungere che i vigili urbani girano per gli uffici armati. Una ragione ci sará. O no?

Insomma, quanto a crimine non prendiamo lezioni da nessuno!

Per questo, a grande richiesta, apriamo una nuova rubrica che parlera’ della pericolosa criminalitá de noantri.

domenica 29 agosto 2010

What's up Morsan: Fat Cat

S'è discusso ieri della question BHP-PotashCorp. Ebbene, capita a fagiolo la notizia che, qualora l'offerta dovesse andare in porto, l'amministratore delegato di PotashCorp, grazie a varie clausole ed alle azioni già in suo possesso, riceverebbe un pagamento netto di...

370 milioni di dollari !!!

Proprio così, Bill Doyle, il CEO (chief executive officer ovvero l'Amministratore delegato), si porterebbe a casa tutti questi soldi, stando ai calcoli dei soliti ben informati (PotashCorp chief in line for $370m). In sostanza, tutte le opzioni ed azioni che gli spettano per contratto o di cui e' gia' in possesso, altrimenti esercitabili solo in futuro (finanche al 2017), con un'acquisizione diventerebbero immediatamente esercitabili ed ovviamente al prezzo maggiorato pagato dall'azienda acquirente.

La cosa ci spinge ad esplorare un'espressione della lingua inglese: FAT CAT.

Fat Cat, letteralmente "Gatto Grasso", si riferisce a quei dirigenti d'azienda (gli executives) che guadagnano milioni su milioni anche quando le aziende che dirigono non stanno andando bene. Anzi, se riescono ad avere un paracadute dorato per coprire la loro uscita di scena dal timone aziendale, tanto meglio!

Il mondo delle grandi corporations pullula di "Fat Cats". Di solito sono arroganti e sprezzanti di ogni critica. Anche in Italia ce ne sono, basti pensare ad alcuni personaggi che hanno diretto (o dirigono) certe compagnie a partecipazione statale o di recente privatizzazione.

Nella stampa anglosassone, di solito ci si riferisce ai Fat Cats anche quando si parla di persone che guadagnano uno stipendio percepito come troppo alto per le mansioni che svolgono. Ad esempio un dirigente statale che guadagni oltre 300.000 sterline all'anno può capitare che sia definito un Fat Cat dalla stampa britannica.

Se siete allergici ai gatti? da oggi lo sarete ancora di più.

sabato 28 agosto 2010

Spritz Economics: la Morsano agricola in ansia per l'affaire BHP - PotashCorp

In queste settimane la Morsano della speculazione finanziaria e del mondo agricolo sono con il fiato sospeso per la scalata ostile che la più grande impresa mineraria al mondo "BHP Billiton" sta montando contro il leader mondiale dei fertilizzanti Potash Corporation of Saskatchewan Inc. generalmente conosciuta come "PotashCorp".

Si tratta di un'offerta da 39 miliardi di dollari che BHP ha messo sul piatto degli azionisti di PotashCorp. La scalata è ostile in quanto osteggiata dal consiglio di amministrazione di PotashCorp. Però la parola finale spetterà agli azionisti.

L'offerta è di 130$ ad azione (un buon 20% di più della chiusura del 12 agosto quando è stata annunciata) ma, secondo gli analisti del settore minerario, solo ad almeno 160$ gli azionisti di PotashCorp inizierebbero a prestare attenzione. Per la cronaca, ieri PotashCorp in borsa ha chiuso a 147$ (POT) dopo aver toccato anche massimi di 152$ qualche giorno fa.

La battaglia che PotashCorp sta montando per non essere acquisita è da manuale: già è stata messa in campo una "poison pill" e ulteriori mosse difensive sono in corso. Anche gruppi minerari cinesi sono in stato di allerta e potrebbero diventare a loro volta dei possibili acquirenti.

La Morsano della speculazione ha prestato subito attenzione al caso dei due analisti della banca Santander che, sfruttando informazioni riservate (la banca sta aiutanto BHS a raccogliere i fondi per la scalata) poco prima dell'annuncio pubblico da parte di BHS, si erano accaparrati opzioni per compare azioni di PotashCorp per poi esercitarle dopo l'annuncio e portarsi a casa oltre 1 milione di dollari di profitto netto. La SEC americana ha subito calato la scure ed è scattata l'accusa di insider trading per i due. Fine della carriera e molti cavoli amari all'orizzonte.

La Morsano agricola è molto più in ansia. Potash in inglese significa "potassa" e caso vuole che sia l'elemento principale dei fertilizzanti. Il Canada è il maggiore produttore di potassa seguito dalla Russia e dalla Bielorussia. Caso anche vuole che con il 20% di quota di mercato mondiale, la canadese PotashCorp sia il leader della comercializzazione di potassa.

Il prezzo della potassa dipende da quello che viene negoziato all'interno di Canpotex, un cartello di tre aziende (Agrium, The Mosaic Company e PotashCorp) che copre il 40% della commercializzazione mondiale, nel quale PotashCorp è l'azienda più grande.

BHP è una conglomerata che nel campo della potassa ha circa il 10% di mercato. Se BHP acquisisce PotashCorp diventerebbe il leader mondiale della potassa e si ritroverebbe con oltre il 30% di quota di mercato.

Qualora BHP acquisisse PotashCorp, ha già annunciato che cambierà il modo in cui viene stabilito il prezzo della potassa allineandosi all'idea di variazioni giornaliere del prezzo come per altre commodities.

In conclusione, la potassa è l'elemento essenziale dei fertilizzanti agricoli e con la previsione di forti aumenti della produzione agricola mondiale per far fronte all'aumento di popolazione soprattutto in Asia, questa materia prima diventa l'anello cruciale di una sempre più aspra battaglia commerciale (a suon di miliardi).

A Morsano si è pronti a scommettere che la crescente domanda di potassa in congiunzione con il restringimento di fatto della competizioni tra chi la offre, fará si che concimare i campi in paese diventerà sempre più costoso.

E il dibattito continua...

venerdì 27 agosto 2010

Spritz Economics: ma questa recessione che "forma" ha?

Come sempre, la Morsano dell'Economia che conta s'è ritrovata appoggiata al solito bancone. In quella sede, la discussione è finita immancabilmente sulla ripresa economica.

Tra un'imprecazione e l'altra, il confronto è stato molto accademico. Infatti, si cercava di capire che tipo di forma avesse questa congiuntura economica e più in specifico che forma avesse la ripresa economica.
"Forma".
Si, perchè di forma si parla quando ci si riferisce ad un ciclo economico che vada dall'espansione o crescita, alla decelerazione o recessione e quindi alla ripresa. Sebbene nel lungo periodo il ciclo economico vada a disegnare una retta tendende verso l'alto visto che nel lungo periodo l'economia cresce comunque, nel breve periodo disegna degli andamenti assimilabili a delle sinusoidi con alti e bassi. Anche questi andamenti sinusoidali possono essere analizzati ultiormente e qui si arriva proprio alla "forma" del ciclo economico contingente.

Nello specifico, si tratta di capire che tipo di recessione e quindi ripresa economica si stia vivendo al momento.

Ebbene, le possibilità sono essenzialmente quattro:


  1. Recessione a forma di " V ". In questo caso l'economia va giù in una repentina recessione ma ritorna su velocemente. La forma a V indica appunto dapprima un'improvvisa caduta seguita da una risalita veloce.

  2. Recessione a forma di " W ". Questa è altrimenti conosciuta come "double dip recession" ovvero recessione a doppio salto. L'economia va in recessione velocemente poi c'è una ripresa temporanea, poi, spesso inaspettatamente, ritorna in recessione brevemente e poi va in ripresa.

  3. Recessione a forma di " U ". Questo tipo di recessione implica un lungo periodo di decrescita (grossomodo fino a 24 mesi). A differenza delle recessioni a " V ", la ripresa non è repentina ed arriva ad una fase di crescita molto lentamente.

  4. Recessione a forma di " L ". Un repentino crollo della crescita economica è seguito da diversi anni di recessione o stagnazione (fino a 10 anni)

Dunque, in che fase siamo ora secondo gli economisti morsanesi?

Il fronte si è diviso tra un po' di ottimisti della "V", una netta maggioranza di timorosi della "W" e uno sparuto gruppetto di uber-pessimisti della "L".

Il dibattito, con la " D " maiuscola, continua...

giovedì 26 agosto 2010

Misteri della Fede: perchè un conto in banca in Italia costa così tanto?

Un lettore ci ha segnalato una nota che ha ricevuto dalla sua banca, una banca della zona. "A causa delle mutate condizioni economiche, dell'aumentato costo della vita e dell'incremento nel costo del lavoro [...] le seguenti tariffe saranno aumentate...".

Leggiamo un estratto conto recente di questa banca: costo tenuta conto X al mese, contributo - che non si sa come - appare ogni 3 mesi pari a Y, costo di bonifico pari a Z a botta e via dicendo. Poi ci sono le tasse, 35 euro annuali.

Ebbene, per poco che costi un conto corrente tradizionale, costa circa 100 euro di fisso alla banca + i costi delle operazioni a pagamento + le tasse, si arriva tranquillamente ad un minimo di 150 euro.

In bar, si sono fatte le seguenti considerazioni:

- Ma perchè per aumentarti il canone mensile sul conto corrente scrivono "aumentato costo della vita" se l'inflazione è ora ai minimi storici?
- Ma perchè per aumentarti il canone mensile sul conto corrente scrivono "aumentato costo del lavoro" se ai dipendenti non hanno aumentato lo stipendio?
- Perchè alcune banche ti fanno pagare la tessera bancomat se in effetti serve a ridurre i loro costi di sportello?
- Perchè ti fanno pagare l'uso di internet banking se in effetti gli fai risparmiare usandolo?
- Perchè lo stato tassa i conti correnti?
- Perchè le banche italiane ce la menano con il fatto che loro sono pulitissime da titoli tossici e non fanno speculazione internazionale però, i costi della loro gestione invece di scaricarli su operazioni finanziarie redditizie, li scaricano sui clienti offrendo i conti correnti più costosi d'Europa?

C'è poi la comparazione internazionale:

- perchè in molti paesi europei un bonifico tra una banca e l'altra è gratis e i giorni di valuta sono pari a zero?
- perchè ad esempio in Svizzera, Lussemburgo, Gran Bretagna, i conti correnti sono assolutamente gratuiti e non ci sono tasse sui conti correnti medesimi (tutto GRATIS!)
- perchè, visto il doveroso rispetto per l'ambiente e le mutate abitudini dei consumatori, le banche, non risparmiano sugli estratti conto e lettere sulla traspartenza (che tanto sono scritte in arabo) spedendole via internet come già fanno i paesi civili? Si risparmierebbero soldi in carta, spedizione e si salverebbe l'ambiente. Non è difficile, che dite?

Nella foto un tipico prodotto italiano: un'inestricabile groviglio all'amatriciana

mercoledì 25 agosto 2010

Spritz International Relations: Morsano è perplessa di fronte al caso Pakistan

Sia i giornali internazionali che italiani ne hanno parlato: le inondazioni in Pakistan hanno fatto 1.500 morti, oltre 20 milioni di sfollati (come tutta la popolazione del Nord Italia!) e 3.5 milioni di bambini sono a rischio epidemie mortali. Eppure, dicono i giornali, il supporto dell'opinione pubblica mondiale sembra mancare in particolare se comparato con lo sforzo umanitario che s'era visto in occasione dello Tzunami in Sud Asia e del Terremoto di Haiti (ad es. vedi "Gli sfollati del Pakistan e la solidarietà dimenticata").

Contestualmente, alcune agenzie di stampa hanno diffuso anche in Italia, le immagini del brutale linciaggio di due fratelli di 16 e 17 anni da parte di alcuni individui proprio in una città del Pakistan. La polizia pakistana era lì e incredibilmente non è intervenuta.

Se ne discuteva in bar l'altro giorno: quando si parla di Pakistan, una forte dualità di sentimenti pervade l'opinione pubblica paesana.

lunedì 23 agosto 2010

TEST RISPOSTE: ecco chi sono (e cosa fanno per noi) i parlamentari del Friuli (VG)

OK, da bravi internauti siete andati sul sito della Camera e su quello del Senato e vi siete trovati le risposte da soli. Bravi. Da zero a dieci, quanto vi vergognate di non aver saputo elencare i 21 parlamentari friulvenetogiuliani? Neanche un po'? Appunto, come volevasi dimostrare praticamente a nessuno importa dei "nostri" parlamentari regionali.

Questo, probabilmente, è legato a quello che effettivamente viene percepito facciano, o non facciano, per noi.

I nostri parlamentari sono nominati e non eletti con preferenza. Pertanto, già li, il voto va al primo della lista scelto dalle direzioni di partito e poi a scalare agli altri in lista. In Friuli i primi della lista sono spesso i big della politica (ci sembra che alle ultime politiche capilista fossero Fini, Calderoli, Frattini tra gli altri). Poi, in Italia, non esiste il vincolo di mandato per i parlamentari (art. 67 della Costituzione). Tra le altre cose, questo implica che un eletto nella circoscrizione del Friuli può legittimamente presentare leggi o provvedimenti che riguardino problemi della Sicilia piuttosto che della Sardegna o del Piemonte oppure problematiche generali pertinenti ad ambiti nazionali e ignorare completamente il territorio che gli ha dato i voti. Ignorando il Friuli Venezia Giulia appunto.

Per questo, di molti dei parlamentari "nostrani" non sentiamo mai parlare nè si sa cosa facciano per noi friul-veneto-giuliani.

Ma andiamo con ordine. Capire se un parlamentare sia efficiente ed efficace è difficilissimo. Le presenze in aula sono sanzionate (anche con gettone di presenza) ma le presenze in commissione, dove si deve sgobbare ed usare la propria testa, non sono sanzionate e quindi non sapremo mai se un onorevole in commissione ci va o meno. Insomma, se lavora di testa ed iniziativa o meno. Inoltre, le presenze in aula dicono e non dicono: andare a votare è importante ma non è indicazione di attaccamento alle esigenze della propria circoscrizione elettorale, cosa che invece può essere rappresentata dal tipo di proposte di legge fatte come primo firmatario.

E qui cade il mus.

Andiamo dunque a vedere che belle cose fanno i nostri amici parlamentari in termini di proposte di legge che abbiano rilevanza diretta per il nostro ambito regionale. Analizzero i casi in cui sono primi firmatari: in questo modo avremo un indicatore per capire quanto ce ne venga a noi che li abbiamo votati.

I dati si riferiscono alla XVI legislatura come da sito internet della Camera e del Senato in data 23 Agosto 2010.

Senatori (in ordine di proposte di legge rilevanti direttamente per il FVG)
  • SARO Giuseppe, PdL: Da Martignacco. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 3 su 21 (vedi qui)

  • CAMBER Giulio, PdL: Da Trieste. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 2 su 5 (vedi qui)
  • PEGORER Carlo, PD: Da Tavagnacco. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 1 su 5 (vedi qui)

  • BLAZINA Tamara, PD: Da Trieste. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 1 (vedi qui)
  • COLLINO Giovanni cui è subentrato LENNA Vanni, PdL nel luglio 2009: Da Gemona/Forni di Sotto. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG sia per Collino che per Lenna: 0 su 2 per entrambi (vedi qui e qui)

  • PITTONI Mario, LNP: Da Udine. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 3 (vedi qui)
  • PERTOLDI Flavio, PD: Da Basiliano. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su o (vedi qui)

Deputati (in ordine di proposte di legge rilevanti direttamente per il FVG)

  • MENIA Roberto, PdL: Da Trieste. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 8 su 14 (vedi qui) - E' sottosegretario e si escludono le proposte in sede di governo.
  • ROSATO Ettore, PD: Da Trieste. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 2 su 5 (vedi qui)
  • ANTONIONE Roberto, PdL: Da Trieste. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 1 su 1 (vedi qui)
  • DI CENTA Manuela, PdL: Da Udine - Eletta nel Collegio del Trentino. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 1 su 6 (vedi qui)
  • GOTTARDO Isidoro, PdL: Da Sacile. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 1 su 55 (vedi qui)
  • CONTENTO Manlio, PdL: Da Udine. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 27 (vedi qui)
  • FARINA COSCIONI Maria Antonietta, PD: Da Viterbo. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 18 (vedi qui)
  • COMPAGNON Angelo, UNIONE DI CENTRO: Da Udine. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 11 (vedi qui)
  • FEDRIGA Massimiliano, LNP: Da Trieste. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 5 (vedi qui)
  • MARAN Alessandro, PD: Da Gorizia. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 5 (vedi qui)
  • MONAI Carlo, IdV: Da Cividale. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 1 (vedi qui)
  • STRIZZOLO Ivano, PD: Da Bicinicco. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 1 (vedi qui)
  • FOLLEGOT Fulvio, LNP: Da Treviso. Proposte di legge come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 0 (vedi qui)
  • FRATTINI Franco, PdL: Da Roma. Proposte di legge (o decreto) come primo firmatario di rilievo diretto per il FVG: 0 su 0 (vedi qui) - E' ministro e si escludono le proposte in sede di governo (che sono 53).

Interessante vedere come alcuni parlamentari siano molto attivi sul fronte della presentazione di proposte di legge (bravi), mentre altri siano messi malissimo in questo ambito (e alore!?!). Interessante poi che sulla questione degli esuli italiani della ex-Yugoslavia si concentri la maggiorparte delle proposte che noi abbiamo classificato "pro FVG" (perchè comunque peculiari della nostra parte di mondo).

Di certo ci si rende conto che le tematiche strettamente regionali, le trattano uno o due parlamentari in tutto. Gli altri? ...impegnati a risolvere i problemi del mondo.

TEST: i parlamentari del Friuli (VG) sai chi sono?

Il 30 giugno scorso, Dibattito Morsanese aveva chiesto ai suoi lettori di fare un test, ovvero di verificare di quanti parlamentari del Friuli (Venezia Giulia) riuscissero a ricordarsi i nomi (vedi La domanda del giorno: ma i parlamentari del Friuli chi sono?).

Ebbene, da un primo sondaggio fatto a voce in osteria, abbiamo scoperto che al massimo, il morsanese medio se ne ricorda 3... su 21.

Davvero una media pessima!

Infatti, nelle circoscrizioni regionali, ci ritroviamo con ben 13 deputati e 7 senatori più una deputata friulana eletta in Trentino.

Lasciamo ancora qualche ora perchè i lettori possano verificare se ne sanno di più. Prendete carta e penna e scrivete la lista dei parlamentari eletti in Friuli (e Venezia Giulia se volete). Verificate anche se indovinate chi è stata eletta in Trentino.

Esperienza insegna che, chi fa politica attiva a livello locale, dovrebbe indovinarli tutti ma la maggiorparte della popolazione è così disinnamorata nei confronti della politica, così sfiduciata dalla presunta (?) mediocre caratura dei nostri rappresentanti, che decide di ignorare completamente chi questi siano, spesso ritenendoli un'inutile orpello.

Sotto con carta e penna che poi ne parliamo.

Foto: nella foto un quadro che ritrae il patriarca di Aquileia, d'origine francese, Bertran de St. Genesius (in Italiano Bertrando da San Genesio). Nel 1300 tutti lo conoscevano: i sotans friulani, all'epoca, sapevano benissimo nomi e cognomi di chi li governava...

domenica 22 agosto 2010

Spritz Healthcare: Del Colesterolo e delle Sagre Paesane ovvero drammi umani che lasciano il segno

Il vento delle polemiche sta montanto ferino e si prepara a soffiare. Ma a ferie finite, naturalmente.

Per ora, ci limitiamo a parlare di cose tipicamente agostane e leggere, come ad esempio il rischio di morte per infarto, ictus, embolia, senza contare le malattie coronariche indotte spesso da livelli di colesterolo alti o i problemi di natura epatica figli delle bizze di quei simpatici enzimi conosciuti come transaminasi. Insomma, tanta sbiricuda primario come fosse antani ASL numero sette il paziente piace a fette ma alle blogger caso strano il paziente piace sano.

Dunque qui il busillis:

  • Assioma 1 - Siamo praticamente tutti sovrappeso
  • Assioma 2 - I grassi saturi e i fritti fanno malissimo
  • Assioma 3 - Alle Sagre paesane su 10 pietanze, 9 sono fritti o carni grasse. Solo 1 non é un fritto o una carne grassa (la pastasciutta o gnocchi)
  • Teorema: Chi non vuole mangiare i temibili fritti o le carni grasse, non ha vie d'uscita alle Sagre paesane.

Infatti questo é il dramma umano dei giorni nostri. Se si tiene un po' alla linea (se non per ragioni estetiche, per la salute) nelle sagre non c'é speranza: non esistono verdure miste alla griglia o verdure crude o fagioloni alla scoregiona o spiedini di frutta o comunque cibi ipocalorici. I fritti di pesce, le verdure impanate e poi fritte, le salcicce alla griglia, la pancetta alla griglia, le patatine fritte (da surgelate) sono le tipiche offerte dei chiosci di paese.

Si potrebbe dire "vabbeh, una volta nella vita, pur di sostenere le iniziative paesane, spendi due lire per comprarti i temibilissimi calamari fritti e non rompere le palle".

Ma questo non é il punto. In un mondo sempre piú attento alla linea ed ai livelli di colesterolo, siamo sicuri che in automatico non si stia escludendo dalle libagioni festose una quota sempre piú consistente di consumatori?

Quelli, per capirci, che prendono un piatto di pasta e basta perché il resto, per quanto delizioso, sarebbe terribile per il loro organismo. E non tanto per il fritto in se ma anche perché é un fritto fatto in un contesto dove é impossibile monitorare la qualitá dell'olio usato (é fresco o é esausto? Lo cambiano spesso o no? Eppoi chi verifica?).

Nelle sagre, giustamente, si cerca di fare utile per fini nobili e quindi si tagliano i costi su tutto a scapito, in molti casi, della qualitá dell'offerta. Tanto il cliente paga comunque perché spinto dalla voglia di contribuire alle finalitá della Sagra. Ma per questo ci sono la tombola, la pesca di beneficenza, le lotterie... peró il palato vorrebbe la sua parte e qui non ci siamo.

Su questi ragionamenti s'é divisa la platea morsanica in visita ad una sagra qui vicino:

- VA BENE OFFRIRE SOLO FRITTI: é giusto offrire i soliti fritti che tanto alla sagra ci mangi una volta e poi fai dieta il resto dell'anno. Eppoi i fritti sono sfiziosi e piacciono ai piú. Inoltre costano poco, sono piú igenici da preparare (l'olio bollente igienizza tutto) ed assicurano alti margini;

- CI VORREBBE UN MENU' VARIEGATO: é sbagliato non avere un'offerta consistente di piatti non fritti perché effettivamente si esclude una quota sempre maggiore di potenziali consumatori (leggi "contributori alla causa"). Sarebbe opportuno sviluppare comunque due menú paralleli: un menú di fritti ed un menú variegato di verdure e prodotti non grassi.

giovedì 19 agosto 2010

A proposito di "terre di risultive" - ma la chiesetta di Morsano perché non c'é?

S'é appreso con piacere che la zona sará rappresentata a Friuli D.O.C. in quel di Udine dal 16 al 19 settembre.

Il tema conduttore saranno le bellezze delle risorgive del Friuli Centrale. Bene. Peró qui scatta la consueta osservazione - di vecchia data - sul volantino edito dal comune di Castions di Strada, che appunto si chiama "benvenuti nelle terre di risorgiva".

Il volantino é molto bello e con molte indicazioni giustamente accattivanti. C'é la "colone" e c'é "San Piligrin", peró l'occhio del morsanese cade giustamente sulle opere d'arte paesane... e nota l'assenza della chiesetta (o oratorio) di Santa Maria Ausiliatrice fatta costruire a fine '800 nientepopodimeno che dal vescovo ausialiare di Udine, il morsanese Pietro Antonio Antivari.

Sará stata una svista e puó capitare e quindi nessuno se la prende con chiunque abbia creato il volantino (tanto per fermare sul nascere le risposte tipo "eh ma non lo abbiamo mica fatto noi il volantino"). Peró, nella nuova edizione che sicuramente verrá proposta in quel di Friuli D.O.C., un'aggiuntina potremmo farla no? Un piccolo puntino che indichi la chiesetta potremmo mettercelo no?

Se poi si vuole fare gli splendidi ed andare a spulciare il luogo dove furono trovati resti della strada romana a sud del paese (come indicato da Don De Anna nel suo libro "Morsano, cenni storici") e metterci un altro puntino d'interesse storico, di sicuro si farebbe piacere ai piú.

mercoledì 18 agosto 2010

Segnalazione dei Servizi Secreti: Cassonetto differenziato per il frutto del peccato...

Ogni venerdi dovrebbe passare un camion con un attrezzo che serve per la pulitura dei cassonetti delle immondizie.

Fonti dei servizi segreti paesani (piú o meno deviati), informano il blog che da diverse settimane questo camion non si vede passare e, caso vuole, che i cassonetti puzzino oltremodo.

La regola giornalistica numero uno dice di verificare sempre i fatti e verificare sempre le fonti.

Grazie al cielo non siamo giornalisti ma blogger... per cui possiamo benissimo chiedere a chi legge di verificare da sé, se la segnalazione ha fondamento o meno.

Se poi chi legge puó fare qualcosa in merito, tanto meglio...

Godetevi la spusa de barena!

martedì 17 agosto 2010

Spritz Debate: Del "Tutto Sia Dovuto"

Malignani anni Novanta, assemblea d'Istituto, aula magna piena di studenti. Si alza un "primino" e se ne esce con la solita polemica "la mensa fa schifo!!!". Due secondi di silenzio tombale, si alza il grande Michelutti, studente stagionato di quinta Meccanica e proferisce "che cazzo vuoi!?! Paghi due lire e ti lamenti?!? Se non sei contento della mensa della scuola vai alla mensa dei Cappuccini (e visto che ci sei vai anche a cagare)!" Novantadue minuti di applausi da corazzata Potëmkin di fantozziana memoria.

Morale 1: chi spende troppo poco tende comunque a lamentarsi

Passano gli anni e le mense dei capuccini fanno notizia. Caso vuole che facciano notizia proprio in questi giorni. Dal Gazzettino di oggi "Mestre. Assediati da barboni e balordi:i frati cappuccini "blindano" la chiesa": Una cancellata e un muretto renderanno inaccessibile di notteil sagrato, dove da qualche tempo bivaccano degli sbandati. A detta di uno dei responsabili del centro la riconoscenza e il rispetto non scattano automaticamente perchè riempi la pancia a chi sfami. Anzi, se eroghi un servizio che loro ritengono "dovuto"... sei finito.

Non é da meno la notizia pubblicata sul Messaggero Veneto del 14 agosto scorso "Chiude per protesta la mensa dei poveri"... "Sempre più spesso capita che la gente entri e, dopo aver ritirato il vassoio con il cibo, getti tutto nel cestino perché non di suo gusto".

Morale 2: se regali qualcosa esiste sempre il rischio che il beneficiario non apprezzi

Anni fa, l'ERDISU dell'universita' di Trieste, l'ente regionale che gestisce l'assistenza agli studenti, decise di finanziare la pubblicazione di un libro biografico su mons. Nogara. Ebbene, l'ente decise di regalare copie del libro (un tomo da 200 pagine) a chiunque lo desiderasse. Ne misero letteralmente una pila con qualche centinaia di copie fuori dalle mense universitarie. Il risultato: libri lanciati ovunque, pagine strappate svolazzanti nel piazzale.

Morale 3: se regali in massa, la massa s'inventa nuovi sprechi (tipo il "lancio del libro dal 3 piano della casa dello studente").

Il problema della "manna del tutto dovuto" ha implicazioni su diversi fronti anche a Morsano. Ce ne sarebbero di storie da scrivere e magari le riprenderemo in post futuri, per ora ci concentriamo su due fronti: i pasti ed i libri "comunitari".

La storia insegna che se si fa una pasto comunitario, una cena, una pastasciutta ecc., mentre la forza lavoro si presta gratis, in qualche modo i costi vivi degli ingredienti vanno coperti. Ebbene, l'esperienza insegna che se si chiede un'offerta libera ai commensali...non si riesce mai a coprire i costi! Questo significa che chi magna non solo va a ufo, ma pure ha la sfacciataggine del braccino corto. Chiedete esempi e vi saranno forniti (in separata sede).

L'unico sistema che funziona e' il pagamento anticipato. Per questo esiste l'istituto giuridico del "passare alla cassa per lo scontrino" o "il pasto é incluso nel biglietto d'iscrizione alla manifestazione".

Altro giro altra corsa (ma stesso principio): i libri comunitari. Siano essi pubblicazioni di storia locale o di vicende del paese, il dilemma e' sempre quello: distribuirlo gratuitamente o farlo pagare. L'esperienza insegna che se esce gratis, la gente non gli dá il giusto valore che premi lo sforzo di pubblicarlo e il rischio che le pagine finiscano a "stabilizzare tavolini traballanti" diventa altissimo. L'esperienza paesana quindi, fa si che si chieda sempre un obolo, sebbene simbolico, per chiunque desideri possedere una pubblicazione. Se poi uno non vuole pagare, pazienza, di certo non apprezzerebbe il libro comunque e quindi puo' starne senza.

In fin della fiera, il dibattito tra "damolo gratis" e "famolo pagá" é sempre tra i piú accessi della vita sociale morsanica.

lunedì 16 agosto 2010

Spritz Politics: Dei Finanziamenti regionali "Una Tantum" edizione 2010

Amanti della statistica come sono i morsanesi (d'altronde il morsanometro e' stato inventato qui), nei bar é subito scattato il dibattito su quanto pubblicato sul Messaggero Veneto del 14 agosto 2010 a pagina 7, nella sezione REGIONE, articolo intitolato "Comuni, richieste per 186 milioni Ma dalla Regione ne arrivano 9,5".

La tabella pubblicata dal giornale indica il nome del comune e la cifra. Inoltre, c'é un commento di un assessore regionale che dice che "le domande erano 272 per un totale di 186 milioni" ed invita i comuni "ad inviare domande solo per opere ritenute davvero strategiche".

I morsanesi, dicevamo, si sono subito scatenati in elaborazioni statistiche ed hanno prontamente aggiunto una colonna sulla tabella riportata dal Messaggero Veneto. Il tutto in una sola seduta al bar, scrivendo nel retro di un foglio per i punti della briscola (!). La colonna aggiunta é quella sul "colore" della giunta comunale dei comuni che hanno ricevuto il finanziamento "una tantum".

Qui il risultato (clicca per ingrandire):



















Si é potuto quindi evidenziare che:

- i comuni di centrodestra e centrosinistra sostanzialmente hanno ricevuto un finanziamento medio abbastanza simile (275.000 euro e 256.000 euro rispettivamente)

- i comuni retti da giunte di centrodestra hanno collettivamente ricevuto 5.2 milioni ovvero il 55% del totale)

- i comuni retti da giunte di centrosinistra hanno collettivamente ricevuto 1.5 milioni (il 16% del totale)

- i comuni retti da Liste Civiche che i morsanesi in bar non sono riusciti a classificare come "vicine al centrodestra" o come "vicine al centrosinistra" hanno collettivamente ricevuto 2.7 milioni di euro ovvero il 28 percento del finanziamento totale)

- i comuni retti da giunte di Liste Civiche "non schierabili" hanno ricevuto in media 195.000 euro, ovvero il 70 percento di quanto ricevuto in media dai comuni retti dal centrodestra ed il 76 percento di quanto ricevuto in media dai comuni retti dal centrosinistra.


Nota: La tabella non ha pretese di perfezione ma é un mero esercizio di curiositá. Alcuni errori nella classificazione dei comuni potrebbero essere accaduti pertanto ci si scusa se la lista e le attribuzioni politiche delle giunte non e' perfetta ma crediamo si avvicini abbastanza alla realta'.

domenica 15 agosto 2010

Good, very good! Dove potere comprarla? Se Morsano fa moda...

Riportiamo qui la scena ferragostana che ci é stata prontamente segnalata. Coppia di turisti morsanesi in quel di Aquileia, ai piedi del campanile, pronti per salire sulla celebre torre campanaria. Arriva turista straniero, forse francese dicono, e indica la polo che uno dei due morsanesi indossava. "Good, very good! Dove potere comprare bella maglia con simbolo". Si trattava naturalmente, della maglia con il simbolo di Morsano.

Purtroppo la serie é limitata e si puó avere solo a Morsano tramite i canali giusti. Comunque sia, la moda paesana fa tendenza a livello internazionale!

Che dire... Morsano live!

PS il merchandising del tuo paese non si limita alle magliette...














































Statale Napoleonica e Morsano

    Il nostro paese ha 5 imbocchi nella Napoleonica:
    • principale da via San Pellegrino si interseca con la strada provinciale di Chiasiellis
    • secondario da via Aquileia
    • secondario da via Percoto
    • strada campestre da via Stringher
    • strada campestre da via Marinelli
    Secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto oggi, 14 agosto 2010, a pagina IV nella cronanca di Udine, la Regione é intenzionata a realizzare almeno una rotonda per comune interessato dal passaggio della Napoleonica. Verosimile che nel nostro comune toccherá sicuramente all'incrocio del Napoleon. Si spera peró, che anche a Morsano si riesca ad ottenere la creazione di una rotonda, almeno nell'incrocio principale.
    Si spera anche che, la pericolosissima uscita secondaria di via Aquileia sia sistemata. Arrivare da Palmanova e cercare di immettersi a sinistra verso via Aquileia é una delle operazioni piú pericolose che si possano fare sulla Napoleonica. Il rischio di non essere visti e quindi finire tamponati ad alta velocitá é altissimo perché nessuno si aspetta che dopo un incrocio principale (quello verso via Monte Santo a Gonars) ci sia un ingresso secondario pochi metri dopo. Forse, quell'uscita dovrebbe essere chiusa e via Aquileia deviata verso via Monte Santo nel comune di Gonars e da li poi, far sfruttare all'automobilitsa, un imbocco "principale" per immettersi sulla 252. O dovrebbe diventare un senso unico con divieto di accesso dalla Napoleonica. Di certo, cosí com'é, é un pericolo soprattutto alla luce di quanto successo (addirittura in un ingresso principale) due giorni fa a Gonars.

    View Larger Map

    Link Utili:
    • Blackpoint - segnalazioni sulle disfunzioni delle strade

    sabato 14 agosto 2010

    Numeri: La Napoleonica (Strada Statale 252)

    La Strada (ex) Statale 252 detta "Napoleonica" é una strada che va da Codroipo a Gradisca d'Isonzo ma colloquialmente la si considera la strada che va a Codroipo a Palmanova e non a caso si chiama tecnicamente "Strada Statale 252 di Palmanova". La storia di questa strada é ben evidenziata da wikipedia alla quale rimandiamo il lettore per un approfondimento (notasi il riferimento alla chiesa demolita di San Pellegrino).

    La proprietá della strada é della Regione che la gestisce tramite Friuli Venezia Giulia Strade S.p.A.

    Per questa rubrica che si occupa di numeri, vi diamo alcune cifre:

    negli ultimi 15 anni ...


    • ci sono stati oltre 150 incidenti

    • 130 feriti molti dei quali gravi

    • 30 morti

    • gli incidenti piú gravi sono stati nel 2000 a Bertiolo con la morte di una giovane famiglia di padre, madre e figlio di 3 anni e a Gonars il 12 agosto 2010 con un sinistro nel quale sono periti una madre ed i suoi due figli

    giovedì 12 agosto 2010

    Maledetta Napoleonica

    Era nata come una giornata stranissima, é finita in dramma. In mattinata erano passati due Aermacchi delle Frecce Tricolori a bassa quota provenienti da est e diretti verso Rivolto. Dopo qualche ora sono passati due "Mangusta", gli elicotteri da combattimento del nostro Esercito, sempre lungo la stessa direzione. Sarebbe stato abbastanza per parlare di cosa accade nei cieli dei nostri paesi peró, purtroppo, nel pomeriggio compare tra le nuvole anche un altro ospite, suo malgrado sempre indesiderato: l'Elisoccorso del 118. L'elicottero giallo si dirige speditamente verso la nuvola di fumo che si alza dalla vicina Gonars.

    Dopo poco tempo, il tragico incidente sulla Napoleonica é sulla bocca di tutti.

    E' una tragedia cosí grande che oltre al cordoglio non si puó aggiungere niente.

    Maledetta Napoleonica.

    mercoledì 11 agosto 2010

    Morsano in vacanza: "balonarie allo speedo" per gli over 40

    Ci sono cose che abbiamo sempre fatto da quando siamo nati e per questo le riteniamo normali. Basta un osservatore esterno che ci faccia notare che é un'anomalia che poi iniziamo a pensarci su e magari modifichiamo l'abitudine.
    Premessa doverosa per spiegare agli americani che ci leggono, perché il morsanese medio indossa gli Speedo anche dopo i fatidici 40 anni.
    La risposta é semplice: nessuno glielo ha mai detto che non si fa!
    Non é solo una pecca del morsanico medio ma anche di tutto il Friuli con punte di peccato (mortale) altissime nella Venezia Giulia - da Grado a Muggia via Barcola.
    Per gli americani, gli slip da
    nuoto
    , colloquialmente conosciuti come Speedo (dalla ditta che li rese celebri), vanno indossati in piscina o in spiaggia fin che si ha il fisico per farlo. Salve alcune eccezioni, per tutti i comuni mortali, il limite di solito coincide con il trentesimo compleanno, quando, inevitabilemente, pancetta e imperfezioni corporee iniziano ad apparire. Volendo tirare le cose per i capelli, si potrebbe arrivare fino al limite massimo ed assolutamente invalicabile, dei 40 anni.
    Indossare gli Speedo dopo quell'etá é da masochisti ed é uno dei peggiori "no-no" del gusto estetico a livello mondiale (escluso il Kazakhstan).
    Ebbene, la tragedia colpisce ancora le amate sponde dell'Adriatico settentrionale... gli ultrasessantenni con gli speedo pullulano da Lignano a Grado, da Sistiana a Muggia!
    Il modello tipico é rappresentato dal omo da spiaggia di 65 anni, pensionato con abbronzatura ambrata da far invidia (non avendo altro da fare é ormai un mese che sta al mare), capellino rigorosamente ricevuto in omaggio (tipo "Trattori SAME" o "Fiera di Verona"), panza vistosamente sporgente, ricchezza di peli su addome e schiena, gambine sottilissime e, a coronare il tutto, slippino modello Speedo acquistato ai saldi rionali nel 1975.

    La tragedia é che mentre nel 1975 lo slippino poteva andare bene su un fisico asciutto e aiutare a far colpo sulle ragazze al ritmo di "Sapore di Sale", nel 2010 lo slippino evidenzia solo una "balonarie" tristemente cadente, al ritmo di "perchè lo fai" di Marco Masini.
    Nella "Magic Italy" della Brambilla, nel "pliis visit Italy" di Rutelli, nel "Friuli Ospiti di Loghi Unici" perché succede tutto questo?
    Bisogna assolutamente partire con una campagna di sensibilizzazione a favore dei boxer per chi non c'ha piu' il fisico da Speedo. E bisogna partire dalla scuole: educarli da piccoli!
    Altrimenti, tutto quello che si fara' per rilanciare l'immagine turistica della nostra regione, sara' vanificato dalle temibili "balonarie allo speedo"!

    martedì 10 agosto 2010

    Soliz Sotans: Dopo tre anni le banche fanno piú soldi che mai e i Morsanesi pagano!

    Sono passati tre anni da quando le piu’ grandi banche mondiali si sono scoperte con le pezze nel sedere e da quando i governi di mezzo occidente hanno dovuto salvarle con ingenti finanziamenti pubblici. Ne sono passati due da quando Lehman Brothers e’ collassata.

    Naturalmente seguirono anche grandi proclami della politica internazionale “la finanza creativa verrá definitivamente messa sotto stretto controllo”, “i grandi gruppi finanziari dovranno sottostare a rigide regole e controlli da parte dell’autoritá pubblica”, “i banchieri torneranno a fare i banchieri e non gli alchimisti” e cosi’ via.

    Ebbene, le nostre conoscenze nel mondo bancario internazionale ci segnalano che i bonus quest’anno non saranno ne’ piu’ e ne’ meno di quanto sia stato pagato negli anni passati... centinaia di migliaia di dollari se non diversi milioni di dollari (a testa per i dipendenti, s'intente).

    Le agenzie di rating ve le ricordate? Quelle che “tutto sta andando bene e questi titoli meritano una AAA” quando invece si trattava di titoli tossici... i politici di mezzo mondo occidentale si sono riempiti la bocca con voci di “ridimensionamento, controllo e garazia”. Ebbene, le agenzie non hanno subito neppure un graffio da nessuno e sono ancora li’ a dettare ratings (o a sparare cagate, che dir si voglia).

    L’ironia e’ che tutti quelli che hanno dato la colpa al vorace sistema finanziario Anglo-Sassone (suona bene con accento sarkosiano “Les Anglo-Saxons”) o i gaudenti del fatto che “le loro banche non parlavano inglese” si sono ritrovati con le proprie istituzioni private (es. le banche tedesche) o pubbliche (es. le amministrazioni pubbliche italiane ed ironia della sorte anche il comune della capitale finanziaria italiana, Milano) impelagate con i frutti marci della finanza creativa. Per inciso, non tutti i frutti di questa finanza sono marci pero'...

    Cosi’ miliardi di assetti tossici sono finiti ad impilarsi sul debito pubblico di diverse nazioni e si sono trasformati in un peso indistintamente per tutti i cittadini. Cittadini che pagano le conseguenze attraverso un’aumentata disoccupazione (indiretto effetto della crisi finanziaria), maggiore tassazione e servizi pubblici peggiorati per la ridotta spesa pubblica.

    Anche la reazione istintiva (isterica?) dei governi del ridurre immediatamente il loro deficit ha molti elementi d’azzardo, considerando che ridurre il deficit in piena crisi economica potrebbe, paradossalmente, esacerbare e prolungare la crisi. E anche qui a pagarne le conseguenze sarebbe il popolo e non i banchieri.

    C’hanno fatto gli “stress tests” alle banche ma si sa che erano degli esercizi dalla valenza limitata considerando che le ragioni di instabilitá a livello di sistema finanziario globale permangono. Senza entrare nel merito, il grosso problema che nessuno sembra evidenziare, e’ che la politica queste questioni di finanza, piu' o meno creativa, non le capisce (secondo voi quanto difficile e’ stato vendere prodotti derivati ad alto rischio ai grandi comuni ed alle province italiane che ora sono li a piangere?).

    I mercati finanziari internazionali corrono come Usain Bolt mentre chi dovrebbe regolarli cammina (e pure zoppicando). E quando riescono a correre, visto che la Grande Finanza e’ un affaire internazionale, non riescono a mettersi d’accordo tra politici di diverse nazioni su come regolarla o controllarla.

    Cosi’, dopo tre anni, chi paga le conseguenze (ed i bonus dei banchieri) siamo sempre noi... i soliz sotans!

    Amen.

    lunedì 9 agosto 2010

    Spritz Economics: Se l'incendio in Russia fa aumentare il prezzo del pane a Morsano

    L'altro giorno, in seno all'OMASE (Organizzazione Morsanese di Alti Studi Economici) riunitasi presso il bancone del Bar Sport in piazza, si discuteva della globalizzazione e degli effetti che questa ha sull'economia e società morsanese.

    Come sempre, oltre agli schieramenti trasversali tra prosecchisti e spritzettari, se ne sono formati due nuovi tra chi sosteneva che l'economia locale è strategicamente ben piazzata per resistere agli shock asimetrici dell'economia mondiale e chi invece sposava l'idea di un effetto comunque diretto anche sull'economia locale di qualsiasi deviazione a livello globale.

    Chi sostiene l'immunità morsanica, di solito fa appello alla limitatezza se non addirittura all'arretratezza fondamentale dell'infrastruttura economica locale che, per non essere brutali, viene pubblicamente definita "equilibrio socio-economico basato sulla piccola impresa, sul piccolo pubblico impiego e sulla solidarietà sociale". Insomma, quasi niente terziario avvanzato, poco peso economico dei servizi professionali di alto livello, niente derivati, nessuna pensione legata all'andamento della borsa, niente cartolarizzazione del debito, niente hedging con valute estere, niente fondi offshore etc.

    Chi invece sostiene l'esposizione morsanica all'andamento dell'economia mondiale fa riferimento agli effetti paesani della crisi globale ed europea iniziata tra fine 2008 e 2009 che di certo non ha beneficiato le imprese morsanesi. Ne è testimone il tasso di occupazione che, a sentire cosa dicono le siure in bottega, di certo si è ridotto vistosamente negli ultimi 18 mesi.

    Come test per la situazione morsanese capita a fagiolo la notizia che arriva dalla Russia.

    Ebbene, il premier Putin ha annunciato ieri che dal 15 agosto 2010 ci sarà un divieto di export dalla Russia di granaglie (orzo, frumento, luppolo, mais etc.) come conseguenza delle ridotte scorte nazionali russe a seguito della siccità e degli incendi che hanno distrutto, tra gli altri, anche intere distese di terreni seminati. Tanto che Glencore, l'azienda più grande al mondo quanto a transazioni di commodities, ha stimato che se nel 2009 il raccolto russo di granaglie è stato di 100 milioni di tonnellate, nel 2010 potrebbe non essere maggiore di 65 milioni di tonnellate!

    Cosa significa per l'economia mondiale? Ebbene, la Russia è uno dei maggiori produttori ed esportatori di granaglie: come immediata conseguenza, siamo andati a verificare cosa sia successo dopo questo annuncio al mercato delle "commodities" (la più importante piazza del settore è la borsa di Chicago). Indovina indovinello... i prezzi di orzo, mais e frumento sono schizzati ai livelli massimi registrati nel 2010. Nel caso del frumento e dell'orzo stiamo parlando di prezzi raddoppiati rispetto a gennaio 2010. Ovviamente, anche i "futures" di queste commodities si sono impennati ed anzi, il loro valore è schizzato su in così poco tempo da aver registrato crescite record mai viste da 40 anni a questa parte (!!!).

    Se questa è la conseguenza per "Wall Street", per "Main Street" ovvero per la vita di ogni giorno di noi comuni mortali, la consegueza da aspettarsi è una crescita del costo di prodotti derivati da granaglie: pane, farine, prodotti alimentari industriali, birra...

    Di riflesso pure della carne visto che gli allevamenti usano granaglie come mangime.

    La prima conseguenza l'ha registrata ovviamente Wall Street: le multinazionali alimentari (Nestlè, Unilever, General Mills etc.) hanno subito registrato una flessione in borsa.

    Ora scattano le reazioni "sotto la cenere" ovvero, le diatribe politiche con le nazioni che dipendono dagli export russi e l'aggiunta di speculazione sui prezzi degli alimentari. Queste due componenti non saranno mai visibili ai più, ma quello che sarà visibile sarà l'aumento dei prezzi. Già nel 2008 si vedeva una corsa al rialzo dei prezzi degli alimentari con relativa crescita inflattiva e incazzatura di popolo in alcune parti del mondo più povere e vulnerabili dal punto di vista alimentare. Ora si tratta di capire come questo fenomeno influirà sui prezzi di, tra gli altri, pane e pasta. Di certo gli aumenti arriveranno in Europa, poi in Italia e quindi a Morsano.

    Ora vediamo quando i giornali nazionali (Corriere, Repubblica etc.) prima e i bollettini locali poi (es. Parrocchiale e Semide) riprenderanno alcune conclusioni di cui sopra. In base al tempo che passa tra un livello di comunicazione e l'altro, capiremo se il problema globale si sente subito a Morsano, se si sentirà tra qualche mese o se ... non si sentirà per niente. In quest'ultimo caso avranno ragione gli "isolazionisti", negli altri casi i "globalisti".

    Il dibattito è aperto...

    domenica 8 agosto 2010

    Dalla Sicilia immagini che richiedono una riflessione

    Dal nostro inviato in Sicilia. Nella foto scattata poco fa qui a Palermo, si nota una cosa importante che salta subito all’occhio di qualsiasi castionese o morsanese: il nome della scuola, Vittorio Emanuele II.

    Tutti sanno che Vittorio Emanuele II di Savoia fu il primo re d’Italia, titolo che assunse nel 17 marzo 1861 dopo le imprese dei Mille di Garibaldi nel Regno delle Due Sicilie e le varie Guerre d’Indipendenza in particolare in Lombardia e Veneto.

    Quello che pochi notano pero’, sono le implicazioni per il Sud Italia della “conquista” sabauda dei territori meridionali. L’impatto visivo per il turista (che abbia un minimo di spirito d’osservazione) e’ rappresentato in prima istanza dal nome delle piazze, delle vie e degli edifici pubblici. Molte delle vie sono intitolate ad “eroi” piemontesi o sabaudi: da via Cavour a via Emanuele Filiberto, da piazza XX Settembre (data della presa di Porta Pia) al Liceo Classico Vittorio Emanuele II appunto.

    Provate a pensare: quante scuole sono intitolate al primo re d’Italia da noi in Friuli? A occhio nessuna. Invece in Sicilia ed altre regioni meridionali di intitolazioni ad “eroi del Nord (Ovest)” ce ne sono a bizzeffe soprattutto se si tratta di vie o piazze principali.

    Cosa ne concludiamo?

    Che “gli italiani” e la loro dinastia regnante “piemontese” imposero la loro dominazione al Sud facendo leva anche sugli aspetti piu’ spiccioli (come ad esempio cambiare il nome delle vie) di quella che di fatto fu una conquista con la forza o sotto la spinta di promesse di riscatto sociale poi non mantenute.

    Tant'é che di esempi di strenua resistenza da parte dei Borbonici e di angherie dei conquistatori ne esistono: a partire dalla difesa di Gaeta da parte dei fedeli al re delle Due Sicilie fino al febbraio 1861 (che termino’ in una cruenta uccisione di 2.800 tra civili e militari da parte dei piemontesi che peraltro persero qualche centinaia dei loro), passando dalla strage di Bronte (rivolta contadina repressa nel sangue dai garibaldini), al Massacro di Pontelandolfo, Casalduni e Campolattaro (per rappresaglia un battaglione di 500 bersaglieri massacrò oltre 200 cittadini e distrusse il paese incendiandolo: molte donne furono stuprate prima di esser assassinate e non furono forniti dati ufficiali sul numero totale delle vittime della repressione) fino alla Rivolta del 7 e mezzo a Palermo (violenta dimostrazione antisabauda, organizzata da garibaldini delusi, reduci dell'esercito meridionale, partigiani borbonici e repubblicani, che insieme formarono una giunta comunale. Dovette intervenire l'esercito, mentre le navi della Regia Marina e quelle inglesi bombardarono la città. Molti dei rivoltosi furono arsi vivi, combattendo casa per casa e distruggendo Palermo, che fu "riconquistata" da circa 40.000 soldati. Alla fine furono oltre 200 le perdite militari e oltre 1.000 i civili passati per le armi). Poi pochi sanno dei "lager" sabaudi al Nord dove furono rinchiusi e trovarono la morte migliaia di borbonici (vedi "la pulizia etnica piemontese").

    Poi c’e’ tutto il discorso dei tesori del Sud trafugati e trasferiti nelle casse sabaude o dell’oppressione dei “baroni” latifondisti meridionali che non fu per niente scardinata per favorire le masse contadine che anzi, si trovarono a cambiar governanti senza nessun miglioramento della loro condizione di servi della gleba.

    C’e’ poi una revisione storica del fenomeno del brigantaggio che nelle scuole del Nord era (e’?) raccontato come un aspetto negativo del periodo post unitario. Sempre piu’ studiosi stanno rivedendo il fenomeno in chiave diversa con i piemontesi visti nella veste di oppressori, alleati dei latifondisti meridionali, contro le masse contadine costrette a subire i balzelli degli uni e la schiavitu’ senza diritti imposta dagli altri. Masse contadine che quindi vedevano nella guerriglia armata una passo necessario per ottenere giustizia sociale. Tra gli altri, il libro di recente pubblicazione “Terroni” di Pino Aprile, esplora alcuni di questi aspetti.

    Tornando a noi ed alla nostra foto, questo e’ cio’ che capiamo guardandola: una terra martoriata 150 anni fa e costretta a subire ben oltre il lecito.

    Bene farebbero gli amministratori locali meridionali a cambiare i nomi delle loro vie, delle loro piazze e delle loro scuole con personaggi in cui la popolazione possa riconoscere una radice locale ed eroi propri e non imposti dall’alto. Via Martiri di Bronte, via Francesco II di Borbone e regina Maria Sofia, piazza Eroi di Gaeta, piazza Federico II di Svevia, Scuola Elementare “Magna Grecia”, renderebbero di certo piu’ giustizia all’orgoglio locale che una massa di “eroi” imposti da Torino.

    NB nelle foto seguenti si possono notare altri monumenti locali.

    Per approfondire:

    "I Savoia e il massacro del Sud" di Antonio Ciano - Edizione Grandmelò, Roma, 1996

    "Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali" di Pino Aprile, Edizioni Piemme, 2010

    sabato 7 agosto 2010

    Per la stampa estera il 20 percento dei morsanesi sarebbero degli xenofobi (gulp!?!)

    Estate é tempo di ferie ed il nostro blog é lento come i ritmi agostani di noi popoli mediterranei.

    Polemizzare o riportare polemiche feroci di natura pesana non scalderebbe gli animi piu' di quanto non stia facendo il generale agosto (come l'ha definito recentemente il presidente della Regione Tondo). Pertanto, rivolgiamo l'attenzione ad un fenomeno di natura globale con implicazioni per i morsanesi.

    Quando si legge la stampa straniera, anche autorevole, i riferimenti alla Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, meglio nota come Lega Nord, sono quasi sempre negativi: l'ultimo e' un articolo in prima pagina del Financial Times del 31 luglio 2010 che definisce la Lega Nord "federalist and xenophobic" (Berlusconi hangs on by thread). Poi c'é The Economist che non si risparmia quanto a commenti al fulmicotone come ad esempio "First was the success of his ally, Umberto Bossi, whose populist and xenophobic Northern League won 13% of the vote" (Italy's regional elections).

    Anche wikipedia ci mette del suo con "The party is often described as "xenophobic"[112][113][114][115][116][117] and "anti-immigrant".[118][119]".

    Non entriamo nel merito ma ci chiediamo, visto che la Lega raccoglie quasi il 20% delle preferenze alle politiche a Morsano, i morsanesi si sentono veramente "xenophobic" come dicono all'estero?

    Nell'immagine i risultati della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania alle regionali del 2010.

    venerdì 6 agosto 2010

    Morsano Imprenditoriale: Borse per la Spesa "Griffate"

    Dei danni provocati dai sacchetti "usa e getta" di plastica ne avevamo parlato tempo fa. Dal 2011 queste comuni borse della spesa di nylon, in quanto altamente inquinanti, saranno vietate per legge: mancano 4 mesi ed e' tempo di pensare agli scenari possibili dopo il divieto e pensare come far soldi.

    Verosimilmente si puo' ipotizzare che i famelici sacchetti di nylon verrano sostituiti da:

    1. borse di plastica robusta
    2. borse di carta
    Le due opzioni non si escludono a vicenda ed anzi, é verosimile che coesisteranno perché, mentre la borsa "robusta" é per chi fa spesa abitualmente, quella di carta é per la spesa occasionale. Ad esempio, se ci troviamo in ferie in montagna, nella spesa nel negozio del paesino sperduto non ci porteremo dietro la borsa robusta ma ogni giorno chiederemo una borsa di carta.

    Il discorso si fa caldo attorno proprio alla borsa rigida. Tra casalinghe, colf e gente che vive da sola possiamo stimare che in Italia ci siano circa 30 milioni di persone che facciano la spesa regolarmente o se vogliamo, 30 milioni di potenziali acquirenti di "borse robuste riutilizzabili".

    Le borse rigide riutilizzabili esistono in commercio da decenni ma, non sono mai diventate un prodotto di massa. Anzi, l'immagine che hanno é quella di un prodotto sfigato per anziane signore. Dal prossimo anno questa percezione dovrá cambiare per forza di cose.

    Se al mercato rionale continueranno a vendere le borse per la spesa, bruttine e da pochi euro, la grande distribuzione si sta attrezzando con offerte meno "da siore Catine" e piú da mercato di massa. Non a caso si possono trovare delle borse della spesa rigide e riutilizzabili anche all'IKEA e negozi affini.

    Quello che manca é il tocco di classe; la borsa per il segmento alto del mercato delle signore che fanno lo shopping per la casa.
    La giovane manager che scende in negozio a prendere la cena macrobiotica, l'avvocatessa o la commercialista che rientrando dall'ufficio passano al supermarket, la giovane studentessa modaiola che fa le compere, la siura paesana - moglie del facoltoso cummenda - che passa a prendere i cetrioli e via dicendo. Che borsa diamo a questi segmenti di mercato?

    Qui scattano le opzioni imprenditoriali.


    Ovviamente non si tratta di far concorrenza a chi vende borse made in China a "siore Catine" né al grande magazzino che offre le borse con il logo aziendale o le borse vagamente colorate. Bensí si tratta di offrire qualcosa di esclusivo ed innovativo per un 5-10% del mercato (su 30 milioni si parla di un potenziale bacino clienti di circa 3 milioni).



    Potrebbero esserci borse personalizzabili con immagini fotografiche a piacere, o immagini "cool" di cittá "cool" come New York o Parigi. Poi ci potrebbero essere delle borse della spesa di stoffa "griffate" con loghi delle grandi firme della moda. Qui siamo tra la gran cagata e la gran figata. Certo che tutto dipende da cosa faranno D&G in materia ma mettere in piedi una rete di produziuone e distribuzione da griffare in seguito, in questo momento, darebbe un certo vantaggio competitivo.
    Poi ci sono le borse in stoffa (vedi immagine) che potrebbero interessare una buona parte di quel 5-10% di mercato di cui sopra. Borse cucite a mano, lavabili e personalizzabili a richiesta con un ricamo o un logo. Ci sarebbe la soliditá e l'esclusivita' di un prodotto per sua natura povero ma reso un piccolo bijoux da mani artigiane.

    A spanne, vendendo a 20+ euro a borsa indirizzando 3 milioni di clienti potenziali in Italia, le prospettive di mercato sono di circa 60 milioni di euro.

    Se poi si vende on-line... i giochi sarebbero aperti.

    Nota: nelle foto una borsa della spesa di stoffa, realizzata a Morsano.

    giovedì 5 agosto 2010

    Spritz Debate: Del servizio clienti friulano ovvero della supercazzola prematurata della sbiricuda come fosse antani...

    Dopo un’esperienza in diversi centri commerciali della zona, in bar, s’e’ discusso di servizio clienti.

    La patria del servizio clienti e’ l’America. Non esistono camerieri gentili, sorridenti e premurosi come i camerieri americani. Stessa cosa per i commessi dei negozi, o meglio, delle grosse catene di negozi. Generalmente a ricevere il cliente c’e’ un sorriso e tanta cortesia. Ora, si puo’ filosofeggiare a lungo sul fatto che in America i camerieri vivano di mance piuttosto che di stipendio e quindi la gentilezza e’ studiata a tavolino per massimizzare appunto le mance; pero’ il risultato e’ un indubbio buon servizio al cliente.

    La patria del pessimo servizio clienti e’ invece la Francia. Lasciamo al lettore gli aneddoti sullo snobbismo e l’aria di sufficienza dei camerieri d’oltralpe. Pero’, per paradosso, statistiche alla mano, la Francia da sempre e’ la nazione piu’ visitata al mondo.

    Arriviamo a noi. Il Friuli riesce a non essere l’America quanto a servizio clienti e non compensa neppure con il turismo visto che non e’ certo la regione italiana piu’ visitata. Vediamo dunque il segreto di tanta tragedia.

    Sorvolando sulla ben nota mummifica glacialitá dei carnici, gli avventori dell’osteria si sono soffermati sul servizio clienti delle nostre zone: la famelica Bassa Friulana.

    La palma del migliore servizio clienti va ai magazzinieri di un noto grande negozio della zona di Palmanova. Quando si va a ritirare la merce riescono a trattarti con sufficienza parigina o come si conviene ad un conte che parla ai suoi servi della gleba. “Signora si sbrighi con quel biglietto”, “uff, non vede che c’e’ la coda” sono le loro tipiche espressioni piccate all’indirizzo dei clienti.

    Non va meglio in cassa generale dello stesso meganegozio. Fantastico quando una cassiera, ad alta voce, commenta di fronte a dei clienti basiti al riguardo della collega appena andata via... “ma come si fa a non barrare il codice XYZ, quella sbaglia sempre!” per poi continuare “ufff, andate nell’altra cassa che qui siamo occupati!”.

    O in un altro centro commerciale della zona... “ma se fate la coda li, non vi servira’ nessuno daaaaah. Spostatevi no!”.

    O al ristorante il cameriere: “ahahah –risatina sarcastica – no, il formaggio su questo piatto non si mette” detto con lo sguardo che scruta lontano con fare di chi la sa lunga. O quantomeno piu’ lunga del povero cliente.

    L’idraulico che ti dá l’appuntamento alle 15:00 del giorno 10 e poi non si presenta e non ti avvisa, per poi presentarsi alle 10:00 del giorno 30, non fa testo perche’ sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Pero’ una certa incapacita’ di gestire il servizio clienti in Friuli esiste. Volendo ci aggiungiamo pure la Venezia Giulia dove non hanno mai “furia” nel servirti e ti parlano in “triestin” come se il cliente dovesse adattarsi alla lingua del venditore e non vice versa. E se poi siete di Torino e il triestin non lo capite...azzi vostri!

    Poi c’e’ il capitolo dei baristi che si prendono troppe confidenze entrando nelle conversazioni dei clienti. Oppure come quell’oste (a Gonars) che ti dice “allora ordinate o no”... anche quando siete seduti con ospiti "di riguardo".

    Insomma, il servizio clienti in regione tende a far acqua da tutte le parti. Spesso, per risolvere le situazioni difficili basterebbe un sorriso ed una parola giusta per addolcire le pillole di vita amara. Pero’ siamo friulani ed i muscoli facciali oltre al broncio produttivo non riusciamo ad attivarli.

    Quindi, in conclusione, se ci legge qualche esperto di CRM/marketing/comunicazione sappia che siamo una causa persa, pero’ se ci legge qualche chirurgo maxillo-facciale, sappia che siamo terra di conquista!

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