venerdì 31 agosto 2012

Comunicazione di servizio: avete domande per il ministro delle finanze brasiliano?

Another BRIC in the wall.
Le blave a trop ise?  
Comunicazione di servizio: questo pomeriggio, un morsanese (assieme a un pool di specialisti in mercati emergenti) sarà al telefono con il ministro delle finanze del Brasile per discutere i risultati economici brasiliani del secondo trimestre 2012.

Se qualche lettore ha domande che vuole fare al ministro, le mandi pure al blog via email che poi le gireremo a chi di dovere.

Per la cronaca, il colloquio avverrà in portoghese con traduzione simultanea in inglese o come l'hanno messa giù... there will not be a slide presentation on the call Friday. The Minister will give remarks on Brazil’s Q2 performance and year-to-date growth, which will be followed by an open Q&A session for participants.

Uazzagama! Chei di Morsan a son par dut! ...Oi, beleza!


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mercoledì 29 agosto 2012

Spritz Autonomy: de l'Autonomia del Friùli (VG)

Serata sportiva funesta ieri sera per lo sport friulano con l'uscita dalla Champions League dell'Udinese beffata da un grossolano errore di un rigorista brasiliano che si è creduto un fuoriclasse (Udinese, è un verdetto atroce. Follia Maicosuel, Braga in Champions). Da ricordare questa mattina è il commento di Massimo De Luca sul suo blog Circo Massimo - Un cucchiao avvelenato:

PS Spero che qualcuno spieghi ai telecronisti (quasi tutti) che il Friuli si chiama Friùli, con l'accento sulla u (senza pretendere che ci si ricordi del Forum Julii latino da cui deriva) e che pronunciare bene l'italiano, fino a prova contraria nostra lingua madre, è un po' più importante che dire "Sanetti" con la S , Nagatomò con l'accento sulla o e Stekelenburg con l'accento sulla prima e.

La pronuncia sbagliata del nome di una regione italiana da parte di telecronisti italiani che parlano la lingua italiana è sbalorditiva. Noi friulesi ne siamo abituati ma fa sempre un brutto effetto sentirsi sbagliare il nome dell'alma mater e spinge ad una reazione di desgno e distacco (o come dice un nostro amico aerofago: "fasui di bèsoi"). 

Reazioni forti arrivano anche dalle discussioni che sono in atto nei confronti del futuro delle regioni Autonome a Statuto Speciale come appunto la nostra, il Fri(ù)li Venezia Giulia (FVG). 

Quando si solleva la discussione in bar, le posizioni sono SEMPRE queste (alle quali in rosso s'è messa una possibile posizione alternativa):

- il FVG paga 10 e dallo Stato riceve 4 quindi possiamo tenerci l'Autonomia (il che non è vero perchè il bilancio entrate/uscite tra Stato e FVG ha un deficit, sebbene minimo, a sfavore dello Stato)
- abbiamo delle lingue minoritarie da tutelare e si possono tutelare SOLO con un'autonomia forte (bisognerebbe vedere la casistica di cosa succede nel mondo. Se poi si chiede qual'è la differenza tra lingua e dialetto quanti la sanno? Forse il vocabolario Veneto/Italiano, o quello Piemontese/Italiano lo dicono)
- alcune regioni come la Calabria costano più della regione FVG (vero, nulla quaestio)
- la regione FVG anche se dovesse sprecare come molte regioni del Sud (es. le assunzioni a chiamata senza concorso pubblico anche di nostri compaesani/e), il moltiplicarsi di consiglieri di amministrazione di controllate farlocche stipendiati fior di quattrini, assunsioni pretestuose di amici/parenti/compagni di partito e via dicendo, è sempre meglio che si sprechi qui piuttosto che mandare soldi in base Italie (vero ma è diverso se sprechi soldi tuoi o se sprechi quelli che ti danno il Veneto, la Lombardia, l'Emilia R. e la Toscana, regioni che danno allo Stato più di quanto ricevono)
- le autonomie in altre regioni d'Europa sono un modello da seguire: il Friuli VG come la Catalogna! (Esistono casistiche sugli sprechi e il declino auto-inflitto da autonomie fuori controllo, al di là della Catalogna oberata dai debiti (che no glieli ha fatti Madrid) e da Valencia che tra "Formula 1" e "America's Cup" si è svenata, c'è il caso del Quebec che avversando il governo "anglo-saxon" di Ottawa ha fatto letteralmente scappare investimenti e crescita spingendo oltre i limiti della chiusura la francofilia locale)

Financial Times (16 agosto 2012) - "Autonomy Under Fire"
Un'autonomia come la Catalogna? Bastano € 21 miliardi di debito... 
Difficilmente ci sono posizioni alternative autoctone (sebbene curiosamente il nostro "Sondaggio: Lo Statuto Speciale per il Friuli Venezia Giulia è..." vada in direzione opposta - forse persone di fuori regione hanno risposto al sondaggio).

Le critiche all'autonomia del FVG arrivano SEMPRE dall'esterno. O da chi non conosce bene le dinamiche della regione o da chi si occupa di sprechi della cosa pubblica essenzialmente nel mondo dell'informazione perchè NESSUN politico locale (ovviamente!) o nazionale mai si sognerebbe di dire pubblicamente - anche se nel suo cuore a torto o a ragione lo pensasse: "l'autonomia statutaria della regione Friuli Venezia Giulia va cancellata e ne dobbiamo fare una regione a statuto ordinario o, al limite, tutte le regioni dovrebbero avere la stessa autonomia del Friuli Venezia Giulia e di fatto il FVG diventerebbe una regione come tutte le altre". 

A spanne, le ragioni di questa mancata dichiarazione d'intenti sono:
- i politici italiani tendono a cercare la popolarità facile piuttosto che dare indicazioni (tipo "i no che aiutano a crescere i bambini piuttosto che dire sempre di si ai capricci"). D'altronde a Londra David Cameron ha vinto le elezioni promettendo lacrime e sangue per rimettere in sesto le finanze pubbliche e l'economia mentre qua i ristoranti erano pieni e non c'era crisi (agli elettori si fanno dichiarazioni d'intenti in base alla loro maturità...)
- se lo dici in FVG perdi voti
- visto che serve una riforma costituzionale per cambiare l'autonomia delle regioni a Statuto Speciale (e quindi un iter aggravato con l'approvazione dei 2/3 del parlamento) e visto che i parlamentari di Sicilia, FVG, Sardegna, Valle d'Aosta e Trentino AA mai e poi mai voterebbero contro l'autonomia di cui godono i loro elettori, è perfettamente inutile anche provarci.

Di fatto, nel segreto delle camere oscure, prove tecniche di ridimensionamento dei finanziamenti alle regioni autonome vengono fatti (dai governi centrali e non dal potere legislativo) ma è una battaglia in salita.

Quindi perchè parlarne se difficilmente cambierà qualcosa?

Il discorso è essenzialmente una questione di soldi.

Ha fatto scalpore un articolo di S. Rizzo sul Corriere della Sera "Le mani bucate delle Regioni" del 23 agosto 2012 che ha scatenato la risposta piccata del sindaco di Bolzano "Inefficiente lo Stato, non gli enti locali".

Qui interessante è la controrisposta del giornalista (che riassume "il grado di grigio" con il quale molti vedono la discussione tra il bianco e il nero di chi o è a favore delle autonomie sic et simpliciter e chi invece le abolirebbe senza pensarci su due volte): Qui nessuno vuole mettere in discussione il principio dell' autonomia, ma le degenerazioni causate da una certa interpretazione degli statuti speciali. Forse non è legittimo chiedersi se il principio dell' autonomia, in molti casi, sia stato applicato in modo corretto rispondendo alle reali esigenze tanto delle comunità locali quanto della collettività nazionale? Credo fermamente che ci siano autonomie che hanno avuto un senso e continueranno ad averne. Ma è innegabile che sopravvivano forme e situazioni anacronistiche capaci di produrre sprechi e clientele: che con la difesa dell' autonomia dei territori, lo sanno tutti, non c' entrano un fico secco.

Parlando di possibili degenerazioni, il giornale "Libero" pubblicò un articolo dedicato proprio al FVG (Friuli sprecone, spede 35 milioni di euro per il dialetto) nel quale, oltre a definire il "Furlàn" un dialetto, sottolineava alcune voci di spesa ben precise sulle quali si povrebbe riflettere e chiedere un'opinione informata a chi queste cose le caldeggia:

A - Parlare friulano è dunque un affare. Spuntano enti e associazioni, con tanto di dirigenti e personale stipendiati. Che chiedono fondi. L’'agenzia regionale per la lingua (Arlef), arruola un presidente, un direttore, un cda di sette membri e un comitato scientifico. Costa in bilancio un milione di euro l’anno.

B - il vocabolario ufficiale, il “dizionâr bilengâl”, già costato un milione e mai finito. Dopo dieci anni non ne esiste una sola copia su carta. «Per ora è consultabile sul web», ripetono gli esperti. Avanti di questo passo, serviranno altri 13 anni (e relativi milioni) per completarlo.

C - Se si fa un giro al palazzo della Regione, ci s’imbatte nell’interprete. Di friulano, s’intende. È severamente chiuso in cabina col collega sloveno e le cuffie sulle orecchie. Fanno mille euro a seduta. E poco importa che, su cinquantanove eletti, in aula parli friulano soltanto il leghista Enore Picco. Lo fa per qualche decina di minuti a semestre. Viene tradotto in simultanea, ma quando torna a sedere, conversa disinvolto in italiano coi colleghi. 

D - ma anche della spesa sanitaria, che secondo la Corte dei conti è «fuori controllo». Il costo pro capite è di duemila,5 euro contro i 1.861 di media nazionale. 

Come detto, la discussione è sterile da un punto di vista pratico perchè senza riforma costituzionale non si cambia nulla. Ma delle risposte ai punti sollevati dagli organi d'informazione qualcuno dovrebbe darle.

In conclusione, sarebbe utile che le posizioni a favore dell'Autonomia fossero diffuse di più per rinfrescare le argomentazioni tra le persone in bar (che noi monitoriamo regolarmente) altrimenti c'è il rischio che con il tempo si diano per assodate cose che tutto d'un tratto nessuno sa realmente perchè esistano. 

Dall'altro lato, chi è contro l'Autonomia statutaria così com'è implementata oggi, dovrebbe diffondere di più le proprie argomentazioni perchè al momento nessuno sembra capire la ragione per la quale si dovrebbe mettere in discussione lo status quo.

Insomma, le due posizioni e i livelli di grigio che stanno in mezzo, hanno bisogno di pennellate. 

Argomento di grande interesse? Al momento del caricamento qui sopra (il 29 agosto 2012), il video aveva ricevuto 29 visite dal 31 gennaio 2012. Notasi l'incipit della domanda del giornalista "il FVG ha un'autonomia gestita in maniera virtuosa", la virtuosità in FVG si dà sempre e comunque per assodata (questo giornalista probabilmente non lavora per Libero).   

martedì 28 agosto 2012

English Drama: la prova del telefono che incastra l'Italiano con "buona conoscenza della lingua inglese"

Anche in Inglese si dice Aurea Mediocritas?
Spesso nel curriculum del giovine medio si trova scritto "Inglese buono scritto e parlato". La cosa non sorprende perchè è una formula abbastanza comune nei curricula di quasi tutti noi.

Se fai lo statale, a sancire quello che sai, conta quello che l'università di Caciocavallo ha scritto sul pezzo di carta ma se lavori nel 'privato' l'unica carta che conta si trova sempre e solamente nella prima porta a destra (e spera che non finisca mai).

Così quello che c'è scritto sulla conoscenza dell'inglese sul curriculum ha importanza nulla se poi non sai superare la prova del telefono.

Perchè è proprio così che funziona: ti viene dato un telefono in mano con all'altro capo della comunicazione un americano o un inglese che ti fa delle domande e tu devi rispondere. In inglese ovviamente.

Le statistiche spannometriche sono impietose: tre quarti degli italiani che nel curriculum hanno scritto "conoscenza dell'inglese buona" non superano la prova del telefono.

La questione si è felicemente riproposta qui da noi quando un giovane ricercatore universitario della zona è tornato in visita in patria con la morosa anglofona. Tavolata di una dozzina di baldi friulani e friulane, quasi tutti laureati, quindi con alle spalle 5 anni di inglese alle elementari, 3 anni alle medie, 5 anni alle superiori e almeno una prova di lingua inglese all'università, e sapete quanti conversavano con la signorina anglofona? Solo due!

Gli altri discretamente rinunciavano non per timidezza friulica ma per una evidente inadeguatezza linguistica.

A proposito, come si dice in inglese: "puars i mei bez butaz vie di bant"?

lunedì 27 agosto 2012

Numeri Utili: il crescente peso delle Economie Emergenti (2010)

Ci informa l'Economist ("Why the tail wags the dog") che le "emerging economies", le economie emergenti, pesano sempre piú a livello mondiale. Infatti, sebbene l'elenco di nazioni che fanno parte delle "economie emergenti" cambia di anno in anno visto che diverse economie nazionli vengono promosse a rango di "economia sviluppata" (es. l'FMI ha promosso negli anni Hong Kong, la Korea del Sud, la Repubblica Ceca e l'Estonia), una buona porzione di popolazione e dell'economia mondiale risiedono nelle zone emergenti del mondo.

Il concetto stesso di "emergente" va in contrasto con l'idea di "terzo mondo" molto in voga negli Anni Ottanta che dava l'idea di zone depresse senza via di scampo mentre ora, l'essere "emergenti" significa che ad un certo punto si dovrebbe emergere e andare ad aggiungersi alle economie sviluppate.

Il fatto é che nazioni come il Brasile o la Polonia contano sempre piú in ambito commerciale sia come zone di produzione, sia come destinatarie dell'export per soddisfare le esigenze di una popolazione con sempre piú maggiore capacitá di spesa (auto, case, infrastrutture, scuole, ospedali e via dicendo). 

Per capire il peso delle economie emergenti, basta guardare ai dati della porzione di PIL mondiale che queste generano rispetto al passato ed in particolare basta osservare il significativo peso di alcuni indicatori economici come il consumo di acciaio, la penetrazione di tecnologia mobile e l'acquisto di automobili, tutti indicatori che sottolineano gia' il sorpasso nei confronti delle economie sviluppate (per contro sempre piú sotto pressione per l'inalzamento dell'etá media della popolazione, la bassa natalitá e i problemi di bilancio pubblico o privato, del problema pensionistico e delle crescite economiche asfittiche). 

Secondo le proiezioni dei maggiori economisti, entro il 2018 i paesi emergenti genereranno la maggioranza del PIL mondiale. Un dato in netto contrasto con gli anni Novanta quando solo il 20% della ricchezza mondiale era generata in questi paesi.



Fonti: AT Kearney, Bloomsberg, BP, dotMobi, Fortune, IMF, UBS, UN, World Bank, World Steel Association, WTO

domenica 26 agosto 2012

Numeri utili: INPS (2011)

Con 800 miliardi di Euro intermediati ogni anno, l'INPS é il piú grande ente pubblico d'Europa.

Numero di dipendenti: 35.000
Numero di pratiche trattate ogni anno: 30 milioni

- Entrate € 287.5 miliardi
- Uscite € 286.7 miliardi
Saldo finanziario € 831 milioni

Pensioni erogate: oltre 17 milioni

Esborso per le pensioni:
2010 - € 178.4 miliardi
2011 - € 181.5 miliardi

Situazione patrimoniale:
2010 - € 43.5 miliardi
2011 - € 40.2 miliardi

Andamento delle entrate contributive
2010 - € 147.6 miliardi
2011 - € 151.0 miliardi

Trasferimenti dal bilancio dello Stato
2010 - € 84.2 miliardi
2011 - € 83.9 miliardi

sabato 25 agosto 2012

Numeri Utili: Cuneo Fiscale (2011)

Il cuneo fiscale é definito come " è la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore, essendo il restante importo versato al fisco e agli enti di previdenza e pensionistici (INAIL, INPDAP, INPS) tramite imposte contributive. Qui i dati delle maggiori economie mondiali:


Misteri della Fede: perché la benzina é ai massimi storici?


Ne avevamo parlato nel post "Spritz Petrol Station: il mistero dell'aumento del prezzo del carburante": il petrolio raggiuse i massimi storici nel 2008 con un prezzo di 149$ a barile che con il tasso di cambio di allora equivaleva a 94.56 Euro. La benzina all'epoca raggiuse 1.56€ al litro.

Dal 2008 il prezzo al barile del petrolio é sceso ben del 35% arrivando agli odierni 95.6$ al barile. In Euro, siamo passati da 94.56 € a 76.25€, un calo del 19%.

Se dal 2008 il prezzo del petrolio é calato del 19% in Euro, com'é che invece la benzina, sempre rispetto al 2008 é aumentata ben del 28%???

A parte i centesimi di aumento dovuti alle disposizioni di tremonti prima e poi di Passera, cos'é che davvero incide in maniera macroscopica su questi aumenti?

Ci stanno pigliando per il culo? 

Misteri della fede.  

venerdì 24 agosto 2012

Spritz Taxation: Se lo Stato viola la Costituzione la Piccola Impresa paga più tasse della Grande Impresa

Ormai è fuori corso
La discussione al bancone del bar questa mattina è stata tra due pensionati (un ex statale e un ex operaio) ed un morsanese in pausa caffè.

Si discuteva se le piccole imprese paghino le tasse o meno (oltre il 95% delle imprese italiane hanno meno di 10 dipendenti). I due sostenevano che c'è un'alta evasione tra le piccole imprese e che i livelli di tassazione per queste sono equi.

Al che, l'altro avventore ha sollevato un'obiezione di incostituzionalità del modo in cui le piccole imprese sono tassate rispetto a quello in cui sono tassate le grandi imprese.

Tra il silenzio dei presenti è scattato il ragionamento:

Quando il presidente del consiglio Monti al meeting di CL ripete che l'evasione fiscale è una guerra, si dimentica di dire che l'ordinamento italiano pone lo Stato asimmetricamente al di sopra del rapporto paritario di dovere con il contribuente:

- perchè nel contenzioso fiscale il cittadino non è sottoposto al giudizio di un giudice terzo rispetto alle parti del contenzioso;

- perchè non è vero che lo Stato rispetta il vincolo dell'articolo 23 della Costituzione sulla riserva di legge assoluta in materia tributaria (cioè secondo la Costituzione solo le leggi, quindi discusse in Parlamento, dovrebbero stabilire nuovi doveri fiscali mentre nella realtà anche i decreti, i regolamenti e perfino le circolari ministeriali li modificano);

- perchè non è rispettato l'articolo 53 della Costituzione che prevede il principio della Capacità contributiva e della progressività della tassazione. Invece la tassazione alle imprese italiane è totalmente regressiva e non progressiva: più piccola è la tua impresa e meno finanziarizzato sei, meno possibilità hai di fare arbitraggio prima della chiusura di bilancio con i valori di libro dei tuoi asset e quindi andrai meno in credito fiscale. Quindi le aziende più grandi hanno un tax-rate reale di molte decine di punti inferiore rispetto alle piccole imprese. Esattamente il contrario di quanto è scritto in costituzione!

La domanda di fondo per la prossima pausa caffè è: quali sono le pretese legittime che può avere uno Stato che viola le sue stesse norme?

...e il dibattito continua

giovedì 23 agosto 2012

Sondaggio: Lo Statuto Speciale per il Friuli Venezia Giulia è...


Abbiamo chiesto ai lettori cosa ne pensino dell'autonomia della Regione Friuli Venezia Giulia. In generale in Italia quando si parla di regioni a Statuto Speciale il cittadino medio pensa immediatamente alla Sicilia e al costo spropositato e fuori controllo del mantenerne l'autonomia. Poi si pensa ai trasferimenti verso la Valle d'Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano i cui amministratori sono pagati in media più degli amministratori delle regioni a statuto ordinario, la spesa sanitaria pro capite è maggiore delle regioni a statuto ordinario e il costo dei dipendenti regionali nonchè il loro numero in termini procapite rispetto agli abitatnti della regione è maggiore di quello nelle regioni a statuto ordinario.

Il FVG non assorbe risorse tante quante altre regioni a statuto speciale e a detta degli autonomisti, costa meno della regione Calabria. In effetti il FVG grossomodo pareggia il suo bilancio tra trasferimenti dello Stato e le tasse che versa (vedi Numeri Utili: Abitanti e Bilancio delle Regioni Italiane (2007)) di fatto agendo come uno stato parte di una repubblica federale.

La legittima invidia penis delle altre regioni nei confronti del Friuli fa si che molti vogliano cancellare le regioni a statuto speciale. Soprattutto i Veneti hanno le sfere che gli girano perchè pagano allo Stato più di quanto ricevono. Almeno il Friuli VG più o meno pareggia il conto.

Così chi nasce a San Michele al Tagliamento (VE) non capisce perchè non possa ricevere un finanziamento a fondo perduto sull'acquisto della prima casa, cosa che riceverebbe se abitasse dall'altra parte del Tagliamento a Latisana (UD) oppure a Sappada (BL) hanno meno agevolazioni degli abitanti di Forni Avoltri (UD).

La confinante Austria è una nazione tra le più ricche, pro-capite, d'Europa mentre la vicina Slovenia non è più parte di una repubblica federale comunista ma è una nazione che ha l'Euro, che è in Europa da anni e il cui PIL pro capite è già all'80% della media UE. Poi i vicini del Veneto abitano in una delle regioni più ricche d'Europa. Il Friuli VG non è una regione disagiata e isolata dal mondo ma è lo snodo degli scambi internazionali e, in base al risultato del nostro sondaggio, evidentemente oggi pochi vedono la necessità di un'autonomia amministrativa concepita nella forma di Regione a Statuto Speciale.

Fa pensare che le imprese Venete in molti settori (es. arredamento) siamo più competitive di molte aziende friulane, non a caso se si vuole risparmiare un po', spesso conviene chiamare un'impresa veneta a fare i lavori (es. una cucina dove vi costa di meno?). Non è che le aziende nostrane si siedono sugli allori e su varie forme di contributi anzichè focalizzarsi sull'essere più competitive con prodotti e processi aziendali? Boh! (vedi
Numeri Utili: Numero di Imprese per Regione (2011) - E' il Friuli V.G. la regione meno imprenditoriale d'Italia...) Senza contare che in Veneto le abitazioni costano di più, gli stipendi sono gli stessi e la benzina costa meno (pure senza tessera sconto).

Ad ogni modo il sondaggio non è scientifico ma fa riflettere.

Probabilmente avrebbe senso che tutte le regioni godessero delle stesse possibilità del FVG e che ci fosse un vero federalismo che magari non darebbe il via a una guerra tra vicini (vedi Regioni a Statuto speciale, è l'unico taglio da fare subito).

NB A scanso di equivoci, lo Statuto Speciale non lo toccherà mai nessuno: serve una riforma costituzionale (2/3 del parlamento e badabin badabon) e col cazzo che i parlamentari delle 5 regioni speciali voteranno per cambiare lo status quo delle loro regioni. Il che è sbagliato ma è così.

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Vedi:

mercoledì 22 agosto 2012

Spritz RoboCop: Dei Vigili, delle Pistole e del Futuro del Law Enforcement

Rosco è slang americano per indicare 
una pistola o un pene
Ieri sera in osteria si discuteva di vigili con le pistole. Per prima cosa s'è capito che l'uomo qualunque (tutti noi) non sa se le pistole siano in dotazione ai vigili per difesa personale o per difesa dei cittadini. Poi, non si sa se chi ha la pistola si sottoponga ad esercizi di tiro su base regolare e non si sa neppure quanto questi esercizi di tiro costino alle casse pubbliche. In ultima analisi non si sa se esistano dei calcoli sul ritorno sull'investimento in pistole (più sicurezza? e come la misuri? meno furti? meno scippi? meno vigili aggrediti? e cosa succede se questi parametri restano uguali a quando i vigili non avevano le pistole? Ma soprattutto, esistono dei parametri per misurare l'efficacia di questo investimento?).

Più di qualcuno menzionava il servizio delle Iene di qualche tempo fa (Iene: Agenti inesperti armati) dove si mostrava come in alcuni comuni prima ti danno la pistola e poi ti insegnano come usarla (!!!). Il video ha sottolineato come il problema sia vero soprattutto nei piccoli comuni e il che ha scatenato accesi dibattiti (anche perchè in alcuni casi, per regolamento, senza la pistola i vigili non possono uscire in servizio) su forum dedicati (http://www.comuni.it/servizi/forumbb/viewtopic.php?p=606345).

Nelle grandi città come Roma ("Armi ai vigili, no dai quartieri più a rischio"), ci sono stati casi di rifiuto dell'arma da parte dei vigili (anche del 50% dei vigili in alcuni quartieri/municipi) ma si ha l'impressione che ci fosse più una discussione in punta di diritto che di sostanza (es. arma intesa per difesa personale e non per difesa dei cittadini, quindi requisiti diversi per ottenerla; mancanza di un'armeria dove riporre la pistola a fine servizio anzichè doverla portare a casa ecc.).

In bar si obiettava che tra grande città e piccoli comuni di provincia ci sono delle differenze di pericolosità dei crimini e che comunque se c'è qualcosa di serio è meglio che ad intervenire armato sia del personale che regolarmente va ai poligoni ad esercitarsi e che sa maneggiare le pistole.

Niente pistola ai Bobbies: c'è meno sicurezza
a Londra o a Schiaforiacco?
Da qui le domande che in bar la gente si fa: ai piccoli comuni quanto costano le singole pistole? quante volte all'anno va al poligono un vigile? Quanto costano i proiettili che vengono utilizzati per sparare ai poligoni? 

Probabilmente siamo nelle migliaia di euro e più sono i vigili armati e più costa addestrarli bene e fare le cose come dio comanda.

Al che qualcuno ha sollevato una rassicurazione: non è detto che i vigili vadano regolarmente al poligono di tiro e quindi non è detto che le casse delle amministrazioni locali si svenino per addestrare al tiro i propri agenti. Di certo una rassicurazione parziale dal punto di vista delle casse locali ma se non vanno regolarmente al poligono come fanno Carabinieri e Poliziotti, che rassicurazione abbiamo dal punto di vista della sicurezza ed operatività?

Alcuni prosecchisti sottolineano come, soprattutto nei comuni minori a basso tasso di delinquenza, il manganello e lo spray al peperoncinoe sarebbero già abbastanza sul piano della sicurezza individuale, se non altro perchè si eviterebbero paradossali aggressioni da parte di chi potrebbe cercare di rubare la pistola ad un vigile - magari non addestrato neppure alla difesa personale (es. judo, aikido).

Er mejo der mejo: se questi ti danno del "pistola" incassi 
e zitto!  
Gli spritzettari più fantascientifici sottolineano che esistono anche i Taser che sparano una scarica elettrica immobilizzatrice, per di più esistono i Taser con una videocamera incorporata che può filmare l'utilizzo così da evitare abusi e da essere utilizzato come forma di prova. La cosa interessante è che ci sono già sperimentazioni per spedire i filmati in automatico (vedi "Taser diversifies its arsenal Proto-RoboCop") ad uno storage via internet (nel cloud) specializzato nel raccogliere prove di fatti criminosi i cui dati sono criptati ed utilizzabili sono dalle agenzie di sicurezza autorizzate (vedi Evidence.com).

Curiosamente la discussione sulle Beretta si ripropone ogni anno a date fisse, di solito in occasione della processione del santo patrono.

...e il dibattito continua

PS ad esclusione dei servizi scorta diplomatica e sicurezza aeroportuale, gli agenti della polizia britannica (inclusa Scotland Yard) girano disarmati. Go figure! 

martedì 21 agosto 2012

Numeri Utili: Compro Oro in Italia (2012)

Una crisi che fa stringere i denti
La Reuters informa che 'I buy gold' is Italy's boom business, ovvero, i "compro oro" sono l'affare del momento in Italia.

Come la foto qui accanto dimostra, in giro si dice che in Italia c'è gente che si vende i denti d'oro per poter raccimolare qualche soldo (nel caso specifico si trattava di un padre separato che doveva pagare gli alimenti a  ex moglie e figlia).

Al di là del facile sensazionalismo giornalistico ci sono però dei numeri sensazionali:

- In Italia ad agosto 2012 ci sono oltre 28 mila "compro oro"

- il giro d'affari dei negozi "banco dei pegni" è stimato in circa 7 miliardi

- Secondo l'Eurispes, ben l'8.5% degli italiani (oltre 5 milioni) hanno venduto qualcosa nei banco dei pegni

- L'oro è diventato una delle voci in più forte crescita dell'export italiano: acquistato nei "compro oro" viene fuso e spedito all'estero. Gli export verso la sola Svizzera sono cresciuti del 65% nel 2011 passando dalle 64  tonnellate del 2009 alle 73 del 2010 fino alle 120 del 2011.  
 

lunedì 20 agosto 2012

Spritz Eurocrisis: di fronte alla crisi dell'Euro l'unica scelta razionale è il PANICO

La situazione dell'Euro
vista da Oslo
Molti hanno la soluzione in tasca per la crisi dell'euro ma nessuno può provare che funzionerà. Quindi, lo dice anche Martin Wolf sul FT ("Panic has become all too rational") a Morsano è legittimo che nelle osterie la gente sia letteralmente impanicata.

C'è chi ha i soldi in cassaforte a casa perchè delle banche non si fida, chi cerca di aprire conti in austria (visto mai che gli austriaci si tengano l'Euro tedesco se l'Italia si dovesse riprendere la liretta), chi compra bond inglesi, chi compra casa all'estero. In bar, onestamente si sente di tutto di più come sintomo di un panico generalizzato. 

Perchè gli spritzettari del bar di Morsano sono in panico? 

Panico 1 - Lo dice la Storia
Nel 1931 una banca austriaca fallì, la “Kreditanstalt fur Handel und Gewerbe" e quel fallimento si trascinò giù tutta una serie di altri fallimenti bancari in giro per l'Europa.  Così è legittimo che oggi ci sia la paura che se una banca europea dovesse fallire (per varie cause legate alla crisi), si avrebbe una reazione a catena e quindi è meglio tenersi i soldi sotto il materasso.

Panico 2 -  L'Euro ha una banca centrale con opzioni di manovra limitate
Mentre la Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra possono "stampare moneta" (quantitative easing) e fungere da prestatore di ultima istanza, non è chiaro se la BCE possa fare lo stesso. In teoria lo può fare ma se la gente inizia a portare fuori i soldi dalle banche di mezz'Europa, non è detto che la BCE possa mantenere la stabilità dell'Euro prestando soldi alle banche in maniera illimitata. Quindi panico tra chi ha soldi in banca.

Panico 3 -  Non c'è via d'uscita per l'Italia (e per le nazioni economicamente disastrate)
L'Italia e un nugolo di altre nazioni europee hanno alti costi nel prendere a prestito denaro (cioè alti tassi da pagare sulle emissioni dei BTP), alta disoccupazione, peraltro crescente soprattutto tra i giovani. La crescita economica non c'è e storicamente è stata bassa per oltre un decennio. Tecnicamente non si può uscire da questa crisi se non a suon di tasse e riduzione della spesa pubblica che si riverserà sul ceto medio sottoforma di tagli ai servizi pubblici. Quindi il morsanese medio si sta preoccupando che le visite mediche in futuro dovrà pagarsele da sè e i servizi per la sua famiglia gli costeranno molto di più del passato. Quindi panico.

I soldi nelle banche grece sono sicuri. Ad Atene c'è pure
la polizia a proteggere le filiali. 
Panico 4 - Non c'è risposta ai domandoni degli economisti
Quanto rigore riusciranno a sopportare le nazioni prima di vedere gente con i forconi in strada? Nessuno lo sa. La Germania uscirà dall'Euro? Non si sa. Cosa succede se una nazione, diciamo la Grecia, esce dall'Euro? Di preciso non si sa. Qual'è la strategia di lungo termine per l'uscita dalla crisi? Non si sa. Tutta questa incertezza quanto danno sta facendo all'economia mondiale? Chissà! 

Panico 5 - Finito Monti torna un politico italiano
Nel frattempo lo spread si divarica perchè finito il mandato di Monti i mercati sanno che nel 2013 tornerà a governare ...un politico italiano e quindi per gli investimenti in BTP decennali sai che Monti influisce i primi 7 mesi (da ora fino ad Aprile 2013), gli altri 9 anni e 5 mesi saranno retti dai soliti onorevoli che qua c'hanno portato (vedi "Il debito pubblico si è incrementato dal 1992"). E' chiaro che il mercato punisce le aspettative con tassi pessimisti. E giù panico!   

Panico 6 - Questi non sono Churchill
Chruchill & amici si incontrarono tre volte tra Teheran e Yalta e riuscirono a vincere una guerra mondiale. I leader Europei si incontrano a Bruxelles ogni 10 giorni ormai da anni e non hanno risolto un tubo. Se facessero una videoconferenza? Risparmieremmo in scorte, aerei, ristoranti. Inettitudine a Bruxelles significa panico a Morsano. 

Panico 7 - In banca ti dicono che "l'Euro non può mica fallire"
L'ottimismo allunga la vita ma se a darti queste perle di saggezza sono le banche che ti hanno venduto i titoli Parmalat, le obbligazioni argentine e i bond Cirio o quelle che hanno difficoltà con il "Core Tier 1", il loro ottimismo ti allunga solo il panico. 

Razionalmente, il morsanese s'impanica e discute al bar nuove forme di panico...

sabato 18 agosto 2012

Numeri Utili: Evasione Fiscale in Italia (2011)



Secondo l'Istat il valore dell'evasione è di 275 miliardi con evasione media per ogni cittadino italiano di circa 2.093€. Al nord la cifra è di 2.532 €, al centro di ben 2.936 € e al Sud di 950 €.

Ci sono circa 80mila persone con reddito dichiarato sopra i 200.000 € però di questi ben il 58.6% sono lavoratori dipendenti (evidentemente dirigenti di grosse imprese), 27.7% pensionati (complimenti) e "solo" il
13.7% da altri redditi, verosimilmente da lavoro autonomo.

Nonostante solo 80.000 italiani dichiarino più di 200.000 €, le auto di lusso immatricolate nel 2010 (prezzo medio 103mila euro) sono state 206.000.

Le barche di lusso intestate a contrinuenti che dichiarano meno di 20.000 euro sono ben il 42.40% mentre alla stessa categoria di reddito sono intestati il 25% degli elicotteri (su un totale di 518 elicotteri registrati da privati su base nazionale). 

Per il 2012 sono previste 380mila verifiche fiscali delle quali 130mila a piccole imprese e professionisti. 

Vedi anche: 

venerdì 17 agosto 2012

Numeri Utili: Italiani a Londra (2012)

Il Gherkin con colori italiani
Secondo Fabio Cavalera ("Londra: da Panizzi a Forte, la cittá parla italiano"), inviato del Corriere della Sera a Londra, in Gran Bretagna ci sono 200.643 italiani di cui 70.635 nella sola capitale inglese. Il che, quanto a popolazione italiana, ne fa una cittadina di provincia italiana piú grande di Pordenone.

Dei 70mila, ben 3.000 sono docenti di vario ordine e grado senza contare i ricercatori universitari sfuggiti alle baronie italiche.

Wikipedia alla voce "italio-britannici" dá altre cifre ma sono leggermente inferiori perché aggiornate al 2007.

PS esiste anche la pagina su Facebook del Consolato Generale d'Italia a Londra


PS un buon libro per capire cosa fare nella Londra di oggi è "Strano ma Londra. Come trasferirsi e vivere all'estero" di Mattia B. Bagnoli.

giovedì 16 agosto 2012

Il paradosso della redistribuzione all'Italiana: si sta meglio con un reddito di 100mila euro o con uno da 25mila euro?

In Italia con il "doppio inganno" di
Keynes... si sono mangiati pure
la ciliegina! 
Prendiamo il signor Tizio, lavoratore dipendente con reddito lordo di 100.000 euro annui e il sig. Caio che di euro lordi ne guadagna 25.000. Entrambi hanno moglie e un figlio a carico.

Vediamo dunque quali sono le differenze tra chi prende x e chi prende 4 volte tanto.

Per cominciare arriva la tassazione: al netto delle tasse, secondo i parametri medi indicati dall'Agenzia delle Entrate, a Tizio restano netti 52.000 euro mentre a Caio 20.000 euro.

Poi ci sono i servizi.

Supponiamo che entrambi iscrivano il figlio all'universitá. Ebbene, Tizio, che dovrá dichiarare 100.000 euro di reddito familiare, nel corso degli studi finira' col pagare oltre 11.000 euro di tasse universitarie mentre Caio pagherá poco piú di 1.000 euro grazie alle esenzioni per il reddito.

La sanitá poi vedrá Tizio pagare il ticket mentre Caio, probabilmente non lo dovrá pagare.

Piú sono i servizi (pubblici) di cui avranno bisogno e piú Caio ci guadagnerá in confronto a Tizio.

Si passa dunque da un reddito nominale quadruplo ad un reddito reale neppure doppio.

E per ciliegina sulla torta, con 100mila euro si viene pure considerati "ricchi" da tassare alla bisogna con una patromoniale.

Secondo il sentire comune morsanese questo non incentiva ad assumersi nuove responsabilitá, anzi, é un deterrente per la crescita professionale, la creativitá, l'inventiva, lo studio, l'innovarsi e tutto quello che si associa a qualcuno che lavora sodo per avere una soddisfazione monetaria in piú a fine mese.

Secondo Alberto Brambilla* lo Stato italiano spende oltre 13mila euro  ad abitante (800 miliardi su 60 milioni di cittadini) ma  il 45,4% della tassa sulle persone fisiche è a carico del solo 7,2% dei 41,523 milioni di contribuenti"...

L'Italia é un paese per poveri?


Classi di reddito degli italiani (...i 20 milioni che dichiarano meno di 15.000€ lordi, come fanno a vivere?!?)
Ci stanno prendendo per il culo? - per lumi vedi
"Numeri Utili: Redditi Lordi (Dichiarati) dei Lavoratori Autonomi in Italia"
=================

Per saperne di piú vedi:

mercoledì 15 agosto 2012

Spritz You Are Fired: se "The Apprentice" (L'Apprendista) arriva in Italia...

Edizione Americana:
Donald Trump
"The Apprentice", letteralmente "l'apprendista" é un programma di enorme successo che ormai dal 2004 va in onda ogni autunno sia in America, sulla NBC, che in Gran Bretagna sulla BBC One.

Sedici giovani aspiranti si giocano un posto di lavoro con stipendio a sei cifre nell'azienda di un magnate. Ad oni puntata (che e' registrata mesi prima) gli aspiranti vengono divisi in due team che si confrontano su un obiettivo
tipicamente aziendale come ad esempio lanciare un nuovo giocattolo per bambini, lanciare un nuovo prodotto di bellezza, vendere piú fiori possibile al mercato rionale, creare una campagna marketing di successo, organizzare una sfilata di moda per una collezione emergente e via dicendo. Un po' come essere alla business school (uazzagama!) e anziché i libri e gli esami, essere di fronte a prove pratiche.

Ad ogni puntata viene eliminato un concorrente tra i due nominati dal capo team perdente, per inciso, anche il capo del team perdente é automaticamente nominato. La scelta dell'eliminazione é quindi fatta dal "magnate" che proferisce il sonoro "you are fired!" (sei licenziato).

Edizione Britannica: Lord Alan Sugar
Nella versione americana c'é Donald Trump mentre in quella britannica c'é lord Alan Sugar (di origini popolari é diventato "lord" con investitura regale recente).

Ebbene, a Morsano s'é acceso il dibattito non appena s'é saputo che ci sará presto la versione italiana con un imprenditore molto conosciuto: Flavio Briatore.

The Apprentice Italia sará trasmesso su "Cielo" canale digitale 26.



Il dibattito s'é subito divaricato in due direzioni:

  • Alcuni prosecchisti sostengono che sará il successo che é nei paesi anglossasoni e sará praticamente uguale sia nel format che nel seguito televisivo. I ragazzi si gaseranno nel seguire le puntate in TV e mettersi alla prova immedesimandosi nei protagonisti, magari facendo loro stessi il casting per la trasmissione dell'anno dopo. I professionisti della Milano da bere in ufficio non parleranno d'altro e si sprecheranno i "io avrei fatto cosí in quella prova" e il "sei licenziato" con il dito puntato diventerá il tormentone dell'autunno. Senza contare la satira politica che si divertirá a scherzare sulla frase mettendola in bocca ai vari membri del governo. Insomma, riceverá la stessa calda accoglienza vista in America e a Londra.   
  • Altri spritzettari sostengono che la competizione nel mondo aziendale richiama direttamente a principi etici protestanti che qua non funzionano. Inoltre lo spirito anti-capitalistico e anti-competizione che permea la societá nazional-popolare non é in sintonia con programmi dove lo scopo é il raggiungimento di un fine capitalistico (un posto di lavoro dirigenziale lautamente remunerato) con un percorso altamente competitivo. Anzi, si dá per certo l'anatema ecclesiastico e sindacale su qualche sbiricuda valoriale oltre che l'immancabile interrogazione parlamentare di qualche oscuro onorevole in cerca di visibilitá.Non mancheranno neppure gli insulti politicizzati tipici di una societá politicamente polarizzata e fratturata come quella italiana. 
Insomma, il programma non é neppure cominciato ma giá a Morsano fa parlare di sé.

Comunque vada, siete licenziati e il dibattito continua...

lunedì 13 agosto 2012

Spritz Taxation: Della Filosofia dei livelli di tassazione

Filosofia Neo-Liberista: la figlia di un negoziante 
di alimentari e un attore di medio calibro
Secondo la Confcommercio la tassazione reale in Italia é la piú alta al mondo, siamo al 55% (e in alcune circostanze puó andare anche piú in alto) mentre quella apparente é al 45% (vedi Spritz World Champions: 55%, l'Italia il paese con il livello di tassazione più alta al mondo).

Per attrarre investimenti esteri sul suolo nazionale tra le mille cose che si dice servano, una "tassazione favorevole" rientra sempre tra le prime tre prioritá. Il caso vuole che l'Italia abbia dei livelli di FDI (Foreign Direct Investment ossia, stranieri che portano soldi per investire qua) tra i piú bassi dei paesi OCSE.

Il problema della tassazione finisce con i calcoli piú o meno astrusi delle varie percentuali ed esenzioni ma inizia comunque e sempre con la filosofia. Si, proprio con la filosofia, perché é la visione filosofica del mondo che determina quante tasse io e te paghiamo sul litro di latte che compriamo o quante trattenute fiscali avremo sullo stipendio.

Sicché negli anni Ottanta la visione filosofica di Maggie (la Thatcher) e Reagan era di dare piú spazio al mercato perché la mano invisibile avrebbe portato benefici a tutti mentre il Leviatano, lo Stato era una machina farraginosa che uccideva innovazione, inventiva e inibiva la creazione di ricchezza e benessere per tutti (roba da URSS insomma che guarda caso era il loro grande nemico storico). Quindi le tasse andavano ridotte drasticamente e di converso s'era da ridurre la spesa dello Stato ai livelli minimi (e per inciso anche con Deng Xiaoping in Cina la pensavano cosí).

Cosí quando la Thatcher divenne primo ministro nel 1979, l'aliquota degli stipendi piú alti era dell'83% (!!!) e lei la taglió portandola prima al 60% e poi al 45% (dov'é tuttora). In America Reagan se la trovó del 70% e la taglió dapprima al 50% per poi arrivare al 28%. Le riduzioni di tasse diventarono poi settoriali con il settore finanziario particolarmente privilegiato da aliquote bassissime tanto che Mitt Romney, fondatore di un'azienda finanziaria, Bain, s'é scoperto che in media ha pagato solo il 15% di tasse sui suoi guadagni (il q-u-i-n-d-i-c-i!).

Filosofia Neo-Scandinava: Tasse alte e servizi 
(ma se non siete svedesi föra da i ball!)
La diminuzione delle tasse é tanto piú importante quanto piú capitali si hanno e quindi favorisce proporzionalmente di piú la parte piú ricca della popolazione. Se si tagliavano i servizi dello Stato e le partecipazioni statali nella vita economica e contestulmente si diminuivano le tasse ai piú benestanti, come si evitava di far scendere in piazza con i forconi il ceto medio e gli strati piú poveri della popolazione? Risposta: dando ampio accesso a credito facile.

Ovvero, con un accordo con il sistema bancario, si diminuivano i controlli, o in alcuni casi si annullavano i controlli sulle attivita' bancarie e si permetteva che concedessero mutui e finanziamenti a tutti e per qualsiasi cosa senza troppe garanzie (il che fu possibile grazie appunto ai pochi controlli statali sui bilanci delle banche). In particolare, un ristretto gruppo di mega banche d'investimento americane potevano sforare a piacimento sul rapporto tra impieghi e depositi.

Compri un frigo? Finanziamento. Compri l'auto? Finanziamento. Vai all'universita' e non c'hai una lira? Finanziamento. Compri casa e non c'hai le garanzie? Mutuo subprime. E fin che l'economia cresce, tutto cresce e tutto si apprezza. Sulla carta pero'.

Finché siamo arrivati alla conclusione che la mancanza di controlli (altrimenti detta "deregulation ad minchiam") e le precarie garanzie bancarie c'hanno portato alla crisi dei subprime, a banche sottocapitalizzate, alla polarizzazione della richezza (indice di Gini) con la percentuale piú ricca della popolazione sempre piú ricca (l'1% della popolazione americana piú ricca nel 1970 incamerava l'8% della ricchezza nazionale, nel 2007 ne incamerava 24%) e quella piú povera proporzionalmente piú indebitata e con meno servizi dallo Stato.

Questo come risultato di una visione filosofica poi applicata con liberta' d'interpretazione (Adam Smith non ha mai detto che lo Stato non deve controllare e che non devono esserci regole per il mercato o che queste non si applichino al settore finanziario).


Filosofia Neo-Nordica: Tasse alte e servizi 
(ma se non siete finlandesi föra da i ball!)
Il dibattito di oggi, attorno alla piscina (gonfiabile) a casa di un morsanese era incentrato su visioni filosofiche alternative e su dove abbiano portato le societá. Curiosamente, l'indice di Gini s'e' polarizzato anche nelle nazioni che hanno fatto molta leva sulla spesa pubblica finite poi con debiti dello Stato fuori controllo e servizi comunque mediocri.

Anche nei tanto idealizzati paesi scandinavi, le migrazioni degli ultimi anni da paesi emergenti, fenomeno relativamente nuovo per quei paesi, hanno messo sotto pressione l'impianto di gratuitá dei servizi pubblici ricambiati da tassazioni alte, tanto che i partiti nazionalisti, isolazionisti e anti-salvataggio di altri paesi indebitati (leggi Finlandia vs Grecia) sono in forte e preoccupante ascesa.

Ora i "ricchi" stanno sulle palle a tutti nel mondo perché l'indice di Gini s'e' divaricato un po' ovunque (dalla Cina, agli USA, dalla Francia alla Gran Bretagna e all'Italia) ma piú banalmente la crisi finanziaria ha messo  un forte freno alla liberta' delle banche di soddisfare con dei prestiti facili, le pance di chi ha casa ha un forcone. E ora i forconi rischiano di venir rispolverati per scendere in piazza.

Filosofia Neo-Scandinava: Tasse alte e servizi  
(ma se non siete danesi föra da i ball!)
Hollande punta ad un'aliquota del 75% per i redditi piú alti e Obama punta a portare l'aliquota piú alta, oggi al 35% (!!!) al 39.6% (e apriti cielo!). In Gran Bretagna l'aliquota piú elevata é al 45%, non troppo distante da quella italiana sebbene il limite per rientrarci con il reddito sia piú elevato, e pure lá si stanno tollerando sempre meno i bonus eccessivi dei banchieri. Si tollerano sempre meno anche le paghe dei calciatori nostrani, quindi figurarsi.

Tuttavia, oggi s'é concluso che prima di mettere al lavoro gli economisti e i fiscalisti, forse é il caso di chiamare in causa i filosofi per capire dove siamo e dove si vuole andare.

Quali filosofi chiamare rimane una questione aperta.

...e il dibattito continua

venerdì 10 agosto 2012

Vendolismi Udinesi: tu, atu capit alc?

Dal Messaggero online di oggi "Udine ...."

sinergia, giornata fausta, patron, network, consesso, spirito ecumenico, fasti antichi, termini più organici, la grande avventura, regole forti, corroborante, un sogno che si realizza, 
paradossale, anno zero, collaborativo, varie realtà, 
Tabae come ca tu mangjs (o gambie diete)
trait d’union, coordina le collaborazioni, un punto d’incontro, auspica, punto di partenza, il tema staff, chiosato, team manager, ha auspicato, mecenate, approccio più adatto alla temperie attuale, un riassetto in termini di contrazione dei costi.

E dulcis in fundo: un progetto importante puntando su territorio e giovani.


Morale vendoliana: ottima la sinergia tra il relatore e lo stile giornalistico, ecumenicamente delle eccellenze del nostro territorio. 
(PS per capire cosa ne pensano a Morsano tradurre in friulano locale la seguente frase: Siamo proprio del Mondini)  

Ultimora: Morsano invia 6 atleti al torneo di tennis su terra rossa di Porpetto



Al bar sport non si parla d'altro: al torneo sociale di Porpetto ci sará una delegazione di nostri tennisti. Al che non si puó che dedicare un video benaugurale di una storica battaglia su terra battuta.

Sperando che non finiscano come quelli qui sotto...



giovedì 9 agosto 2012

Spritz Panic: Se tutti si sbarazzano dei BTP italiani...

Ve lo ricordate il post del luglio 2011 "Spritz Default: Se Deutche Bank si sbarazza dei suoi Titoli di Stato Italiani" nel quale si diceva come la maggiore banca privata tedesca, la Deutche Bank, avesse venduto l'88% dei titoli di debito pubblico italiano che deteneva?

Oggi in osteria s'è discusso della decisione di Goldman Sachs di darsi alla fuga dal debito italiano: «Venduti oltre 2,3 miliardi di euro di Btp» Da Wall Street la corsa a comprare derivati per "coprirsi"

In paese non si discute d'altro: solita mossa della finanza per mettere in croce l'Italia? Gatta ci cova?

...e il dibattito continua


lunedì 6 agosto 2012

Spritz Olympics: Medaglie solo per i Ricchi?

Sport classici o classisti?
Si parlava in bar delle olimpiadi di Londra e oltre a discutere del flop italiano in alcuni sport come il nuoto e canottaggio s'é discusso della medaglia d'argento di Zara, nipote della regina Elisabetta II.

Fa specie che una nobile gareggi per la sua nazione perché se l'importante é partecipare, viene il sospetto che certi sport, in questo caso il concorso di equitazione a squadre, siano cosí costosi che solo chi ha soldi puó praticarli.

Il dibattito s'é svluppato proprio sul concetto di sport Popolari e sport d'Élite.
In sé, anche l'atletica é uno sport d'elite perché non girano i soldi del calcio, tanto per citare uno sport di massa che ha soldi, e quindi solo chi ha possibilitá sue puó praticarlo. In alcuni casi é lo Stato che interviene e sussidia alcuni sport: non a caso la scherma, notoriamente uno sport di nicchia, ha portato ai vertici olimpici  atleti dei gruppi sportivi di Carabinieri, Polizia, GdF, Aeronautica militare. Stipendiati per allenarsi.

Ma per molti sport olimpici o c'hai i soldi o non li puoi praticare tanto che ben metá delle medaglie britanniche nella passata olimpiade a Pechino, sono state vinte da cittadini di Sua Maestá che hanno frequentato scuole private esclusive (dove le rette sono attorno ai 20-30mila euro annui).

Scuole frequentate da un mero 7% della popolazione, che oltre al latino e la grammatica ha la possibilitá di praticare un'intensa attivitá sportiva in sport come equitazione, scherma, cannottaggio, atletica senza mancanza di centri sportivi adeguati e allenatori.

Se si guarda agli atleti di varie nazioni si intuisce che le medaglie vanno dove ci sono i fondi per sostenere gli atleti e i loro allenamenti.

La cosa interessante é che quel 7% che vince il 50% delle medaglie poi si prende il 50% dei posti dirigenziali in ogni ordine e grado della societá britannica. E' una meritocrazia strana quella britannica, sia sul campo di gioco che in ufficio.

...e il dibattito olimpico continua

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