mercoledì 30 giugno 2010

La domanda del giorno: ma i parlamentari del Friuli chi sono?

La politica in Italia stipendia oltre 400 mila persone. In Friuli, oltre 3.400 individui ricevono dalla politica o uno stipendio o un gettone di qualche natura. Senza contare le migliaia di posti di lavoro che dipendono direttamente dalla politica (un po' di direttori di aziende pubbliche e una marea di dipendenti raccomandati).

All'apice della piramide, ci sono i parlamentari regionali ed i membri del governo nati in Friuli. Con un occhio al Friuli, tecnicamente, la categoria dei parlamentari si divide in due gruppi: quelli nati in Friuli e che ora sono parlamentari e quelli che sono nati in altre regioni ma sono stati candidati nei collegi elettorali della nostra regione.

Grazie al cielo, il Friuli, nell'attuale governo, non ha né ministri né sottosegretari. Questo é un bene perché noi friulani siamo a nostro agio solo quando non contiamo niente e nessuno ci rappresenta nei posti chiave: ci ricorda i bei vecchi tempi di quando i nostri nonni, bisnonni e trisnonni erano dei servi della gleba (colonos e sotans). E come si sa, noi siamo legati alle tradizioni familiari.

Sui parlamentari il discorso é piú articolato. Prima di procedere, prendete un pezzo di carta ed una penna. Ora scrivete la lista dei deputati e dei senatori che rappresentano il Friuli. Se proprio volete strafare, scrivete la lista dei parlamentari che rappresentano il Friuli Venezia Giulia (magari scrivete anche i nomi dei membri del governo che provengono dalla Venezia Giulia - ovviamente, loro c'hanno qualche rappresentante al governo).

Tra un po' scriveremo la lista e qualche riflessione sul tema e potrete verificare quanto ne sapete di chi dirige la baracca o quanto siete dei Sotans senza alba.

martedì 29 giugno 2010

Taglio alle spese: Se sfoltiscono i siti internet

Di questi giorni la notizia che nell'ambito di un programma di tagli il governo inglese chiude 600 siti web della pubblica amministrazione perché poco usati. In pratica, saranno risparmiati circa 100 milioni di sterline (120 milioni di Euro) chiudendo tre quarti dei siti internet della PA.

La cosa fa pensare.

Ci sono siti regionali che non servono?

Magari, anche arrivando ai siti comunali ci si potrebbe chiedere se esistano degli studi specifici su quali pagine siano le piu' visitate e che quindi valga la pena mantenere e rinforzare rispetto a quali siano le pagine meno visitate e che quindi varrebbe la pena di chiudere per sempre...

lunedì 28 giugno 2010

Morsanismi: Cruscaro

Il neologismo morsanico di oggi é "cruscaro".

Usato per la prima volta venti minuti fa in un commento su altro blog paesano, é subito entrato nel vocabolario dei nostri bar, ovvero "i bar de noantri".

Questo termine aulico fa riferimento alle innate abilitá grammaticali, sintattiche, lessicali, ortodontiche, sinoviche e chi piú ne ha ne metta, di noi morsanesi qualsiasi.

Queste abilitá collocano il morsanico medio molto vicino agli illustri membri dell'Accademia della Crusca.

Da qui, dunque, l'aggettivo "cruscaro".

domenica 27 giugno 2010

Anche il Friuli esce dai Mondiali, ma dá da insegnare. Nonostante tutto.

Dal nostro inviato a Londra. Il Friuli VG e la Coppa del Mondo di Calcio hanno una lunga storia che passa da Nereo Rocco, Dino Zoff ed Enzo Bearzot. Mentre la nazionale italiana usciva ignominosamente l'altra settimana, fino ad oggi, i nostri occhi di Friuliani erano tutti puntati verso l'Inghilterra, allenata dal "nostro" Fabio Capello.

Dopo l'eliminazione di qualche ora fa, della nazionale dei tre leoni - che dal 1966 non vince un mondiale - i tabloid scandalistici inglesi (The Sun, The Mirror, The Daily Express ecc.) si sono scatenati nel dare la colpa a destra e sinistra accentrandosi, come da un copione, sul tecnico "straniero". Tuttavia, i giornali scandalistici sono come i blog di paese: per essere letti devono sempre fare clamore e polemica. La veritá, peró, é spesso nascosta tra le righe. Questa volta, ci sono delle note di grande merito che il nostro illustre "friulano" si é visto deporre da parte di niente popó di meno che dal Financial Times.

Mentre il Corriere della Sera di ieri dedicava a Fabio Cappello un articolo che parlava di affetti paesani a Pieris e visite discrete all'anziana mamma (A Pieris, dove Capello è solo "El Tato"), l'FT, in un paio di articoli prima dei mondiali (ad es. England’s chances of World Cup glory) ne celebrava la vita come sportivo ma soprattutto l'acume e l'intelligenza nella gestione a livello manageriale delle sue scelte nonché la sensibilitá e straordinaria cultura (Capello é un noto collezionista d'arte moderna).

Quello che colpisce di piú é la celebrazione spassionata che l'FT fa dell'uomo e manager Fabio Capello nell'articolo della sezione "man in the news" del 4 giugno scorso (Man in the News: fabio Capello - England's expert import).

Lo segnialiamo perché non siamo del tutto sicuri che l'opinione pubblica paesana sia stata informata dai nostri giornali delle qualitá straordinarie di questo straordinario friulano, almeno cosí come evidenziante dal quotidiano economico britannico.
Ci informa l'FT che Capello, nel 1987 si sottopose a dei test psicoattitudinali, come quelli che normalmente si fanno ai laureati con MBA che vogliano entrare in azienda in carriere dirigenziali. Ebbene, Capello, che all'epoca lavorava nel settore sportivo del gruppo di Berlusconi, ottenne dei risultati ai test altissimi. Tanto che un ammirato Berlusconi lo invitó a seguire il percorso di formazione per i dirigenti del suo gruppo.
Nel 1991 diventó l'allenatore del Milan e qui i suoi successi li conosciamo.
Con vena profetica, l'articolo prevede che l'Inghilterra sarebbe uscita dai mondiali ma sotto il peso dei suoi limiti come squadra mentre l'allenatore Capello ha giá di fatto, stabilito un modello da seguire per chiunque prenderá la sua posizione in futuro. Capello nella sua carriera ha vinto 9 titoli in 16 stagioni in cui ha allenato squadre di club dove ha affinato le sue qualitá come diplomatico comunque fermo nelle sue decisioni.
Con i tabloids sempre alle calcagna, la prima cosa che ha fatto con i calciatori inglesi ha imposto di lasciare le mogli e fidanzate lontane dal ritiro, tenendo quindi lontano le distrazioni del glamour delle WAGS. A lasciato a casa giocatori "star" come Owen e ha gestito le sue "celebrity" come Gerard e Beckham come meglio preferiva infischiandosene di quello che dicevano i giornali. Fece pure notizia il fatto che dai suoi giocatori voleva contegno e decoro tanto da bandire infradito e calzoncini in ritiro.
Durante le qualificazioni i risultati si sono visti, Capello ha giocato un calcio intelligente (parole dell'FT) con attenzione nel tenere il possesso di palla piuttosto che giocare solo in velocitá. La sua Inghilterra ha vinto il 75% delle 24 partite di qualificazione. In passato i migliori allenatori avevano vinto solo fino al 60% delle partite: insomma, nessun altro ha mai fatto meglio di lui!
Non dá ragioni di scandalo e vive una vita privata tranquilla (con grande delusione dei tabloid).
Le ultime parole dell'articolo sono proprio vere... la sua squadra finirá il mondiale in lacrime perché sono fondamentalemente piú scarsi di altre squadre di primo livello, ma quello che Fabio Capello lascia dietro di se sono nuovi standard per il ruolo di allenatore della nazionale inglese. Tanto che, nella migliore tradizione britannica, votata a guardare al talento fuori dai confini nazionali (ricordiamo che si sono pure "importati" un re dall'Olanda qualche secolo fa) e che oggi richiama a Londra i piú brillanti talenti aziendali da tutta europa, continuerá a influire anche sul calcio nazionale con altri allenatori europei pronti ad essere invitati sulla panchina di Wembley.
Certo che é una gran cosa per un Friulano l'essere celebrato cosí da un giornale autorevole quale il Financial Times che di solito non si occupa di figure sportive ma solo di manager di alto livello.
Insomma, nonostante il responso del campo di oggi, il Friuli fa comunque la sua bella figura.

sabato 26 giugno 2010

Noi l'avevamo detto già prima dei mondiali: é una questione...nazionale

L'avevamo detto nel post del 6 giugno 2010 "Spritz Debate: voci fuori dal coro sulla Nazionale Italiana " nel quale facevamo le seguenti osservazioni:

"... la nazionale di Lippi in versione 2010 è più vecchia (l’etá media pare essere la più alta di sempre per la nazionale italiana) anche in confronto all’etá media delle altre nazionali, l’allenatore è stato “ri-assunto” virando da una qualsiasi scelta di “nuovi volti”, non s’è dato spazio a giovani promettenti o talenti conclamati in piena forma come Balottelli, Cassano e Totti ed il nocciolo duro della squadra sono inspiegabilmente i soliti noti per buona parte di una squadra, la Juve, che ha avuto un campionato a dir poco imbarazzante. In altre parole, secondo l’opinione comune dei commentatori dei grandi circoli televisivi e giornalistici, ci sarebbero tutti gli ingredienti per rappresentare degnamente una nazione come l’Italia: vecchia, che taglia le porte ai giovani di talento e che ricicla sempre le solite facce".

Con queste premesse, le cose sono andate come sono andate.

PS Sul Corriere di oggi c'é questo articolo "Non è un Paese per giovani" La Nazione come la Nazionale: esclusi in politica, impresa, università e arte. Le conclusioni cui noi eravamo arrivati sono condivise anche dai giornalisti nazionali. A proposito, visto che ci siamo, Santuz lo vogliamo - anche - come centravanti della nazionale!

giovedì 24 giugno 2010

Angolo di Storia: I soldati di Napoleone sepolti a Morsano

A seguito del post da Parigi sulla battaglia del Tagliamento, ci é stato segnalato un fatto noto a molti in paese e che si tramanda oralmente da generazione in generazione.

Secondo alcune testimonianze di vecchi del paese, a ridosso della statale Napoleonica, all'ingresso di via Caterina Percoto, c'era una sorta di grossa cunetta con collinette ai lati: si diceva fossero le sepolture di soldati di Napoleone.

Si trattava di cumuli di terra ed un avvalamento di chiara origine artificiale, evidentemente ancora ben visibili sebbene ormai coperti da vegetazione selvatica.

Secondo le nostre fonti, questa storia delle "tombe dei soldati di Napoleone" é conosciuta a piú persone, di famiglie morsanesi diverse. Il che ne farebbe una particolaritá storica degna di verifica.

In principio é difficile che fino a circa 70 anni fa (anni 1920-30) si fossero conservati ancora visibili dei cumuli di terra eretti in epoca di Napoleone Bonaparte (le cui truppe operarono in Friuli tra il 1796 ed il 1814). Significherebbe che attorno agli Anni Trenta del Novecento, epoca in cui le sepolture erano ancora visibili, la loro etá era giá di oltre 130 anni.

Resta il fatto che i cumuli di terra c'erano, erano in numero consistente (forse una dozzina) e si diceva che fossero le tombe di soldati di Napoleone. Una sorta di Hôtel des Invalides morsanese dove verosimilmente riposano soldati caduti in azioni di guerra o per sifilide, la malattia venerea che uccise migliaia di soldati francesi.

Da ricordare che l'editto napoleonico di Saint-Cloud (che correggeva, in parte, la normativa giacobina sulle fosse comuni), emanato nel 1804, fu esteso anche al Regno Italico nel 1806. Sulla base di princìpi igienici ed egualitari, esso vietava le sepolture nelle chiese e in zone abitate, prescrivendo che fossero collocate in appositi cimiteri extraurbani e che tutte avessero lapidi di uguale grandezza con brevi epigrafi sottoposte al controllo di una commissione di magistrati locali. Il Foscolo dei "Sepolcri" ne prese nota.

Questo potrebbe far pensare che effettivamente si trattasse di sepolture di epoca Napoleonica, sebbene potrebbero non essere state tombe individuali e forse ancora delle fosse comuni, perché appunto collocate fuori paese come in uso all'epoca. Verosimilmente siamo attorno al 1806.

Da ricordare che Don Vittorio, a suo tempo, disse che durante gli scavi per le canalette dell'irrigazione lungo il terreno in questione, erano state distrutte delle sepolture. Il che fa pensare a lapidi e comunque qualcosa che va oltre il semplice cumulo di terra.

Il mistero continua...

PS è in costruzione un capannone proprio nella zona. Gli scavi sembra non abbiamo dato luce a resti. Ma di solito gli scavi edili non danno mai luce a resti (capisc' a me!)

mercoledì 23 giugno 2010

Il Tagliamento a Parigi... che ci fa nell'arco di trionfo?

Il nostro inviato morsanico a Parigi stava passeggiando sotto l'Arc de Triomphe quando ha notato una scritta sulla parete dell'arco: "Tagliamento"

Proprio lassú, secondo nome al centro, tra la lista di tutte le vittorie di Napoleone Bonaparte, dove tra queste, figura appunto anche la battaglia del Tagliamento.

Sarebbe bello capire quando ci fu questa battaglia, tanto per non fare la figura del friulano che va a Parigi e non sa neppure perche c'é il "suo fiume" li in mezzo.

E qui arriva in aiuto il nostro blog.

Si tratta della battaglia detta "Passage du Tagliamento" o "Combattimento di Valvasone" che ebbe luogo il 16 marzo 1797 durante la prima campagna d'Italia (per capirci, quella che deluse il Foscolo e che finí con la pace di Campoformido).

La battaglia vide Napoleone e l'Armata d'Italia del generale Bernadotte, contrapposte all'esercito Imperiale Austriaco al comandodel generale Carlo Luigi d'Austria (Karl von Österreich-Teschen).

Il contesto della battaglia é quel momento della campagna d'Italia in cui i francesi stanno dilagando nel nord della penisola e l'elité dell'armata austriaca si ritrova a dover contenere le truppe di Napoleone, dirette verso Vienna, proprio alle porte del Friuli. L'arciduca Carlo Luigi d'Austria ha al suo comando delle truppe d'elite e lui stesso ha fama di grande coraggio.

Il generale francese Joubert occupa il passo del Brennero mentre Masséna si dirige verso Tarvisio e Napoleone si avvicina alla sponda destra del Tagliamento. La rotta verso Trieste é bloccata solo dal fiume.

La battaglia del Tagliamento si conclude con una vittoria di Napoleone che attraversa il fiume e costringe gli Austriaci a ritirasi nella fortezza di Palmanova. Seguono quindi la conquista di Gradisca (19 marzo), Bolzano (22 marzo), la battaglia di Tarvisio (24 marzo) e quindi la presa di Trieste (24 marzo).
I tempi sono ormai maturi per la firma di un armistizio che sfocerá in un vero e proprio trattato. Trattato che sará firmato a Villa Manin di Passariano il 17 ottobre 1797 ma, per ragioni politiche, fu datato 18 ottobre e come luogo della firma, fu indicato Campo-Formio (traité de Campo-Formio) ovvero quello che oggi si chiama Campoformido. Questo perché Campoformido era equidistante tra Passariano, sede di Bonaparte e Udine, sede del comando austriaco. Quando si dice formalismo diplomatico!

A proposito, qui a Parigi, c'é una fermata della metropolitana che si chiama Campo-Formio, linea 5 nel il 13e arrondissement. Nello stesso arrondisement c'é pure una strada dedicata al trattato: Rue de Campo-Formio.


Qui la foto della medaglia commemorativa della Battaglia del Tagliamento


PS Per la cronaca, da qualche parte sull'Arco di Trionfo c'é anche il nome di Osoppo. Ma questa é un'altra battaglia...

PPS ma come fa ad esserci l'osteria al trattato a Campofoirmido quando in effetti a Campoformido non ci misero mai piede per firmare il trattato visto che era stato firmato a Villa Manin?

martedì 22 giugno 2010

Spritz Debate: Overdose calcistica

Dal nostro inviato a Parigi. Qui c'é rassegnazione per la probabile eliminazione della nazionale - les bleus - dai Mondiali del Sud Africa, che probabilmente sará decretata tra poche ore quando Messico e Uruguay pareggeranno...

Parlando di calcio, sono saltate in mente le considerazioni fatte in pizzeria l'altra sera.

Perché il mondiale non decolla?

Secondo i morsanesi ben informati, il problema é nell'overdose di partite che la gente si fa durante l'anno. Anni fa il mondiale era una benveuta parentesi in cui si potevano finalmente vedere 3 partite di alto livello al giorno. Oggi, con Sky che trasmette partite di Serie A, Bundesliga, premier League ecc. praticamente ogni giorno, s'é perso il senso della novitá.

Perché le squadre europee (Francia in primis) sono cosí deludenti?
  • Perché i calciatori giocano tanto durante l'anno e sono stanchi.
  • Perché guadagnano tanto e non hanno stimoli.
  • Perché gli allenatori europei allenano sempre piú squadre dei paesi emergenti e il gioco si é livellato.

    Queste le considerazioni che si sono sentite tra una birra e uno spritz super morbido.






Ma cosa se ne fanno delle vuvuzela quando non le suonano alle partite dei mondiali?








Segnalato da un lettore...

lunedì 21 giugno 2010

A quando un calendario morsanese che faccia furore sui media nazionali?

Da anni ormai si parla di creare un calendario di Morsano che sia particolare e unico nel suo genere e che quindi richiami l'attenzione dei media nazionali.

Visto che il nostro fotografo è un esperto di radiologia, qualcuno aveva pensato di fare delle foto "radiologiche" ai morsanesi. L'idea s'era lanciata qualche tempo fa in osteria... porca miseria, qualcuno l'ha realizzata veramente!


Peccato l'idea sia andata.

Ne penseremo una migliore. Prima o poi.

domenica 20 giugno 2010

Se l'Universitá di Udine chiude: il morsanese che fa?

Il 3 dicembre 2009, un articolo del Messaggero Veneto cosí titolava: "Doccia fredda per l’università:la Gelmini loda ma taglia ancora" in cui la rettore dell'ateneo friulano, Cristiana Compagno dichiarava «Quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto, ma non possiamo farci carico di ulteriori disavanzi di bilancio indotti dallo Stato».

Allora, per il 2010 c'era la triste aspettativa di ricevere da Roma ben 7 milioni di euro in meno e c'era la preoccupazione di non riuscire ad assicurare il funzionamento di didattica, e ricerca e il risanamento di bilancio che nel 2009 ha chiuso con un attivo di 780 mila euro.

Ora la Compagno torna alla carica e al Messaggero di oggi ha rilasciato questa dichiarazione "Università, tagliati due milioni. Il rettore: basta o si chiude".

Si chiude?

«Udine sarebbe uno dei pochi atenei italiani ad avere un avanzo di amministrazione» eppure si potrebbe prospettare la chiusura?

Chiaro che é una provocazione, peró se il morsanese medio si ferma un attimo e pensa a cosa significherebbe non avere l'universitá a Udine c'é da rabbrividire.
In un'epoca in cui l'istruzione universitaria é abbastanza di massa, ci sarebbero due reazioni: chi non é molto convinto non andrebbe all'universitá e punto, oppure, gli studenti friulani andrebbero a fare i fuori sede in altre regioni o a Trieste con aumentati costi per le famiglie .

Uno scenario di sicuro impatto frontale e qualche bel cambiamento lo si noterebbe in ogni paese friulano.

sabato 19 giugno 2010

Il plagio é il miglior complimento che esita: se il paese vicino copia da Morsano


Grazie, ne siamo lusingati. Anche se non riuscirete mai ad eguagliarci, il fatto che ci copiate, sotto sotto ci fa piacere.

Quest'anno al torneo dai borgs (con la g) del paese vicino, ci sará anche un torneo di pallavolo femminile.

Dopo anni di misoginia, forse un po' omosessuale (tutti quei maschioni morsanesi muscolosi, virili e vincenti di sicuro non passano inosservati), dominata dal gioco nazional-popolare, ovvero il balon, il paese vicino ha scoperto uno sport da interpretare al femminile.

Non sappiamo se abbiano scoperto le magliette attillate delle giocatrici vedendo il torneo di pallavolo in quel di Morsano l'estate scorsa, fatto sta che quest'anno, casualitá delle casualitá, anche lá ci sará la pallavolo femminile.

Ne siamo onorati; sará una cosa in piú che le nostre ragazze andranno a vincere!

Il Parlamento effettivamente riflette il Paese

Aaaaah, ora abbiamo capito!

Siamo un po' tardi di comprendonio e la famosa frase "il Parlamento riflette il Paese", che si dice sempre quando si scoprono cricche, o parlamentari ignoranti, o parlamentari grezzi, o parlamentari senza il senso del ridicolo, o parlamentari che sparano cazzate o che fanno cazzate plateali, fino ad ora non l'avevamo mai capita.

Ora, finalmente capiamo.

Se anche nel Paese si fanno delle scelte sbagliate in maniera plateale, ci si copre di ridicolo, si distrugge il lavoro di anni fatto da altri tanto per il piacere di avere una poltrona o per qualche scopo che è difficile da capire o per rivalsa personale, beh, è normale che anche qualcuno in parlamento si comporti così.

Omnia revertunt ad praedium Murciani.
Requiescant in pace
Amen

venerdì 18 giugno 2010

Spaghetti Western in Salsa Morsanica: Per un Pugno di Euro (Mancanti)


« Quei due piuttosto che averli alle spalle è meglio averli di fronte, in posizione orizzontale... possibilmente freddi. »
("El Indio" a "Groggy", rivolto ai due cacciatori di taglie)

Qui la trama del film (da wikipedia - Per un pugno di dollari):

Un pistolero solitario (Clint Eastwood, nella parte dell'Uomo senza nome) arriva a San Miguel, una cittadina al confine tra gli Usa e il Messico e decide di alloggiare alla locanda del paese, dove diventa amico del proprietario, Silvanito. Lì viene a sapere della lotta tra le due famiglie dominanti della città: i fratelli Rojo — Don Benito (il fratello maggiore, capo della famiglia), Esteban (un elemento poco brillante, anello debole dei tre) e Ramón (spietato assassino e rapinatore, abilissimo nell'uso del fucile, interpretato da Gian Maria Volonté) — e la famiglia di John Baxter, sceriffo della città.

I Rojo sono commercianti di alcol mentre i Baxter vendono armi: le forze delle due famiglie si equivalgono.
Sedetevi in poltrona e godetevi il... film.

martedì 15 giugno 2010

Spritz Debate: Del Turismo in FVG - Ospiti di Spritz Unici con oLIVE impalate

Piú volte é capitato che in bar si accendesse una vivace discussione sul tema del "turismo in Friuli VG". Dopo l'ennesima discussione davanti ad uno spritz, é d'obbligo far scattare questo post.

La polemica di oggi é nata da un articolo sul Messaggero (La Confindustria friulana boccia il logo “Live” del Fvg) in cui, come il titolo lascia intuire, gli esperti di comunicazione dell'associazione degli industriali criticano il nuovo logo del turismo del FVG perché oltre ad essere un logo poco originale e piú adatto ad un concerto dal vivo (Live appunto), non ha nulla che richiami la nostra regione.

In bar s'é subito parlato di "simbolo della trasmissione Ballaró rivisitato" (colori nero e rosso che dominano). Peró, a onor di cronaca, va detto che per una volta in osteria erano tutti d'accordo e di questo va dato merito a chi ha ideato il logo: non piaceva a nessuno.

Di solito in bar ci sono vive discussioni soprattutto sul nulla, tanto per amore di dar contro ai compaesani e passare una mezzora, peró questa volta ci sono state solo opinioni concordi di deprezzamento del nuovo logo. Non é neppure piaciuta l'opera di smantellamento dell'esistente logo "ospiti di gente unica": ormai c'era e si poteva continuare ad usarlo.

La posizione morsanica piú importante arriva da un commento del nostro esperto di turismo qualunquista paesano: "Meglio cosí. Un logo orrendo terrá lontani i turisti e in Friuli non ci saranno frotte di visitatori in ciabatte che vengono qua a intasare le strade". In effetti, siamo gente unica.


Nella foto, un esperto di turismo nativo di Venzone

La stupenda ondata di polemiche suscitate dal nuovo logo, ci rimanda alle considerazioni fatte qualche mese fa, sempre in osteria, a seguito del BIT, la fiera del turismo italiano. In quell'occasione gli enti preposti avevano offerto una, diciamolo pure, stupenda immagine della nostra regione. Alla fiera c'erano le Frecce Tricolori, la spiaggietta con belle ragazze in bichini, la baita di montagna, Gérard Depardieu a provare il frico, Elonoire Casalegno a fare da madrina ecc. ecc. Bene, tutto bene.


Poi peró, turisticamente parlando, é scattata la furlanata. In TV, intervistano Elenoire, che da brava non-friulana era sorridente, entusiasta ed intrigante. Qui, iniziamo giá a preoccuparci: vuoi vedere che dopo l'intervista il turismo in FVG schizzerá alle stelle? Ma niente paura, arriva la salvezza in zona cesarini: vengono intervistati anche due tizi che, da bravi friulani, non sorridono, biascicano alcune parole, mugugnano, sono pedanti, pesanti, noiosi, 'na palla al piede. Insomma, oltre a cambiare canale, il turista, dopo il loro intervento, se ne andrá sicuramente in ferie in... Croazia!


Meglio! Strade piú libere e meno gente in giro a cui dover spiegare perché i musei sono chiusi la domenica.

lunedì 14 giugno 2010

Il Mistero di San Pellegrino delle Alpi: Investigando l'origine di San Pellegrino al Càssero frazione di Sambuca Pistoiese (PT)

Giá s'é appurato che San Pellegrino delle Alpi non é un santo riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa Cattolica, in fondo, a noi Morsanesi dallo spirito libero e ribelle, piace anche per questo. Vale ora la pena vedere quali sono i luoghi in Italia dove San Pellegrino delle Alpi é menzionato o celebrato.

Uno dei posti piú evidenti é San Pellegrino al Càssero, frazione di Sambuca Pistoiese, in provincia di Pistoia. Li, la cosa interessante é che la parrocchia é dedicata proprio a... San Pellegrino.

Dal sito del comune di Sambuca traiamo questa storia sull'origine della frazione:
"Il paese di San Pellegrino, secondo la tradizione, deve il suo nome al passaggio di un giovane viandante, che percorreva la via Francigena: la leggenda lo identifica come il figlio di Romano, re di Scozia. Egli, stanco del lungo viaggio e desideroso di pace e tranquillità, pensò di coricarsi in una zona boscata che stava attraversando. Ma l'indomani mattina fu destato dal canto di un gallo, segno evidente che questo non era il posto migliore per un eremita. Egli riprese quindi il cammino finché giunse in altro luogo, San Pellegrino appunto, ove si trattenne a lungo."

Per la scoperta delle radici storiche nel 1997 è stato pubblicato un libro a cura del Gruppo di studi di Nuèter e della Società pistoiese di storia patria dal titolo: San Pellegrino al Cassero - Storia e tradizioni.

Sarebbe bello riuscire ad avere una copia dello studio: c'é nessun morsanese che spinto da affinitá di devozione, passi da Sambuca?


Prossimamente esploreremo le altre localitá che fanno riferimento al "nostro" Santo.

domenica 13 giugno 2010

L'incontro di Santa Margherita Ligure visto con occhi Morsanesi

Di che cosa s'é discusso al 40° Convegno di Santa Margherita Ligure dei Giovani Imprenditori di Confindustria?

L'11 e il 12 giugno 2010, presso il Grand Hotel Miramare, le proposte piú significative sono state quelle che ruotavano attorno al discorso "riforme". Peró, visto che di riforme tutti parlano in maniera generica, si é voluto far emergere alcuni punti precisi sui quali intervenire:
- meno burocrazia: troppi tempi di attesa con la pubblica amministrazione. Avviare un'impresa richiede 80 autorizzazioni e costa 5.000 euro contro 350 euro della Francia. Siamo al 78esimo posto nella classifica internazionale della facilitá di fare impresa, nettamente dietro a tutte le nazioni piú avanzate.
- fisco piú leggero: la pressione fiscale sulle imprese é del 33% contro una media Europea del 23%. C'é grande attesa per lo Statuto delle Imprese, attualmente in preparazione alla camera, che proporrá un limite alla tassazione alle imprese, l'impossibilitá per lo Stato di pretendere pagamenti se é giá debitore di un'azienda e l'uso esteso del silenzio assenso nei rapporti dello Stato con le imprese.
- infrastrutture migliori per sostenere le aziende, dalle strade alla connessione a banda larga.

- Revisione dell'articolo 75 della costituzione per rendere abrogabili, tramite referendum, anche le leggi tributarie affinché i cittadini possano controllare direttamente la destinazione delle tasse che versano.

- Mirare al pareggio di bilancio per le amministrazioni pubbliche.
Interessante vedere come sia una donna ad essere a capo dei giovani industriali, Federica Guidi, nonostante ci si lamenti che l'Italia non dia spazio alle donne. In Confindustria non sembra proprio essere cosí. Anzi.
Tra i piú interessanti é stato l'intervento di Giuseppe de Rita, presidente del Censis che ha discusso la capacitá del "Sistema Italia" di reggere la crisi. Secondo De Rita, di fronte alla crisi é scattato il modello di vita italiano che vede in primo piano il ruolo della ricchezza delle famiglie. Ricchezza che tradizionalmente si fonda su: piccola impresa manufatturiera con lavoro flessibile, una quota di lavoro nero, proprietá della casa, grandi risparmi familiari, welfare di base familiare, localismo e coesione sociale locale. Di fronte alla crisi si é risposto giocando su queste basi: piú localismo, piú soldi prelevati dalle famiglie, la proprietá delle casa salva dalle bolle immobiliari e via dicendo. La mentalitá é reattiva e adattativa e non proiettata al futuro: il "modello di vita italiano" non é un modello di crescita, é un modello di protezione. Si puó forse replicare per altre occasioni ma non puó reggere nel lungo periodo.
Che fare dunque? Unire in rete le imprese, ridurre i costi, ridurre la pressione fiscale (e l'evasione) e attuare le riforme di cui sopra.

sabato 12 giugno 2010

Bollettino degli Avvenimenti Comunali: Morsano non c'é e una data é pericolosamente sbagliata

Spesso ci sono giorni in cui manca l'ispirazione per scoprire l'ennesima polemica su cui postare. Grazie al cielo la realtá é piú vivace della nostra fantasia e cosí sia (fa anche rima).

Ci é stato segnalato un caso interessante: il bollettino informativo delle iniziative associative e istituzionali per il prossimo trimestre NON ha nessun evento di Morsano ma solo eventi del paese vicino. In particolare si distinguono tre associazioni, del paese vicino appunto, il balletto, il softball e gli amatori calcio per la (meritevole) sollerzia con cui hanno comunicato i vari eventi.

Morsano assente! Quindi ci si pippa ben 6 facciate di paese vicino!

Fosse finita qui... il torneo dei Borgs organizzato dagli "Amatori Cacio Del Paese Vicino", quello per capirci che Morsano vince ogni anno e per il quale la Semide si rifiuta sempre di pubblicare la foto dei vincitori, é indicato come evento anche per Domenica 31 Luglio 2010. Ora, il 31 Luglio é un Sabato, ma al di lá di tutto, é anche il giorno in cui inizia il Trofeo dai Borcs (con la "c" di "sti Cazzi") a Morsano. Si tratta quindi di un errore: il 31 luglio non ci sará nessun torneo nel paese vicino!!! Peró il fatto che sia scritto (per evidente errore) sul bollettino, crea un indubbio scompiglio paesano.

Per il discorso "Morsano assente", ci si rimette alla clemenza dell'opinione pubblica forcaiola che con tanto amore ed umore, ci segue sempre...


PS nella foto la lista dei prossimi eventi di Morsano.

venerdì 11 giugno 2010

Histoire d’O Morsanese: Meta!

Non si sa chi, non si sa come... peró è finita. Ve lo ricordate il post "Immondizie abbandonate: che si fa? " e il post "Histoire d'O Morsanese: Storia di una coppia ai margini" (vedi foto qui a sinistra)?

Ebbene, la saga della coppia di sacchi della monezza abbandonata ai margini della Stadalta, senza che nessuno se ne curasse è finita! I sacchi non ci sono più!

Ci hanno segnalato che praticamente poco tempo dopo il nostro post, forse per pura coincidenza, qualche anima pia aveva provveduto a portare via i sacchi neri. Non sappiamo se sia partito un ordine da un’amministratore pubblico o se semplicemente qualcuno se ne sia fatto carico, peró s’è ottenuto un risultato: niente monnezza abbandonata sul bordo della stradalda.
Che dire, per l'ambiente é una pulitissima META!

giovedì 10 giugno 2010

L’Italia del turismo s’è Friulanizzata: se lo yacht non attracca, tu t’attacchi...

Questa volta la polemicona di natura evasorial-internazionale riguarda gli yacht di lusso. Il giorno dopo il sequestro dello yacht “non-è-mio-ma-è-di-una societá-alle-Cayman” sul quale per pura coincidenza c’era la famigliola Briatore, c’erano state due reazioni opposte: una plateale ed una molto sommessa.

Quella plateale riguardava la maggioranza della stampa e dell’opinione pubblica nazional-popolare italiana: è ora di finirla con questi evasori fiscali che intestano gli yacht all’estero e fanno quello che vogliono sul territorio nazionale. In galera!

A corollario c’era pure stata la pubblicazione delle foto degli interni dello yacht “Force Blue” (curiosamente le stesse iniziali di “Flavio Briatore”) da parte delle guardie, la cui chicca, a detta di Briatore intervistato a Matrix, è stata la visita dello yacht da parte della moglie e dei figli di una delle guardie. Per quanto antipatico possa essere Briatore, è pur sempre un cittadino portatore di diritti; ma al popolo non importa e giù le filippiche.

Tuttavia questa non è la polemica in questione. La polemica scoppiata subito in certi circoli è stata sul discorso Italia come meta d’attracco. In ambienti dove gira la moneta, si è ben consci che quest’anno in Italia verranno costruiti 200 yacht di extra lusso e nessuno di questi verrá varato con bandiera Italiana. Perchè? Perchè la legge italiana permette a chiunque di intestare gli yacht di lusso a societá con sede (ovviamente di facciata) alle Cayman e poi affittarli... anche ai soci italiani delle societá medesime. Se poi il socio deteniene il controllo assoluto della societa cambia niente: è legale prenderla in affitto e se è registrata alle Cayman dove si pagano praticamente zero tasse sui natanti. È legale. Punto.

E qui entriamo nella zona della reazione sommessa. Sempre nei circoli internazionali è comunissimo avere yacht fabbricati in italia, visto che abbiamo tra i migliori costruttori di barche di lusso al mondo, immatricolarli alle Cayman o alle Isole Vergini e poi venire in ferie sulle coste italiane. A Portofino, per citare una localitá tra tante (vedi foto), ci sono sempre dei mega yacht di lusso al largo, mentre i “passeggeri-proprietari-affittuari” sono a spendere soldi nell’entroterra. Qui il punto: sono a spendere soldi.

L’industria del turismo di super-lusso è una tessera importante per l’economia dell-ospitalità italiana: dal pieno di carburante, ai fiori per addobbare la barchetta, ai servizi a bordo, ai servizi a terra che impiegano personale locale e fanno girare una certa economia. Ne sa qualcosa anche un attuale sottosegretario del governo (...) che ha partecipazioni importanti in una societá che ai super-ricchi offre servizi turistici modello concierge, ovvero, autista con Bentley che viene a prenderti alla banchina, ti porta nel ristorante con posto esclusivo giá prenotato vicino al commendator Tizio e all'industriale Caio, ti porta in prima fila a vedere l’Opera o il concerto di Sting, quando proprio non chiama Sting ad un concerto privato nella villa dietro il promontorio, ti fa fare il giro turistico con apertura dei musei personalizzata, ti fa vedere opere d’arte chiuse ai comuni mortali, ti porta nell’hotel giusto, ti garantisce una scorta privata, ti fa arrivare da Parigi il tuo parrucchiere di fiducia e via dicendo. Quanta gente vive di questo giro? Avonde.

L’interrogazione parlamentare del deputato Pietro Laffranco (Un deputato chiede che il Parlamento si occupi del sequestro dello yacht di Flavio Briatore) non è del tutto degna di essere sbeffeggiata come è successo, perchè a ruota, arriva la polemica in tono sommesso dei circoli bene internazionali: l’Italia luogo a rischio attracco per i mega yacht. La polemica è stata ripresa dal Financial Times (Super-yacht owners warned to give Italy a wide berth in face of tax clampdown) in un piccolo articoletto in prima pagina l’altra settimana. Il Corriere della Sera ed altri giornali l’hanno ripresa solo oggi, dopo una settimana (Mega-yacht in fuga dall’Italia. Gli agenti marittimi: in Grecia e Croazia dopo la vicenda Briatore).
Le regole ci sono e noi siamo pronti a scommettere che Briatore se la caverá con nulla perchè altro non ha fatto che seguire le prassi comuni in materia internazionale di immatricolazioni nautiche. Ad ogni modo, o si fa una guerra seria alle Cayman (con un'invasione anfibia da parte dei nostri Lagunari) o si evita di fare comparsate populiste e dannose per l'economia (visto che l’opzione “fate ma in silenzio” di 'sti tempi sembra non essere presa in considerazione).

Lo spagnolo, Josep Ejarque, ex Direttore Generale Agenzia Regionale Turismo Friuli Venezia Giulia, disse una volta che la nostra regione soffre di mancanza di senso della realtá perchè si vuole preservare il FVG come meta di turismo d’elite ma poi non si vogliono fare campi da golf (vedi vari comitati a difesa del mais), non si vuole offrire un certo tipo di servizi, si è restii a dare permessi per creare strutture ed offerte di super qualitá o in generale per facilitare l’indirizzo di questo tipo di turismo.

L’Italia vuole i soldi dei ricconi ma punta i piedi su “patente e libretto”.

Insomma, che diammine vuole questa nazione per il suo turismo? Friulanizzarsi!?!

mercoledì 9 giugno 2010

Morsanismi: Girovalzerismo

Infine é arrivata anche a Morsano. L'altra settimana l'eurodeputato leghista Speroni, pensando ai riciclati della politica che zompettano da un partito all'altro senza troppe remore, in un'intervista, parlando del PDL, s'é lasciato scappare: "A volte assomiglia più a un bordello che a una casa, perché, detto apertamente, entrano tutte le puttane della prima repubblica". Cicchitto, per tutta risposta, lo ha definito "un troglodita".

Redarguito dalla moglie, come lui stesso ha dichiarato in un'intervista sul programma "La Zanzara" di Radio24, ha smussato i toni ed ha cambiato il termine da "puttane" a "girovalzeristi".

Fatto sta, che oggi in paese la cosa é stata notata e s'é riso sul termine "girovalzerista" ovvero colui che come fosse un giro di valzer, cambia da una posizione all'altra a seconda della convenienza.
Che dire, Morsano nitrisce all'imputar degli speroni!

martedì 8 giugno 2010

What's up Morsan? Gaining a Few Pounds

Per qualcuno puó essere un poeta caro alla destra (Ezra Pound) ma per i piú il termine "pound" (leggi paund) significa letteralemte "libbra" nel senso di unitá di misura del peso nel sistema imperiale oppure "sterlina" nel senso di moneta britannica.

In inglese si usa l'espressione "gaining a few pounds" per dire che si é messo su peso: letteralmente, traducinbile come "guadagnare un po' di libbre". Allo stesso tempo lo si puó scherzosamente associare al concetto di "guadagnare un po' di sterline".

Da poco piú di un anno, l'italiano Carlo Ancelotti é l'allenatore della squadra londinese del Chelsea. Con il Chelsea ha vinto il campionato e quindi s'é preso qualche bella soddisfazione monetaria (in sterline) in premi partita e premi per la vittoria della Premier League. Di recente i giornali hanno pubblicato le foto di Carletto (giá atletico giocatore del Milan) in spiaggia a Miami con tanto di qualche chiletto di troppo come i comuni mortali.

Nulla meglio di questa situazione per descrivere la quintessenza del concento di ..."gaining a few pounds"!

lunedì 7 giugno 2010

Numeri Utili: INPS e Pensioni

Nel 2009 l’INPS ha avuto un avanzo di 7.9 miliardi di euro.

L’Inps nel 2009 ha avuto uscite pari a 268.6 miliardi. Le entrate contributive sono state pari a 148.5 miliardi. Il resto sono trasferimenti dal bilancio dello Stato per 83 miliardi. Il risultato resta quindi in rosso per 83 miliardi togliendo ai quali i 7.9 miliardi di avanzo si arriva ad un deficit dell’INPS di 75 miliardi.

Per inciso, se il PIL Italiano è di circa 1.764 miliardi di Euro (2.113 miliardi di dollari – fonte Global Insight - 15 Maggio 2010), una spesa per le pensioni di 268.6 miliardi, rappresenta circa il 15.2% del PIL. Questa cifra include le spese per gli ammortizzatori sociali (passata dai 6,3 miliardi del 2008 a 9,9 miliardi nel 2009) che sono circa il 4% della spesa totale dell’INPS (cioè 9.9 su 268.6). [maggiori dettagli su Daily Blog e su OsservatorioInca]

Fa specie che la spesa per le pensioni pesi per una parte cosí consistente del PIL, per inciso, uno dei livelli più alti dei paesi OCSE.

Se il dato è poi rapportato alla spesa pubblica (le spese del governo) in Italia la spesa pensionistica assorbe circa il 30% della spesa pubblica contro una media dei paesi Osce pari al 16%. [maggiori dettagli su LibertàdiScelta]

Da ricordare che la spesa globale per prestazioni di invalidità civile nel tempo, tra il 2002 e il 2009, è aumentata del 47%, ovvero di oltre 5 miliardi di Euro arrivando a 16 miliardi nel 2009. Circa l’1% del PIL. [maggiori dettagli Sole24Ore]

Il dato-bar (cioè il dato che fa più impressione quando proferito in osteria) è che la spesa per pensioni in Italia incide per il 15% del PIL mentre negli Stati Uniti solo il 5.7%. [vedi Wikipedia]

Vediamo poi quanto percepiscono i 16.8 milioni di pensionati italiani (53% donne – 47% uomini) secondo quanto dice l’ISTAT:
8.5 milioni (50.5% del totale) percepisce più di 1.000 euro al mese (da singola pensione o più pensioni cumulate)
8.3 milioni (il 49.4% del totale) guadagnano meno di 1.000 euro al mese di cui 4,7 milioni (il 27,7%) ricevono assegni compresi tra i 500 e i 1.000 euro e circa 3,6 milioni (21,4%) ricevono meno di 500 euro al mese

Il 71.9% delle pensioni erogate sono per cifre sotto i 1.000 Euro. Peró circa c’è chi riceve più di un assegno per cui riesce a oltrepassare i 1.000 euro mensili.

Classi d’etá dei pensionati italiani (2008):
circa 11.7 milioni (69.9%) ha più di 64 anni
circa 4.5 milioni (26,4%) ha tra i 40 e i 64 anni
circa 620 mila (3,7%) hanno meno di 40 anni

Le donne guadagnano in media il 30.5% in meno di pensione rispetto ai maschi.

Pensione per categoria:
- 70% vecchiaia
- 14.9% superstiti
- 5.9% invaliditá civile
- 5.0% invaliditá

Numeri Utili: per i Morsanesi che Contano!

Ci è stato suggerito di aiutare i morsanesi ad avere un vantaggio competitivo nelle discussioni al bar.

Uno degli elementi chiave nelle discussioni è quello di sapere in che mondo si vive che spesso deriva dalla conoscenza di dati essenziali e di cifre che fanno la differenza.

Snocciola i dati in bar e sarai l'uomo ISTAT del momento, l'oracolo dei numeri che non sbaglia mai, colui che mette le opinioni in prospettiva e le fa diventare fatti.

Il Reuccio del bar insomma.

In questa chiave, la pedanteria didattico-paternalista del nostro blog ha partorito "Numeri Morsanici", una raccolta di cifre, numeri e dati che vi aiuteranno a fare bella figura in ogni discussione.

I dati saranno comodamente raccolti nel blog con tag "numeri morsanici", così, mentre discutete, potrete richiamare i dati dal vostro smartphone, magari sottobanco, e spiazzare tutta la platea.

Anche voi potete contare qualcosa!

domenica 6 giugno 2010

Spritz Debate: voci fuori dal coro sulla Nazionale Italiana

Alcuni morsanesi la pensano come Bossi junior, ovvero che la vittoria della Padania ai mondiali delle nazioni non riconosciute, in corso all’isola di Gozo, sia più significativa di qualsiasi risultato che la nazionale italiana porti a casa nei suoi tornei internazionali. O meglio, estrapolando, se proprio si deve, si seguono i Mondiali del Sudafrica solo per guardare del calcio di qualitá ma non certo per tifare la squadra di Lippi.

Stessa storia s’era sentita quattro anni fa in occasione dei mondiali di Germania quando un morsanese, tra gli altri, apertamente dichiaró il suo disinteresse per la nazionale italiana, squadra di una nazione di cui non si sente rappresentato.

Questa volta peró dovrebbe essere diverso. Infatti, la nazionale di Lippi in versione 2010 è più vecchia (l’etá media pare essere la più alta di sempre per la nazionale italiana) anche in confronto all’etá media delle altre nazionali, l’allenatore è stato “ri-assunto” virando da una qualsiasi scelta di “nuovi volti”, non s’è dato spazio a giovani promettenti o talenti conclamati in piena forma come Balottelli, Cassano e Totti ed il nocciolo duro della squadra sono inspiegabilmente i soliti noti per buona parte di una squadra, la Juve, che ha avuto un campionato a dir poco imbarazzante. In altre parole, secondo l’opinione comune dei commentatori dei grandi circoli televisivi e giornalistici, ci sarebbero tutti gli ingredienti per rappresentare degnamente una nazione come l’Italia: vecchia, che taglia le porte ai giovani di talento e che ricicla sempre le solite facce. Più rappresentativa di cosi’!!!

Eppure, un morsanese conoscitore di cose calcistiche e con parecchi anni alle spalle come giocatore e come dirigente sportivo ha offerto un’altra chiave di lettura. Lippi è un professionista che sa di andare a giocare un torneo estivo, non un campionato lungo mesi. Sa che nei tornei lo spogliatoio e la squadra nel suo insieme sono più importanti degli individualismi. Accozzaglie di grandi campioni che non si amalgamano non hanno mai vinto. In questa luce, il nostro esperto predice che l’Argentina di Messi, fallirá miseramente. Lippi ha preparato una squadra che sará in forze tra una settimana. Ora si sta ossigenando e preparando a partire appunto tra 7 giorni. La sconfitta in amichevole con il Messico non è un indicatore perchè il Messico era da Aprile che si trovava in ritiro mentre i nostri hanno ancora nelle gambe un lungo campionato, la coppa Italia e le coppe europee. L’Italia puó ancora fare molto bene ma ha bisogno dei suoi tempi tecnici.

Vedremo.

I morsanesi sono bastiancontrari per partito preso, peró quando si adducono delle valide motivazioni agli argomenti, ci incuriosiamo. Vedremo se hanno ragione i morsanesi che esultano per i risultati di Gozo o se la nazionale italiana riuscirá a dimostrarci ancora che siano la solita nazione imprevedibile, pazzoide ma capace di emozionare anche gli scettici.

sabato 5 giugno 2010

Spritz Debate: Sulle Origini del Rischio d'Impresa in salsa Morsanese

I morsanesi sono straordinari e questo forse giá si intuiva. Recentemente c'é stata una discussione tra due morsanesi sulle caratteristiche di chi rischia in imprese economiche in paese o comunque nella zona. Interessante la posizione di uno dei due morsanesi in questione (un muratore di mezz'etá) che sosteneva che, a conti fatti, chi rischia di piú sono quelli "che non hanno mai avuto niente e quindi se va bene ottimo, se va male... non cambia nulla perché tanto non avevano niente neppure prima!"

Una presa di posizione interessante che é stata fatta con cognizione di causa local-paesana. A sostegno della sua tesi, il morsanese in questione, portava a testimone una serie di nomi di imprenditori della zona che sono partiti da origini modeste o modestissime. Da zero hanno assunto rischi molto alti con esposizioni molto significative che poi hanno ripagato. Per contro, chi gia' aveva qualche gruzzolo di famiglia, evidenza storico-paesana vuole che sia stato (e sia tutt'ora) piú restio a rischiare tutto o anche una parte cospicua delle sue fortune.

Un approccio interessante soprattutto perché avvalora quello che fior fiore di economisti ci raccontano dell'alta attitudine al rischio che giovani "squattrinati" di paesi emergenti (est europa, Brasile, India, Cina etc.) che si contrappone nettamente alla bassa attitudine al rischio imprenditoriale dei giovani di paesi ricchi. Da un punto di vista scientifico quindi, la bambagia ed il "trovarla pronta" é inversamente proporzionale all'attitudine al rischio ed alla creativitá imprenditoriale.

Nei bar a Morsano l'avevano capito prima che ad Harvard!

venerdì 4 giugno 2010

What's up Morsan? Bossy

Come si dice Pontida in Inglese? (Pontaida?) O Carroccio? (Sweet Chariot?) Si dice Albert from Giussan? Non lo sappiamo, di certo peró esiste una parola nel linguaggio comune anglosassone che fará drizzare i cappelli a certuni e qualcos'altro a cert'altri: la parola ...Bossy!

La parola si pronuncia esattamente come si legge e deriva dal termine "Boss" ovvero "capo".

To be bossy (di solito le parole inglesi non terminano mai per "i" bensí per "y") nell'inglese colloquiale indica una persona che ha piglio "comandin" come si suol dire in friulano, in generale un piglio autoritario e impositivo.

Puó avere un'accezione negativa se detto con tono polemico "she is a bit bossy in the office" (fa l'autoritaria in ufficio) o ironica quando si indica qualcuno che ha velleitá di comando ma lo esercita in modo goffo (ad es. un capo di associazione che "licenzia" un membro del direttivo senza passare dall'assemblea dei soci, si comporta con fare bossy).

Esistono anche variazioni rafforzative e descrittive: bossier, bosiness, bossily

Anyway, you don't need to be bossy to have a hard on! (trad. "Non serve essere... autoritari per avercelo duro")

giovedì 3 giugno 2010

Morsano Imprenditoriale: Usare il Registratore di Cassa di un Negozio come Bancomat

Il necrologio sul Financial Times di John Shepherd-Barron, morto l'altra settimana, ci dà lo spunto per il post di oggi. Mr Shepherd-Barron è stato un grande personaggio del mondo bancario internazionale ed è universalmente ricordato per una sua invenzione: l'ATM (automated teller machine) ovvero, lo sportello Bancomat.

La storia vuole che John, da amministratore delegato della "De La Rue Instruments", un'azienda che forniva stumentazione bancaria, un giorno, mentre si stava servendo ad un distributore automatico di barrette di cioccolata, si fosse chiesto ..."e se al posto della cioccolata ci fossero delle banconote?". Detto fatto. Ricoprì un assegno con una striscia di Carbonio-14 (che era leggermente radioattivo) ed attribuì un codice identificativo alla striscia (il PIN - personal identification number). Ci vollero 85 secondi perchè questa idea fosse accolta con entusiasmo da un alto dirigente della Barclays di Londra. Fu così, che il primo Bancomat al mondo entrò in funzione alla filiale della Barclays Bank a Londra il 27 Giugno 1967.

Chiusa la parentesi storica, torniamo a Morsano.

Quante volte vi sarà capitato di aver bisogno di banconote e di dover scendere in garage, prendere la macchina, guidare fino al paese che si trova ad ovest oppure fino a Gonars o Mortegliano... parcheggia, scendi dall'auto, tira fuori la carta magnetica, vai allo sportello bancomat della banca, preleva, torna in auto e torna a casa. Una seccatura per per pochi spiccioli.

Ebbene, visto che le possibilità che una banca apra uno sportello Bancomat a Morsano sono inesistenti, si fa avanti un'idea semplice semplice. Per commercianti avere denaro contante è una seccatura. A fine giornata devi contare le banconote, metterle via, poi raccoglierle e portarle in banca. Con rischi per la sicurezza personale e dispendio di energie. In un mondo ideale, sarebbe ottimale avere solo scambi elettronici e così in banca non ci si dovrebbe andare mai.

Dunque, il commenrciante ha bisogno di ridurre il liquido tra le sue mani a favore della transazione elettronica mentre il cliente ha bisogno di liquido da ottenre con transazione elettronica.

1+1 = il registratore di cassa diventa un bancomat!

Se io ho bisogno di 50-100 euro (chiaramente parliamo di cifre relativamente modeste), vado in negozio a Morsano, faccio la spesa e chiedo che mi venga data anche una banconota da 50 euro da addebitare sulla mia carta bancomat. Se la spesa costa 34 Euro, semplicemente pago col bancomat e in cassa mi faccio dare anche 50 Euro dal negoziante: sulla carta verrà quindi segnata la cifra di 84 Euro (34+50).

Così, il commerciante potrà ridurre la liquidità che ha in negozio e comunque vedersela depositata in banca in forma elettronica, mentre il morsanese potrà fornirsi di cash anche a Morsano.

Poi, visto che uno difficilmente andrà in negozio solo per avere le banconote, di certo scatterà l'effetto secondario per i negozianti che vedranno un aumento di acquisti da parte di gente...in cerca di soldi.

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