sabato 12 febbraio 2011

Numeri utili: Biogas in Friuli VG (2011)

Le energie verdi si compongono di biocarburanti, oli vegetali e biogas.

Il biogas incentiva la produzione di mais che è l’unica coltivazione capace di sottrarre circa 500 mc/giorno di CO2 e di restituire 250 mc/giorno di Ossigeno.

La CO2 dell’aria si combina con l’H20 del terreno per creare un biogas con una concentrazione di biometano (CH4) anche oltre il 54%

Mentre al momento in friuli Venezia Giulia ci sono solo 4 impianti di produzione del biogas, L'Agenzia Per l'Energia (Ape) stima che in regione ci sia spazio per almeno 110 impianti entro il 2012.

La realizzazione di questi impianti comporterebbe una spesa di 500 milioni di euro che per il 70% potrebbero essere assistiti dal FRIE e dal Fondo di rotazione in agricoltura Lr80/82.

Il periodo di ritorno dell’investimento è generalmente di 4.5 anni a fronte di almeno 8.100 ore di produzione annua con la tariffa di 0.28 €/kW.

Qualcuno ipotizza la concorrenza tra coltivazioni per l’alimentazione e quelle destinate alla produzione di bioenergia. In realtá oltre la metá degli impainti di biogas possono anche essere alimentati dai liquami degli allevamenti bovini e suini.

In termini di colture del FVG, raggiungere la massima produzione di biogas possibile comporterebbe adibire a questa produzione almeno 22-23.000 ha di terreni agricoli. Se peró si utilizzano i liquami degli allevamenti si potrebbe ridurre questo fabbisogno a circa 15.000 ettari.

In regione, negli ultimi 3 anni si è passati da oltre 110.000 ettari coltivati a mais a 70.000 ha nel 2010 associato anche ad una perdita del patrimonio zootecnico. Dal 2005 al 2010 si sono persi 5.500 ha coltivati a barbabietole.

Il che fa ritenere che anche se tutti i 110 impianti venissero realizzati, al netto di una perdita per la produzione agricola a fini alimentari tra 15 e 22.000 ettari, non si creerebbero dei grossi scompensi alla filiera alimentare.

  
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Referenze:

17 commenti:

Anonimo ha detto...

sarebbe auspicabile che, in zone come le nostre vulnerabili ai nitrati (ZVN), il biogas venga prodotto dalla fermentazione dei liquami. tuttavia il liquame è un "rischio" (se dai antibiotico all'animale blocchi l'impianto a biogas) e quindi si preferisce andare sul sicuro utilizzando il trinciato di mais o triticale. leggevo una intervista al sig. ganzini sul periodico Il Ponte: ebbene questi sostiene che per produrre 1KW da biogas se ne consuma 1.5KW in fonti fossili (costruzione/smantellamento impianto, coltivazione mais...). ciò significa che, anche col biogas, delle energie alternative in italia non abbiamo capito un ca***! e noi paghiamo, di tasca nostra, anke questo controsenso.

Cicale Triticale ha detto...

la stessa cosa viene detta per il bio-diesel prodotto con il mais in USA e quello prodotto con canna in brasile. Quello prodotto con il mais costa di piú a produrlo, in termini di CO2 per produrre il mais, che i benefici che se ne ricavano. Quello prodotto con la canna invece ha una buona resa.

Impresari ha detto...

Mah, é il discorso dei pannelli solari per riscaldare l'acqua. Sono obbligatori per le case nuove. Ebbene, costano almeno 3.500 euro piú la manutenzione ogni tot anni. Li usi solo d'estate e una buona parte dell'acqua calda prodotto viene scaricata direttamente in fogna perche' per tante docce che uno si faccia non consumera' mai il carico giornaliero. Per ammortizzare i 3.500 euro quanto ci metti? E l'acqua che sprechi? Sarebbe piú logico avere il gas anche d'estate e via. Costera' massimo 100 euro per 3 mesi di docce. Il che significa che i 3.500 euro li ammortizzi in 35 anni! Un assoluto controsenso!

Anonimo ha detto...

Com'e' che confagricoltura e' sempre favorecole a queste cose strane, dall'OGM al biogas. Non riesco proprio a capire la loro strategia.

Anonimo ha detto...

il biogas, attualmente, non rompe i tabars alla filiera alimentare perchè non richiede grandi estensioni: una centralina da 1megawatt richiede sui 200/250 ettari di coltivazione. le associazioni di categoria agricola sono daccordo perchè si tratta di contributi che entrano a dare ossigeno al settore, da anni alla canna del gas e preda di politiche dei prezzi sfavorevoli. ti spiego: se hai azienda e fai un impianto a biogas, hai gli introiti di conto energia e vendita elettricità che al netto degli investimenti ti permette di mandare avanti la baracca e di tirarti fuori lo stipendio annuo tuo e di una decina di terzisti. se non fai biogas continui a galleggiare sull'orlo del baratro, pieno di debiti, con il rischio che una gelata come quella del 2009 ti metta in ginocchio. il biogas ti salva l'azienda, però i contadini sono diffidenti così gli imprenditori si sono messi in mezzo e stanno realizzando loro gli impianto, utilizzando i contadini come terzisti e fornitori di materia prima (trinciati mais/triticale). questo è il male.

Anonimo ha detto...

sui pannelli solari: è fuori argomento, cmq ti dico da mia esperienza professionale che il pannello messo per fare solo acqua calda son soldi buttati. è una concezione vecchia del pannello, vecchia di cent'anni, sui quali le aziende ti inc*la** da anni! ti vendono mer** a peso d'oro. la concezione moderna del pannello vuole il pannello integrato in un sistema termico che preveda non solo acqua calda sanitaria, ma anche riscaldamento. ebbene questo sistema, che prevede un bombolone di acqua calda stratificato, ti permette di sfruttare il pannello tutto l'anno e di non sprecare acqua (d'estate l'acqua che scende dai pannelli a 90° la devi miscelare con acqua fredda se no ti ustioni). bisogna cominciare a concepire la casa con la moderna tecnologia, se no viviamo come 30 anni fa e poi non ci lamentiamo se a conti fatti gli investimenti non convengono. cmq la legge ti obbliga a soddisfare col pannello solo il 50% del tuo fabbisogno di acqua calda, quindi chi ti vende il pannello dovrebbe venderti un prodotto adeguato a questo fabbisogno, e se tu butti via acqua a manetta allora chi ti vende ti vende roba sovradimensionata e quindi ti sta fregando. pretendete un minimo di progettazione quando comprate, ascoltate anke un progettista termotecnico, non solo il venditore.

Anonimo ha detto...

il biogas è l'ennesima aberrante putt***ta illogica, che sta in piedi solo perchè dopata di contributi pubblici. coltivare il mais per poi farlo fermentare e bruciare il gas per fare corrente... stiamo dando davvero i numeri! l'equazione del ca**o che dice "la combustione del biogas rilascia in atmosfera tanta CO2 quanta ne ingerisce la pianta nel suo ciclo vitale" è frutto di un celebroleso, nell'equazione non si tiene in minimo conto degli altri inquinanti rilasciati dalla combustione e della quantità di nitrati restituita al terreno col digestato liquido (prodotto di scarto). Non si tiene nemmeno conto del fatto che per coltivare la terra/allevare gli animali fonte di biogas si impiega CO2 fossile, quindi l'equazione suddetta ha già questo handicap mai considerato. ne riparleremo tra 15 anni, quando sarà ora di smantellare le prime centrali in quanto giunte alla fine del loro ciclo vitale di incentivi.

Anonimo ha detto...

vedremo cosa accadrà quando, tra qualche anno, la crisi alimentare dovuta alla richiesta dei paesi emergenti, farà schizzare in alto il prezzo dei cereali. vedremo se i contadini venderanno le pannocchie achi fa biogas o a chi gliele compra bene per fare pane. e allora vedremo che fine faranno gli impiantia biogas. il mercato energetico è in continua evoluzione, i cambiamenti climatici rendono incerta l'agricoltura, ERGO il biogas non è e non sarà un investimento sicuro nel lungo termine! chi vuole rischiare lo faccia, ma non con i contributi pubblici.

Aghe cjalde ha detto...

i pannelli solari per riscaldare l'acqua funzionano solo in estate ... quando il riscaldamento non serve! All'anonimo precedente, esistono pannelli solari che funzionano anche d'inverno???

ZIO ADOLFO ha detto...

"però i contadini sono diffidenti così gli imprenditori si sono messi in mezzo e stanno realizzando loro gli impianto, utilizzando i contadini come terzisti e fornitori di materia prima (trinciati mais/triticale). questo è il male"

Contadis... sveaisi!!! o SPIETAISO CHE COME CUN LE QUOTE LATTE AL VIGNEDI EL GOVERNO A TIGNIUS EL DET SU PAL CUL?

Anonimo ha detto...

i contadini fanno bene ad essere diffidenti se il biogas funziona solo perchè ci sono i contributi. Non è un settore che tirerà nel lungo periodo.

Anonimo ha detto...

aghe cjalde, esistono i pannelli "sottovuoto", cioè costruiti con tecnologia moderna, che installati a certe angolature danno acqua calda anche in inverno. se hai il riscaldamento a pavimento, di giorno scaldi e ti lavi solo con l'acqua che arriva dai pannelli. di notte interviene la caldaia a gas. è una questione di tecnologia: mettere il classico pannello a circolazione naturale col bombolotto sul tetto andava bene anni fa, oggi esiste altro di più sfruttabile.

Anonimo ha detto...

i contadini sono diffidenti circa l'investimento e l'iniziativa imprenditoriale. ma per andare al traino (cioè per fare i terzisti o i fornitori di materia prima) sono sempre pronti. facendo da terzisti dormiranno sugli allori, si tireranno fuori il panut senza sudare troppo, abbandoneranno la diversificazione del reddito e poi, qndo il biogas sarà finito (tra 15 anni, tanto dura l'incentivo) verranno a piangere il morto perchè non sapranno più dove trovare lavoro per tirare a campare. e il governo interverrà... a nostre spese. io credo andrà così.

Anonimo ha detto...

ma dello spandimento in campagna dei digestati di scarto degli impianti a biogas nessuno parla? vengono spacciati per ottimi ammendanti, ma le caratteristiche sono tutte da dimostrare ancora nel lungoperiodo. invece quel che è certo è che hanno un apporto generoso di azoto. per un impianto a biogas da 1megawatt ci vogliono 200/250 ettari di terreno a coltivazione, ma in ZVN ce ne vogliono almeno 300/350 per lo spandimento dei digestati. come ci troveremo tra qualche anno coi nitrati? bune l'aghe, vere?

Anonimo ha detto...

supponendo come fonte primaria di alimentazione dell'impianto i trinciati di mais/triticale. perchè con la granella o i liquami non so quanto scarto venga prodotto.

Anonimo ha detto...

sull'argomento, da parte della popolazione, c'è grande ignoranza. e i media ci tengono ben volentieri in questa ignoranza. invece l'imprenditoria che ha soldi da investire è molto ben informata sull'argomento. l'argomento poi è molto complesso e non può costituire "chiacchiera da bar", altrimenti si cade nel qualunquismo e nel "ma io credo che", senza guardare ai dati reali.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

cena col VIP sul tema delle energie alternative proponibili nella nostra zona?

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