sabato 30 giugno 2012

oooooh Balotelli

Visite record ieri 29 giugno 2012

Ieri abbiamo fatto un post civetta, uno di quelli che facciamo quando vogliamo aumentare le visite. Così, par no savè ce fa.

Abbiamo raggiunto il record di sempre di visite giornaliere: 271

Cusì, par no savè ce fa...

venerdì 29 giugno 2012

Lezioni Morsaniche: Come si giudica un giornale

Oggi è giornata di gioia calcistica a meno che non siate separatisti e per forza vi tocchi recitare la solita pantomima del "ma a me della nazionale non interessa". Così di calcio si scrive di tutto, perfino dimenticando commenti più o meno travagliati della vigilia ("Travaglio: tifo Germania, non Italia Feltri: accontentati della Merkel"). 

Per cui, oggi parliamo di altro, e parliamo di giornalismo, ovvero, come si giudica un giornale? 


A ben vedere è simile a come si giudica un calciatore però con una piccola differenza. Nel calcio, fin dalla leva calcistica del '68, si sa che i giocatori non devono aver paura di sbagliare un calcio di rigore perchè non è mica da questi particolari che li si giudica ma dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. 


Un giornale invece, oltre alla fantasia, altruismo e coraggio, lo giudichi dai particolari. Leggendo Sallusti questa mattina non si può fare a meno di notare la pubblicità in alto a destra e a sinistra del nome della testata... pensando alla partita di ieri sera (2-1 per l'Italia nella semifinale degli Europei 2012). Quella non è pubblicità e basta ma è un particolare atto di altruismo, coraggio e fantasia giornalistica per augurare buone vacanze in italia a tutte le amiche tedesche. Anche a quelle che devono salvare l'Euro. 




=====================================

PS ovviamente giornalisti come Jeremy Paxman che mettono all'angolo i politici in diretta TV alla BBC se non sono capaci di rispondere in maniera puntuale alle domande, noi ce li sogniamo. Ma questa è un'altra storia. (notasi la domanda "do you ever think you are incompetent?" - pensa mai di essere un'incompetente? che Jeremy fa alla sottosegretario dopo l'ennesima incertezza nel rispondere).


giovedì 28 giugno 2012

Spritz Debattieren: ma i popoli mediterranei ci sono o ci fanno?

Presto fuori da ogni sportello bancario? 
Notizia di questi giorchi, la Grecia ha assunto, in pieno periodo di super-austerity ben 70.000 statali (vedi Il Giornale: "La Grecia truffa l’Ue: invece di fare sacrifici assume 70mila statali")

Peró si mangia bene
Altro giro altra corsa: l'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata, giá commissariato dalla Regione dopo che questa aveva registrato "gravi anomalie" nella gestione finanziaria tali da provocarne un disavanzo dei conti comunali per 140 milioni di euro, con cima alla lista, il buco nei bilanci dell’Amia che gestisce la raccolta rifiuti e i 1800 operai della Gesip che dovrebbero lavorare per la manutenzione del verde di Palermo e dei servizi cimiteriali per il Comune, mandati in ferie forzate, è stato chiamato dal presidente del Senato Renato Schifani in qualità di consulente per la realizzazione di un importante disegno di legge che riguarda i tagli alla spesa negli enti locali (Libero: "CASTA SENZA VERGOGNA: Il sindaco dei conti in rosso nominato consulente antisprechi"). Secondo quanto riportato dai giornali, nel mix della passata gestione comunale ci sono pure 110 autisti di autobus assunti senza avere mai avuto la patente per... autobus, 24 viaggi in medioriente per contratti sulle immondizie poi mai firmati nonché, in otto anni, i dipendenti del Comune di Palermo sono stati aumentati di 8mila unità.

Dopo la sollevazione popolare, Cammarata ha rinunciato all'incarico di consulente del senato per la spending review per il risparmio degli enti locali ("L'ex sindaco Cammaratarinuncia all'incarico al Senato"). Peró sia Schifani, sia il rosso nelle casse comunali di Palermo, sia i dipendenti di troppo... restano tutti dove sono.

In bar se n'e' parlato e ci si é chiesto cosa sia legittimo che la Merkel e i governanti nord europei pensino quando gli si chiede di contribuire a risolvere i problemi del debito pubblico dei paesi mediterranei.

Cosí le opinioni in osteria si sono divise tra:

  • chi sostiene che i tedeschi pensino che i mediterranei "ci sono"
  • e chi dice che i tedeschi pensino che i mediterranei "ci fanno".
E il dibattiten continua...





mercoledì 27 giugno 2012

Spritz English: Parla come mangi si dice "talk like you eat"?


Una drammatica testimonianza, appena arrivata da Leicester sq. Londra, sul perché noi italiani parliamo un inglese maccheronico...

...Spritz English?

lunedì 25 giugno 2012

Mad dogs and Englishmen: Se non distrarsi é di rigore!

Occhi sulla palla

Morsano si chiede: Come si traduce "vi rode eh?!?"

Sondaggio: Di che colore rifaresti il campetto di tennis?


Questa volta il sondaggio è stato condotto sulla pagina Facebook "Morsano di Strada Fan Club". Non c'è stata storia e il proverbiale tradizionalismo morsanico ha prevalso. Niente novità come paventato dal post "La Pazza Proposta Morsanica: e se facessimo il campo di tennis ROSA?". Il bobolo è sovrano. E così sia.


venerdì 22 giugno 2012

Risposta al CAFON: Uscire dall'Euro e tornare alla Lira è possibile

Vista la grande attenzione che un post curto dal CAFON di qualche giorno fa ("Il CAFON risponde: cosa succede se torniamo alla Lira?") ha avuto una risonanza magnetica, in quando ha magnetizzato l'attenzione di molti commentatori, proponiamo qui, sotto i riflettori di un vero e proprio post, la posizione di Mosler interpretata da un gentile lettore.

Era dai tempi delle corse contro Saronni che Mosler non riceveva tante attenzioni.

==================================

Mosler secondo l'amico Davide del blog amico "Corsia d'Emergenza":




Secondo Mosler tornare alla Lira è semplice. Basterebbe che il governo iniziasse a tassare in Lire. Si creerebbe il problema che ti tassano su qualcosa che nessuno possiede. Quindi nasce la necessità di possedere Lire. In questo modo il governo inizia a pagare in Lire, che così inizia ad acquisire valore (detta in soldoni). Chiaramente, se il governo decidesse di pagare troppo, ci potrebbe essere un aggiustamento verso il basso e quindi un deprezzamento. Ma può succedere anche il contrario, con un aggiustamento verso l'alto. Pure con l'Euro, quando abbiamo iniziato ad usarlo, è stata così: si tassava in Euro, si pagava in Euro e c'è stato un aggiustamento. Si badi che sono aggiustamenti una tantum, che non c'entrano con l'inflazione. In Messico nel 94 e in Russia nel 98 ci sono stati questi tipi di aggiustamenti, ma poi tutto è tornato a posto. 
Quando qualcuno gli chiese se ci sarà una fuga di capitali dall'Italia, Mosler rispose che con la valuta Fiat non esiste una vera fuga di capitali come la pensiamo noi. Quella è un'idea che deriva dal vecchio standard aureo, che ormai da decenni non esiste più, quando l'oro era il capitale che andava a finire all'estero. Oggi è diverso. Per esempio i Dollari rimangono alla Federal Reserve. Cioè se il signor Josè in Messico compra materie dall'americano signor Joe, succede solo che alla Federal Reserve la cifra pagata da Joe, va nel conto di Josè. Dunque alla Federal Reserve non ci sono fondi a perdere. 
Quando chiesero all'economista nonché speculatore Mosler se ci sarebbe stato un assalto alle banche con un ritorno alla Lira, lui rispose che gli Euro in una banca non devono essere convertiti, non avrebbe senso che il governo facesse ciò. Ci sarebbe semplicemente una vendita degli Euro per avere Lire (in sostanza è quello che successe quando arrivò l'Euro). Chiaramente ciò funziona solo se il governo agisce nel modo corretto: se il governo convertisse i depositi bancari in lire, ciò comporterebbe un disastroso crollo della valuta.


A chi si chiede come si faccia a comprare il petrolio in dollari dopo un aggiustamento una tantum, Mosler risponde che è un falso problema, poiché il petrolio non si paga in dollari, ma è prezzato in dollari. Lo si paga con qualunque valuta. Ci sarà una variazione nel tasso di cambio, ma in generale si può pagare qualunque cosa con qualunque valuta. 
A chi gli chiede come fa lo Stato ad onorare il debito pubblico interno ed esterno con la Lira, Mosler risponde che il debito è in gran parte non ricorso e non assicurato, cioè non c'è garanzia. Il governo può legalmente cambiare idea in qualunque momento. Però può scegliere anche di fare default: se la Grecia lo avesse fatto a Marzo non sarebbe di certo andato qualcuno ad arrestare i membri del parlamento. Piuttosto Mosler si chiede: quale parte del debito serve per il bene pubblico? Queste sono scelte politiche, che vengono attuate dal governo. In che modo? Comprando euro con la propria valuta per pagare i debiti in euro. Ciò va a spingere in basso la Lira; ma in realtà non è nemmeno un problema oggi come oggi. Infatti tutti spingono per avere un calo della propria valuta. Per esempio la Svizzera: se la Lira è debole, si può vendere meglio i propri prodotti per onorare i propri debiti. 
Per quanto riguarda le famiglie indebitate in euro esiste un problema diverso. Il settore privato farebbe bancarotta. Però dopo la bancarotta, il debito si azzerra e si ricomincia da capo. In tal caso è fondamentale ammortizzare l'impatto della crisi promuovendo la piena occupazione grazie al settore pubblico. Mosler spiega che il 10% della popolazione è sufficiente a produrre quello che serve al restante 90%. nulla vieta che il restante si occupi di anziani, invalidi, malati, bambini ecc. Lo stato può fare ciò che vuole con la moneta sovrana. Poi è l'errata gestione che genera crisi e disoccupazione

Quando gli viene chiesto chi decide i tassi d'interesse con una nuova moneta uscendo dall'Euro, lui risponde che con la nuova Lira si tornerebbe al vecchio sistema in cui la Banca d'Italia sceglie da sola i tassi d'interesse. Mosler consiglia di lasciarli a 0 (come in Giappone da oltre vent'anni), senza il pericolo di creare inflazione (poiché l'inflazione è creata dagli alti tassi d'interesse). In questo modo per esempio i tassi sui mutui andrebbero al 2,5-3% (come in Giappone), creando competitività e concorrenza tra le banche. 
Invece per quanto riguarda i titoli di stato, dice che è il mercato a deciderne i tassi d'interesse. Ma in realtà con la moneta sovrana, non avrebbe senso che il governo emetta titoli, poiché il titolo in realtà era strettamente legato al vecchio sistema dello standard aureo, cioé si emettevano titoli quando a standard aureo si preferiva dar via soldi anziché l'oro. Oggi i titoli di stato (sempre parlando nel caso di moneta sovrana, quindi non l'Euro) non sono altro che uno spostamento di cifre tra i diversi conti della FED. Es: Quando la Cina compra titoli americani, quei soldi si spostano da conto corrente a conto di risparmio. Il conto di risparmio viene chiamato ance debito pubblico. La promessa è che quando i titoli scadranno, i dollari verranno spostati dal conto di risparmio al conto corrente. 

Mosler spiega che molti economisti non credono alle teorie post-keynesiane perché hanno ancora una visione che ha le sue basi sull'esistenza dello standard aureo. 
Comunque Mosler spiega che la valuta unica (Euro) avrebbe senso, ma dovrebbe essere gestita per scopi pubblici (non privati come avviene ora ai nostri danni). 
A tal proposito lui propone due soluzioni per evitare il disastro pur rimanendo nell'Euro. Una è collegata al fatto che la BCE dovrebbe finanziare tutti, distribuendo Euro a tutti i Paesi su base annua del 10% del Pil, in modo da risolvere i problemi di solvibilità, eliminando il rischio di default e senza rischio di credito. Il problema è che ci si affida al caso: se in nessun paese c'è problema di credito, allora c'è una corsa al ribasso, in cui si spende senza limiti, creando inflazione selvaggia. Si rende necessario disciplinare. Ha spiegato anche in che modo. Poi Mosler spiega che la BCE dovrebbe finanziare piena occupazione a salario fisso e decente, creando una riserva tampone di occupazione. I disoccupati accedono a un posto di lavoro di transizione, attraverso un programma che verrebbe gestito direttamente dalla Banca Centrale. Questo programma tampone è un sistema di stabilizzazione. Diciamo che è simile al Programma EFES che venne avviato nel 2001 in Argentina con ottimi risultati. 
Altra proposta di Mosler è che l'Italia si finanziasse facilmente in caso di non pagamento, usando i titoli+interesse per pagare le tasse al governo. Ora come ora nessuno di noi comprerebbe titoli (per questo i tassi sono troppo alti), poiché temiamo di non avere indietro i soldi. Ma se tra 5 anni, se non mi ridanno i soldi, posso pagare le tasse con quei titoli allora il discorso cambia. Questo è un piccolo cambiamento che farebbe trovare investimenti e il tasso d'interesse scenderebbe. In questo modo si potrebbe risolvere il problema dell'austerity, ma non quello della disoccupazione.

Ah a chi si chiedeva se l'Italia esce dall'Euro: agli altri stati non cambia proprio nulla. 
Per il libro, lo consigliavo solo perché l'ho ritenuto interessante e gratuito. Barnard ha organizzato a Rimini un summit in cui ha portato tutti gli economisti che vi ho citato, che di certo non sono dei cialtroni. Idem per Mosler, che è stato uno speculatore vero e proprio, per cui sa come funzionano veramente le cose (ricordo nuovamente che negli anni 90 ha salvato l'Italia con il ministro Spaventa facendogli capire che non esisteva il problema del debito pubblico e che sempre in quegli anni si è notoriamente arricchito comprando titoli italiani, quando nessuno li voleva, nel 2001 ha salvato l'Argentina dal default). (NDR Durante l’ultima settimana del 2001, il governo ad interim guidato da Rodríguez Saá, di fronte all’impossibilità di ripagare il debito, dichiarò lo stato di default sulla maggior parte del debito pubblico, per una quantità pari a 132 miliardi di dollari.)






giovedì 21 giugno 2012

Lettera di un lettore: costi della politica locale


Riceviamo e pubblichiamo: 

Ad ogni consiglio comunale tutti i consiglierei presenti ricevono un gettone di presenza; oltre a loro devono essere presenti al consiglio il segretario comunale e una forza dell’ordine pagati con tariffa maggiorata per lo straordinario. Inoltre, se il consiglio viene convocato in giornate lavorative, i consiglieri che lo richiedono hanno diritto al pagamento dell’intera giornata lavorativa a carico del comune.
Indire un consiglio comunale può avere pertanto un costo di diverse migliaia di euro.

Dopo questa premessa passiamo ai fatti: il consiglio comunale dello scorso sabato 16/06/2012 è stato convocato dai consiglieri di minoranza con ben tre punti all’ordine del giorno, ma nonostante un gruppo consiliare risultasse tra i firmatari della richiesta nessuno dei suoi membri si è presentato al consiglio. Mi chiedo pertanto come mai quel gruppo, dopo aver richiesto la convocazione di un consiglio comunale, non si sia presentato al consiglio. Ritengono così poco importante il nostro denaro da poterlo sperperare allegramente? 


mercoledì 20 giugno 2012

Lezioni di Storia Paesana: de l'orribile annessione di Napoleone nel 1805



Lo scopo di un blog paesano é anche quello di educare le future generazioni e non c'e' modo migliore che capire il futuro attraverso le lezioni della storia. Per la serie "le grandi iniziative di Dibattito Morsanese" proponiamo ai piú piccini un modo semplice per conoscere il nostro passato: la storia in video.

Speriamo l'iniziativa editoriale piaccia anche ai grandi.

lunedì 18 giugno 2012

Il CAFON risponde: cosa succede se torniamo alla Lira?

La domanda é sorta in osteria: cosa succede se torniamo alla Lira?
Gli esperti del  C.A.F.O.N. (Comitato di Analisi Finanziaria e Obligazionaria Narcisista) hanno detto che in soldoni...

- La lira si svaluterebbe, secondo varie stime, da un minimo del 25% al 50% rispetto all'Euro "tedesco" e rispetto alle monete piú importanti (dollaro, sterlina, franco svizzero ecc.). Il che sarebbe un problema per chi ha debiti denominati in moneta estera oltre alla svalutazione in termini reali della ricchezza che si possiede all'interno della nazione. Ovviamente, andare a fare i turisti all'estero costerebbe cifre improponibili. Dall'altro lato, chi ha Euro "tedeschi" o altra moneta all'estero ci guadagna immediatamente rispetto alla Lira dal 25% al 50% a seconda della svalutazione (quindi ci guadagnerebbe chi oggi ha soldi depositati all'estero).

Entrerebbero in vigore misure per scongiurare il "corralito" ossia che tutti vadano a fare la fila in banca per prelevare gli Euro (facendo cosí fallire la banca). L'annuncio del ritorno alla Lira avverrebbe all'una di notte di un sabato sera, a banche chiuse. Verrebbe imposto un divieto di prelievo per alcuni giorni e divieto di esportare le banconote di Euro nonché i trasferimenti via bonifico verso l'estero sarebbero sospesi per un certo periodo. Le banconote di euro in circolazione verrebbero marchiate e convertite seduta stante in "Euro italiano di transizione" in attesa che le nuove banconote della nuova lira vengano stampate e distribuite alle banche. 

- Visto che le materie prime sarebbero acquistate dall'estero in moneta piú forte (es. il dollaro) i costi si riverserebbero nell'economia nazionale e si svilupperebbe un tasso d'inflazione molto alto (es. 10%) e per di piú l'inflazione s'inalzerebbe immediatamente (es. un'ora dopo l'entrata in vigore della nuova Lira). Il che provocherebbe la riduzione a condizioni di poverta' di molte persone specie tra i pensionati e i redditi bassi perché il pane, luce, gas e via dicendo costerebbero immediatamente anche il 30% in piú.

- Inflazionare significa ridurre gli stipendi reali e le pensioni reali. I risparmiatori ci perderebbero e considerando che gli italiani sono il popolo tra i piú risparmiatori al mondo il conto é presto fatto. Dall'aumento dell'inflazione ci guadagnerebbero solo i debitori e il piú grande debitore italiano é lo Stato (notoriamente inefficiente e sclerotizzato dai mille noti problemi).

- Per l'incapacita' strutturale della politica italiana di fare le riforme (a meno che qualcuno non voglia dimostrare il contrario) si finirebbe con lo svalutare ogni 5/6 anni e si tornerebbe al solito circolo vizioso di politici incompetenti e/o pavidi, cittadini italiani drogati di svalutazione e un'inflazione minacciosa. Magari per proteggere i redditi, le corporazioni si metterebbero al sicuro invertendo il trend di riforma e liberalizzazioni facendo precipitare la nazione ancora di piú nella spirale della protezione asfissiante di diritti corporativi di ogni ordine e grado.

- Visti i trascorsi nazionali e la cultura socio-economica dominante, quasi sicuramente per uscire dalla crisi finirebbe per vincere la linea di pensiero secondo la quale serve piú spesa pubblica e quindi piú debito. Curare un eccesso di debito pubblico con altro debito é come curare un alcolizzato con bicchieri di vodka.  Per la cronaca (e visto che nessuno lo dice mai) quando l'America decise di seguire le dottrine di Keynes sulla spesa pubblica in tempi di crisi, la spesa pubblica americana era al 15% sul PIL (q-u-i-n-d-i-c-i) e la portarono al 20-25%. Oggi, la spesa pubblica italiana (800 miliardi) é al 53% (c-i-n-q-u-a-n-t-a-t-r-é) del PIL, la vogliamo portare sovieticamente al 70%?

A proposito di debito pubblico, nella storia dell'umanita' nessuno stato sovrano e' mai rimasto solvibile quando il suo debito ha superato il 60% sul PIL. Se con un 120% siamo ancora qua a raccontarcela, é bene sapere che la storia non ci dá ragione. 

Buona solo se fai il politico all'opposizione 

Morsano in Panico: il Biscot Incombe sul Paese




Galleta, bisquit, cookie, biscuit, koekie, كوكي, пячэнне, 餅乾, pikkuleipä, עוגיה, biscoito, piškotek ... non c'è scampo, ogni paese deve sopportarsi il suo.

domenica 17 giugno 2012

Cosa fa l'individualismo alle dinamiche sociali morsanesi?


Come sottolineato da Luca Ricolfi nel suo articolo "Moltissimi cellulari, tantissime auto, pochissimi figli: ecco come siamo diventati il Paese piú individualista del mondo", l'Italia é dominata dai vecchi, é una gerontocrazia dove il merito conta poco e i giovani non trovano lavoro e pare che in molti casi neppure lo cerchino.

Il fatto é che da noi ci sono meno under 18 che over 65 e il tasso di natalitá é il secondo piú basso al mondo (e nel mondo ci sono ben oltre 200 nazioni); possibile che le italiane siano cosí ritrose ad avere figli?

Dati alla mano, tra le donne di tutto il mondo, le Italiane sono proprio le meno prolifiche (9.5 nascite ogni 1000 abitanti). Eppure il nostro tenore di vita e la nostra societá é simile a quella inglese, francese, spagnola. Possibile che in quelle nazioni si facciano piú figli che da noi?

Che sia che gli italiani non vogliono far figli?

Che sia l'individualismo edonista che ha fatto breccia?

A vedere il numero di cellulari per abitante (150 cellulllari ogni 100 abitanti) siamo al massimo livello mondiale cosa che é vera anche per il numero di auto, 60 ogni 100 abitanti (dopo la Nuova Zalanda che ne ha 62).

Morsano non é da meno: da decenni il tasso di natalitá viaggia sulle basse medie nazionali, a fare la spesa si va in auto anche se si abita a 200 metri dal negozio e i cellulari si cambiano spessissimo, anche quando si ha uno stipendio modesto.

La battuta in bar é che per quanto ci sia crisi, Tizio e Caio hanno sempre cellulari nuovi.

L'individualismo si vede anche quando si devono portare avanti progetti d'interesse comune dove la tendenza a non muovere un dito si manifesta nella forma di immobilismo decadentista pur di non rischiare di sbagliare ovvero di mettere in discussione la propria "bella figura" in piazza.

A ben guardare é l'ossessione di far sempre bella figura in paese (nell'Italia dei piccoli paesi) che immobilizza gli animi.

La vera cura é girare con un'utilitaria vecchia fregandosene di cosa direbbe il diretore di Quattroruote se vi vedesse, tenersi un cellullare di sette anni fa e trombare di piú.

Almeno due su tre sono facili.

venerdì 15 giugno 2012

La Pazza Proposta Morsanica: e se facessimo il campo di tennis ROSA?

Gjovanin color...
Da un po' di tempo stanno girando in paese idee per il rilancio del campetto di tennis. Sul tema le parole sono gratis e pertanto tutti noi morsanici le stiamo spendendo allegramente peró non tutte le idee catturano l'immaginazione del popolo sovrano e sfilano rapide nel dimenticatoio.


Ce n'e' una peró che é nata su Facebook nel ben popolato gruppo "Morsano Fan Club" dove qualcuno ha proposto di ridipingere il campetto non di blue come a Flushing Meadows, non di rosso per ricalcare la terra del Roland Garros, non di verde come a Wimbledon o di una tradizionale combinata rosso-verde bensí... di rosa!


Nata come una battuta ha scatenato accessi dibattiti paesani, di fatto, nei bar e nelle botteghe piú o meno oscure, non si parla d'altro. Ieri qualcuno stava comprando il pane quando la commessa, salutando pare abbia detto "peró il campetto rosa..."


Nell'ora dello Spritz é volata la stessa considerazione mentre si commentava sulle recenti dichiarazioni di Cecchi Paone sui gay nella nazionale italiana di calcio e le battute di Antonio Cassano in conferenza stampa ("Cassano, i froci nella nazionale italiana, Cecchi Paone, gli omosessuali e gli italiani"), e qualcuno, sollevando il calice s'e' lasciato un "peró, il nostro protebbe essere il primo campetto di tennis gay-friendly in Italia".


Dalle reazioni bipartisan, sia di Spritzettari che Prosecchisti, l'idea non sembra dispiacere. D'altro canto lo stesso Roland Garros s'era tinto di rosa per celebrare la festa della donna ("Roland Garros paints the court pink") oppure in alcune parti del mondo giá ci sono campetti del colore della celebre Pink Panther.

Sarebbe un segno distintivo che emerge dal grigiore pedante basso friulico e un tocco di vita e gaudio tra chi sta per le vie del borgo a rimirar stormi d'uccelli neri. 


E tra i dritti e i rovesci della vita, il dibattito continua... 



giovedì 14 giugno 2012

Che cos'é il carisma? Notizia dall'Irlanda


Ci giunge dal nostro inviato a Dublino una drammatica testimonianza di come il ristorante da Tony durante gli europei abbia colto la palla al balzo per celebrare il Trap, nuovo eroe nazionale irlandese.

martedì 12 giugno 2012

Idea Morsanica: I viaggi internazionali dei morsanici

Marzo 2002: piramidi Maya a Chichén Itzá
in Messico... muse dure e barete fracade
C'era un tempo in cui ci si sposava tra paesani e magari pure tra cugini (di seconda) e non ci si spostava molto.

Magari ai tempi di Marco Polo e della via Francigena i pellegrini raggiungevano a piedi i corridoi piú remoti del Globo oppure andavano a combattere, come ussari a cavallo, con Napoleone in Russia (come fece un tale Sandri), ma a parte gli episodi bellici, l'emigrazione economica o il servizio militare, difficilmente i morsanesi degli anni 30-50 uscivano dal confine paesano.

Oggi come oggi la mobilitá turistica morsanica é ai massimi storici e andare a Berlino o Parigi é piú frequente che andare nel paese vicino.

Deserto Africano: le dune insidiose (di Castions?)  

Las Palmas: la casa di Coion ...o era Colon?
12 Giugno 2012: London, cambia scena ma stese
barete e solitis musatis


Cosí, mentre mezzo Morsano si incontra un po' qui e un po' lá, abbondano le foto pubblicate su Facebook o tenute nel proprio PC che testimoniano le incredibilissime avventure dei girovaghi paesani.

Forse un giorno si fará una mostra fotografica delle avventure paesane in terra estera. Una sorta di amarcord a la brovada e muset.

L'idea potrebbe essere di raccogliere due o tre foto del posto remoto che piú ti é rimasto impresso o dove hai incontrato altri morsanici.

Nel frattempo le iscrizioni per la gita sociale paesana al Polo Nord saranno presto aperte...

lunedì 11 giugno 2012

"VOE DI LÂ VIE" - 4º Mini Episodio di Felici ma furlans - PRIMA ASSOLUTA & FESTA DI LANCIO

Gentile Amic@ di Felici ma Furlans,

ti scriviamo per chiederti di collaborare con noi alla promozione della festa di sabato 16 giugno alle 19.00 presso per il lancio del 4° episodio!


Se pensi che tra i tuoi contatti ci possa essere qualcuno interessato a festeggiare con noi, invitalo all'evento! Puoi anche incollare sulle bacheche dei tuoi amici il link:

http://www.facebook.com/events/229152650536981/ !

"Felici ma furlans" è una serie autoprodotta che si sostiene anche grazie a questi piccoli gesti!

Ti ringraziamo e ti aspettiamo sabato 16 per festeggiare assieme... e intanto, come piccolo assaggio, ecco il trailer del nuovo episodio!

http://www.youtube.com/watch?v=dH9bqTIaRQQ&feature=player_embedded

Mandi!!
Il team di Felici ma furlans




domenica 10 giugno 2012

Numeri Utili: La Spesa Pubblica - dei Ministeri (2011)


Dei quasi 800 miliardi di spesa pubblica, il Ministero del Lavoro la fa da padrone con ben 100 miliardi seguito dal ministero dell'Economia e dell'Istruzione.

Alcune delle voci di spesa, particolarmente interessanti, sono elencate nella tabella qui in alto.

sabato 9 giugno 2012

Numeri Utili: Spese Militari (2011)

In questo momento ci sono "Oltre 3 mila chance nel mondo della Difesa" e molte delle occasioni di crescita accademica e professionale offerte dalle Forze Armate sono poi valutate positivamente dal mondo dell'impresa privata grazie allo sviluppo delle capacitá di leadership e di lavorare in squadra con disciplina e orientamento verso un fine comune.

Detto questo, l'O.B.i.Ce. (Osservatorio del Bar in Centro) che da anni si occupa di disquisizioni strategico-militari a Morsano, ha discusso sui costi dell'apparato militare e piu' in dettaglio delle spese militari su base annuale e in riferimento al PIL.

Come sottolineato nel post "Spritz Debate: Della Difesa… dell’Orchestra di Udine" per i parametri imposti ai suoi membri dalla NATO, il rapporto tra spese militari e Pil deve perentoriamente rimanere sopra l’1,7%, livello che costituisce la soglia minima.

Per non farsi mancare niente, l'Italia nel 2011 ha toccato l'1.9% di spesa militare su PIL reale. La cosa peró la lascia tra le nazioni meno spenderecce soprattutto se comparata a stati di simile livello di reddito e popolazione: Gran Bretagna e Francia.

Ovviamente l'Arabia Saudita (che manda i carri armati a reprimere le rivolte pro-democrazia in Bahrein e salta fuori nei maggiori casi di corruzione internazionale legata alle forniture di armi - vedi caso Al-Yamamah in Gran Bretagna) ha livelli di spesa fuori dal comune, per ragioni di relazioni commerciali con le nazioni a cui fornisce petrolio, per questioni di politica estera regionale e per controllo interno. Ma questa è un'altra questione.

Tornando alle spese militari, gli USA guidati dal Premio Nobel per la Pace Mr Obama, spendono oltre 711 miliardi di dollari in armamenti e personale, pari al 4% del PIL reale cioè oltre il 40% della spesa militare a livello mondiale.
 



Quello che agli osservatori dell'O.Bi.Ce non sfugge e' il tipo di spesa militare che sta crescendo: stanno crescendo gli acquisti di armi pesanti (del 24%) rispetto alle armi leggere. Inoltre crescono le spese per ammodernamento dell'arsenale atomico (da parte di Russia, USA, Cina, India e Pakistan) e si dice che al momento ci siano almeno 5.000 testate atomiche nel mondo.

A proposito, i paesi europei, che stanno dicendo di contenere le spese militari, sono i maggiori esportatori di armamenti nel mondo.

C'e' poi un aspetto interessante della spesa militare italiana, che pero' discuteremo in altri post: noi spendiamo proporzionalmente di piú per pagare il personale che per le armi e l'addestramento. Abbiamo piú generali dell'esercito americano (oltre 400) e la nostra truppa é in maggioranza formata da precari in attesa di un concorso che li faccia transitare nelle Forze di Polizia o ad altro impiego pubblico.

Stiano quindi tranquilli gli anti-militaristi alla lettura: noi paghiamo piú per scrivanie che per cannoni. 

venerdì 8 giugno 2012

Sondaggi: Secondo te i partiti daranno l'autorizzazione all'arresto dell'ex tesoriere della Margherita, Lusi?


Abbiamo raccolto le opinioni di alcuni lettori una quindicina di giorni fa chiedendo se, secondo voi, i partiti daranno l'autorizzazione all'arresto dell'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi.

Ne parlano tutti i blog più influenti, da Beppe Grillo nel post "Lo scacco matto dell'imbecille" (nel quale dice "gli scommettitori danno per certo il niet all'arresto del tesoriere di sinistra. De Gregorio val bene un Lusi, forse anche due") a il Perbenista nel post "STRIZZOLO ERA IL CONTROLLORE DI LUIGI LUSI", la teoria della congiura del "palazzo" contro la verità e la pace è stata ordita.

Nessuno sa chi ha votato contro l'arresto del fisiognomico De Gregorio perchè il voto era segreto (De Gregorio, il Senato nega l'arresto). Ora vedremo se gli "insaputisti" colpiranno ancora quando si deciderà sul caso Lusi.

La nostra scommessa rimane sul tavolo come raccontata nel post "Caso Lusi:  Un friulano ci fara' vincere la scommessa?"

Interessante che con Strizzolo e Saro c'è molto Friuli nella vicenda.

Fuarce Friul!

(Ancje no)

Spritz Employment: Se il Lavoro c'è ma manca un'Impiego...

Neanche un tornitore
Notizia di oggi: Messaggero Veneto: Aspiranti insegnanti oltre 1100 richieste per appena 129 posti - Boom per il concorso dell’università di Udine indetto dopo 5 anni. Un picco per l’inglese. Le selezioni inizieranno il 6 luglio.

In bar due noti piccoli imprenditori della metalmeccanica della zona hanno sbottato "e io non riesco a trovare tornitori, attrezzisti, apprendisti capo officina, periti..." L'elenco mette in riga tutte posizioni da 1.300 euro al mese (più gli straordinari) con alcune mansioni che possono fruttare quasi 2.000 euro al mese nel tempo. Mansioni per altro spendibili lungo tutta la vita lavorativa in Friuli.

Tornitoriiiiiiii 
La storia si ripete di continuo: tecnici e operai specializzati (o che vogliano specializzarsi) non se ne trovano e quelli che escono dalle scuole tecniche hanno così tante offerte di lavoro che possono permettersi il lusso di selezionare il datore di lavoro e, si badi bene, non in base alle specialità dell'azienda o allo stipendio ma a quanti straordinari uno deve fare sacrificando così tempo per l'aperitivo con gli amici prima di cena o dalla distanza dello stabilimento dalla casa di mamma e papà (perchè di vivere da soli non se ne parla proprio).

Così si torna sempre ai soliti discorsi con chi etichetta i cercatori di un posto statale come persone alla ricerca di un "impiego" anzichè di un lavoro e chi invece ritiene che nella vita si deve fare quello che piace ed inseguire i propri sogni anche se la trippa per i gatti è sempre più ridotta. D'altronde se insegui i tuoi sogni in tutti i film americani c'è sempre un finale felice. E 300 milioni di americani mica si saranno sbagliati.

Che poi il nostro principale export e fonte di crescita economica sia la meccanica e che contestualmente le nostre scuole stiano crollando nelle classifiche internazionali è tutta un'altra storia. O forse no?

PS lo dice anche Barisoni "Manca il lavoro... ma quando c'è non lo si accetta

giovedì 7 giugno 2012

Spritz Economics: de la Volatilità e de la Credibilità (trallalero lallalà)

La volatilità contro i fogli excel: indovinate chi sta vincendo?
Qualche giorno fa si è riunito in osteria il C.A.F.O.N. (Comitato di Analisi Finanziaria e Obligazionaria Narcisista) che mette assieme a Morsano i massimi esperti di ogni cosa e subito si è aperto un dibattito. Da un po' di tempo a questa parte di fronte ad una totale ed incontrollata "volatilità" di tutto e tutti, sempre più commentatori stanno dando importanza al concetto di "credibilità".

La "volatilità" fin dai tempi del commissario Auricchio è un grossissimo problema che il celebre funzionario di polizia riassunse nel detto "sono volatili per diabetici" (trad. per i non addetti ai lavori: son cazzi amari).

Leggere su giornali autorevoli che "la situazione è terribile per quegli investitori che hanno speso un'intera carriera basandosi su modelli di analisi matematica al computer" fa riflettere. In pratica, la situazione economica corrente non la si può spiegare con modelli matematici fin qui utilizzati, nè si può anticipare quello che succederà tra qualche tempo perchè tutti i modelli sono saltati.

Per capirci, facciamo un esempio. Se vi dicessero che la vostra banca forse potrebbe fallire domani mattina, voi cosa fareste? Andreste di corsa a prelevare i soldi dal vostro conto. Risultato? Un "bank run" (modello banca "Northern Rock" in Gran Bretagna nel 2008) dove tutti prelevano i loro soldi e come conseguenza la banca fallisce avverando la profezia. Ma se invece tutti si fidano del direttore di banca, persona seria e stimata, magari non vanno a ritirare i soldi e aspettano che le cose si sistemino. In questo caso, la banca che "poteva fallire" non fallisce.

Se anzichè di una banca si tratta invece di uno Stato, che pensare? 


Altro che  Dornbusch Fisher!
Gli investitori (il temibile "mercato") nell'analizzare i potenziali investimenti nei paesi emergenti del mondo (Argentina, Turchia, Brasile, Indonesia ecc.) valutavano sia i numeri come inflazione, crescita, export, consumi ecc. che l'aspetto polito-sociale e culturale valutando il senso civico degli abitanti e il rischio politico.

Ora la magagna è che gli stessi "investitori" NON avevano mai fatto questo tipo di analisi per i mercati maturi (Francia, USA, Italia, Spagna ecc.) basandosi solo sui numeri nella convinzione che la "società e politica" fossero "stabili" e avessero dei comportamenti di fondo tutto sommato prevedibili e lineari. 

Invece, eccoci qua con mezzi governi europei fatti fuori dalla crisi (Zapatero, Sarkozy, Berlusconi...), con gli estremisti alle porte e in alcuni casi già seduti in parlamento (vedi i nazisti in Grecia) e tutti a chiedersi che fine farà la "coesione sociale" e la "fiducia nelle istituzioni" in paesi fino a poco tempo fa considerati stabilissimi.

Ora, che un capo di governo vi dica che non c'è crisi perchè i ristoranti sono pieni quando invece gli addetti ai lavori (che lui dovrebbe consultare di continuo) rilevavano una crisi montante, riassume il punto della "volatilità" come forma di imprevisto non quantificato dai modelli matematici.

E qui si inserisce un altro concetto molto caro ai morsanesi, il concetto di "credibilità". In paese non riesci a fare nulla se sei reputato non "credibile". Il muro di gomma silenzioso ti si mette contro. Mentre per il C.A.F.O.N. è facile capirlo ma, nella teoria economica, il concetto di "credibilità" non esiste proprio. Avete mai sentito parlare di "credibilità" negli scritti di Adam Smith o di Pareto o di Ricardo?  Ovviamente NO!

Questo è il dramma! Passi tutta la vita a studiare modelli economici ed econometria (indici di questo e di quell'altro) e poi scopri che lo spread si riduce se arriva un tecnico a governare oppure che la gente vota i nazisti al governo e questo destabilizza i piani di intervento finanziario oppure un politico è reputato "poco credibile" e l'economia del suo paese finisce sotto attacco. 

Peggio ancora: se due politici di livello internazionale non si pigliano sul piano personale, l'economia ne risente e se poi questi si chiamano Merkel, Hollande, Sarkozy, Cameron, Berlusconi o Monti peggio mi sento. 

Siamo in una situazione in cui, l'Euro, che è UN PROGETTO POLITICO (secondo i modelli matematici una moneta unica senza unità fiscale/politica è destinata a fallire) è come il Marco Tedesco nel 1870 dopo l'unificazione della Germania e il dollaro come moneta unica degli Stati Uniti d'America a fine '700: funzionarono perchè c'era la VOLONTA' POLITICA di farli funzionare.

Così ora gli economisti sono chiamati a prevedere se due leader europei andranno d'accordo a pacche sulle spalle, e quindi la situazione politica migliorerà portando quindi ad un miglioramento della situazione economica, oppure se si staranno sulle palle ed allora i mercati si affosseranno uccidento pure l'Euro.

Ma ci rendiamo conto?

Nella City mettiamoci la redazione di "Chi" o "Novella 2000" che di umori delle personalità ne capiscono di più. Noi economisti del  C.A.F.O.N. prendiamoci tutti una pausa dalla parrucchiera. Tra un bigodino e l'altro magari impariamo qualcosa di economia moderna!

...e il dibattito continua (con molta volatilità)

=============================

Per piangere un pò vedi:

mercoledì 6 giugno 2012

Spritz Bureaucracy: Del "Dispotismo Amministrativo" della burocrazia italiana

Arte Moderna Italiana: un cittadino medio vigorosamente sospinto dalla burocrazia verso
un futuro migliore sotto il sole del Bel Paese
La discussione è sorta ieri durante la visita di una delegrazione extra-parlamentare ad una struttura sportiva paesana in disuso da anni e che si vorrebbe far rifiorire. All'interno della comitiva si constatava come i gangli della burocrazia in italia siano così assurdi che non fa meraviglia che tutto sia condannato all'immobilità. Di peggio, per smuovere qualcosa, serve troppo spesso l'intervento "politico" sia questo del potente di turno (tipo quelli che poi non sanno chi gli ha pagato la casa) o di qualche povero diavolo di amministratore locale, pronto ad assumersi responsabilità per venire incontro ai cittadini e che poi si colleziona qualche denuncia per abuso d'ufficio da parte del burocrate frustrato di turno.

I casi eclatanti di pazzia burocratica a livello nazionale non mancano, ha fatto notizia la rinuncia ad investire ulteriormente in Italia da parte di British Gas che dopo aver speso 250 milioni di euro (!!!) per il progetto del rigasificatore di Brindisi, dopo 11 anni di carte, di fronte all'ennesimo blocco burocratico ha gettato la spugna e ha rinunciato al progetto (vedi "Da 11 anni aspetta i permessi: British gas riuncia al rigassificatore e lascia a Brindisi"). Questo è un caso eclatante che riassume una delle ragioni per le quali il FDI (Foreign Direct Investment) ovvero gli investimti esteri in Italia sono bassi: la British Gas parallelamente al rigasificatore di Brindisi era partita con un progetto uguale in Galles, mentre il primo era fermo a livello di autorizzazioni 11 anni dopo, quello del Galles è stato addirittura realizzato ed è entrato in funzione entro 5 anni!

Si dice che il nocciolo del problema sia il potere dato a troppi elementi con diritto di "veto". Le decisioni, concettualmente, dovrebbero essere prese da tre, o al massimo cinque organismi. In Italia invece, c'è la gara a dare potere di bloccare i progetti finanche a 32 enti diversi (come nel caso del rigasificatore di Brindisi).

C'è poi il discorso corruzione che si posa su un sistema che sembra fatto apposta per dar modo di far arrivare gente con la tanica di olio per lubrificare qui e là. Anzi, in alcuni casi, anche con 32 taniche diverse. Non a caso, se un linguista volesse spendere un quarto d'ora a capire come si è evoluta la lingua di Dante e i vari dialetti e lingue regionali, potrebbe analizzare in quanti modi in Italia si può indicare la corruzione: bustarella, oliare gli ingranaggi, obolo, cash, finanziamento alla fondazione politica, mandule, al fas ce cal po, ecc. ecc. Senza poi aggiungere la mimica e i gesti legati alle bustarelle.

Insomma, a rigor di legge (e notasi che chi le leggi e i regolamenti li ha fatti così complessi sono gli stessi che sono chiamati a ridurne la complessità) in Italia non si può fare niente e soprattutto, nessun burocrate è mai chiamato a rispondere della propria (eventuale) inadempienza o lentezza. Nessuno è tenuto a risponderti e comunque lo Stato poi tratta i cittadini come sudditi costringendoli ad andare a pietire una risposta. Caso tipico è quando si presenta una qualsivoglia richiesta scritta e per avere risposta si deve poi andare di persona (ma che ti scrivo a fare allora?).

Così nella discussione è stato sollevato il problema del "dispotismo amministrativo" proprio per descrivere gli arbitrii della Pubblica Amministrazione che ledono i diritti e la libertà dei cittadini.

Come sempre le voci fuori dal coro sottolineano che la burocrazia è complessa perchè troppi in Italia tentano di fare i furbi e approfittarsi della mancanza di regole per commettere abusi. Al che la discussione è partita sull'evidentemente pessima risposta data dalla Stato fino ad ora visto che non sembra che gli abusi siano stati ridotti (vedi le taniche di olio di cui sopra) ed anzi, chi ha tanto olio fa comunque quello che vuole e le regole sono solo aumentate di numero ma non quanto a chiarezza. Inoltre s'è creata una generazione di cittadini (e generazione di giornalisti) assuefatti al "dispotismo amministrativo" che anzichè reagire, abbassano la testa e l'accettano con qualche sospiro, sottoposti ad una classe burocratica mediocre e incapace di rinnovarsi o di qualsivoglia scatto d'orgoglio.

Dibattito lungo e complesso che continua ancora nei bar del paese...

martedì 5 giugno 2012

Neologismi: Net-attivismo

Di pochi giorni fa il tamtam internettiano che ha portato all'espulsione di un politico dal suo partito dopo che aveva postato dei commenti a sfondo razzista su Facebook, il tutto nell'arco di soli tre giorni da segnalazione a espulsione (vedi "La Potenza di Internet: se commenti e la Zanzara ti punge").

Che la "rete" possa muovere macigni già si sapeva, ora, la "rete" è il veicolo per le segnalazioni da parte dei cittadini ai propri amministratori.

I cittadini diventano sentinelle della città e se qualcosa non va, ad esempio c'è una buca sulla careggiata, i lampioni sono fulminati, c'è un atto di vandalismo, un vetro rotto ecc., sempre più persone scelgono la segnalazione on-line. Magari pure pubblica per scuotere un po' più le coscienze e richiamare ad un'azione più veloce.

Si tratta di Net-Attivismo.
Visto che quest'espressione s'è udita al Bar Sport, tocca prendere nota.

Dopo averla sentita a Morsano, anche Alec Ross, responsabile dell'innovazione del segretario di Stato americano Hillary Clinton, intervenendo sul tema del net-attivismo presso il Digital Economy Forum di Venezia, ha rilasciato dichiarazioni in merito all'importanza della digitalizzazione e dell'informazione negli esperimenti di cittadinanza attiva.

In Italia, a Genova, hanno creato "Mappi-amo la città" dove i cittadini sono invitati a segnalare agli amministratori quando qualcosa non va nel decoro urbano, nei parchi, fognature e via dicendo.

C'è poi uribu.com che ha simili finalità o Iris che funziona da anni a Venezia per poi passare al comune di Udine la cui amministrazione ha deciso di appoggiarsi a ePart, il Social Network della cittadinanza partecipata, portale attivo in circa 30 comuni italiani. Ci sono poi "Decoro Urbano" di Maiora Labs, una start up che ha l'obiettivo di "migliorare la vita delle persone tramite la rete" e che offre la possibilità di fare segnalazioni verso più comuni attivi.

Insomma, i cittadini hanno scoperto di essere soggetto politico e sociale reale in grado di cambiare le cose con un click e al tradizionale bussare alla porta del sindaco per fare una segnalazione, si sta facendo avanti sempre più una foto di un disservizio mandata via iphone.
Net-Morsan-Attivismo: fu segnalato...

... e poi ripulito


lunedì 4 giugno 2012

Numeri Utili: Stipendio in Afghanistan di un soldato in missione (2012)

I dati sugli stipendi dei nostri militari impiegati in missione all'estero sono discussi nel post "E’ giallo sui salari dei militari sia in patria che in missione di pace". In media un soldato semplice guadagna attorno ai mille euro netti al mese e quando va in missione all'estero aggiunge un'indennitá giornaliera che varia a seconda della zona di impiego e delle regole d'ingaggio.

Se fosse una missione in quello che giuridicamente si definisce "stato di guerra", un militare non avrebbe diritto a nessuna indennitá aggiuntiva ma, se la missione non si verifica nel contesto di uno stato di guerra, ha diritto all'indennitá.


A guardare i dati, se in Italia le paghe sono mediamente inferiori alle medie OCSE, l'eccezione sembra la facciano le missioni di pace dei nostri militari dove il pacchetto complessivo generalmente supera quello dei colleghi NATO anche quando i colleghi (tipicamente Americani e Inglesi) sono in piena missione di combattimento (eg. provincia di Helmand in Afghanistan rispetto alla meno turbolenta provincia di Herat).


Un soldato inglese, in missione in Afghanistan, guadagna 1,600 sterline al mese di stipendio base più un bonus a fine missione di 5.000 sterline. Inoltre riceve 1,800 sterline se frequenta un corso di lingua locale (es. il dari).

1.600 sterline sono circa 2.000 euro al mese. Il bonus di 5.000 a fine missione (dopo 6 mesi) significa circa 6.200 euro.

Ricapitolando, un soldato semplice britannico che si reca nella provincia di Helmand, dove si combatte apertamente e la missione non è classificata in Gran Bretagna come una "missione di pace" ma per quello che di fatto é, cioè una missione militare in una zona di guerra, guadagna:

Mensilitá 2.000 euro x 6 mesi
Bonus finale 6.200 euro

La fonte è un articolo sul FT "Taking Control in Afghanistan” dello scrittore “Andy McNab” ex SAS (corpo speciale britannico reputato tra i migliori al mondo).

La morale della favola é che in effetti, sembrerebbe, che le missioni di pace italiane siano accompagnate da due caratteristiche: la prima il (sistematico) dispiegamento in zone meno turbolente di quelle dove finiscono gli inglesi, la seconda, da pacchetti retributivi di missione competitivi anche su base comparativa internazionale. 

Poi, rientrati alla base si dirá che in patria i colleghi esteri sono pagati di piú (il che é sicuramente vero in termini assoluti ma va verificato in termini relativi al costo della vita perché vivere a Cividale con mille euro al mese é molto meglio che fare la guardia a Buckingham Palace con soli 2 mila euro al mese). A proposito, le guardie della regina, quelle con la giubba rossa e il casco di pelo d'orso, a rotazione, vanno pure loro in Afghanistan come truppa combattente. Questa volta in mimetica peró (e alcuni finiscono pure col portare i loro video nei combattimenti alla BBC che ne fa un programma chiamato "Our War", la nostra guerra). 

Post più popolari di sempre

Post Più Popolari negli Ultimi 30 giorni

Post più popolari questa settimana

Prezzo dell'Oro

Statistiche del Comune