Giovani e mercato del lavoro nel Friuli del 2019
(Fonte: Istat) |
Spunti
raccolti da un recruiter
Il salario lordo d’ingresso di un laureato è 25.000 euro (circa 1.300 euro netti al mese). Poi si cresce nei primi tre anni.
Millennials e Generazione Z
E’ importante dimostrare una progressione di carriera nei primi tre anni di lavoro altrimenti il Millennial (nato tra il 1981 e il 1996 ovvero 23-38 anni) e la Generazione Z (1990 e 2000 ovvero 19-29 anni) se ne va.
- Se non raggiungono velocemente un 6°-7° livello se ne vanno.
- Spesso le aziende ignorano questa esigenza di inizio carriera e così si perdono i talenti più promettenti
I valore in cui si crede
Oggi i Millennial hanno bisogno di sentire i valori: lavorare non è solo business ma serve un “sense of purpose”, un significato valoriale ovvero un “valore sociale” che l’azienda possa esprimere.
- Sono più disposti a cambiare azienda.
- Hanno esperienze più frammentate e generalmente cambiano azienda tra i 20 e i 30 anni. Questo significa che i migliori devi farli crescere in fretta con formazione, scatti salariali etc.
Piccole Imprese
Le piccole imprese hanno dei limiti culturali. Non sono per lo più laureati e vige una generale non-cultura
Cosa ricercano le aziende?
- Ingegneri energetici, termomeccanici, tecnologie rinnovabili
- Laureati in lingue (serve più di una lingua)
Non c’è posto in edilizia e architettura
Le generazioni precedenti
Il problema grosso sono i 40enni che hanno spese familiari più alte e costi più alti ma i salari sono grossomodo gli stessi dei 30enni.
A 40 anni è molto più difficile trovare opportunità di crescita ulteriore
Spunti
raccolti chiacchierando con un imprenditore metalmeccanico laureato in ingegneria meccanica
In Friuli ci sono
gli stessi stipendi del resto d’Italia.
Le aziende
possono essere innovative o tradizionali in settori tradizionali. Le prime sono
quelle che i giovani dovrebbero avere come loro obiettivo, mentre le seconde
(ad esempio aziende di produzioni basilari in serie come alcuni casi del manzanese) sono destinate a scomparire
sotto il peso dell’innovazione tecnologica.
I giovani che
arrivano al colloquio o che sono nel loro periodo di prova generalmente non
hanno competenze per poter essere produttivi fin da subito. Spesso hanno una
totale mancanza di preparazione e la scuola sia superiore che l’università
friulana non prepara al mondo del lavoro. Troppa teoria e niente pratica.
Al Politecnico di
Torino gli studenti di ingegneria fanno attivamente laboratorio “sporcandosi”
le mani. A udine i laboratori non ci sono e le ore di laboratorio sono di fatto
troppo poche.
In generale
comunque (detto da uno che lavorava sulle macchine a controllo numerico
dell’azienda di famiglia già a 16 anni mentre frequentava il Malignani e poi
anche mentre frequentava i primi due anni di Ingegneria all'università di
Udine) i ragazzi che arrivano al colloquio hanno aspettative sbagliate: non
hanno esperienza pratica e pretendono di andare in ufficio a fare i
disegnatori. L’officina è vista come un luogo pericoloso o sporco. Tuttavia è
il posto dove un giovane perito e un giovane ingegnere devono passare del tempo
prima di dedicarsi all’attività d’ufficio.
Non si può capire
il disegno meccanico o la progettazione meccanica se non si è fatta esperienza
nella costruzione delle macchine in officina.
Oggi c’è ritrosia
a sporcarsi le mani ma un bravo tecnico deve prima sporcarsi le mani e poi può
fare attività d’ufficio.
Resta che gli
stipendi dell’officina sono più alti degli stipendi dei tecnici in ufficio.
La scuola
dovrebbe preparare di più mentre ora l’università alleggerita ed i diplomi
alleggeriti non preparano all'ingresso nel mondo del lavoro. Mancano le basi
assolute.
Saper fare un
disegno tecnico non vuol dire saper progettare. Per progettare o per fare il
“CAMista” devi dedicare 3-5 anni della tua carriera iniziale ad imparare e a
“fare”.
Spunti
raccolti chiacchierando con un commerciale di azienda del legno
L’edilizia è
stagnante per cui non servono architetti e gli ingegneri han difficoltà più dei
geometri.
Un geometra nel
paesaggio del lavoro del FVG trova più facilmente di un architetto perché si
può occupare di scartoffie (successioni, permessi etc.).
Un architetto per
forza di cose deve emigrare.
Un ingegnere deve
invece occuparsi di ambiti molto innovativi, seppur di nicchia, che possono
dare soddisfazioni (es sviluppare una particolare nuova tecnologia per
l’edilizia, nuovi materiali etc. e poi commercializzarla).
I giovani
diplomati e laureati che arrivano in cantiere non han mai visto il lavoro prima
e quindi la scuola è distante anni luce.
Che serva
training da parte dell’azienda ci sta ma qui siamo in situazioni tali che i neo
laureati o neo diplomati non son mai entrati in cantiere e gli mancano le basi
della vita pratica. Senza quelle non puoi neppure partire.
Conclusioni
Tutti gli esperti
dicono che oggi il mercato del lavoro è fluido è cambia molto velocemente in
termini di professioni richieste e “competenze” richieste (software skills
incluse). Tuttavia, non sono convinto che la scuola oggi prepari neppure per le
soft skills. Si impara a pappardella quello che c’è scritto nel libro del
professore e non si sviluppano né lo spirito critico né lo spirito
d’iniziativa. Entrambi sono elementi che in azienda possono aiutare a crescere.
Nessuno ti chiede mai “alla luce di tanta teoria, TU cosa ne pensi”?
I giovani
friulani già si stanno orientando verso materie universitarie
professionalizzanti: ingegneria ed economia sono le facoltà più popolari tra le
matricole. Tuttavia poi si scontrano con le difficoltà di essere visti dalle
imprese come impreparati in partenza e poco attrezzati a crescere.
La differenza la
fa la motivazione personale che deve esserci per poter stimolare un datore di
lavoro a credere in te.
Anche a quel punto però, non è detto che il
datore di lavoro sia così maturo e preparato dal saper valorizzarti (entro i
primi tre anni ad esempio).
I settori che
trainano sono abbastanza ben definiti: metalmeccanica ed informatica (a
sostegno per lo più della metalmeccanica).
Stipendi
L’altro problema
sono i salari: un tecnico/perito, se è mediamente bravo, può ambire ad arrivare
a 30 anni con 2000 euro netti in busta paga. Un coetaneo ingegnere si assesta
sui 2500 euro. Il problema è che questi stipendi resteranno poi immutati lungo
tutta la restante carriera lavorativa. Andare oltre i 3000 euro netti al mese è
una rarità: lo si può fare da operaio iper-specializzato (eg operatore su
fresatrici CNC che lavora a turno e fa straordinari, “CAMista” di livello,
trasfertista in certe aziende, saldatore in situazioni tecnologiche
particolari) o da dirigente ergo ingegnere o laureato in economia con mansioni
specifiche in aziende oltre i 200 dipendenti.
Altrimenti, si
deve fare gli imprenditori ed avere successo.
La morale è che la forbice salariale tra un
perito/tecnico e un laureato, anche in ingegneria è bassa e questo può indurre i giovani a non
valutare meritevole un percorso universitario come quello ingegneristico. Alla
lunga, questo può portare ad un impoverimento del patrimonio culturale del
tessuto industriale friulano.
Chi trova lavoro in Friuli
A conti fatti per
i giovani vedo questi canali paralleli:
Nota: STEM = Science, technology, engineering, and
mathematics
I canali tendenziali
dell’occupazione friulana:
Canale 1: chi va
all’estero
- Laureati che ambiscono a carriere altisonanti (e che si aspettano stipendi e carriere di livello)
- Laureati
che in Friuli non trovano lavoro (e si aspettano semplicemente un lavoro consono)
Canale 2: chi
resta e fa un lavoro consono
- Ingegneri
meccanici
- Informatici
e elettronici
- Economia/Finanza
- I
raccomandati di ogni ordine e grado
- I
rampolli dei “parons”
Canale 3: chi
resta ed ha esperienze frammentate
- Laureati
in materie non immediatamente professionalizzanti
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