giovedì 7 giugno 2012

Spritz Economics: de la Volatilità e de la Credibilità (trallalero lallalà)

La volatilità contro i fogli excel: indovinate chi sta vincendo?
Qualche giorno fa si è riunito in osteria il C.A.F.O.N. (Comitato di Analisi Finanziaria e Obligazionaria Narcisista) che mette assieme a Morsano i massimi esperti di ogni cosa e subito si è aperto un dibattito. Da un po' di tempo a questa parte di fronte ad una totale ed incontrollata "volatilità" di tutto e tutti, sempre più commentatori stanno dando importanza al concetto di "credibilità".

La "volatilità" fin dai tempi del commissario Auricchio è un grossissimo problema che il celebre funzionario di polizia riassunse nel detto "sono volatili per diabetici" (trad. per i non addetti ai lavori: son cazzi amari).

Leggere su giornali autorevoli che "la situazione è terribile per quegli investitori che hanno speso un'intera carriera basandosi su modelli di analisi matematica al computer" fa riflettere. In pratica, la situazione economica corrente non la si può spiegare con modelli matematici fin qui utilizzati, nè si può anticipare quello che succederà tra qualche tempo perchè tutti i modelli sono saltati.

Per capirci, facciamo un esempio. Se vi dicessero che la vostra banca forse potrebbe fallire domani mattina, voi cosa fareste? Andreste di corsa a prelevare i soldi dal vostro conto. Risultato? Un "bank run" (modello banca "Northern Rock" in Gran Bretagna nel 2008) dove tutti prelevano i loro soldi e come conseguenza la banca fallisce avverando la profezia. Ma se invece tutti si fidano del direttore di banca, persona seria e stimata, magari non vanno a ritirare i soldi e aspettano che le cose si sistemino. In questo caso, la banca che "poteva fallire" non fallisce.

Se anzichè di una banca si tratta invece di uno Stato, che pensare? 


Altro che  Dornbusch Fisher!
Gli investitori (il temibile "mercato") nell'analizzare i potenziali investimenti nei paesi emergenti del mondo (Argentina, Turchia, Brasile, Indonesia ecc.) valutavano sia i numeri come inflazione, crescita, export, consumi ecc. che l'aspetto polito-sociale e culturale valutando il senso civico degli abitanti e il rischio politico.

Ora la magagna è che gli stessi "investitori" NON avevano mai fatto questo tipo di analisi per i mercati maturi (Francia, USA, Italia, Spagna ecc.) basandosi solo sui numeri nella convinzione che la "società e politica" fossero "stabili" e avessero dei comportamenti di fondo tutto sommato prevedibili e lineari. 

Invece, eccoci qua con mezzi governi europei fatti fuori dalla crisi (Zapatero, Sarkozy, Berlusconi...), con gli estremisti alle porte e in alcuni casi già seduti in parlamento (vedi i nazisti in Grecia) e tutti a chiedersi che fine farà la "coesione sociale" e la "fiducia nelle istituzioni" in paesi fino a poco tempo fa considerati stabilissimi.

Ora, che un capo di governo vi dica che non c'è crisi perchè i ristoranti sono pieni quando invece gli addetti ai lavori (che lui dovrebbe consultare di continuo) rilevavano una crisi montante, riassume il punto della "volatilità" come forma di imprevisto non quantificato dai modelli matematici.

E qui si inserisce un altro concetto molto caro ai morsanesi, il concetto di "credibilità". In paese non riesci a fare nulla se sei reputato non "credibile". Il muro di gomma silenzioso ti si mette contro. Mentre per il C.A.F.O.N. è facile capirlo ma, nella teoria economica, il concetto di "credibilità" non esiste proprio. Avete mai sentito parlare di "credibilità" negli scritti di Adam Smith o di Pareto o di Ricardo?  Ovviamente NO!

Questo è il dramma! Passi tutta la vita a studiare modelli economici ed econometria (indici di questo e di quell'altro) e poi scopri che lo spread si riduce se arriva un tecnico a governare oppure che la gente vota i nazisti al governo e questo destabilizza i piani di intervento finanziario oppure un politico è reputato "poco credibile" e l'economia del suo paese finisce sotto attacco. 

Peggio ancora: se due politici di livello internazionale non si pigliano sul piano personale, l'economia ne risente e se poi questi si chiamano Merkel, Hollande, Sarkozy, Cameron, Berlusconi o Monti peggio mi sento. 

Siamo in una situazione in cui, l'Euro, che è UN PROGETTO POLITICO (secondo i modelli matematici una moneta unica senza unità fiscale/politica è destinata a fallire) è come il Marco Tedesco nel 1870 dopo l'unificazione della Germania e il dollaro come moneta unica degli Stati Uniti d'America a fine '700: funzionarono perchè c'era la VOLONTA' POLITICA di farli funzionare.

Così ora gli economisti sono chiamati a prevedere se due leader europei andranno d'accordo a pacche sulle spalle, e quindi la situazione politica migliorerà portando quindi ad un miglioramento della situazione economica, oppure se si staranno sulle palle ed allora i mercati si affosseranno uccidento pure l'Euro.

Ma ci rendiamo conto?

Nella City mettiamoci la redazione di "Chi" o "Novella 2000" che di umori delle personalità ne capiscono di più. Noi economisti del  C.A.F.O.N. prendiamoci tutti una pausa dalla parrucchiera. Tra un bigodino e l'altro magari impariamo qualcosa di economia moderna!

...e il dibattito continua (con molta volatilità)

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Per piangere un pò vedi:

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