martedì 27 ottobre 2015

Polemica: le pergamene del Premio Armeria non ritirate dai neolaureati

La prossima volta prenderanno anche la pergamena? 
L'altra sera, tra chi ha assistito al Premio Armèria 2015, durante il rinfresco nei pressi della sala San Carlo e poi durante le mille birre al Michele Pub di Gonars, è nata la polemica: possibile che metà dei laureati del 2015 (triennale o magistrale) del comune di Castions di Strada, ovvero 8 su 16, non si siano presentati a ricevere la pergamena?

Per ognuno dei neo-laureati era stato preparato dagli organizzatori della manifestazione un riconoscimento per il titolo ottenuto nell'anno passato sotto forma appunto di pergamena.

In sei si son presentati sul palco ed hanno risposto anche a delle domande generali sul futuro e sul loro corso di studi. Diversi si trovavano all'estero, sempre per ragioni di studio o lavoro ma solo due avevano i genitori in sala per ricevere il riconoscimento in loro vece. 

La domanda che al bancone tutti si son fatti è: se ricevo un riconoscimento dai rappresentanti della mia comunità, perché non mi organizzo per esserci? Oppure, se proprio non posso esserci, perché non mando i miei genitori a ritirare il riconoscimento?

Quello che al pub s'è concluso è che al mondo d'oggi, visto che si laureano cani et porci, nei neo laureati le doti puramente accademiche contano sempre meno mentre più valore acquisiscono le doti umane e sociali.

Una delle doti sociali più importanti è la capacità di saper relazionarsi con la gente. La buona educazione e il saper vivere son doti che devi avere già quando ti laurei: nel caso specifico se non puoi andare ad un evento che ti celebra, quantomeno mandi qualcuno al tuo posto. Oppure mandi un messaggio formale agli organizzatori e brevemente ringrazi e ti scusi per la tua assenza dovuta, si spera, a motivi legittimi. Il messaggio verrà letto dallo speaker della serata e la cosa finisce li.

Avere il proprio nome letto da un palco seguito dalla domanda "c'è qualcuno in sala che possa ritirare la pergamena per il dottor Tizio?" non è un buon inizio per nessun dottore.

PS In onore delle vostre doti sociali vi dedichiamo...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La vostra è sicuramente una riflessione interessante, ma forse non tiene conto dell'ipotesi secondo cui un/una neo-laureato/a non si presenti a ritirare la pergamena per il semplice fatto che non voglia o non gli/le interessi farlo. Non mi stupirei fosse così, specie negli ultimi anni, in cui ai giovani che hanno deciso di intraprendere gli studi universitari si è detto di tutto (ma proprio di tutto). "Laurearsi non serve a niente", "Ci sono troppi laureati, di questo passo chi farà più l'idraulico???", "Chi si laurea fuori corso è uno peso per la società e va condannato" (ovviamente senza distinzione alcuna fra i vari corsi di laurea), e via dicendo... Provocazioni tanto pesanti quanto superficiali, spesso lanciate dalla politica attraverso i mass media con l'unico scopo di creare attriti e prontamente recepite da una moltitudine di menti a basso QI e facilmente influenzabili. Spesso e volentieri questi fatti comportano delle conseguenze tangibili. La gente, alle volte incapace di maturare un pensiero critico basato su logica e buon senso, parla senza conoscere a fondo la realtà dei fatti, quindi inevitabilmente si creano tensioni e incomprensioni, che se alimentate concorrono, via via, alla disgregazione sociale. Ed ecco che, invece che apportare coesione e affiatamento fra le persone di una comunità, si ottiene l'effetto opposto. Questo, purtroppo, sembra accadere più frequentemente nelle piccole realtà. Per chi vive in città le cose sono leggermente diverse. Molto spesso le stesse dinamiche sociali sono diverse. E' chiaro che, sotto queste ipotesi, sarebbe pura follia pensare che una persona si presenti a ritirare la pergamena, perchè essa mancherebbe di rispetto prima di tutto a se stessa. Come si fa a credere di poter prima denigrare gratuitamente (in maniera più o meno diretta) uno/a studente/ssa e poi criticarlo/a se questo/a non si presenta a ricevere un riconoscimento? Non c'entrano nè le abilità accademiche, nè quelle sociali, c'entra solamente il rispetto reciproco che deve (pardon, dovrebbe) essere alla base di ogni interazione fra le persone.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Se però qualcuno ti invita è educazione far sapere se non si va.

Va pure bene che si mandi la giustificazione sul principio per il quale si rifiuta il premio (come la tua di cui sopra). Ma devi mandare qualcosa. Il "non ci vado perchè non mi va" suona molto come bizze da ragazzino viziato.

Ti faccio un esempio, supponi che ti diano il premio Nobel e tu, per principio non lo vuoi ritirare. Mica non ti presenti e basta! Fai come han fatto in tanti, scrivi una lettera all'Accademia di Stoccolma e spieghi che a te il fatto che il sig. Alfred Nobel avesse stabilizzato la nitroglicerina inventando la dinamite non ti va giù e per principio ti dissoci da tutto quello che quel nome rappresenta. http://www.stoccolmaaroma.it/2015/premio-nobel-vorrei-ma-non-posso

Altrimenti ditemi che sbaglio perché aspetto ospiti per cena e non vorrei dover buttare tutto il minestrone se poi non si presentano.

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