mercoledì 31 agosto 2016
Riflessioni: Bancari, quale futuro nella nostra zona?
La BBC recentemente ha mandato in onda un servizio sulla chiusura degli sportelli bancari nelle zone rurali della Gran Bretagna. La logica è che i costi per le piccole realtà son da tempo diventati insostenibili e online banking ha sostituito molte delle mansioni prima esclusiva dello sportello.
La domanda che qua ci si fa è se un simile futuro attende le filiali di paese ed in particolare quelle dei nostri paesi limitrofi.
Di solito gli inglesi arrivano prima nelle cose per cui un sospetto c'è. Ai posteri l'ardua sentenza.
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Vedi come creare una banca solo digitale: Building a digital-banking business
martedì 30 agosto 2016
Riflessioni: l voto dei più colti dovrebbe pesare di più alle elezioni? L’urna a due velocità di John Stuart Mill

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Così, la Brexit avrebbe forse perso, ma non è una soluzione
Fino a poche settimane fa, le democrazia era uno dei pochi tabù dei nostri tempi. Mettere in dubbio il principio una-testa-un-voto significava auto-esiliarsi dal dibattito pubblico. Molto si ragionava, semmai, su come estenderne le frontiere: sanare il «deficit democratico» dell’Ue, sperimentare forme partecipative, esportare istituzioni democratiche dove non ci sono.
Ma non sempre il demos, quando vota, si rivela all’altezza delle aspettative dei democratici. La Brexit è stata la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Siccome da una parte c’era l’appartenenza al mercato unico con i suoi vantaggi e dall’altra un salto nel buio, l’esito del referendum è stato letto dagli sconfitti come il sintomo della crescente difficoltà di un voto «riflessivo». I «leaver», probabilmente, sentivano di aver perso il controllo sul proprio Parlamento e sui propri confini e hanno votato per riprenderselo.
Le élites novecentesche erano coinvolte in perenni conflitti ideologici. Oggi hanno valori in larga misura omogenei. Per questa ragione interpretano il dissenso non come una questione di diversi valori: ma come una forma di ignoranza. Sembrano dibattiti nuovi, ma non lo sono affatto. Non è nuova nemmeno l’incapacità di escogitare una soluzione convincente. A questo proposito, è interessante rileggere John Stuart Mill. Economista e pensatore politico, Mill fu fra i primi a battersi per il voto alle donne. Nelle sue Considerazioni sul governo rappresentativo (1861), sostiene il suffragio universale - ma «temperato» dal voto plurimo. «Le persone la cui opinione merita maggiore attenzione devono disporre di un voto più pesante».
Mill concepisce la libertà come autonomia, come possibilità di provare a costruire ciascuno la propria vita a proprio modo. Questa libertà va a vantaggio di tutti, perché una società più creativa è anche più innovativa e più prospera («Quando vi è più vita nelle singole unità, ve ne è di più anche nella massa che compongono», scrive nel saggio Sulla libertà) ma non può essere garantita dal principio di maggioranza. La massa tende a invidiare coloro che fanno cose nuove.
Fra i meccanismi per frenare il pericolo del dispotismo della maggioranza, Mill immagina il suffragio «a peso variabile», che consenta ai più istruiti di contare di più. A questo voto «pesante» si dovrebbe accedere con «esami volontari accessibili a tutti».
Se questa proposta non è mai uscita dai libri, c’è una ragione. Ha un bel dire Mill che «i soggetti di un voto meno influente non dovrebbero sentirsi irritati per questo», e che «solo un pazzo» può offendersi perché «si riconosce l’esistenza di altri con opinioni e aspirazioni superiori alle sue». La società esiste proprio perché ciascuno ha competenze diverse dagli altri: il panettiere ha bisogno dell’idraulico e il sarto del pizzaiolo. Nessuno «si sente irritato» per questo. Ma la vita pubblica è un’altra cosa, e l’idea del suffragio universale implica l’equivalenza del valore delle opinioni. La «competenza» tecnica è un attributo che pretendiamo dal nostro medico o dal nostro idraulico; al più dagli “impiegati” dello Stato, dai poliziotti ai capi di gabinetto. L’indirizzo politico, però, è lasciato alla conta. In una democrazia «presa sul serio», davvero «uno vale uno».
Un secolo e mezzo fa, si pensava che governo popolare ed istruzione di massa sarebbero andate assieme. Per lo stesso Mill, «uno dei principali meriti di un governo libero è proprio quello di educare l’intelligenza e i sentimenti persino degli strati sociali più bassi chiamati a prendere parte alle decisioni». Il suffragio universale avrebbe costituito una sorta di palestra, l’abitudine a prendere decisioni ci avrebbe reso decisori migliori. È andata così forse in Svizzera, dove il frequente ricorso al referendum produce scelte sorprendentemente ponderate. Oggi un po’ dappertutto assistiamo al prevalere del voto istintivo. E questo avviene nelle società più scolarizzate di sempre, dove per giunta tutta l’informazione del mondo è disponibile al costo di un clic.
Forse ad essere sbagliato, ieri come oggi, è il modo d’impostare il problema. Le neuroscienze della politica suggeriscono che i pregiudizi sono molto più radicati di quanto sembra. L’elettore razionale, che legge i programmi e si sposta da sinistra a destra a seconda delle circostanze, è una fantasia. Che si voti «con la pancia» è probabile, capire chi propone cosa, e poi verificare che lo faccia, richiede fatica e tempo. Né i più colti ed informati sono liberi da pregiudizi.
Se non si può cambiare la natura umana per riformare la politica, forse si può ridurre l’ambito delle scelte a maggioranza. Svolte che incidono profondamente sullo status quo (come la Brexit) dovrebbero richiedere super-maggioranze, come avviene in Parlamento per la riforma della Costituzione. Oggi noi eleggiamo chi decide grosso modo della metà del Pil. L’elevato peso dello Stato è un argomento a favore della «competenza» nel gestirlo, ma la percezione che esso costi al cittadino metà del suo reddito consolida il bisogno del controllo. Se vengo tassato così tanto, non posso lasciare che decidano gli altri.
Se lo Stato governasse il 10% del Pil, il populismo farebbe meno paura: perché decisioni erronee o pregiudiziali produrrebbero danni decisamente inferiori. Forse è più semplice convincere il demos a riprendere sovranità sul proprio reddito, accettando una riduzione dei poteri pubblici, che a cedere il passo ai «competenti». Ci pensino, le élites.
Numeri Utili: reddito dei giovani architetti (2016)
Nel 1995 un architetto italiano guadagnava, in proporzione, l'equivalente di 36mila euro lordi l'anno.
Nel 2015 il reddito è sceso a 19mila euro lordi.
Dati Fondazione Inarcassa per il Sole 24 Ore registrano un reddito professionale annuo di 9.300 euro lordi per gli architetti con meno di 30 anni di età, contro lo standard dei 12mila euro annui dei neoingegneri.
Anche aggiungendo una decina d'anni in curriculum, la situazione cambia poco: il 30% degli under 40 vive sotto la soglia di povertà, (reddito di circa 7mila euro lordi l'anno).
Anche aggiungendo una decina d'anni in curriculum, la situazione cambia poco: il 30% degli under 40 vive sotto la soglia di povertà, (reddito di circa 7mila euro lordi l'anno).
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Vedi:
- Non è un paese per giovani architetti: stipendi bassi e fatture in ritardo, perché uno su tre è sotto la soglia di povertà – di Alberto Magnani - 15 giugno 2016
- Fondazione EYU: Rapporto di ricerca: Ingegneri e architetti nella crisi. Riconoscimento della professione, welfare, contrasto al dumping e qualificazione del lavoro
Numeri Utili: la potenziale povertà in vecchiaia delle donne morsanesi (se non si fanno un fondo pensione adeguato)
Female Poverty Trap: Gender Pension Gap in the European Unionhttps://t.co/ZjyLUi5F8s by @biancalunaf pic.twitter.com/vUf63nazw8— Secondo Welfare (@Secondowelfare) August 30, 2016
lunedì 29 agosto 2016
Numeri Utili: cosa far studiare ai figli (2016)
Secondo lo studio pubblicato dall'Economist, le lauree o comunque i segmenti economici dove lo studio specialistico rende di più sono: ingegneria, economia, scienze e poi tutto il resto. Arte e letteratura seguono.
venerdì 26 agosto 2016
Numeri Utili: INPS sulla percentuale di contratti a tempo indeterminato (Agosto 2016)
Interesserà a pochi oggi, ma i nuovi dati Inps sui contratti mostrano continuo declino del tempo indeterminato. pic.twitter.com/a6tq8GCX6N— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) August 25, 2016
Lavori che spariranno: il taxista
Tecnicamente non ha impatto sull'economia di Morsano in quanto non ci sono tassisti paesani tuttavia, i taxi che si guidano da soli, è probabile che in futuro faranno capolinea anche a Morsano di Strada per essere utilizzati da clienti locali.
Basterà una app (es. UBER) e il gioco è fatto.
Noi in Italia ci arriviamo tardi e protestiamo contro ogni innovazione fin da subito. Poi però ci abituiamo ed adottiamo quello che da alte parti (di solito i paesi anglosassoni o dell'Europa del Nord) adottano per primi.
Basti pensare all'innovazione portata in paese da YouPorn dove ora tutti parlano di MILF e han imparato ad usare il mouse con la mano sinistra.
giovedì 25 agosto 2016
CAFON: se il default (dolce) dell'Italia è ormai dato per assodato
Questo post sul blog "richio calcolato" rispecchia per filo e per segno il sentire del CAFON da tempi remoti. Per quanto si cerchi di mettere in guardia i morsanesi, senza fare terrorismo mediatico, ma strettamente attenendosi ai fatti, è difficile essere profeti in patria. Così capita a fagiolo questa posizione di "richio calcolato" che associa l'inizio dei cazzi amari con la fine del mandato di Mario Draghi a parafulmine per l'Italia ovvero a governatore della Banca Centrale Europea. Nel 2019 facile che il prossimo governatore sia il tedesco ora a capo della Bundesbank. E non ci saran più parafulmini di comodo per la nostra classe politica e soprattutto per me e te, italiani medi, che mettiamo la testa sotto la sabbia aspettando che il peggio passi. E non passa mai.
Però ve lo avevamo detto per tempo...
Riletture: 31 Ottobre 2019 = DEFAULT DELL'ITALIA (M-A-T-E-M-A-T-I-C-O...o quasi....) https://t.co/vQjo3fPc7a via @R_Calcolato— Italian Politics (@ItalianPolitics) August 24, 2016
Numeri Utili: Truppe ONU e contributi nazionali all'ONU
![]() | |||
Who fights, and who pays for UN peacekeeping missions | - Jun 1st 2016 |
Gli USA non hanno caschi blu dal tristemente famoso abbattimento dell'elicottero in Somalia (ci han fatto anche un film). Però contribuiscono finanziariamente alle esigenze dell'ONU più di tutti. Curiosamente, l'Italia è il paese occidentale che contribuisce con più Caschi Blu.
L'ONU paga 1300 $ al mese i Caschi Blu. Questa è una delle ragioni per le quali è conveniente ai paesi poveri. mettere a disposizione truppe per l'ONU.
Il modello è: noi ricchi paghiamo e voi poveri andate in trincea. Fin che non ci scappa il morto il gioco sembra funzionare bene per gli uni, che non rischiano, e per gli altri, che son pagati bene rispetto alle paghe all'origine.
L'Italia sta in mezzo...
lunedì 22 agosto 2016
venerdì 19 agosto 2016
Libro sull'emigrazione dei laureati a Londra: "Si fa presto a dire “Parti!” di Carlo Della Giusta

Dai primi smarrimenti nel dedalo di una burocrazia che non ti aspetti, allo scontro con gli stereotipi di una capitale globale. A raccontare in prima persona come si diventa un emigrante moderno ecco la storia di un informatico che a quarant'anni, pur avendo un lavoro sicuro e una relazione stabile, decide di rimettersi in gioco. Richiamato dalle sirene della City di Londra, dove le sue competenze professionali contribuiscono a spostare ogni giorno milioni e milioni di sterline, l'autore racconta come si esce dalla "comfort zone" di un impiego sicuro e di abitudini consolidate e si riparte da zero. Il successo nel lavoro non annulla però le frustrazioni di chi si trova a combattere contro i meccanismi spersonalizzanti della metropoli: e quando dovresti sentirti "sul tetto del mondo" arrivano le prove della vita a farti sentire impotente. Per gli amici sei un eroe, ma quando gli affetti più cari vengono a mancare, anche la più grande città d’Europa finisce per starti stretta.
Si fa presto a dire 'Parti!'
Un libro di Carlo Della Giusta
ISBN | 978-88-92637-00-9
Ebook ISBN | 978-88-92637-33-7
Prefazione di Walter Tomada
Fotografie e progetto grafico copertina di Ivano Di Maria
www.ivanodimaria.com
Leggi qui alcuni estratti: google books
giovedì 18 agosto 2016
Idee Morsaniche: costruire case con materiali di riciclo
Potrebbe essere il futuro anche per qualche imprenditore innovativo delle nostre zone_ Case a basso costo e riciclando in maniera efficente materiali altrimenti destinati alle discariche...
mercoledì 17 agosto 2016
Numeri Utili: Invalsi Friuli Venezia Giulia (2015)
Friuli VG: bene all'invalsi meno alla maturità
Meridione: malke all'invalsi, bene alla maturità
Studenti Fvg campioni in italiano e matematica nei test Invalsi ...
08 lug 2016
Invalsi, male il Sud in Italiano e Matematica.
www.repubblica.it/scuola/2016/07/07/news/invalsi_2016-143607331/
07 lug 2016
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Il rettore: Il voto alle superiori? Inaffidabile - Messaggero Veneto
13 ago 2016
Test Invalsi, Italia a due velocità: il Nord batte il Sud. "Studenti iper ...
Idea: invece di rimborsare i donatori meglio dare i biglietti gratis al musei?
La notizia arriva da Roma: ai donatori di sangue ingressi gratis ai musei. Che sia un'idea anche per il Friuli VG?Roma, raccolta sangue al Bambino Gesù, accordo con comune: per i donatori musei gratis https://t.co/0hcAWE9ifd pic.twitter.com/3pFnNlG3gA— Repubblica Roma (@rep_roma) August 17, 2016
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