domenica 30 settembre 2018

CAFON: quale futuro prossimo per i risparmi dei morsanesi?

Ad oggi, 30 settembre 2018, per fortuna a Morsano solo in pochi hanno liquidità superiore al mezzo milione di Euro e quindi problemi grossi per l'ondata pauperistica e del "poraccismo" che caratterizza l'attuale sentire comune non creerà grossi problemi alla popolazione. Anzì, ci saranno un paio d'anni di generale senso di rivalsa contro le elitès della finanza mondiale, la plutomassoneria complottista via dicendo. Il che, se fossimo in un paese anglosassone verrebbe definito "feel good factor" o, se fossimo all'asilo sarebbe un molto più realistico "ridi ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi". Tuttavia, al di là del sentirsi subito bene come dopo una lunga scoreggia che si serbava da mezzora, in questa situazione generale, c'è una seria possibilità che ci si scopra una lunga striscia marrone nelle mutande.     

A seguito del condono fiscale che non si può dire che è un condono fiscale perché ha il nome di "pace-fiscale" e se fosse un condono fiscale ovviamente si chiamerebbe condono fiscale, chi ha pendenze con il fisco gioirà e tutti gli altri no. In paese, di fatto, nessuno si attende il reddito di cittadinanza perché è ritenuta cosa da meridionali (anche se in bar non si usa mai la parola "meridionali", ma questa è un'altra questione linguistica).

Il problema rimane per chi ha dei risparmi (degni di tale nome): che fare?

Secondo quello che si sente in bar...
  • I Titoli di Stato non rendono anzi si perdon soldi all'aumentare del tasso delle nuove emissioni (leggi "Lo spread e l’iceberg che spaventa i possessori di BTP" la tristemente nota "relazione inversa fra rendimento e prezzo" perché nei mercati obbligazionari i prezzi di un titolo si muovono in senso opposto rispetto ai suoi tassi) nonché per l'effetto negativo dell'aumentare dello Spread;  
  • Campi agricoli non sono un investimento ma acquistarli genera solo spese e perdite a meno che non siano acquistati da un agricoltore (il quale si guarda bene dall'acquistare pezzettini troppo frazionati)
  • Appartamenti e case non sono un investimento perché qui in zona perdono di valore anno dopo anno o comunque, tra IMU e problemi potenziali con gli inquilini iper-tutelati non ne fanno un investimento facile da seguire e gestire. Spannometricamente nella zona rendono un 3-5% annuo lordo ma poi tra tasse e spese varie il margine si riduce di molto. 
  • Appartamenti e case (meglio se fatiscenti) affittati a cooperative ed entità che alloggiano per 2-3 anni  persone straniere in attesa della verifica del loro status giuridico di rifugiato o meno, sono un affare per chi è già in quel circuito o per chi ha gli agganci giusti per entrarci. Per tutti gli altri no. E noi abbiamo la tendenza ad essere sempre dei "per tutti gli altri". 
  • Gli Investimenti suggeriti dalla banche, alla prova dei fatti di quel che si dice in bar, sono una macchina per generare commissioni e facili profitti per le banche stesse che propongono praticamente solo quello che dalla sede centrale viene detto loro di vendere ai minions provinciali. Esistono prodotti resi difficili da decifrare ad arte. Rendimenti netti sopra l'1% non se ne sentono da un po' di tempo. L'opacità voluta, delle offerte non fa un favore a nessuno e un pensiero a Zonin & Co. aleggia ormai silenzioso in tutta la zona.   
  • Mettere soldi in aziende in cerca di capitale è difficile perché aziende a crescita esponenziale in Friuli non se ne vedono (Netflix, Salesforce, Amazon e Uber sono in California). Il resto è finanziato dalle banche visto che "venture capitalist", private equity ed affini non sono virtualmente presenti. Non c'è neppure la cultura del raccogliere fondi sul "mercato" per finanziare le aziende o le idee imprenditoriali. A meno che non si cada nei vari schemi Ponzi o catene di sant'Antonio che spesso si incrociano a queste latitudini. 
  • Piantare uva per il Prosecco tipo vitigno "Glera" e poi vendere l'uva, cosa possibile ora che siamo nella zona DOC del Prosecco, ha dei costi iniziali altissimi e ci son le quote da acquistare. Qualche spiraglio c'è nel breve termine se si ha un buon capitale iniziale ma deve essere cospicuo. 
  • Portare soldi in Austria, come tradizionalmente il Friuli fa da decenni è una diversificazione ma anche li gli interessi su titoli e prodotti finanziari sono minimi. Come protezione da un'uscita italiana dall'Euro potrebbe funzionare ma le incognite su un effettivo rendimento sono comunque alte. 
  • Titoli e azioni in dollari sembra essere una proposta per il breve e medio periodo però dipende tutto dalle commissioni bancarie proposte e se si è in grado di gestirsi da soli alcune piattaforme online tagliando costi e percentuali da lasciare ad intermediari. Cosa rischiosissima però se non si han le competenze per alcune operazioni e molto sangue freddo. 
  • Acquistare proprietà all'estero in zone con futuro splendente: si era partiti con l'Est Europa che ora è saturo e gonfio. La Polonia offre ancora sprazzi di crescita e le grandi capitali europee (anche se Londra è in discesa al momento con un 2018 sul -10% anche se su un decennio siamo a un +130% ma con la Brexit nessuno sa come andrà a finire). 
  • Azioni tecnologiche o di aziende di punta. Puntare su singole azioni tecnologiche potrebbe funzionare ma bisogna capire la differenza tra un'IBM e una Amazon AWS. Se non la si capisce, mior sta cjase. Dipende poi da chi fa da intermediario: se è una banca è probabile che le commissioni siano alte ed i costi nascosti siano significativi rispetto al rendimento. Se sono altre piattaforme forse può funzionare ma serve competenza nel gestirle.  
  • Affidarsi a consulenti finanziari è l'unica risposta che sembra essere logica. Le aspettative devono essere tarate sulla situazione attuale con bassa inflazione e bassi rendimenti di titoli in genere per lo più frutto di bassi tassi d'interesse. Lo scopo è quindi la protezione degli investimenti da perdite piuttosto che aspettarsi guadagni (significativi). Alc a l'è alc...
  • L'oro potrebbe anche offrire rifugio nel medio e lungo termine. Ci sarà turbolenza sulla sterlina (Brexit) e sull'Euro (verosimilmente a causa dell'Italia) per cui molti cercheranno un rifugio e se in tanti lo cercano, il rifugio aumenta di valore. 
Altre idee in bar non girano ma c'è la sensazione che il peggio debba arrivare e che le spinte verso una guerra aperta con l'Europa e contro l'Euro sia in moto. L'incertezza è nemica degli affari. Volendo, queste spinte sono palesi e andrebbero considerata per fare affari. Se ci si posiziona in prospettiva di un'uscita dall'Euro della nazione che circonda Morsano, si può pensare ad investimenti in dollari o in valute rifugio.

Almeno questo è quello che si dice in giro e rimane confinato a chiacchiere da bar. Come sempre in questo blog, d'altronde...

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Da leggere: 
Politics & Policy

By Ferdinando Giugliano September 29, 2018, 9:00 AM GMT+2

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ora questa e' la realizzazione della strategia sovranista: portare il paese alla crisi finanziaria per poi offrire l'Italexit. Qualitativamente sta funzionando. Quantitativamente credo di no: i sovranisti non hanno mai compreso quanto drammatico sara' il percorso di aggiustamento

Anonimo ha detto...

Ora questa e' la realizzazione della strategia sovranista: portare il paese alla crisi finanziaria per poi offrire l'Italexit. Qualitativamente sta funzionando. Quantitativamente credo di no: i sovranisti non hanno mai compreso quanto drammatico sara' il percorso di aggiustamento

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