giovedì 3 maggio 2012

Spritz Debate: cosa sta succedendo alla nostra edilizia?


Cosa sta succedendo all'edilizia? Questo se lo chiedono in molti in bar e la discussione che ne segue è articolata e complessa. Ogni appalto pubblico è guardato con molta attenzione visto che di appalti ce ne sono sempre meno e sempre più contenuti in termini di budget. Si guarda anche a come "ca lavorin le impresis" ovvero se nei cantieri si applicano le tecniche migliori e quanto si rispettano i piani di costruzione piuttosto che tagliare qui e là pur di risparmiare e rimanere (artificialmente) competitivi sui prezzi.

Se ne sentono di tutti i colori, inclusa la moria di imprese artigiane sorte, soprattutto ad opera di stranieri improvvisati che poi, dopo qualche tempo, quando è ora di versare contributi e mettersi in regola con fisco ed enti previdenziali, spariscono nel nulla e chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto.

Poi ci sono i ribassi strepitosi di imprese che non sono della zona che uno si chiede come facciano a ribassare così senza riciclare soldi sporchi o assumere a nero. Ci sono anche quelli che pur di tirare avanti prendono cantieri sui quali sanno che andranno un po' in perdita ma pur di mantenere le maestranze attive vanno avanti, per poi aggiungere quelli che sono alle strette perchè le pubbliche amministrazioni non pagano. Pure i privati non pagano perchè è un periodo in cui si perde il lavoro o semplicemente non c'è liquidità in giro. Poi è arrivata anche l'IMU che secondo molte stime avrà l'effetto di abbattere il valore delle proprietà anche del 20%. Infine il triste primato dell'edilizia nei suicidi dovuti alla crisi dove il 45% di chi si è tolto la vita era proprio impiegato nelle costruzioni.

Di mobilità e licenziamenti nell'edilizia, purtroppo si sente parlare da un po' di tempo, sebbene, per ora la crisi sembra non avere le dimensioni tragiche della Spagna dove il settore edilizio, che aveva vissuto un vero e proprio boom fino al 2007, oggi fa contare oltre 5 milioni di alloggi invenduti con imprese che stanno fallendo e acquirenti che non rimborsano i mutui. La disoccupazione in Spagna ha toccato il 25% con punte più alte proprio nell'edilizia. 

Così il bar discute e si divide tra chi vede la crisi come un momento di pulizia da tutte quelle imprese di improvvisati artigiani edili che poi sono i primi ad essere spazzati via mentre altri si concentrano sul tessuto di conoscenze del settore che abbiamo nelle nostre zone e che una crisi perdurante rischia di colpire pesantemente. Già è difficile trovare muratori e bravi carpentieri tra i giovani, se poi ci si mette anche la crisi, il patromonio di conoscenze e maestria nell'edilizia rischia di scomparire. Senza contare i disagi alle famiglie di chi nel settore ci lavora.

Non è un periodo facile e il dibattito continua...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'italia del dopoguerra si è rialzata anche grazie all'edilia abitativa pubblica...questa è storia che non va dimenticata.
Uscire dalla crisi lavorando sul territorio.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

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