lunedì 20 aprile 2015

CAFON: «Altro che lavoro e legge elettorale: è ora di riformare le banche»

Il CAFON lo dice spesso: «Altro che lavoro e legge elettorale: è ora di riformare le banche!». La cosa è ovviamente condivisa da tutte le elites in tellettuali della Penisola, che, al pari del CAFON, son sempre li che predicano ai sordi ed ai finti sordi.

Pure a Morsano, comunque, ci si lamenta delle banche e soprattutto del sistema bancario italiano. E lòo si fa di continuo e con cognizione di causa. Al di là del dramma di diversi piccoli investitori paesani presi nella fregatura delle banche popolari private che han piazzato azioni che ad oggi sono illiquide, il dramma è vedere come i servizi bancari costino ovunque sostanzialmente allo stesso modo, alla faccia della concorrenza e come le banche di ogni ordine e grado non sappiano fare il loro mestiere.

Lo dice un professore della Bocconi (che avrà udito le bestemmie che si levano dal bancone del bar del paese quando si parla di banche: «Altro che lavoro e legge elettorale: è ora di riformare le banche» è l'intervista a l'economista Tommaso Monacelli fatta da Francesco Cancellato per Linkiesta.

Qui alcuni stralci: 
Meglio una grande banca di una banca popolare, quindi?
Se sono un impresa piccola, efficiente e aperta ai mercati dovrei prediligere la grande banca. Il manager alloca meglio il capitale dell’amico dell’amico. Noi siamo intrappolati in un equilibrio di piccole e micro imprese in cui il credito spesso si chiede bussando alla porta, non presentando un business plan. Nei giorni buoni è un bel modello. Ora ne vediamo la faccia oscura.

[...] Dovremmo sviluppare nuovi mercati di capitale per le imprese, diversi dal credito bancario. In Italia, ma anche nel resto dell’Europa.
A cosa si riferisce?
Private equity, venture capital, crowdfunding, tutto ciò che stacca le imprese dall’abbraccio esclusivo con le banche è un pezzo di un quadro migliore. Anche se va detto che la Spagna - che quest’anno crescerà tre volte noi - non cresce grazie al venture capital, ma perché ha ristrutturato il mercato dei capitali. 

Non solo parla della necessità di riformare le banche ma ha anche un commento sui centri commerciali (della stessa linea di pensiero del CAFON): "Pensi ai grandi centri commerciali dell’Italia del Nord. Ne nascevano come funghi, in quel periodo. Ma ciò che creavano - oltre a desertificare i centri storici - era occupazione dequalificata e precaria".

Il CAFON ga sempre Rason!

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