giovedì 31 agosto 2017

Spritz Humanities: i giovani con attitudini umanistiche hanno una disabilità sociale?

Disoccupati a numero aperto?
Ci son diversi crucci che un genitore ha quando vede crescere i propri figli. Ha un bel carattere? Sapra' cavarsela emotivamente in situazioni difficili della vita? Sa nuotare? Saprá relazionarsi bene in societa'? Troverá un buon lavoro? ecc.

Non si puó avere il figlio che vinca tutte le sfide di cui sopra e tanto dipende dalla combinazione di genotipo e fenotipo ovvero dai geni e dall'ambiente in cui cresce. Non a caso si nota spesso, usando il morsanometro, che in paese i figli degli statali tendono a fare i dipendenti pubblici, i figli delle partite IVA tendono ad aprire una partita IVA, i figli di genitori "de sinistra" tendono a cercare posti di lavoro lontani dal rischio d'impresa, i figli di chi ha la casa di proprieta' tendono a farsi una casa, i figli d'affittuari, magari in case popolari, tendono ad essere affituari e cosí via.

Mentre il fenotipo influenza molte delle scelte e molto di quello che i giovani sceglieranno di essere e fare nella vita, tanto incide pure la genetica. Se si ha la predisposizione per la scienza o per la tecnologia si é diversi nel campo delle passioni e degli interessi rispetto a chi ha una predisposizione per la sfera umanistica o sociale.

Ora, al bancone del bar si discuteva sulle scuole che i ragazzi dovrebbero fare dopo le medie. La tavola degli spritz si é presto divisa tra...

- chi ritiene che i ragazzi debbano seguire le proprie inclinazioni perché altrimenti rischierebbero di fare qualcosa senza troppa passione che ne minerebbe la volontá di proseguire e un futuro professionle ricco di soddisfazioni. Cosí, se a un giovane non piace la matematica e non riesce  digerire le materie scientifiche, non ha senso forzarlo ad andare a fare studi tecnici ma si dovrebbe assecondare la passione letteraria con studi umanistici al liceo classico o al liceo umanistico. Poi, una volta formato con gli studi che ha voluto fare, trovera'un lavoro che lo soddisfi.

- e chi ritiene che in una societá dove la stragrande maggioranza della gente non fa lavori per i quali ha studiato tanto vale studiare qualcosa che serva nella maggiorparte dei lavori che, a ben guardare, richiedono competenze tecnico-scientifiche mentre i lavori puramente umanistici sono una forte minoranza. Inoltre la maggiorparte delle facoltá universitarie ha a che vedere con la tecnologia e la scienza (ergo con la matematica) pertanto é importante avere una preparazione scientifica e matematica a prescindere. Di fatto, anche le professioni tradizionalmente umanistiche come avvocato o giornalista, oggi richiedono conoscenze scientifiche e tecnologiche (es. scienze forensiche, informatica applicata alla comunicazione ecc.). Liceo scientifico, itstituti tecnici e professionali son le uniche scelte che danno una base necessaria per il vivere moderno. In definitiva, avere attitudini prettamente umanistiche e non voler affrontare lo scoglio matematico-scientifico significa avere una disabilitá sociale.

...e il dibattito continua su questa piattaforma tecnologica

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Leggi anche: Aboliamo il Classico!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

un tredicenne che vuoi che sappia di cosa sia importante o cos sia meno importante? La scelta va indirizzata.

Anonimo ha detto...

Meglio uscire mediocremente da un tecnico industriale he brillantemente da un liceo umanistico (che altro non e' che la vecchia scuola magistrale)!

Dalla Pagina FB di Forchielli ha detto...

Alberto Forchielli
3 hrs ·
Istruzione: Ocse, in Italia pochi laureati e con scarse chance di lavoro anche perche' si concentrano nelle discipline umanistiche, meno richieste sul mercato del lavoro di quelle scientifiche.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 12 sett - Italia maglia nera dell'Ocse per i laureati: sono pochi, i piu' giovani hanno chance di occupazione 'relativamente scarse' e in generale guadagnano meno dei loro colleghi degli altri maggiori Paesi. Anche perche' si concentrano nelle discipline umanistiche, meno richieste sul mercato del lavoro di quelle scientifiche ed economiche. Nel rapporto annuale sui sistemi d'istruzione dei 35 Paesi membri, l'Ocse sottolinea la bassa propensione per gli studi universitari in Italia e ne analizza le cause. Il dato di partenza e' che nella Penisola gli adulti laureati (25-64 anni) sono solo il 18%, uno dei piu' livelli bassi dell'Ocse, pari alla meta' della media. Per i giovani adulti (25-34 anni) il divario e' piu' contenuto, ma resta significativo: in Italia il 26% ha conseguito una laurea contro il 43% Ocse. I bassi livelli d'istruzione terziaria in Italia - spiega lo studio - 'possono essere in parte dovuti a prospettive insufficienti di lavoro e ai bassi ritorni finanziari' (-22% rispetto alla media Ocse), ovvero a retribuzioni 'relativamente basse' per i laureati. Questo rende l'Italia un'anomalia nel panorama universitario Ocse, dove generalmente c'e' una relazione inversa tra la quota di laureati e il loro vantaggio retributivo. In base al rapporto l'80% dei 25-64enni con un'istruzione terziaria in Italia ha un lavoro, ma il tasso di occupazione si riduce al 64% per la fascia piu' giovane (25-34anni), il livello piu' basso dei Paesi industrializzati, dove la media e' dell'83%. Inclusi i Paesi partner, solo l'Arabia Saudita (62%) ha un tasso inferiore. Non solo: in Italia il tasso di occupazione dei giovani laureati e' superato anche da quello dei diplomati degli istituti tecnico-professionali, che e' pari al 68% e anche questo e' un fatto raro nell'Ocse. Come spiega Francesco Avvisati, l'economista dell'Organizzazione che e' tra gli autori dello stu dio, 'gli esiti occupazionali sono decisamente migliori per le lauree nei campi scientifici o economici, piu' vicini ai bisogni del mondo del lavoro. L'Italia ha meno laureati degli altri Paesi soprattutto in questi campi, perche' la maggior parte dei laureati sono nelle facolta' umanistiche, sia tra gli adulti sia tra i giovani'. Il 30% dei laureati italiani tra i 25-64 anni ha conseguito infatti il titolo in discipline umanistiche ed e' la percentuale piu' alta dell'Ocse, rispetto al 24% nell'ambito Stem (scienze, ingegneria e matematica) e al 22% in discipline economiche e giuridiche. Tra i neolaureati la quota di quanti hanno scelto le discipline umanistiche-artistiche e' ancora maggiore: il 39% contro il 23% Ocse, il 25% dell'ambito Stem (media Ocse 22%) e il 14% economico-giuridico (Ocse 23%). L'impatto sul lavoro per i 25-64 anni e' netto: per l'ambito Stem il tasso di occupazione e' all'82% (85% per ingegneria), per quello economico-giuridic o all'81% e per le materie umanistiche scende al 74%. Il divario e' ancora piu' ampio tra le donne, piu' spesso laureate nelle discipline umanistiche e con il quasi-monopolio delle lauree nel settore educativo.

Michele ha detto...

<<"Sei disoccupato perché hai studiato le materie sbagliate" anziché accusare chi specula sui lavoratori, chi incentiva la gara al ribasso di salari e stipendi e chi si è messo sotto i piedi le tutele sul lavoro.Ops scusatemi ho dimenticato che siamo nella jungla quindi è giusto sbranare il più debole, sorry>>

Questo il commento piu' approvato in margine all'articolo di La Repubblica che spiega le orrende performances dei giovani laureati italiani sul mercato del lavoro.

Il fannullone che studia roba inutile e non sa far nulla di produttivo ora e' "il piu' debole". Non vi e' piu' speranza alcuna.

Ocse: Italia in fondo per numero di laureati, troppi titoli umanistici ha detto...

Ocse: Italia in fondo per numero di laureati, troppi titoli umanistici
Su 100 italiani solo 18 sono in possesso di una laurea, la metà della media dei paesi industrializzati: è il dato più basso dopo quello del Messico. Il 30 per cento sceglie facoltà con scarsi sbocchi lavorativi, solo il 25 per cento esce da dipartimenti scientifici. Nella classifica dei Neet, giovani che non lavorano né studiano, dietro di noi solo la Turchia

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