giovedì 12 gennaio 2012

Prosegue il dibattito sull'accorpamento dei piccoli comuni

L'Italia degli 8100 no?
Quando un comune é piccolo? 200 abitanti? 999? 1.000? 2.000? 4.000? 5.000? 10.000?

Questa é la domanda piú facile tra tutte quelle che si fanno quando si guarda a come sono organizzati oggi gli 8.100 comuni italiani. Le opinioni variamo perché oltre agli abitanti si discute sull'ampiezza territoriale dei comuni, quanto grande é in termini di km2 ma la questione delle dimensioni rimane la piú semplice da risolvere.

Quello che é piú complicato e richiede carta, penna e calcolatrice é capire quando un comune riesce a sostenersi autonomamente con un'ottimale bilanciamento tra entrate fiscali e servizi offerti, quando i costi fissi delle infrastrutture e del personale, a parita' di servizi offerti, rappresentano la condizione di spesa ottimale (comunque definita) e quando la soddisfazione dei cittadini nei riguardi delle istituzioni locali sia ai livelli massimi (comunque definiti).

Insomma, servono dati.

Sono dati difficili da reperire e in molte parti sono influenzati da questioni di definizione dei parametri. In molti casi, neppure esistono perché fondamentalmente nessuno ha l'interesse a spendere soldi per fare dei sondaggi o per raccogliere minuziosamente informazioni cosí dettagliate.

Nel frattempo il dibattito sull'accorpamente dei piccoli comuni (decreto legge 13 agosto 2011 n. 138) ha coinvolto le amministrazioni con meno di 1000 abitanti per dare origine a comuni di almeno 5000 abitanti, per lo piu' zone di montagna, mentre da oltre una decade si dibatte di "unione" di comuni (dlgs 12 agosto 2000, n. 267) e di fusione di comuni.

In Friuli giá si hanno l'Unione dei Comuni di Attimis e Faedis e l'Unione dei Comuni di Paluzza, Treppo Carnico, Sutrio, Cercivento, Ravascletto. Inoltre, giá nel 2009 é nato il nuovo comune di Campolongo Tapogliano mediante la fusione di Campolongo al Torre e Tapogliano (che é comunque piccolo con solo 1.200 abitanti totali).

Secondo alcuni, il "dibattito riguarda anche il rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia partecipativa", altri sono fondamentalmente contrari alla fusione e spiegano i loro "Perché NO alla fusione dei Comuni" o sui "
Piccoli Comuni da accorpare, servono deroghee anche in Carnia parlano di "COMUNI UNITI O FUSI?".  

Di certo, il bar si sta chiedendo quale sara' il futuro per i comuni di 4.000 abitanti o meglio, quale dovrebbe essere il loro futuro.

...e il dibattito continua

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Prendiamo atto che, da parecchio tempo, alcuni comuni già hanno accorpato servizi o condividono personale. Ad esempio il nostro ridente comune fa capo a Codroipo e all'ASP Moro per i servizi sociali. Altro esempio molti segretari comunali hanno incarichi parziali in 2 o anche 3 comuni (che dividono la spesa del loro stipendio in base alle ore di servizio). Questo per dire che, in tempi di magra, gli amministratori lungimiranti hanno già cercato e trovato degli escamotage per mantenere i servizi contenendone i costi. Mettere numeri per l'accorpamento dei comuni è sciocco, soprattutto perchè non si può accorpare secondo criteri che tengono solo conto del "n° di abitanti" trascurando i "km quadrati di territorio". In ogni caso in Italia nessuno è propenso a mollare la poltrona, quindi in futuro vedo più probabili accorpamenti di "servizi" piuttosto che accorpamenti di "amministrazioni"! Dove stia la verità non lo so, ognuno ha la sua idea e questa è la mia, sta di fatto che per passare all'azione i tempi sono biblici, ora ci troviamo nella condizione di dover decidere in fretta e la fretta - si sa - è brutta consigliera. sperin ben...

Anonimo ha detto...

nelle fusioni tra aziende i servizi che diventano ridondanti (di solito marketing, vendite, risorse umane) sono soggetti a licenziamenti del personale. Davvero l'ufficio protocollo ha bisogno di 4 persone tra Talmassons, Castions, Mortegliano e Gonars? Se accorpi ne tieni una. Poi l'informatizzazione dei servizi fa il resto. Stessa cosa per anagrafe e altri uffici.

michi ha detto...

Ha ragione l'anonimo del primo commento: non ha senso fissare il numero "giusto" per l'accorpamento dei piccoli comuni. E ciò perchè:
1) non esiste il numero giusto
2) quello che costano sono i servizi e questi sono già da anni consorziati
3) anche la democrazia ha i suoi costi e gli sprechi dell'amministrazione pubblica sono altrove: da noi si chiamano "Promotur", "Insiel" e le tantissime società partecipate della regione: ognuna di queste partecipate ha un consiglio di amministrazione e un Presidente spesso super-pagato.

I comuni piccoli sono importanti perchè rappresentano un presidio per un territorio: altro è il costo dei servizi che possono, e già lo sono, consorziati.

mandi

Anonimo ha detto...

Sono il primo anonimo. Quando si parla di tagli si vanno sempre a muovere vespai. In generale credo che non tutti i servizi siano "accorpabili" e attualmente non tutti i servizi comunali sono "consorziati" ma solo alcuni. Lasciamo stare le agenzie regionali, ragioniamo sui comuni che già il discorso è complesso! L'esempio del protocollo per citare i licenziamenti... credo che il turnover dei dipendenti pubblici non preveda 1 assunzione a fronte di 1 pensionamento, quindi il taglio del personale probabilmente già sta avvenendo. Il protocollo non è un ufficio da fondere, perchè è troppo territorialmente necessario al cittadino. Però gli accorpamenti potrebbero portare al taglio dei ruoli dirigenaziali: mi spiego, se accorpi 2 uffici tributi, devi mantenere giocoforza gli istruttori se no gli uffici non vanno avanti per carenza di personale ma puoi tagliare 1 dirigente (ragionamento da osteria ma era per rendere l'idea). E il discorso dell'informatizzazione, quella con la I maiuscola, è una chimera... non punto il dito solo sul settore pubblico, ma faccio riferimento anche al settore privato! In fatto di "presidio del territorio"... beh, è un ruolo che logicamente ha il comune, ma un ruolo che reclama anche la provincia (a volte sentiamo "ogni consigliere rappresenta 15mila cittadini") e che reclama anche la regione (a volte sentiamo "ogni consigliere rappresenta 50mila - o quanti sono - cittadini")... alore ca si metin dacordo cui cal rappresente ce!

Anonimo ha detto...

Il discorso del turnover mi è venuto in mente perchè io è da 3 anni che cerco di entrare nel comparto unico regionale e per la mia figura sono usciti in 3 anni solo pochissimi concorsi (5 se non vado errato). è vero che i concorsi poi fanno anche graduatoria, ovvero dalla lista dei "promossi" possono pescare personale anche altre amministrazioni. Dai concorsi saranno usciti si e no una ventina di "promossi" (sempre se non ricordo male), quindi nutro forti dubbi che in 3 anni siano andate in pensione solo una ventina di persone per una figura presente con 2 o più addetti in tutti i comuni del FVG! Si può reperire personale anche all'interno del comparto unico, ma questo non fa testo perchè il numero totale degli addetti non cambia, è solo uno spostamento da un ente all'altro senza incremento di personale.

Anonimo ha detto...

Il discorso della chimera dell'informatizzazione, a tutti i livelli, è un dato di fatto ed è legato all'atavico radicamento della burocrazia alla "carta"! Anche oggi, nonostante le firme digitali, nonostante la posta elettronica certificata, nonostante gli archivi digitalizzati, nonostante tutti i buoni propositi che si possono avere... la "carta" è e rimane una presenza ingombrante nelle aziende, nelle case e negli uffici pubblici. Ci sono esempi pilota, isole felici, ma nella stragrande maggioranza dei casi carta canta :-)

michi ha detto...

Ovvio che non tutti i servizi possono essere concorziati, ma quelli consorziabili lo sono già da anni in molti Comuni.

Nel momento in cui si vuole cancellare i piccoli comuni che nei fatti spesso costano pochissimo, è corretto andare a verificare dove invece si deve andare a tagliare perchè lì ci sono gli sprechi: e da tagliare a piene mani da noi in regione è nelle società partecipate della regione: società che spesso hanno una sola funzione: consigli di amministrazioni in cui sistemare chi non riesce a farsi eleggere in Consiglio regionale, o provinciale...

Perchè deve esistere INSIEL? Non sarebbe più economico per la regione fare una gara di appalto per ogni progetto informatico che vuole realizzare? E questo è solo un piccolo esempio....

E invece di andare a mettere le mani dove c'è il vero spreco, si discute di piccoli Comuni e di Provincie, indicati all'opinione pubblica come una fonte di sprechi della politica quando invece è noto che costano pochissimo e la loro eliminazione porterebbe ad una diminuzione di costi bassissimma se non perfino inesistente o perfino ad un aumento di costi...

Ma la politica si sa, salva i forti e colpisce i deboli...

Anonimo ha detto...

beh non posso certo darti torto sul discorso dei tagli solo ai piccoli enti. probabilmente tu conosci e fai affidamento su più dati di quanti non ne conosca io. rispetto a tutti i servizi comunali però mi pare siano pochi quelli gestiti in forma associata, per il resto ognuno fa da sè. ho citato i servizi sociali da tempo associati nel caso di castions, c'era la polizia municipale associata ma che ora è tornata "in casa"... ad esempio mi sono sempre chiesto perchè la manutenzione delle strade e del verde non venga gestita in forma associata. cmq se tagli devono essere che siano tagli a tutti i livelli e non solo ai comuni, che sono i "primi" interlocutori del cittadino ma gli "ultimi" in fatto di risorse.

Svuotiamo gli uffici ha detto...

"la democrazia ha i suoi costi" va bene purché ci sia un limite. Il fatto che la spesa pubblica sia a oltre 850 milairdi annui (pari a meta' del PIL) dovrebbe far riflettere. Senza contare che per finanziarla ci costa decine di miliardi solo in interessi (cioe' senza che i soldi siano serviti per finanziare un ospedale o una scuola). Davvero con questi chiari di luna possiamo prendere delle decizioni ignorando la spesa pubblica? La legge sui piccoli comuni prende in considerazione la dimensione della popolazione. Sara' un limite ma questo va discusso in parlamento. Concordo con il post nel sostenere che servono dati per capire quanto costa avere 3-4-5 consigli communali, 3-4-5 giunte, 3-4-5 uffici tributi ecc. Ti puoi consorziare fino ad un certo punto ma in comuni di 3-4 mila abitanti finisci per avere gli uffici pieni ed essere a corto di operai comunali che guidino la corrier delle scuole.

Anonimo ha detto...

negli altri paesi europei qual'e' la dimensione media dei comuni? E funzionano meglio o peggio che in Italia? Grazie

Anonimo ha detto...

Aziende a partecipazione pubblica? Un carrozzone per dar lavoro a gente della regione al minimo salariale e premiare qualche trombato della politica per farlo diventare dirigente.

michi ha detto...

da:

http://www.agenda21.it/index.php?view=article&catid=51%3Anews&id=119%3Ai-numeri-delle-amministrazioni-locali-in-europa&tmpl=component&print=1&page=&option=com_content&Itemid=56

In Francia la media degli abitanti per i Comuni (comprendendo nella media anche le grandi città come Parigi...) è di 1750 abitanti. Ossia ci sono moltissimi piccoli Comuni e nessun in Francia mi risulta parli nè di ridurli, nè di cancellare o unificare i piccoli comuni

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e ancora " Contrariamente a quanto si pensi, l'Italia non ha un numero di municipi superiore al resto d'Europa: a fronte degli 8.094 comuni italiani (uno ogni 7.490 abitanti), in Germania ci sono 11.334 gemeinden (uno ogni 7.213), nel Regno Unito 9.434 wards (uno ogni 6.618) in Francia 36.680 communes (uno ogni 1.774) e in Spagna 8.116 municipios (uno ogni 5.687). La media Ue è di un ente ogni 4.132 abitanti."

leggi tutto: in questo link

http://www.legautonomie.toscana.it/proposta-per-i-piccoli-comuni-associarli-ma-non-cancellarli
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In conclusione, in Italia non serve cancellare alcun Comune, basta associare la gestione dei servizi.

Anonimo ha detto...

il problema e' che tutte queste nazioni hanno una spesa pubblica minore dell'Italia e magari servizi migliori. Alcune nazioni hanno i servizi pubblici come i trasporti e le utilities provatizzati gia' da tempo per cui hanno meno dipendenti per ogni ente.

Anonimo ha detto...

In Inghilterra il comune medio (local council) ha 151.110 abitanti

Council of European Municipalities and Regions ha detto...

il numero medio di abitanti di un comune italiano é 7395 abitanti

Euro a rischio (di nuovo) ha detto...

“Notizie negative anche da un altro fronte della crisi europea: Stallo L'Istituto di finanza internazionale (Iif), che ha avviato le trattative con Atene per conto delle banche, ha annunciato di aver sospeso i negoziati perché i colloqui "non hanno portato a una risposta costruttiva" dalle parti. Per questo motivo, l'Iif ha deciso per una "pausa di riflessione". Fonti vicine ad Atene, riporta ancora l'Agence France Presse parlano di "situazione molto grave" dopo l'interruzione delle trattative.” Con queste notizie in pancia la necessita' di razionalizzare la spesa pubblica si fa sempre piu' urgente anche nei piccoli comuni.

michi ha detto...

"Euro a rischio", cosa centra l'euro con i piccoli comuni....solo tu lo sai!

il risparmio della cancellazione dei piccoli comuni è talmente risibile, che non è proprio il caso neppure di parlane....

Anonimo ha detto...

non voglio parlare per "Euro a rischio" ma suppongo sia per la questione dei debiti delle amministrazioni locali in giro per l'Italia. Debiti che se l'euro va male si allarga e i ratings delle amministrazioni regionali rispecchia i ratings del debito nazionale. Quindi tutto e' correlato. Sempre che questo sia quello che si intendeva deire con il commento di cui sopra.

michi ha detto...

i piccoli comuni non sono Roma o altre grandi città superindebitate....

Suvvia restiamo nel mondo reale...

Anonimo ha detto...

se Roma e le altre grandi citta' non prendessero soldi altrimenti destinati ai piccoli comuni si potrebbe ignorarle. Pero' il dissesto dei grandi comuni e' anche ripianato con fondi dello stato altrimenti destinati ai piccoli comuni. La coperta e' sempre quella e se Roma e C. la tirano a rimanere scoperti sono i piccoli.

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