giovedì 5 luglio 2012

Spritz Employment: C'è disoccupazione ma un terzo delle imprese fatica a trovare chi assumere

Si discute in paese del disallineamento tra offerta di lavoro e domanda, tra chi cerca lavoro e le imprese che lo offrono.

Di certo c'è solo che di addetti all'ufficio stampa o di direttori marketing le piccole imprese nostrane non hanno bisogno. Pure gli uffici legali sono molto ridimensionati rispetto a quelli della Microsoft o di Google.

Servono tornitori, operai specializzati su macchine a controllo numerico, saldatori, attrezzisti con esperienza, tecnici e periti del settore che in Italia maggiormente esporta (non è la moda o l'alimentare, è la meccanica) e non si riesce a trovarli.

Le statistiche ci raccontano che la disoccupazione avanza tra le figure professionali più basse ma questo non è proprio vero perchè tra le figure più ricercate ci sono operai e contabili. Il problema, secondo gli esperti del settore (vedi "Il 33% delle imprese fatica a trovare i talenti da assumere") è l'indebolimento della formazione scolastica che per qualche ragione ha iniziato a privilegiare uno studio sempre più generalistico di stampo liceale che gli studi tecnici o professionali. Il problema si accuisce quando poi neppure la laurea, naturale continuazione del liceo, garantisce un lavoro.

Il mercato ha iniazto a reagire: quest'anno, per la prima volta da molti anni, le iscrizioni ai licei sono calate rispetto alla crescita delle matricole agli istituti tecnici.
C'è chi sottolinea che in un mercato del lavoro competitivo, a fare la differenza saranno sempre più caratteristiche personali come ad esempio la capacità di lavorare in gruppo e la capacità di competere su mercati sempre più vasti: se una volta il giovane ingegnere concorreva per il posto nella multinazionale friulana con gli altri ingegneri di Udine, oggi compete anche con i giovani ingegneri indiani e cinesi. 

La buona notizia è che il lavoro manuale è stato rivalutato ed oggi gode di grande considerazione anche perchè richiede sempre più competenze scolastiche di base e continui aggiornamenti (ad esempio l'idraulico che si occupa di caldaie è continuamente in aggiornamento tra manuali e corsi di specializzazione). 

Quello che resta da capire è quale sia la soluzione per il divario tra un numero spropositato di Neets ("Not in Education, Employment or Training" -  Generazione «né-né»: settecentomila giovani «inattivi convinti». Il corriere della sera ) e le offerte di lavoro non colmate perchè mancano le giuste professionalità.

...e il dibattito continua 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel 2011 il turismo ha portato in italia il 6% del PIL. Non è male come settore ed ha un buon valore aggiunto per l'economia e credo offra lavoro a molti.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

05.07.12 13:01:57 Deutsche bank Germania xxx.xxx.xxx.xxx Explorer 7 Windows XP

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