martedì 6 novembre 2012

Il Dilemma dei Realizzatori Paesani: l'iniziativa quando spetta alle Élites e quando Popolo?

Chi determina l'azione?
Le élites o...
Nel risorgimento i moti del 1848 furono moti di popolo dove nelle barricate c'erano sia i notabili illuminati che la gente comune con i forconi.

Cosa molto diversa le azioni del 1859-66, quelle che portarono poi all'unitá d'Italia quando l'azione fu pensata e pianificata dalle élites attraverso quelli che oggi chiameremmo "giochi politici (es. la partecipazione piemontese alla Guerra in crimea) e accordi sottobanco (principalmente con la Francia di Napoleone III). Il popolo, per una lunga serie di ragioni, non si sollevó contro lo straniero ed anzi, in alcuni casi, soprattutto in Meridione, si ritorse contro i tentativi di unione ai Savoia (es. impresa di Carlo Pisacane).



...il popolo?
In prospettiva, sia il popolo del 1848 che le élites del 1856 volevano la stessa cosa: cacciare lo straniero. Idealmente, le relativamente poche truppe austriache e le deboli truppe borboniche, sarebbero potete essere sbaragliate da una sollevazione generale della popolazione. Tuttavia, questa non ci fu e ci volle l'azione coordinata delle classi dominanti prevalentemente piemontesi.

Usando questa analogia, si riflette su chi cambia le cose in paese: sono le azioni che arrivano dal basso, frutto dell'aggregazione spontanea di piú persone attorno ad un'idea o un progetto o é la direzione illuminata di pochi che apre la via a nuove iniziative?

Il vecchio detto friulano "pari basoal famee ruvinade" (padre fesso, famiglia rovinata) lascia intuire che se le élites sono mediocri, quindi senza idee, senza iniziative incisive o interessate solo alla propria sopravvivenza, il paese é fregato. Dall'altro lato, se la gente si dá una spinta d'orgoglio e si aggrega, qualsiasi cosa puó essere realizzata.

Strutturalmente realtá piccole solo occasionalmente esprimono un Titta Marzuttini, mentre il popolo sovrano sempre piú dovrebbe emanciparsi grazie alla scolarizzazione diffusa, ai viaggi all'estero, alle letture, ai dibattiti ecc. La logica sembrerebbe suggerire che si deve puntare piú sulle idee che arrivano dal basso. Ma davvero il popolo sovrano e la wisdom of the crowds (uazzagana!), é capace di innovazione piú dei personaggi chiave paesani?

A conti fatti, esistono progetti che DEVONO sempre partire dal basso (es. gestire una squadra sportiva) e altre che DEVONO necessariamente partire dall'alto (es. decidere di rimettere a posto una struttura sportiva).

Chi ha compiti di indirizzo nella societá locale queste cose le sa o dovrebbe saperle e se fa bene il suo lavoro, stimola le diverse componenti sociali a seconda di che risultato si voglia ottenere e dove, comunque e sempre, il grande nemico da sconfiggere é l'inerzia.

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