lunedì 14 luglio 2014

La Storia raccontata dai Vincitori e i casi perennemente aperti

I casi aperti sulla resistenza a Morsano, sul fronte Orientale e in generale in Italia si sa sono molti e l'interpretazione dei vari eventi subisce le deviazioni piu' o meno volontarie delle prospettive personali. Dopo queste introduzione qualunquista e nebulosa, passiamo al punto discusso oggi al bar.

Sul tavolo, sopra la Gazza e accanto al Messaggero baciato dall'aureola di un calice di prosecco, é scivolato l'articolo dell'Economist dal titolo "Britain’s SOE and Mussolini Fighting forces. How Britain helped Italy rise up against Nazi Germany". Si tratta della recensione di un libro del ricercatore storico dell'universitá di Oxford Roderick Bailey : "Target: Italy: The Secret War Against Mussolini 1940-1943".
Qui si era parlato di casi aperti nel 2009 con il post "Il 1 settembre 1939 inizia la II guerra mondiale: dopo 70 anni, a Morsano, il caso "Mancino" è ancora aperto" che, come atteso ebbe strascichi per un bel po' di tempo.

Insomma, nella recensione si dicono frasi come: "Before the fall of fascism, the British Special Operations Executive (SOE) had spent many months and a great deal of energy trying to find pockets of resistance in order to foment rebellion from within. But finding Italians—even among those who abhorred fascists—who were prepared to fight their own rulers was far from easy. "

In pratica, prima dell'Armistizio del 1943, per i servizi segreti Britannici trovare collaboratori anti-fascisti non era per niente facile, anzi, impossibile.

"The secret “war” of Roderick Bailey’s subtitle is rather an overstatement, since the episodes collected here describe plots so ill-conceived that most of them had to be abandoned at an early stage." 

Piú che una guerra segreta si trattó di piani mal concepiti che dovettero essere abbandonati alla fase embrionale.

Il servizio segreto militare britannico inizió a reclutare italiani emigrati prima della guerra in Gran Bretagna ma questi, per lo piú camerieri e piccoli commercianti, non avevano coraggio o doti fisiche di sorta."Of the five men taken on for active service, two were dismissed on the grounds that they were “completely lacking in heroic qualities”.

Il che alimenta (o e' alimentato) dalla spocchia britannica nei confronti dell'italiano mammoletta senza spina dorsale. Si potrebbe opporre all'autore che gli italiani che erano stati internati in campi di prigionia inglesi per il solo fatto di essere "italiani residenti a Londra", per quale motivo avrebbero dovuto fidarsi di piú degli inglesi che del regime fascista? Non é poi certificato che tutti gli italiani di Londra all'epoca fossero necessariamente anti regime.

"In November 1942 news reached Britain of “groups of anti-fascists in northern Italy who seemed active, very aggressive and willing to have help from the British”. An intermediary was located to transport money and explosives across the border to these groups. Unfortunately, the man was already known to Italian intelligence. [...] Meanwhile the Italian authorities opened the packages and sent back invented reports that they were hitting their targets." Per una volta gli inglesi furono fatti fessi peró per allievare la cosa riportano che la presunta spia italiana che avevano contattato e che era controllato dal contro spionaggio del regime fascista, era un maniaco sessuale violento. Come a dire "per fortuna che non ci siamo invischiati con uno cosí".  

Ma la cosa piú interessante é il commento in cui si dice che gli inglesi vedevano di buon occhio un'operazione con la mafia per favorire lo sbarco in Sicilia "Nevertheless, the British were all in favour of doing deals with the Mafia, though fully aware of its violent reputation: “[A] weakening of the Fascist organisation would help the Mafia to become reorganised and powerful,” said a report by the SOE in Cairo"

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