lunedì 13 agosto 2012

Spritz Taxation: Della Filosofia dei livelli di tassazione

Filosofia Neo-Liberista: la figlia di un negoziante 
di alimentari e un attore di medio calibro
Secondo la Confcommercio la tassazione reale in Italia é la piú alta al mondo, siamo al 55% (e in alcune circostanze puó andare anche piú in alto) mentre quella apparente é al 45% (vedi Spritz World Champions: 55%, l'Italia il paese con il livello di tassazione più alta al mondo).

Per attrarre investimenti esteri sul suolo nazionale tra le mille cose che si dice servano, una "tassazione favorevole" rientra sempre tra le prime tre prioritá. Il caso vuole che l'Italia abbia dei livelli di FDI (Foreign Direct Investment ossia, stranieri che portano soldi per investire qua) tra i piú bassi dei paesi OCSE.

Il problema della tassazione finisce con i calcoli piú o meno astrusi delle varie percentuali ed esenzioni ma inizia comunque e sempre con la filosofia. Si, proprio con la filosofia, perché é la visione filosofica del mondo che determina quante tasse io e te paghiamo sul litro di latte che compriamo o quante trattenute fiscali avremo sullo stipendio.

Sicché negli anni Ottanta la visione filosofica di Maggie (la Thatcher) e Reagan era di dare piú spazio al mercato perché la mano invisibile avrebbe portato benefici a tutti mentre il Leviatano, lo Stato era una machina farraginosa che uccideva innovazione, inventiva e inibiva la creazione di ricchezza e benessere per tutti (roba da URSS insomma che guarda caso era il loro grande nemico storico). Quindi le tasse andavano ridotte drasticamente e di converso s'era da ridurre la spesa dello Stato ai livelli minimi (e per inciso anche con Deng Xiaoping in Cina la pensavano cosí).

Cosí quando la Thatcher divenne primo ministro nel 1979, l'aliquota degli stipendi piú alti era dell'83% (!!!) e lei la taglió portandola prima al 60% e poi al 45% (dov'é tuttora). In America Reagan se la trovó del 70% e la taglió dapprima al 50% per poi arrivare al 28%. Le riduzioni di tasse diventarono poi settoriali con il settore finanziario particolarmente privilegiato da aliquote bassissime tanto che Mitt Romney, fondatore di un'azienda finanziaria, Bain, s'é scoperto che in media ha pagato solo il 15% di tasse sui suoi guadagni (il q-u-i-n-d-i-c-i!).

Filosofia Neo-Scandinava: Tasse alte e servizi 
(ma se non siete svedesi föra da i ball!)
La diminuzione delle tasse é tanto piú importante quanto piú capitali si hanno e quindi favorisce proporzionalmente di piú la parte piú ricca della popolazione. Se si tagliavano i servizi dello Stato e le partecipazioni statali nella vita economica e contestulmente si diminuivano le tasse ai piú benestanti, come si evitava di far scendere in piazza con i forconi il ceto medio e gli strati piú poveri della popolazione? Risposta: dando ampio accesso a credito facile.

Ovvero, con un accordo con il sistema bancario, si diminuivano i controlli, o in alcuni casi si annullavano i controlli sulle attivita' bancarie e si permetteva che concedessero mutui e finanziamenti a tutti e per qualsiasi cosa senza troppe garanzie (il che fu possibile grazie appunto ai pochi controlli statali sui bilanci delle banche). In particolare, un ristretto gruppo di mega banche d'investimento americane potevano sforare a piacimento sul rapporto tra impieghi e depositi.

Compri un frigo? Finanziamento. Compri l'auto? Finanziamento. Vai all'universita' e non c'hai una lira? Finanziamento. Compri casa e non c'hai le garanzie? Mutuo subprime. E fin che l'economia cresce, tutto cresce e tutto si apprezza. Sulla carta pero'.

Finché siamo arrivati alla conclusione che la mancanza di controlli (altrimenti detta "deregulation ad minchiam") e le precarie garanzie bancarie c'hanno portato alla crisi dei subprime, a banche sottocapitalizzate, alla polarizzazione della richezza (indice di Gini) con la percentuale piú ricca della popolazione sempre piú ricca (l'1% della popolazione americana piú ricca nel 1970 incamerava l'8% della ricchezza nazionale, nel 2007 ne incamerava 24%) e quella piú povera proporzionalmente piú indebitata e con meno servizi dallo Stato.

Questo come risultato di una visione filosofica poi applicata con liberta' d'interpretazione (Adam Smith non ha mai detto che lo Stato non deve controllare e che non devono esserci regole per il mercato o che queste non si applichino al settore finanziario).


Filosofia Neo-Nordica: Tasse alte e servizi 
(ma se non siete finlandesi föra da i ball!)
Il dibattito di oggi, attorno alla piscina (gonfiabile) a casa di un morsanese era incentrato su visioni filosofiche alternative e su dove abbiano portato le societá. Curiosamente, l'indice di Gini s'e' polarizzato anche nelle nazioni che hanno fatto molta leva sulla spesa pubblica finite poi con debiti dello Stato fuori controllo e servizi comunque mediocri.

Anche nei tanto idealizzati paesi scandinavi, le migrazioni degli ultimi anni da paesi emergenti, fenomeno relativamente nuovo per quei paesi, hanno messo sotto pressione l'impianto di gratuitá dei servizi pubblici ricambiati da tassazioni alte, tanto che i partiti nazionalisti, isolazionisti e anti-salvataggio di altri paesi indebitati (leggi Finlandia vs Grecia) sono in forte e preoccupante ascesa.

Ora i "ricchi" stanno sulle palle a tutti nel mondo perché l'indice di Gini s'e' divaricato un po' ovunque (dalla Cina, agli USA, dalla Francia alla Gran Bretagna e all'Italia) ma piú banalmente la crisi finanziaria ha messo  un forte freno alla liberta' delle banche di soddisfare con dei prestiti facili, le pance di chi ha casa ha un forcone. E ora i forconi rischiano di venir rispolverati per scendere in piazza.

Filosofia Neo-Scandinava: Tasse alte e servizi  
(ma se non siete danesi föra da i ball!)
Hollande punta ad un'aliquota del 75% per i redditi piú alti e Obama punta a portare l'aliquota piú alta, oggi al 35% (!!!) al 39.6% (e apriti cielo!). In Gran Bretagna l'aliquota piú elevata é al 45%, non troppo distante da quella italiana sebbene il limite per rientrarci con il reddito sia piú elevato, e pure lá si stanno tollerando sempre meno i bonus eccessivi dei banchieri. Si tollerano sempre meno anche le paghe dei calciatori nostrani, quindi figurarsi.

Tuttavia, oggi s'é concluso che prima di mettere al lavoro gli economisti e i fiscalisti, forse é il caso di chiamare in causa i filosofi per capire dove siamo e dove si vuole andare.

Quali filosofi chiamare rimane una questione aperta.

...e il dibattito continua

2 commenti:

PaoloVE ha detto...

Bel post!

Un solo appunto: l'aprirsi della forbice tra ricchi e poveri in un regime liberista non è il "risultato di una visione filosofica poi applicata con liberta' d'interpretazione", ma una conseguenza naturale del sistema.

Il ricco, grazie alle maggiori disponibilità, ha più occasioni di profitto del povero e, a parità di capacità, realizza quindi maggiori profitti che gli danno ulteriori vantaggi. Ed il ciclo si riavvia...

E' come se giocassero a dadi per competere sui profitti, ma il dado del ricco avesse anche il sette. Alla lunga il ricco vincerà e diventerà più ricco.

L'unica cosa che interrompa questa spirale è una forma di ridistribuzione del reddito da chi ha di più a chi ha di meno, ad esempio attraverso una tassazione progressivamente più alta.

Ciao

Paolo

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

sarebbe interessante vedere in quali nazioni la tassazione progressiva funziona meglio. tutti hanno tassazioni progressive (chi piú chi meno). Giovedi parleremo del paradosso di chi guadagna 25mila euro e di chi ne guadagna 100 mila in italia. Chi sta meglio dei due?

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