mercoledì 29 agosto 2012

Spritz Autonomy: de l'Autonomia del Friùli (VG)

Serata sportiva funesta ieri sera per lo sport friulano con l'uscita dalla Champions League dell'Udinese beffata da un grossolano errore di un rigorista brasiliano che si è creduto un fuoriclasse (Udinese, è un verdetto atroce. Follia Maicosuel, Braga in Champions). Da ricordare questa mattina è il commento di Massimo De Luca sul suo blog Circo Massimo - Un cucchiao avvelenato:

PS Spero che qualcuno spieghi ai telecronisti (quasi tutti) che il Friuli si chiama Friùli, con l'accento sulla u (senza pretendere che ci si ricordi del Forum Julii latino da cui deriva) e che pronunciare bene l'italiano, fino a prova contraria nostra lingua madre, è un po' più importante che dire "Sanetti" con la S , Nagatomò con l'accento sulla o e Stekelenburg con l'accento sulla prima e.

La pronuncia sbagliata del nome di una regione italiana da parte di telecronisti italiani che parlano la lingua italiana è sbalorditiva. Noi friulesi ne siamo abituati ma fa sempre un brutto effetto sentirsi sbagliare il nome dell'alma mater e spinge ad una reazione di desgno e distacco (o come dice un nostro amico aerofago: "fasui di bèsoi"). 

Reazioni forti arrivano anche dalle discussioni che sono in atto nei confronti del futuro delle regioni Autonome a Statuto Speciale come appunto la nostra, il Fri(ù)li Venezia Giulia (FVG). 

Quando si solleva la discussione in bar, le posizioni sono SEMPRE queste (alle quali in rosso s'è messa una possibile posizione alternativa):

- il FVG paga 10 e dallo Stato riceve 4 quindi possiamo tenerci l'Autonomia (il che non è vero perchè il bilancio entrate/uscite tra Stato e FVG ha un deficit, sebbene minimo, a sfavore dello Stato)
- abbiamo delle lingue minoritarie da tutelare e si possono tutelare SOLO con un'autonomia forte (bisognerebbe vedere la casistica di cosa succede nel mondo. Se poi si chiede qual'è la differenza tra lingua e dialetto quanti la sanno? Forse il vocabolario Veneto/Italiano, o quello Piemontese/Italiano lo dicono)
- alcune regioni come la Calabria costano più della regione FVG (vero, nulla quaestio)
- la regione FVG anche se dovesse sprecare come molte regioni del Sud (es. le assunzioni a chiamata senza concorso pubblico anche di nostri compaesani/e), il moltiplicarsi di consiglieri di amministrazione di controllate farlocche stipendiati fior di quattrini, assunsioni pretestuose di amici/parenti/compagni di partito e via dicendo, è sempre meglio che si sprechi qui piuttosto che mandare soldi in base Italie (vero ma è diverso se sprechi soldi tuoi o se sprechi quelli che ti danno il Veneto, la Lombardia, l'Emilia R. e la Toscana, regioni che danno allo Stato più di quanto ricevono)
- le autonomie in altre regioni d'Europa sono un modello da seguire: il Friuli VG come la Catalogna! (Esistono casistiche sugli sprechi e il declino auto-inflitto da autonomie fuori controllo, al di là della Catalogna oberata dai debiti (che no glieli ha fatti Madrid) e da Valencia che tra "Formula 1" e "America's Cup" si è svenata, c'è il caso del Quebec che avversando il governo "anglo-saxon" di Ottawa ha fatto letteralmente scappare investimenti e crescita spingendo oltre i limiti della chiusura la francofilia locale)

Financial Times (16 agosto 2012) - "Autonomy Under Fire"
Un'autonomia come la Catalogna? Bastano € 21 miliardi di debito... 
Difficilmente ci sono posizioni alternative autoctone (sebbene curiosamente il nostro "Sondaggio: Lo Statuto Speciale per il Friuli Venezia Giulia è..." vada in direzione opposta - forse persone di fuori regione hanno risposto al sondaggio).

Le critiche all'autonomia del FVG arrivano SEMPRE dall'esterno. O da chi non conosce bene le dinamiche della regione o da chi si occupa di sprechi della cosa pubblica essenzialmente nel mondo dell'informazione perchè NESSUN politico locale (ovviamente!) o nazionale mai si sognerebbe di dire pubblicamente - anche se nel suo cuore a torto o a ragione lo pensasse: "l'autonomia statutaria della regione Friuli Venezia Giulia va cancellata e ne dobbiamo fare una regione a statuto ordinario o, al limite, tutte le regioni dovrebbero avere la stessa autonomia del Friuli Venezia Giulia e di fatto il FVG diventerebbe una regione come tutte le altre". 

A spanne, le ragioni di questa mancata dichiarazione d'intenti sono:
- i politici italiani tendono a cercare la popolarità facile piuttosto che dare indicazioni (tipo "i no che aiutano a crescere i bambini piuttosto che dire sempre di si ai capricci"). D'altronde a Londra David Cameron ha vinto le elezioni promettendo lacrime e sangue per rimettere in sesto le finanze pubbliche e l'economia mentre qua i ristoranti erano pieni e non c'era crisi (agli elettori si fanno dichiarazioni d'intenti in base alla loro maturità...)
- se lo dici in FVG perdi voti
- visto che serve una riforma costituzionale per cambiare l'autonomia delle regioni a Statuto Speciale (e quindi un iter aggravato con l'approvazione dei 2/3 del parlamento) e visto che i parlamentari di Sicilia, FVG, Sardegna, Valle d'Aosta e Trentino AA mai e poi mai voterebbero contro l'autonomia di cui godono i loro elettori, è perfettamente inutile anche provarci.

Di fatto, nel segreto delle camere oscure, prove tecniche di ridimensionamento dei finanziamenti alle regioni autonome vengono fatti (dai governi centrali e non dal potere legislativo) ma è una battaglia in salita.

Quindi perchè parlarne se difficilmente cambierà qualcosa?

Il discorso è essenzialmente una questione di soldi.

Ha fatto scalpore un articolo di S. Rizzo sul Corriere della Sera "Le mani bucate delle Regioni" del 23 agosto 2012 che ha scatenato la risposta piccata del sindaco di Bolzano "Inefficiente lo Stato, non gli enti locali".

Qui interessante è la controrisposta del giornalista (che riassume "il grado di grigio" con il quale molti vedono la discussione tra il bianco e il nero di chi o è a favore delle autonomie sic et simpliciter e chi invece le abolirebbe senza pensarci su due volte): Qui nessuno vuole mettere in discussione il principio dell' autonomia, ma le degenerazioni causate da una certa interpretazione degli statuti speciali. Forse non è legittimo chiedersi se il principio dell' autonomia, in molti casi, sia stato applicato in modo corretto rispondendo alle reali esigenze tanto delle comunità locali quanto della collettività nazionale? Credo fermamente che ci siano autonomie che hanno avuto un senso e continueranno ad averne. Ma è innegabile che sopravvivano forme e situazioni anacronistiche capaci di produrre sprechi e clientele: che con la difesa dell' autonomia dei territori, lo sanno tutti, non c' entrano un fico secco.

Parlando di possibili degenerazioni, il giornale "Libero" pubblicò un articolo dedicato proprio al FVG (Friuli sprecone, spede 35 milioni di euro per il dialetto) nel quale, oltre a definire il "Furlàn" un dialetto, sottolineava alcune voci di spesa ben precise sulle quali si povrebbe riflettere e chiedere un'opinione informata a chi queste cose le caldeggia:

A - Parlare friulano è dunque un affare. Spuntano enti e associazioni, con tanto di dirigenti e personale stipendiati. Che chiedono fondi. L’'agenzia regionale per la lingua (Arlef), arruola un presidente, un direttore, un cda di sette membri e un comitato scientifico. Costa in bilancio un milione di euro l’anno.

B - il vocabolario ufficiale, il “dizionâr bilengâl”, già costato un milione e mai finito. Dopo dieci anni non ne esiste una sola copia su carta. «Per ora è consultabile sul web», ripetono gli esperti. Avanti di questo passo, serviranno altri 13 anni (e relativi milioni) per completarlo.

C - Se si fa un giro al palazzo della Regione, ci s’imbatte nell’interprete. Di friulano, s’intende. È severamente chiuso in cabina col collega sloveno e le cuffie sulle orecchie. Fanno mille euro a seduta. E poco importa che, su cinquantanove eletti, in aula parli friulano soltanto il leghista Enore Picco. Lo fa per qualche decina di minuti a semestre. Viene tradotto in simultanea, ma quando torna a sedere, conversa disinvolto in italiano coi colleghi. 

D - ma anche della spesa sanitaria, che secondo la Corte dei conti è «fuori controllo». Il costo pro capite è di duemila,5 euro contro i 1.861 di media nazionale. 

Come detto, la discussione è sterile da un punto di vista pratico perchè senza riforma costituzionale non si cambia nulla. Ma delle risposte ai punti sollevati dagli organi d'informazione qualcuno dovrebbe darle.

In conclusione, sarebbe utile che le posizioni a favore dell'Autonomia fossero diffuse di più per rinfrescare le argomentazioni tra le persone in bar (che noi monitoriamo regolarmente) altrimenti c'è il rischio che con il tempo si diano per assodate cose che tutto d'un tratto nessuno sa realmente perchè esistano. 

Dall'altro lato, chi è contro l'Autonomia statutaria così com'è implementata oggi, dovrebbe diffondere di più le proprie argomentazioni perchè al momento nessuno sembra capire la ragione per la quale si dovrebbe mettere in discussione lo status quo.

Insomma, le due posizioni e i livelli di grigio che stanno in mezzo, hanno bisogno di pennellate. 

Argomento di grande interesse? Al momento del caricamento qui sopra (il 29 agosto 2012), il video aveva ricevuto 29 visite dal 31 gennaio 2012. Notasi l'incipit della domanda del giornalista "il FVG ha un'autonomia gestita in maniera virtuosa", la virtuosità in FVG si dà sempre e comunque per assodata (questo giornalista probabilmente non lavora per Libero).   

3 commenti:

chance alla lingua friulana ha detto...

Da Profumo una chance alla lingua friulana. Il ministro assicura a Tondo un approfondimento entro metà settembre sui tagli per la tutela e le scuole

David ha detto...

Bravi! Post interessante!

La lingua friulana è sparita ha detto...

Brutte notizie> la lingua friulana è sparita per colpa della Spending Review

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