Edizione Americana: Donald Trump |
Sedici giovani aspiranti si giocano un posto di lavoro con stipendio a sei cifre nell'azienda di un magnate. Ad oni puntata (che e' registrata mesi prima) gli aspiranti vengono divisi in due team che si confrontano su un obiettivo
tipicamente aziendale come ad esempio lanciare un nuovo giocattolo per bambini, lanciare un nuovo prodotto di bellezza, vendere piú fiori possibile al mercato rionale, creare una campagna marketing di successo, organizzare una sfilata di moda per una collezione emergente e via dicendo. Un po' come essere alla business school (uazzagama!) e anziché i libri e gli esami, essere di fronte a prove pratiche.
Ad ogni puntata viene eliminato un concorrente tra i due nominati dal capo team perdente, per inciso, anche il capo del team perdente é automaticamente nominato. La scelta dell'eliminazione é quindi fatta dal "magnate" che proferisce il sonoro "you are fired!" (sei licenziato).
Edizione Britannica: Lord Alan Sugar |
Ebbene, a Morsano s'é acceso il dibattito non appena s'é saputo che ci sará presto la versione italiana con un imprenditore molto conosciuto: Flavio Briatore.
The Apprentice Italia sará trasmesso su "Cielo" canale digitale 26.
Il dibattito s'é subito divaricato in due direzioni:
- Alcuni prosecchisti sostengono che sará il successo che é nei paesi anglossasoni e sará praticamente uguale sia nel format che nel seguito televisivo. I ragazzi si gaseranno nel seguire le puntate in TV e mettersi alla prova immedesimandosi nei protagonisti, magari facendo loro stessi il casting per la trasmissione dell'anno dopo. I professionisti della Milano da bere in ufficio non parleranno d'altro e si sprecheranno i "io avrei fatto cosí in quella prova" e il "sei licenziato" con il dito puntato diventerá il tormentone dell'autunno. Senza contare la satira politica che si divertirá a scherzare sulla frase mettendola in bocca ai vari membri del governo. Insomma, riceverá la stessa calda accoglienza vista in America e a Londra.
- Altri spritzettari sostengono che la competizione nel mondo aziendale richiama direttamente a principi etici protestanti che qua non funzionano. Inoltre lo spirito anti-capitalistico e anti-competizione che permea la societá nazional-popolare non é in sintonia con programmi dove lo scopo é il raggiungimento di un fine capitalistico (un posto di lavoro dirigenziale lautamente remunerato) con un percorso altamente competitivo. Anzi, si dá per certo l'anatema ecclesiastico e sindacale su qualche sbiricuda valoriale oltre che l'immancabile interrogazione parlamentare di qualche oscuro onorevole in cerca di visibilitá.Non mancheranno neppure gli insulti politicizzati tipici di una societá politicamente polarizzata e fratturata come quella italiana.
Comunque vada, siete licenziati e il dibattito continua...
2 commenti:
Come mai il programma va in onda in prima serata sulla BBC e qua non lo organizza la RAI o Canale 5?
viene il sospetto che nei paesi anglossassoni la competizione, perché di competizione per un posto di lavoro si tratta, piaccia e stimoli perché fa emergere la bravura ed il merito mentre da noi funziona la raccomandazione e l'essere "figli di" e quindi non farebbe presa nei grandi canali televisivi con il "grande" pubblico delle fiction.
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