“Simili ratione ibi Vercingetorix, Celtilli filius, Arvernus, summae potentiae adulescens, cuius pater principatum Galliae totius obtinuerat et ob eam causam, quod regnum appetebat, ab civitate erat interfectus, convocatis suis clientibus facile incendit.”
(Cesare -De Bello Gallico, VII -IV)
Parlava di se in terza persona come Maradona e Scillipoti. Era vanesio ed egocentrico tanto da autocelebrare le sue gesta contro Vergingetorige con un tomo la cui narrazione é totalmente sbilanciata a suo favore, ma pure Shakespeare gli dedicó un'opera e oggi sui giornali si legge che "Il Fogolâr Civic ricorda la marcia di Giulio Cesare".
La cosa non é passata inosservata in osteria ed è scattato il dibattito tra due
fazioni di storici spritzettari:
- Da un lato chi celebra Giulio Cesare come un grande condottiero del passato che ha disegnato la storia d’Europa. Dove sono arrivati i romani, anche grazie alla spinta propulsiva nella costruzione dell’Impero accesa dal Caesar Pontifex Maximus oltrepassando il Rubicone è arrivata la modernitá. Il diritto di famiglia nei nostri codici è ancor oggi quello disegnato dai giuristi romani, l’architettura e l’urbanistica d’avanguardia con tanto di efficentissima rete fognaria, senza gli ingegneri di Roma non sarebbe esistita, una lingua comune ed immortale non avrebbe unito i poeti di tutto il mondo allora conosciuto, la tecnologia militare non sarebbe progredita e via dicendo. E soprattutto, la nostra regione non si sarebbe chiamata “Foro di Giulio”.
- Dall’altro lato, c’e’ chi sostiene che Giulio Cesare non va celebrato perché altro non fu che un crudele sanguinario. Nella sola guerra in Gallia fece crocifiggere lungo le strade ben 20mila prigionieri galli (riducendo in schivitù – anche sessuale - donne e bambini). Immaginatevi le scene strazianti di gente privata delle proprie abitazioni, villaggi distrutti, beni confiscati e di chi muore di un’agonia lenta e dolorosa dopo aver difeso la propria terra da un esercito invasore. Visti i numeri ed i metodi, oggi si parlerebbe di genocidio sulla stregua di stragi quali Srebrenica, o in Siria o gli eccidi nazisti e le purghe staliniste. Un liberticida dedito al genocidio che il tribunale della storia dovrebbe mandare a giudizio alla corte dell’Aja.
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