venerdì 13 marzo 2015

Morsanesi Azionisti di Banche non Quotate? Il servizio di Striscia la Notizia



Il 10 marzo 2015 é andato in onda in Italia un servizio di Moreno Morello sul tema delle "Azioni non Quotate".

Si tratta di un tema molto caro ai morsanesi in quanto tanti sono soci, quindi hanno quote azionarie, di Banche Popolari.

Il servizio si riferiva ad una Banca la cui sede si può scorgere nel retro dell'inviato di Striscia (il quale per altro non nomina mai il nome della Banca salvo menzionare che la stessa aveva declinato di farsi intervistare).

Avere azioni di banche private ed esserne quindi soci non è nulla di male, e ci mancherebbe. Il problema è quando queste azioni non si possono rivendere e quindi ci si ritrova con in mano solo dei fogli di carta attestanti la proprietà di azioni ma... non con i soldi investiti nelle azioni.

A livello generale, il problema con questo tipo di investimenti sono essenzialmente:
- conflitto di interessi nella determinazione del valore delle azioni non quotate. Di fatto lo decide chi ha già le azioni ovvero l'assemblea dei soci. Vero che ci sono le stime di esperti esterni ma il caso vuole che generalmente siano stime generose che vacillano con parametri di confronto con banche quotate in borsa. In pratica, stringi stringi, con criteri di mercato le azioni varrebbero molto meno.    
- messe alle strette dagli organi di controllo sui criteri di patrimonializzazioni, livelli di incagli, sofferenze ecc. ecc. le banche si vedono di fatto costrette a non liquidare gli azionisti trovando mille scuse 

Ora arriva pure il decreto legge sul governo societario delle banche popolari che stabilesce che le dieci più grandi dovranno dire addio al “voto capitario” (una testa un voto) e diventare società per azioni.

Non solo, nel decreto si prevede che "la Banca d’Italia, in deroga a norme di legge, potrà impedire ai soci di uscire dal capitale e farsi rimborsare il valore delle quote".

Se si chiedono lumi ai direttori di filiale in zona, la spiegazione è ovviamente vaga e si basa su filoni di comunicazione abbastanza consolidati: 
1) dire che è sono i grossi gruppi editoriali che fanno campagna mediatica contro le Banche Popolari perchè questi gruppi sono la longa manus delle Grandi Banche; 
2) dire che è colpa della Banca Centrale Europea e dei suoi inutilmente severi oltre che erronei parametri di controllo che penalizzano le piccole Banche del Territorio; 
3) chiosare con un "sarete voi soci a valutare cosa fare alla prossima assemblea dei soci"  

Tra i morsanesi che son soci di Banche Popolari c'è nervosismo.   


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Vedi anche:

1 commento:

Anonimo ha detto...

Le 10 più grandi sono Banco Popolare, Ubi,Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca popolare di Milano, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Popolare di Sondrio, Banca Etruria, Credito Valtellinese e Popolare di Bari

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