giovedì 11 giugno 2009

Perdere in politica locale è un’arte o una scienza?

“Se una squadra di calcio non vince un campionato importante, qual’e’ la prima cosa che si cambia?” Pare impossibile ma tutti hanno una ed una sola risposta che lasciamo immaginare al lettore (se non l’avete intuita chiedete lumi a Claudio Ranieri).

Ora, la domanda è: se di campionati ne perdi 4 (QUATTRO – Q di quale strategia?, U di inversione a U rispetto alle politiche, doppia T di territorio e trombati, R di errare è umano perseverare diabolico e A di Alla prossima!) cosa penserá la gente in osteria?

Nell’osteria che frequentiamo noi, pensano che la politica del “non mi metto assieme a tizio perché nel 1866 suo trisnonno fece un torto al terzo cugino del mio trisavolo” è risibile. Non è professionale. E’ da amatori. Pensano che l’unica forza politica attiva, radicata e presente sul nostro territorio si stia da anni facendo del male con le proprie mani dietro motivazioni come …”non ci sono le persone”, “nessuno si interessa di politica” e “la carretta la tirano sempre quelli” etc. etc. (yawn, yawn, yawn, sbadigliamo) Troppo semplice, che noia!

Ci tocca irrompere con la tesi controversa dei nostri quattro amici al bar. Che ne direste se in realtá perdere fosse una strategia voluta? Un preciso fine perseguito con certosina meticolositá?

Lo schema è semplice...

Se stai all’opposizione ottieni due cose di grande valore personale: la prima, sei comunque invitato alle riunioni dei grandi capi provinciali, regionali, nazionali in qualitá di dirigente locale. Il che è un gran ritorno personale. Stringi la mano al politico VIP, ti scambi numero di cellulare con quello che vedi sempre in TV, annuisci ai capi tutta la durata della riunione i quali ti osservano e si gasano, dai la pacca sulla spalle al senatore, al deputato, al capo di gabinetto (che per ironia della sorte è stitico) e via dicendo.

La seconda, non devi scontentare nessuno e la tua popolaritá paesana resta intatta (infatti i voti dei capi locali sono costanti nel tempo). L’azione di governo comporta scelte e le scelte, per definizione accontentano alcuni e scontentano altri. Fare scelte non è facile e nei comuni piccoli significa anche intaccare le relazioni personali (in parole povere la gente la mette sul personale e s’incazza con te se il comune gli espropria 2 metri di terreno). Poi dall’opposizione si può fare propaganda e spararle grosse che tanto non si perde la faccia. Anzi, il Messaggero ha sempre un angolino da riempire nella pagina del “folklore locale”.

Morale della favola, se voi dirigeste un partito locale, onestamente, quanto interesse avreste a vincere le elezioni comunali?

Molto poco, diciamo noi.

Questa nostra supposizione cadrebbe solo se la dirigenza regionale agisse come ha agito la Juventus con Ranieri (licenziamento). Ma cosi non é.

Che sia il caso che i vari Ranieri di questo mondo si godano un periodo di riposo dando la possibilitá ai Ferrara nostrani di correre da soli? Forse la Juve vincerá il prossimo campionato anche se alle riunioni a Coverciano ci andrá Ferrara e non Ranieri.

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