giovedì 20 settembre 2012

Spritz Labor Mentality: per rilanciare il mercato del lavoro hanno ragione gli inglesi o gli italiani?

Una societa' piú giusta...


Qualche giorno fa in Italia si criticava il premier Monti per aver detto che alcune disposizioni contenute nello Statuto dei lavoratori, pensate per difendere la parte più debole degli stessi, avrebbe finito per porre freno alla creazione di posti di lavoro. Tanto che Palazzo Chigi ha voluto precisare che le parole del premier non avevano “nessun intento polemico legato all’attualità”. 

In altre parti del mondo, nel silenzio di tutte le parti politiche, nell'assenza di comunicati sindacali di grande visibilitá, nelle piazze vuote senza manifestanti, passavano le seguenti norme:

  • Si puo' licenziare mettendosi d'accordo direttamente con il dipendente su una buonuscita che se accettata, chiude legalmente le porte ad ogni altra richiesta futura
  • Il massimo che un'azienda potra' pagare di buonuscita a un dipendente licenziato é pari a 12 mensilita' per un massimo di 72.300 sterline (80mila euro) 
  • Viene istituito un nuovo sistema di pre-udienze per permettere ai giudici del lavoro di filtrare richieste fittizzie ovessatorie da parte di dipendenti nei confronti dei loro datori di lavoro
  • Vengono introdotti dei costi a carico di chi porta una causa di licenziamento davanti ad una corte di giustizia
  • ...o una societá piú giusta?
  • La possibilita' di rivedere le regole ed il contratto di lavoro del dipendente qualora l'azienda sia acquisita o il lavoro mandato in outsourcing

Il dibattito in bar s'e' subito scatenato:

  • da una parte chi sostiene che queste misure britanniche sono ingiuste e ledono la dignita' del lavoratore in favore del dispotismo sfuttatore di una visione ottocentesca del padronato, come quel padronato  celebrato alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di Londra;
  • dall'altro c'é chi ha tirato fuori il pallottoliere ed e' pronto a scommettere che ci saranno molti piú italiani (anche con laurea) che andranno a farsi martoriare nelle aziende della Perfida Albione rispetto ai britannici che verranno a trovare lavoro nel Bel Paese. Inoltre, si scommette che la crescita economica, l'andamento della disoccupazione e il numero di imprese create dopo l'entrata in vigore di queste norme sara' superiore in Gran Bretagna rispetto all'Italia.  
...and the debate continues

13 commenti:

PaoloVE ha detto...

Perdonatemi, ma forse sono un po' duro o forse le situazioni sono un po' troppo diverse per poter essere confrontate senza altri dati di contorno.

Perchè, per esempio, all'italiota che è in me salta all'occhio che 80.000€ all'anno fanno 6.700 € al mese.

Il che ridefinisce moltissimo tutti i contorni della questione ed il concetto stesso di lavoro nelle due realtà.

Ciononostante credo che anche in Italia impresa e dipendente possano accordarsi su buonuscita e liberatoria.

Ciao

Paolo

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

21.09.12 15:10:27 Ministero dell'Interno Italia xxx.xxx.xxx.xxx Explorer 8 Windows XP

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

ciao, gli 80.000 € lordi sono il massimo possibile. Il costo della vita é piú alto a Londra e dintorni (e pure di molto) e rapportata all'Italia quella cifra probabilmente é pari a circa 50.000€. Comunque rappresenta il limite massimo.

PaoloVE ha detto...

Ciao,

Credo che il confronto vada fatto tra Londra e Milano, piuttosto che tra Londra e l'Italia.

E quindi traggo da un articolo di repubblica del 2009 che parla del costo della vita nelle metropoli:

"Milano, in particolare, è tra le prime 14: è più cara di Monaco, Berlino, Barcellona, Madrid, Chicago, Los Angeles, della stessa New York e di Londra."

Certo, i tempi cambiano, ma non credo che in tre anni Londra sia diventata molto più cara di Milano al punto di dover equiparare un lordo di 80.000 londinese a un 50.000 milanese. Anche perchè, in realtà al cambio odierno, 72.300 sterline fanno oltre 90.000€ e quindi un lordo mensile di oltre 7.500 €.

Ed è vero che si tratta di un tetto massimo, ma ti chiedo: a quanti dipendenti si applicherebbe in Italia tale tetto?

Ed alla luce di ciò e delle differenti tutele per i disoccupati, quanto siamo distanti dal risarcimento fissato dalla riforma dell'art. 18 tra i 12 ed i 24 mesi che gli imprenditori contestano come eccessivo?

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

Buongiorno,

ho il sospetto che un mio commento di ieri sera sia stato ucciso da qualche problemino di blogger...

in sintesi:

72.300 sterline al cambio atuale fanno oltre 90.000 € (7.500 € mensili)

Londra dovrebbe essere cara più o meno come Milano

Potrei aggiungere che il lordo inglese è più vicino al netto di quanto lo sia quello italiano e che le retribuzioni sono anche mediamente più elevate (motivo per cui si emigra in UK)...

La riforma dell'art. 18 se non sbaglio prevede la possibilità di risarcire con dalle 12 alle 24 mensilità il licenziato: non mi pare così lontano dalle condizioni inglesi, ma a contestarlo (per l'eccessivo onere) sono gli imprendtori.

Mi spiace non aver sottomano i riferimenti...

Ciao

Paolo

Anonimo ha detto...

Sono due culture diverse e non credo che si possano paragonare facilmente. Noi abbiamo Lusi, Fiorito, il Trota e nessuno che si dimette per scandali anche vergognosi, senza contare che abbiamo assessori regionali non eletti che si prenderanno 3.000 euro di vitalizio quando non saranno piu' in carica. Loro hanno ministri che si dimettono per una laurea copiata o per una domestica pagata a nero.

Anonimo ha detto...

Gli inglesi hanno cultura protestante dove far soldi e' sintomo di grazie di dio mentre noi siamo cattolici dove essere poveri o rubare per poi pentirsi é accettato e legittimato.

Anonimo ha detto...

L'italia e' un paese di merda

Pedro ha detto...

Non sono d'accordo e trovo offensivo mistificare la realta' cosi'! L'italia NON E' un paese di merda!

Sono le persone che contano e bisogna tornare alla entralita' dell'individuo senza fare stupide generalizzazioni.

Anonimo ha detto...

Pedro, hai ragione, l'italia e' un paese di merde!

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

ciao, a Londra esiste la "london allowance" cioe' una maggiorazione dello stipendio per chi vive a londra perche' i costi della vita sono molto alti. In centro a Londra la casa piú costosa al mondo é stata venduta di recente per 300 milioni di sterline. Ad ogni modo, in zona Liverpool Street (la stazione alla quale si arriva dall'aeroporto di Stansted) un bicamere costa sui 2 milioni di sterline. Le zone residenziali tipo South Kensigton che pullula di italiani benestanti, costano di piú. Mayfair é roba da Abramovic & C. Detto questo, il massimale di 12 mensilitá é una fregatura per il dipendente perché se dopo aver prestato servizio per 25 anni con un'azienda viene licenziato, tutto quello che ottiene sono 12 mensi di stipendio esentasse. In Italia i pagamenti sono da sempre piú generosi e licenziare costa di piú (questa é una ragione per le quali le multinazionali investono meno di quanto potrebbero in Italia - almeno secondo le voci di corridoio negli uffici HR di questo mondo). Sul discorso 90.000 euri, considerando che chi li guadagna poi deve prendersi un bicamere a Liverpool street (vedi sopra) forse meglio vivere e lavorare a Cernusco sul Naviglio...

Anonimo ha detto...

va bene tutto ma si intuisce che in Gran bretagna la cosa non ha sollevato polveroni ed e' stata accettata dall'opinione pubblica cosi' com'e' e basta. Non credo che in Italia si potrebbe fare la stessa cosa. Inoltre credo che il cuneo fiscale sia diverso, anche se non di molto, in gran bretagna le tasse sul lavoro sono piu' basse. No?

Attilio ha detto...

La Gran Bretagna ha pensioni piú basse e da due decadi ha il sistema contributivo che per sua natura e' meno generoso dello sfacciato sistema retributivo che esisteva in Italia fino a che é toccato iniziare a lavorare a me...

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