Nel post si teorizzava che con l'introduzione di questo alto livello di tasse universitarie, ci sarebbero stati meno studenti inglesi nelle loro universitá e probabilmente molte delle aspiranti matricole d'oltremanica avrebbero optato per corsi tenuti in inglese in universita' all'estero. Le nostre universita', potenzialmente, potevano offrire una scelta qualora si fossero preparate per l'evenienza.
Ebbene, siamo a settembre 2012 e il "Daily Mail" (Empty places at top universities) ci informa che a seguito dell'introduzione delle nuove tasse, c'e' stato un calo del 7.5% delle immatricolazioni ovvero 30.076 studenti in meno (cifra fornita dallo UCAS, il centro nazionale di ammissione all'universitá).
Al che si aggiunge anche il fatto che alla maturitá (gli A-Levels) i risultati sono stati meno brillanti del solito con la conseguenza che, visto che si accede negli istituti migliori in base al voto della maturitá, le universitá piú prestigiose avranno circa 5.000 studenti in meno.
La cosa ha dei costi per gli istituti universitari perché con 30 mila studenti in meno potrebbero saltare ben 700 milioni di sterline di entrate nel corso di un triennio (per pareggiare i conti probbile che apriranno le porte sempre piú ai figli dei cinesi ricchi oltre che far stra-pagare i master).
Morale morsanica della favola: il calo era atteso e probabilmente nessuno dei mancati studenti verrá in Friuli o in Italia perché i corsi in inglese sono pochissimi e il nostro sistema scolastico é poco attraente per una lunga serie di motivi baronali. Inoltre, a studiare oltremanica c'andranno solo gli italiani benestanti il che, a differenza del recente passato, rischia di perpetuare un modello di istruzione e accesso alle professioni piú prestigiose tipico degli Anni Cinquanta dove solo chi aveva il soldo studiava.
L'occasione potrebbe essere buona per analizzare le conseguenze dell'aumento drastico delle tasse universitarie e capire cosa succederá alla popolazione studentesca. Ad esempio potrebbero esserci meno studenti ma piú determinati come succede con gli studenti degli istituti privati (es. Bocconi) o dove c'e' il numero chiuso (es. Medicina). Potrebbero esserci meno studenti nelle facoltá farlocche oppure, per assurdo, quelle facoltá rimarrebbero piene perché ai figli dell'elités piace studiare poco perché tanto il papi poi ti dá lavoro lo stesso. Potrebbero soffrire di piú le facoltá che piacciono al ceto medio ma la qualitá dei laureati potrebbe essere migliore perché ci sono meno studenti in proporzione al numero di professori. Alcuni corsi di laurea dovrebbero chiudere per carenza di iscritti, altri sarebbero accorpati e forse qualche barone si troverebbe senza regno.
Insomma, l'osservatore italico dovrebbe cercare di capire cosa si puó trarre dall'esperienza inglese visto che prima o poi anche qua si dovranno fare i conti in tasca alle universitá dei mille corsi farlocchi, delle centinaia di sedi distaccate e del familismo professorale.
Oppure ignorarla del tutto e andare avanti a naso, come sempre.
Al che si aggiunge anche il fatto che alla maturitá (gli A-Levels) i risultati sono stati meno brillanti del solito con la conseguenza che, visto che si accede negli istituti migliori in base al voto della maturitá, le universitá piú prestigiose avranno circa 5.000 studenti in meno.
La cosa ha dei costi per gli istituti universitari perché con 30 mila studenti in meno potrebbero saltare ben 700 milioni di sterline di entrate nel corso di un triennio (per pareggiare i conti probbile che apriranno le porte sempre piú ai figli dei cinesi ricchi oltre che far stra-pagare i master).
Morale morsanica della favola: il calo era atteso e probabilmente nessuno dei mancati studenti verrá in Friuli o in Italia perché i corsi in inglese sono pochissimi e il nostro sistema scolastico é poco attraente per una lunga serie di motivi baronali. Inoltre, a studiare oltremanica c'andranno solo gli italiani benestanti il che, a differenza del recente passato, rischia di perpetuare un modello di istruzione e accesso alle professioni piú prestigiose tipico degli Anni Cinquanta dove solo chi aveva il soldo studiava.
L'occasione potrebbe essere buona per analizzare le conseguenze dell'aumento drastico delle tasse universitarie e capire cosa succederá alla popolazione studentesca. Ad esempio potrebbero esserci meno studenti ma piú determinati come succede con gli studenti degli istituti privati (es. Bocconi) o dove c'e' il numero chiuso (es. Medicina). Potrebbero esserci meno studenti nelle facoltá farlocche oppure, per assurdo, quelle facoltá rimarrebbero piene perché ai figli dell'elités piace studiare poco perché tanto il papi poi ti dá lavoro lo stesso. Potrebbero soffrire di piú le facoltá che piacciono al ceto medio ma la qualitá dei laureati potrebbe essere migliore perché ci sono meno studenti in proporzione al numero di professori. Alcuni corsi di laurea dovrebbero chiudere per carenza di iscritti, altri sarebbero accorpati e forse qualche barone si troverebbe senza regno.
Insomma, l'osservatore italico dovrebbe cercare di capire cosa si puó trarre dall'esperienza inglese visto che prima o poi anche qua si dovranno fare i conti in tasca alle universitá dei mille corsi farlocchi, delle centinaia di sedi distaccate e del familismo professorale.
Oppure ignorarla del tutto e andare avanti a naso, come sempre.
2 commenti:
avete visto che c'hanno il premio Dux?
https://www.education.gov.uk/dux-university-visits/FAQ/
17.09.12 13:16:57 Studio Legale Tributario Fantozzi and Associati Italia xxx.xxx.xxx.xxx Safari 6.x MacOS X
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