Questo è solo un episodio ma è un fatto risaputo che i sacchetti di plastica siano la peste inquinate del mondo moderno. A differenza delle bottiglie di plastica e di molti altri contenitori di maggiore impiego, non sono assolutamnete riciclabili e si deteriorano solo dopo oltre 90 anni di esposizione alle intemperie. Se poi finiscono in mare, non solo non si degradano facilmente ma causano i danni di cui sopra. I sacchetti sono un triste ornamento delle rive dei canali di campagna e in città, li si incrocia spesso svolazzare fuori dai cassonetti o a bordo strada nelle piazzole autostradali, poi finiscono ovunque alla prima folata di vento. Insomma, una vera peste ecologica.
A spanne, mettendo in moto il morsanomentro, se in un’ora in un negozio escono 10 clienti con in media 1.5 sacchetti a testa, in 8 ore di esercizio ci ritroviamo con circa 120 sacchetti al giorno per singolo negozio. Considerando il numero e dimensioni dei negozi che ci sono in paese potremmo ipotizzare che Morsano contribuisce all’uccisione delle balene con circa 200 saccheti di plastica al giorno. Ovvero, considerando 250 giorni feriali … circa 50.000 sacchetti di plastica all’anno. Una cifra spaventosa!
La domanda morsanica che ci poniamo dunque è perché si continui ad utilizzarli. Perché non si passa ai sacchetti della spesa di carta (magari riciclata)? Perché non si inizia a fare come faceva nostra nonna ed utilizzare la borsetta di tela per portare a casa il pane ed il latte?
Ci dicono che dal 2011 i famigerati sacchetti di plastica saranno vietati per legge. Bene. Certo che però sarebbe stato bello che il nostro paese avesse capito il problema per tempo e autonomamente ne avesse bandito l’uso. Questo post sarebbe stato parte della sezione “Morsano Numero Uno” e la stampa ci avrebbe portati ad esempio nazionale. Invece siamo qui a scrivere nella sezione “Brutte Notizie” pensando che come sempre "ci facciamo guidare" e non siamo mai capaci di essere noi i promotori di iniziative importanti da leader di pensiero.
Purtroppo l’espressione “in culo alla balena” da oggi ha un nuovo triste significato, più legato ai sacchetti di plastica che agli esami universitari.
1 commento:
Ma povere bestie...ravvedetevi gente!
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