La “sindrome notarile” e’ quella patologia sociale, da noi identificata 5 minuti fa, che generalmente affligge i clienti dei notai: praticamente tutti li detestano perché percepiti, a torto o a ragione, come delle sanguisughe inutili e ne dicono peste e corna al bar ma quando sono di fronte a loro abbassano lo sguardo in silenzio come se avessero di fronte il santo padre. Una sorta di atavico timore reverenziale nei confronti del “principe”.
La “sindrome notarile” si nota pure nei confronti dei governi tecnici di Grecia e Italia. Il problema questa volta sono i sintomi. Vero che da un lato l’atavico timore reverenziale nei confronti del “principe” spinge il suddito – che giá fu cittadino - ad accettare senza proteste, dei governi non eletti perché qualcuno gli ha spiegato che altrimenti il mondo sarebbe crollato (qui il timore reverenziale è al quadrato perché c’e’ pure quello nei confronti di chi ti ha detto che se non si faceva cosi’, i mercati avrebbero fatto crollare tutto). Tuttavia, il problema è il sintomo nascosto che, se nel caso dell’amato professionista che ti fa pagare 500 euro per un documento che in comune potrebbero farti gratis, si risolve con un paio di bestemmie al bar, nel caso dei governi si manifesta con proteste di piazza ed estremismo politico.
Di questo s’e’ discusso ieri sera in bar.
Secondo la vulgata al bancone, i governi di Mario Monti e Lucas Papademos di questo devono essere preoccupati. Se aggiungiamo Mario Draghi tra i tecnocrati, troviamo delle comunanze: tutti sono economisti con studi fatti anche negli USA, tutti hanno ricoperto posti chiave nelle istituzioni europee e i due Mario hanno pure lavorato per Goldman Sachs. Ovvio che i loro CV piacciano ai mercati ma facciano rabbrividire i no-global (Look behind you, Lucas and Mario).
Ad ogni modo, sul piatto della bilancia tra la riuscita dei tecnici e il loro fallimento c’e’ il rischio che la politica si radicalizzi verso l’estrema destra e l’estrema sinistra.
Gia’ in Grecia un quarto dell’elettorato dichiara di favorire partiti dell’estrema sinistra e quasi il 10% i partiti di estrema destra. Da noi per ora non si sa pero’ l’estremismo politico degli Anni Settanta non s’e’ ancora dimenticato.
Anche chi di Spritz ne beve pochi sa che in Francia Le Pen sará piu’ decisivo del solito nelle presidenziali del 2012, che in Olanda il governo e’ sostenuto dalla destra di Geert Wilders, in Austria il partito di estrema destra ha quote di favori quasi pari al primo partito, in Finalndia il partito dei “veri finlandesi” e’ gia’ oltre il 20% e in Ungheria il partito Jobbik è in forte ascesa.
La linea comune è una paventata lotta alle èlites (o al “Grande Notaio” come avrebbe detto Leibniz se avesse letto questo post). Lotta che si manifesta come ostilità alla globalizzazione, all’immigrazione (in particolare dal mondo musulmano) e in alcuni casi pure antisemitismo anche se, come nel caso di Wilders in Olanda, è pro-Israele forse perche’ visto come un alleato nello scontro con la civiltá musulmana (un po’ come alcune parti della politica italiana si sono fittiziamente dichiarate strenue sostenitrici della civiltá cattolica).
Ovviamente gli estremisti vedono l’Unione Europea come promotrice di multiculturalismo e capitalismo internazionale, causa di erosione dei confini nazionali e demolitrice delle monete nazionali. Figurarsi se ora al governo ti ritrovi pure degli ex eurocrati!
In diverse forme tutti gli estremisti chiedono una ridefinizione di Schengen, il ritiro dall’Euro e magari dall’UE. Ovvio che i partiti moderati devono tenere conto di queste spinte estremiste e cercare di arginarle ma nel far questo sono costretti gioco forza a concedere qualche punto al populismo antieuropeista.
Questa e’ la situazione in un’Europa in recessione che pero’ non è in crisi irreversibile. Pensiamo un po’ cosa potrebbe succedere se le banche iniziassero a fallire e la gente perdesse i propri salari e risparmi…
La speranza di chi si destreggia con gli Spritz è che i tecnocrati-non-eletti riescano nella missione di calmare i mercati e prevenire una disfatta disordinata dell’Euro perché le conseguenze sul piano politico andrebbero ben oltre quanto scritto fino ad oggi nelle cronache da bar. Altro che “sindrome notarile”...
…e il dibattito estremo (ed estremista) continua
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