lunedì 16 aprile 2012

Spritz Debate: L'Italia ha ancora bisogno di un'industria manufatturiera?

Automatizziamo il futuro italiano?
Oggi il Corriere della Sera dedica un articolo ("Salone del Mobile: Cuneo, Brianza, Udine l'Italia del mobile resiste") ad alcune aziende manifatturiere italiane tra le quali anche la friulana Fantoni. Aziende che si distinguono per aver saputo vincere la crisi e continuare a crescere senza negare una decisa distanza dal mondo della Finanza di Wall Street & C. Tanto che il giornale cita Fantoni «La Borsa non è consona al nostro tipo di capitalismo, troppi meccanismi distorsivi e spinte speculative, troppe logiche esasperate di breve respiro».

Cosí durante la pausa caffé (corretto) é nato il dibattito sul futuro della manifattura italiana ed in particolare, un paio di pensionati, due artigiani, un operaio e un fancazzista morsanese si sono chiesti se l'Italia ha ancora bisogno di un'industria manifatturiera.

Secondo gli intervenuti l’Italia del futuro non puó fare a meno di avere un settore di industrie manifatturiere ampio e competitivo. Questa tesi discende innanzitutto dall’ovvia necessità di salvaguardare e, se possibile, aumentare i milioni di posti di lavoro che il settore manifatturiero assicura a tutt’oggi, ma anche dalla considerazione che il manufatturiero è fondamentale per assicurare il mantenimento della capacità innovativa di prodotto. Infatti, il rischio di delegare all’esterno l’innovazione prima di processo e poi di prodotto, è uno dei punti critici delle scelte di delocalizzazione. In fondo, le sedie fatte in Cina se sono per il mercato di massa sono competitive ma sull'alta qualitá il Made in Italy vince.  

Se il Bel Paese non può fare a meno delle industrie manifatturiere, è però vero che è in atto un significativo declino del settore in Italia e tra le molte cause della perdita di competitività delle unità produttive manifatturiere c'é in particolare la rigidità delle relazioni industriali (art. 18 e affini) di cui si accenna una modifica a partire dal 2013. 

Secondo gli amici dello Spritz, la riforma della legislazione sul lavoro non risolverebbe da sola tutti i problemi che hanno portato alla riduzione delle unità produttive in Italia: resterebbero sul tappeto tutti gli altri problemi relativi alla competitività, con la consapevolezza peraltro, che i problemi non riguardano solo le Aziende e le unità produttive italiane ma quelle dell'intero Occidente sempre piú schiacciato dai paesi emergenti (nel manifatturiero, in particolare, da Cina, Brasile, Turchia e paesi dell'Est Europeo). 

Come si manifattura la scritta
"fioi semo gagai" in cinese?
Ci sono segnali che sottolineano come non poche imprese italiane siano consapevoli delle sfide che devono affrontare e abbiano individuato un insieme di ‘contromosse’ per reagire. Tuttavia, la gran parte delle imprese italiane sta ancora barcamenandosi contro la pressione della globalizzazione delle manifatture senza un preciso piano di lungo termine.

Ovvio l'immancabile paragone con l'Inghilterra, giá patria delle due rivoluzioni industriali del '700 e metá '800 e giá fucina manifatturiera del Mondo, ora tutta protesa verso i servizi, inclusi gli invisi servizi dell'Alta Finanza dei derivati e dei CDS e che ha ormai quasi completamente perso la capacitá produttiva delle sue manifatture. Se poi anche la Finanza entra in crisi, che fare?

Cosí il dibattito sul futuro delle manifatture italiane interessa anche Morsano dove chi ha fiducia nell'industria  sovrasta di gran lunga chi invece vede nei servizi il futuro paesano.

Peró tutti riconoscono che cosí come siamo messi oggi le cose non vanno e il futuro manufatturiero va riscritto prima che sia riscritto per noi a suon di ideogrammi.

...e il dibattito continua

5 commenti:

Anonimo ha detto...

l'Italia è manifattura! basta considerare che è uno dei principali paesi produttori e il Made in Italy (tessile,legno,arredo,meccanica, grandi impianti fino all'agri-industria); manca però una politica industriale sia per favorire la nascita di nuove imprese (che non nascono, anzi)e l'aumento delle medie (sono troppe le piccole che non investono e fanno i sb-fornitori) sia per esportare di più; se non si esporta, ad es., non si riscostruisce il sistema ficale e servono risorse aggiuntive per compensare i deficit; serve quindi tagliare gli oneri sulla produzione e lavoro, sburocratizzazione, innovazione, territori attrezzati e trasporti. Magari ce la faremo. Mauri

Anonimo ha detto...

Meno stato. Lo stato fuori dall'economia e lasciamo fare ai privati.

PaoloVE ha detto...

...per un Paese povero di risorse come il nostro è difficile pensare di pagare solo con servizi quanto gli serve. Il caso inglese è molto particolare, discendendo probabilmente da un passato coloniale che ha lasciato rapporti in tutto il mondo e, nel piccolo e semplicwmente, anche un vantaggio in termini linguistici: ciononostante proprio la crisi attuale dimostra anche in quel caso quanto rischioso sia affidarsi ad un modello in cui un settore ha il monopolio del Paese...

Ciao

Paolo

Anonimo ha detto...

gli imprenditori italiani sono tutti eroi! Di fronte ai ...prenditori della politica tutto e' meglio in Italia!

Anonimo ha detto...

gli imprenditori italiani sono tutti eroi! Di fronte ai ...prenditori della politica tutto e' meglio in Italia!

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