Il termine di oggi fa riferimento al mondo della politica. Come sappiamo, le osterie di Morsano sono frequentate da professori ordinari di scienza della politica e politologi di lungo corso. In questo contesto è naturale che si sviluppino nuove idee, nuove visioni, nuovi approcci al mondo della politica, nuovi concetti e parole.
Il neologismo morsanico del momento è… “depomodorizzazione”.
Il concetto fa riferimento ad un principio enunciato, sempre nel salotto buono paesano, qualche anno fa sugli allora astri nascenti della politica nazionale: i partiti ambientalisti altrimenti detti “i Verdi”. La frase era questa: “per me i Verdi sono come i POMODORI: prima sono VERDI e poi sono ROSSI!”
Il che faceva riferimento alla loro contiguità ideologica con la sinistra.
Se è vero che la storia è maestra di vita, i Sartori ed i Bobbio de noantri, non si sono lasciati perdere l’occasione per riprendere questo enunciato del passato ed applicarlo ai recentissimi sviluppi della politica nazionale. Dopo la valanga di consensi della Lega Nord alle elezioni regionali con i leghisti Cota e Zaia diventati rispettivamente i presidenti della regione Piemonte e Veneto, è apparso subito evidente che la Lega ha fatto presa sul voto operaio, a suo tempo di completo appannaggio del Partito Comunista Italiano (PCI).
E qui la mente raffinata coglie le sfumature: il voto dell’allora PCI, il “voto ROSSO”, ora è diventato voto della Lega, “voto VERDE”.
Ecco quindi la depomodorizzazione dello scenario politico nazionale.
Da qui poi si possono diramare ulteriori espressioni di grande efficacia politica quali “depomodorizzare i campi e le officine”, “l’osteria ‘Al Bon Tajut’ è frequentata da operai depomodorizzati”, “educarne uno per depomodorizzarne cento” e così via.
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St...
5 giorni fa
4 commenti:
Dimenticavo, fa specie che i pomodori siano prodotti in massa al sud e raccolti dagli immigrati...
Finanche ad includere il mondo della Difesa “Brigata Depomodorizzata ed AvioTrasportata “Fonso Cadrega”.
Porto il mio modesto contributo: lavoro in fabbrica (sono appena smontato dal turno di notte) e qui di 20 operai e tecnici del mio reparto, fino a qualche anno fa oltre la metà erano iscritti alla CGIL e votavano PCI/PD/Rifondazione. Adesso sono tutti leghisti! La paura della crisi e della concorrenza della manovalanza (non specializzata ma economica) degli immigrati, l'incertezza della globalizzazione che sposta il lavoro all'estero, sono gli argomenti più discussi. Alcuni sono anche militanti attivi della Lega.
Voi l'avete buttata in ridere ma la questione è seria ed è affrontata anche dal Corriere della Sera
http://generazionepropro.corriere.it/2010/04/imprese_elite_e_societa_incivi.html
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